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MARVERTI E VACCA, UN JUDOKA E UNA KARATEKA SALVANO LA VITA AD UN DICIANNOVENNE

Riportiamo con piacere la bella storia riportata dal Media Team Veneto, pescata dalla cronaca locale e con un bel lieto fine. Buona lettura!

Immaginatevi anni e anni a calcare i tatami di mezza Europa, anni di allenamenti per perfezionare gli automatismi, quelli che devono uscire naturalmente durante le competizioni. Eppure ci sono occasioni in cui quegli automatismi possono salvare una vita umana.

Certo non è questo ciò a cui stavano pensando il Vice Sovrintendente della polizia Fernando (Nando) Marverti (53), cintura nera quinto dan di judo, e l'Assistente Capo Sara Vacca (55), pari grado nel karate, colleghi e compagni di vita, al rientro dal lavoro nella fredda serata del 9 gennaio scorso.

All'improvviso, in un viale vicino a casa, a Verona, vedono la luce di un motorino a terra. Il tempo di osservare meglio la situazione e si rendono conto che poco più in là, sul marciapiede c'è un giovane riverso a terra.

Pochi attimi in cui i due atleti e tecnici Fijlkam non perdono la lucidità e mettono in atto una procedura ben precisa: Nando sente il polso del ragazzo che non promette nulla di buono, chiama immediatamente il 118 e l'operatore dal cellulare guida Sara nel primo, fondamentale, massaggio cardiaco, fino all' arrivo dei primi soccorsi.

Alla coppia è sembrato del tutto normale e doveroso intervenire, "non avremmo mai lasciato un ragazzo morire per strada" afferma Nando, "Si tratta di senso civico per noi unito al senso del dovere di poliziotti e di judoka/karateka" continua.

Nando è tecnico di judo del Ronin Kai Verona, tre volte campione del mondo veterans, plurimedagliato a livello nazionale ed internazionale. Sara è allenatrice di karate nella stessa società, anche lei plurimedagliata ai campionati italiani assoluti di kata e a livello internazionale tra i veterans. Ad oggi entrambi continuano ad allenarsi con dedizione e a gareggiare nelle competizioni riservate agli over 35.

Alla domanda "quanto secondo voi gli anni di preparazione nelle rispettive discipline hanno influito nel vostro intervento" i due non hanno dubbi.

"Sicuramente l'abitudine alla gara, a gestire tensione fa sì che anche in situazioni come questa è come accendere un motore e attivare poi tutta una serie di procedure. - afferma Nando - In quel momento lì abbiamo eseguito quello che diceva il 118 che è poi quello che serviva. Sicuramente sono servite anche le nozioni di primo soccorso ricevute sia dai corsi Fijlkam che da quelli legati al nostro lavoro. Poi se uno è un po' più abituato a gestire lo stress è sicuramente agevolato. Parlo anche per noi "master", essere ancora abituati a gestire certi ritmi e certe situazioni aiuta!"

"Le arti marziali ti danno una predisposizione naturale a seguire le istruzioni che ti vengono date. Nel momento in cui riconosci la validità della fonte, fai quello che ti viene detto." Afferma Sara "Le arti marziali ti danno una marcia in più nella vita. Poi anche fare l'agonista e rimanere in contatto con quell' ambiente ti da un qualcosa in più." Anche nella gestione dell'adrenalina del momento e dei giorni successivi, commenta Sara, "Per noi è stato normale intervenire, come è normale andare ad una gara, dare il cento percento e poi tornare in palestra e ripartire da zero".

Il lieto fine arriva qualche giorno più tardi, quando viene comunicato che il ragazzo (19) non è più in pericolo di vita e se oggi può riabbracciare i genitori è grazie al tempestivo intervento dei due tecnici/poliziotti.

Oltre al ringraziamento sentito da parte dei genitori del ragazzo, a Fernando e Sara sono arrivati i complimenti dal 118 per come hanno gestito la situazione e delle forze dell'ordine che rappresentano, ai quali si aggiungono ora quelli di tutta la famiglia Fijlkam Veneto.

Fonte: fijlkam.it/veneto