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Lotta

Intervista al Presidente Fijlkam Lombardia; Riccardo Zambotto

Sono passati sei mesi dall'insediamento di Riccardo Zambotto alla guida della federazione nella regione Lombardia, ed in prossimità delle feste di fine anno, è giunto il momento per fare due chiacchiere con lui. 

-Buongiorno Presidente, come stà?

-Tutto sommato, direi bene; oltreché soddisfatto.

-Che cosa l'ha soddisfatta di più, dopo questi primi sei mesi passati alla guida della federazione in Lombardia?

-In assoluto la reazione positiva data dalle società sportive di ogni settore, trovandosi di fronte alle pandemia ancora in corso. Tutti si sono rimboccati le maniche, e hanno lottato, è il caso di dirlo, per contrastare questo virus maledetto. Dappertutto s'è ricominciato con l'attività nelle palestre, ovviamente attenendosi scrupolosamente a quelle che sono le linee guida dettate dal servizio sanitario nazionale.

-Come si è trovato a lavorare con gli altri componenti del Comitato Regionale?

-Da subito ho trovato partecipazione e sintonia da parte dei vicepresidenti Cinzia Cavazzuti per lo judo, Francesco Placenti della lotta e Michele Austoni nel settore karate, ed anche con il consulente Antonio Siviero, c'è un ottimo rapporto.

-Su cosa vi siete concentrati principalmente?

-Avevo a cuore l'unificazione e la rivisitazione di tutti i settori della federazione; compresa la rivalutazione delle discipline dell'aikido, ju jitsu, sumo, senza tralasciare la MGA con la sua nuova riformulazione. Dopo sei mesi d'impegno, possiamo dire di aver fatto chiarezza sulla situazione ed ora, contando sulla partecipazione di tutti, penso che si possa guardare avanti serenamente.

-Secondo lei possiamo pensare ad un futuro dove le varie discipline federali siano interagenti fra loro?

-Assolutamente si. Questa è una delle cose che più mi stanno a cuore. Ho in mente di organizzare degli stage d'allenamento fra discipline diverse della federazione. Faccio un esempio: chi ha detto che delle tecniche di lotta non possano servire a dei praticanti dello judo e viceversa? Intendiamoci: il karateka rimane karateka, lo judoka non si metterà il costumino da lotta ed il lottatore non vestirà il kimono. Ma la conoscenza dei mondi di cui non facciamo parte, può arricchire notevolmente il bagaglio personale di ogni atleta.

-E la specializzazione?

-Altro punto fondamentale: dovremo organizzare stage degli alti gradi per le arti marziali e seminari di approfondimento tecnico. Ci sarà anche l'inserimento del kobudo; ovvero lo studio delle armi tradizionali giapponesi.

-Oltre alle cose che ci ha appena elencato, sta pensando ad altro ancora per il prossimo anno?

-So di essere ardito; ma voglio dirlo ugualmente, nonostante siamo in questo momento nel bel mezzo di un periodo evidentemente difficile. Sarebbe stupendo se riuscissimo ad organizzare una serata sul tipo di quella che era la Pasqua del Budo. Una manifestazione che riunisca i migliori interpreti delle nostre discipline, per creare uno spettacolo da ricordare....

-Vuole fare un saluto, magari un augurio, agli atleti, ai tecnici e ai dirigenti sociali della nostra regione?

-L'augurio è quello di vederci sempre più uniti fra le varie discipline. Solo in questa maniera, riusciremo a contrastare la situazione che da due anni oramai, sta cambiando il nostro modo di vivere la vita. Il saluto è per tutti: al più piccolo lottatore, al più anziano judoka, alla campionessa di karate, al principiante dell'aikido, ai fortissimi sumotori. L'auspicio è quello di avere un bel gruppo di atleti da premiare a fine 2022. Fra un anno, mi piacerebbe organizzare un'evento con la premiazione dei più meritevoli atleti di ogni disciplina.

-Buone feste, Presidente.    

-Altrettanto a tutti voi.

Maurizio Casarola