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Lotta

A quasi una settimana dal disastro, alla "Lucchesi" i lottatori faentini si rimboccano le maniche per tentare il recupero della palestra

La fiducia non deve mai mancare; specialmente quella nelle proprie volontà. Fra ieri e oggi, proprio perché mossi dalla speranza e dalla passione, sotto la guida del tecnico federale Salvatore Avanzato una settantina di ragazze e ragazzi della lotta faentina sono rientrati in quella che, seppur disastrata all'inverosimile, ancora è la loro palestra. All'interno hanno trovato un paesaggio grottesco, fatto di melma depositatasi sul pavimento dopo il lento defluire delle acque dell'esondazione della notte del 16/17 maggio, pezzi di soffitto caduti a terra, calcinacci e suppellettili che navigano nel buio spettrale della palestra grande e di quella che fu la sala della cultura fisica. Nessuno di loro però si è scoraggiato, e tutti si sono dati un gran da fare a spalare. All'onor del vero, le speranze di vedere ritornare la storica palestra faentina allo splendore d'un tempo, sono davvero ridotte al lumicino. La seconda esondazione è stata veramente pazzesca, con l'acqua che è arrivata al tetto in gran parte del complesso sportivo ed ha finito con il distruggere il poco salvato dalla fuoriuscita, agli inizi del mese di maggio, del prospicente fiume Lamone. Ma come dice giustamente Salvatore Avanzato: "Per il mondo della lotta, lasciare andare la Lucchesi al suo amaro destino, senza tentare nulla per almeno in parte salvarla, sarebbe l'equivalente di radere al suolo l'area del Colosseo se un terremoto l'avesse quasi totalmente distrutto". Se lo dice lui, che è originario di Roma e faentino d'adozione....bisogna credergli.

La Lucchesi è un patrimonio storico della lotta, non solo di quella italiana, e come lottatori abbiamo il dovere di adoperarci per salvare almeno la memoria di quel luogo.

Maurizio Casarola