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Judo

Nella giornata nera per l'Italia, la bella storia di Kirill Denisov e i suoi bambini dell'Ichiban

Giornata senza medaglie oggi a Kazan per la squadra azzurra, che hanno portato a casa solamente il settimo posto di Alice Bellandi nei 70kg.

La judoka bresciana ha speso molte energie nell'affrontare due avversarie difficili come l’uzbeca Gulnoza Matniyazova e la russa Sali Liluashvili, arrivando poi ad fronteggiare ai quarti la due volte campionessa del mondo Chizuru Arai, che l'azzurra ha saputo ben fronteggiare nei quattro minuti canonici, salvo poi cedere il passo al golden score subendo un osae komi che l'ha spedita ai recuperi. Qui ha incontrato poi la svedese Anna Bernholm,

Nei 63kg, invece, Maria Centracchio ha superato prima la spagnola Isabel Puche, salvo poi arrendersi all'olandese Sanne Vermeer, così come negli 81kg Antonio Esposito ha vinto sull'uzbeco Sukhrob Tursunov prima di essere fermato ai primi secondi di golden score dal brasiliano Eduardo Yudy Santos. 

Fermati al primo turno infine Nicolle D'Isanto nei 63kg dall'olandese Geke Van Den Berg, Giovanni Esposito nei 73kg dal gambiano Faye Nije e Fabio Basile dall'azero Nurlan Osmanov.

Ma anche nelle giornate più nere, ci sono sempre storie che vale la pena raccontare, come quella di Kirill Denisov e i bambini dell'"Ichiban".

Per chi non lo conoscesse, Kirill Denisov, ora direttore sportivo della Federazione Russa di Judo, è stato un 5 volte medaglia mondiale e due volte campione europeo e da qualche anno ha creato a Chelyabinsk una sua scuola di judo chiamata appunto Ichiban, che tradotto letteralmente significa "numero uno". Si tratta di una realtà cresciuta esponenzialmente che oggi conta 900 judoka suddivisi in 4 dojo e che si rivolge a tutte le fasce d'età, dai più piccoli ai più grandi, persino ai genitori che possono allenarsi assieme ai propri figli. 

Nell'occasione del Grand Slam di Kazan, Kirill ha deciso di portare ad assistere alla competizione 25 delle 140 famiglie che fanno parte del suo Ichiban.
"Questo viaggio dovrebbe diventare una motivazione per i bambini e i loro genitori, per seguire i loro obiettivi e sogni, per lavorare sodo e non mollare mai. - ha spiegato Denisov - Il judo non è solo uno sport, è un modo di vivere e di pensare, quindi è così importante instillare l'amore per questo sport".
Il suo scopo, infatti, non è solamente quello di crescere futuri campioni, ma anche di diffondere il nostro sport, le sue idee e la sua filosofia, tra le masse e di formare persone atte a rendere migliore il nostro pianeta. Il club, infatti, si concentra soprattutto sullo sviluppo personale e partecipa ad attività di beneficenza, sposando appieno quelli che sono i principi fondamentali del progredire insieme, come lo stesso Kano insegnava.

Domani, ultima giornata di gare, dove per gli azzurri saliranno sui tatami Giorgia Stangherlin (78) e Nicholas Mungai (90).