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Lotta

Tokyo 2020 rimandata al 2021

E adesso cosa succederà? Questa è la domanda più logica che possiamo porci, il giorno dopo la congiunta decisione del presidente del Giappone, Abe, con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Bach, di rimandare all'anno prossimo il più grande happening sportivo che il mondo conosca. Si continuerà a chiamare Tokyo 2020, ma la sesta Olimpiade del XXI secolo , si terrà nel 2021. Questa decisione, va detto: quanto mai provvida, scatena una serie di cambiamenti negli eventi internazionali di lotta olimpica già calendarizzati. La più probabile decisione, sarà quella di organizzare l'evento planetario ricalcando esattemente i giorni di quello che doveva essere quest'anno; ovvero le due settimane a cavallo fra la fine di luglio e l'inizio di agosto. E se così fosse, bisognerebbe tener conto che a distanza di poco più di due mesi, dovrebbero disputarsi i Campionati Mondiali dei tre stili nella capitale norvegese. Il rischio che si correrebbe, sarebbe quello di assistere ad un mondiale di lotta di serie B, con atleti di rincalzo. Piuttosto difficile immaginare un atleta che dopo aver appena disputato un'olimpiade, abbia la volontà di misurarsi di li a poco tempo, in una competizione dove si concentra la crème de la crème della lotta. A fronte di questo problema, oggettivamente da risolvere, se ne presenta un'altro. Quando far disputare i rimanenti tornei di qualificazione olimpica, una volta che sarà finito l'allarme della pandemia? Volendo ammettere che a distanza di quasi due anni dalla qualificazione dei primi sei olimpici con il Campionato Mondiale di Nur Sultan, questi possano essere considerati ancora con la stessa forma prestazionale del 2019. Il problema è piuttosto intricato, ma per il momento non ci resta che tener duro, passare questo periodo storico davvero difficile e poi tornare ad appassionarci allo sport ancor più di prima. Maurizio Casarola