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Judo

Olimpiadi, un sogno solamente rinviato: alcuni commenti dal mondo del judo

Alla fine la notizia che tutti gli sportivi attendevano da giorni è arrivata: le Olimpiadi sono state ufficialmente spostate al 2021. Una scelta inevitabile, ma, di certo, molto sofferta. Abbiamo raccolto alcune reazioni da parte di personalità del Mondo del judo italiano per sapere come stanno vivendo questo momento così difficile e surreale.

“In questo momento la situazione è instabile” commenta Luigi Guido. “È logico che, in un momento come questo, le qualificazioni e le Olimpiadi passino non in secondo, ma in quinto piano… Per cui non posso che appoggiare appieno la decisione che è stata presa dal CIO. La priorità per tutti noi è la salute degli atleti, che si stanno allenando come possono, isolati, svolgendo lavori individuali e personalizzati, ciascuno a casa propria.
L’IJF si è dimostrata lungimirante rispetto ad altre realtà, già prima che tale decisione venisse presa, muovendosi per tempo con cancellazioni di eventi e preparazione di piani di riserva da attuare a seconda di come e in quali tempi si fosse evoluta la situazione, conscia della difficoltà, in un simile momento, di programmare un’attività”.

“In questi giorni ci sono due anime in tutti noi” gli fa eco la Consigliera Federale Maria Grazia Perrucci. “La voglia che tutto finisca e la consapevolezza che la fine di questo problema non è così vicina. Gli altri Stati hanno praticamente appena iniziato ad affrontare davvero la situazione e non sappiamo quando potremo riprendere la normalità. La decisione di far slittare le Olimpiadi ha saputo tener conto di due aspetti fondamentali: la garanzia della sicurezza per tutti e del diritto ad una condizione ottimale per affrontare al meglio un evento così importante”.

“È un momento difficilissimo per tutti” afferma Laura Di Toma. “Spero che questi ragazzi non dimentichino la passione e i sogni, ma, prima di tutto, devono attenersi alle regole per il bene di tutti. Riguardo alle Olimpiadi il judo insegna proprio a resistere e a tener duro. Questa è una guerra, cui noi non siamo preparati. Capisco la frustrazione di chi si sta preparando a questo momento da tanto, ma non dimentichiamoci che anche gli esordienti, i cadetti, gli juniores stavano aspettando di disputare le loro finali nazionali e i Campionati Assoluti; anche i bambini non possono partecipare a gare per loro importanti, seppure regionali o provinciali e per tutti sono preclusi gli allenamenti. La speranza non deve venir meno: i componenti delle nostre Squadre Nazionali devono tener duro per se stessi, ma anche per gli altri, per chi guarda a loro con ammirazione, sperando un giorno di emularne il percorso agonistico o chi, semplicemente, li tiferà da casa”.

“Purtroppo è un momentaccio” dice Matteo Marconcini. “La Nazionale è ovviamente ferma, siamo tutti a casa, la qualificazione sarà completamente diversa da quello che avrebbe dovuto essere… stiamo cercando di portare avanti l’allenamento, per quanto possibile, da casa. Sento tutti i ragazzi del gruppo che si allenano, usano gli elastici, se possono fanno qualche corsetta attorno a casa… però è dura, perché credere in un sogno per quattro anni e lavorare sodo per quel sogno e vederselo tra virgolette portare via, secondo me è una delle peggiori cose che possano succedere, soprattutto per quei ragazzi che un’Olimpiade non l’hanno mai fatta. Io l’ho fatta a Rio e ho anche un’altra età, ma i ragazzi più giovani, come Lombardo o Parlati, avrebbero le ragioni per sentirsi turbati. Però, per quello che sto vedendo, sono molto motivati, lavorano sodo, per quello che possono… speriamo che tutto si concluda al meglio e nel più breve tempo possibile e che l’Italia raggiunga i risultati sperati all’Olimpiade!”

“Il rinvio di una manifestazione sportiva è sempre uno sconquasso per gli atleti che si sono preparati al meglio per affrontarla. Figuriamoci poi se questo evento si chiama Olimpiade!!!” esordisce Raffaele Toniolo, raggiunto a caldo sulla notizia ufficiale del rinvio. “Premetto che la salute di tutti noi è più importante di qualunque altra cosa e quindi credo che il CIO ed il Giappone abbiano preso l’unica decisione di buonsenso che si poteva prendere in questo momento.

Al netto delle precedenti considerazioni voglio ora focalizzare i miei ragionamenti su alcuni aspetti che seguiranno questa decisione e che il CIO e le singole federazioni internazionali dovranno soppesare con molta attenzione.

1)      Una volta deciso il periodo del 2021 in cui si svolgerà l’evento olimpico come ci si comporterà con le qualificazioni? Quali saranno i criteri? Parliamo di Judo (che è il nostro sport) le qualificazioni si chiuderanno recuperando i soli eventi cancellati (GP Rabat, GP Tiblisi, GP Antalya, GS Russia) e quelli ancora in divenire (GS Baku, Master Doha, Campionati Continentali) oppure saranno allungate?

2)      Nel caso che per la qualificazione olimpica nel nostro sport di decida di disputare i soli eventi menzionati nel punto precedente e poi dare agli atleti qualificati un periodo di preparazione più o meno lungo non ci sarebbero grossi stravolgimenti sui qualificati rispetto a come stava procedendo la qualificazione stessa. Nel caso invece la qualificazione venga cambiata di 1 anno, quindi ad esempio cancellando tutti i risultati ottenuti fino a maggio 2019, contando al 50% i risultati ottenuti fino a maggio 2020 ed al 100% i risultati ottenuti fino al termine del periodo di qualificazione allora i qualificati potrebbero subire importanti variazioni sia a livello nominativo che di best players.

3)      Un altro aspetto non di poco conto nel nostro sport è quello relativo al peso. I judokas di questo livello sono programmati come macchine di altissimo livello ed il peso è uno degli aspetti fondamentali. Molti atleti pianificano eventuali cambi di categoria dopo le Olimpiadi e quindi per molti di loro potrebbe rappresentare un problema tenere la stessa categoria di peso per 1 anno in più.

4)      In funzione delle decisioni che CIO e Federazioni Internazionali prenderanno sarà curioso capire come nei vari stati potranno riaccendersi lotte che sembravano già decise. In Giappone ad esempio cosa ne sarà dell’annunciata squadra olimpica di Inoue: la sua decisione sarà confermata o rivista? In Azerbaijan Heydarov rientrerà ancora a 60 per poter insediare Orujov o tenterà con più convinzione la carta degli 81?

5)      In ultimo alcuni atleti potrebbero anche rinunciare a fare sacrifici per un altro anno intero. Mi riferisco soprattutto a quelli più avanti con l’età. Di contro, l’eventuale apertura di un altro anno di qualificazione potrebbe far apparire all’orizzonte nuovi giovani judoka che ora non avrebbero potuto qualificarsi.

 Chiudo dicendo che questa rinvio olimpico avrà ripercussioni di ogni tipo su tutte le programmazioni anche delle classi giovanili. Quindi lo tsunami rappresentato da questa decisione si ripercuoterà sul calendario internazionale delle altre classi.

Ad oggi dunque nessun atleta di nessuna classe può pensare ad obiettivi certi fino a quando questa emergenza sanitaria mondiale non sarà terminata.

Per ora l’unica cosa da fare è rimanere a casa ed allenarsi a casa con la convinzione che prima possibile potremmo tornare a calcare il tatami di cui sentiamo già l’enorme mancanza”.