Riccardo Mezzetti

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Riccardo Mezzetti

RICCARDO MEZZETTI (Tecnico Casa Italia)

- Come ti sei avvicinato alla lotta, quali sono stati i tuoi inizi?

Nel 1960, terminate le Olimpiadi di Roma, mio padre era dipendente statale e ci assegnarono gli alloggi del Villaggio Olimpico. In quel momento c'erano tantissime attività fiorenti in termini sportivi. Sotto al Flaminio, c'erano diverse palestre, tra cui una di Lotta, gestita dalla FIAP. Andai a vedere questa disciplina che non conoscevo, all'età di dieci anni, entrai e non sono più uscito. Da allora sono sempre rimasto legato alla lotta. È straordinaria, è qualcosa che ti prende, ti avvolge e non ti lascia più. Ho sempre continuato ad allenare e fare stage per farla conoscere. Ormai da quindici anni mi dedico esclusivamente a lei.

- Casa Italia: un progetto ambizioso della Federazione e del Settore Lotta che ha l'obiettivo di far crescere il movimento quantitativamente e qualitativamente.

È un progetto che nasce da un’intuizione straordinaria del Team Manager Lucio Caneva e che cambia radicalmente il rapporto tra strutture interne, strutture centrali, strutture periferiche e società. Casa Italia è un ausilio per la crescita tecnica e per lo sviluppo per tutte quelle società che avrebbero difficoltà a trovare un giusto livello di confronto all'interno delle proprie strutture e far crescere i propri atleti. Per la prima volta dunque il Centro Olimpico si apre all'esterno. Diventa una proposta di accoglienza e va vissuta in questi termini. È un qualcosa che si sta evolvendo ed ha la capacità di modularsi a seconda delle esigenze percepite, come ad esempio succederà in relazione alle nuove discipline in fase di acquisizione. Casa Italia è un po' l'elemento centrale attorno al quale si possono sviluppare tante cose, come ad esempio le attività a livello regionale. La visione è proprio quella di ausilio alle Società. Come gruppo, crediamo nel ruolo fondamentale dei Comitati Regionali in questo progetto. Sono loro ad avere i contatti stretti con le Società e percepiscono le loro necessità e possono rappresentarle. Proprio con l'obiettivo di diffondere il progetto ed eventualmente rimodularlo. Insomma, è un lavoro da fare tutti insieme.

- La peculiarità è proprio l'incontro sulla materassina tra gli atleti delle diverse Società e il blocco della Nazionale.

Il nucleo fondamentale è sicuramente la Nazionale. Ed è molto forte la motivazione che può avere un atleta a vivere il Centro Olimpico, con i suoi ritmi, e ad avere la possibilità di interagire con atleti e tecnici della nazionale. È importante da un punto di vista tecnico e di crescita. Naturalmente, essendo gli obiettivi diversi tra Nazionale e non, a seconda del calendario ci saranno momenti in cui si alleneranno congiuntamente ed altri in cui invece saranno modulati specificamente. Se la Nazionale va incontro a un torneo importante, ad esempio. Inizialmente il progetto nasceva per gli atleti fino al quinto posto nelle classifiche nazionali. Ma vista la risposta che c'è stata abbiamo deciso, previe autorizzazioni di aspetti logistici, allargare la platea sia in età che per quanto riguarda il piazzamento.

- Casa Italia è nata nei primi giorni del 2022. Il bilancio finora?

Abbiamo fatto diversi raduni Casa Italia. Inizialmente da 15 giorni ma poi siamo passati al sistema di una settimana. Più volte hanno partecipato oltre 160 atleti e questo è un grande risultato considerando la novità del progetto.

- Com'è composto lo staff?

Naturalmente noi ci rapportiamo sempre con la dirigenza del Settore ma ci è stata data una buona autonomia per proporre e operare. Lo staff attualmente è composto da 4 persone: Marco Arfè, io, Fabio Parisi e Giuseppe Rinella. Non è escluso che ci possa essere un ampliamento della compagine e neanche, come dicevamo, che si creino altri gruppi con le nuove discipline che viaggeranno parallelamente.

- Non solo atleti italiani. Abbiamo visto anche atleti stranieri in questi mesi.

Sì, ed è importante. In questi 6 mesi abbiamo avuto 8 o 9 nazioni che sono venute e hanno partecipato ai raduni Casa Italia. È come fare esperienze internazionali e dare dunque la possibilità ai nostri atleti di confrontarsi con sistemi di lotta diversi, dunque di crescere ed arricchire il loro bagaglio tecnico. Abbiamo realizzato anche 3 Casa Italia estera, dove i nostri sono andati fuori per collegiali di anche 15 giorni. L'interscambio è fondamentale e queste iniziative fanno sicuramente bene al Settore.