Giù il sipario del Grand Prix a Budapest, progressi piccoli da apprezzare

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Il Grand Prix a Budapest ha abbassato il sipario su una scena sontuosa, numeri e livello sono stati di grande rilievo e non c’è dubbio che la prossimità del campionato del mondo è stata la complice consenziente su tutto. Il Giappone si è aggiudicato il primo posto in quattro categorie maschili ed in cinque femminili, ma ha impressionato anche l’Ungheria, protagonista sugli spalti e sul tatami. Per l’Italia, la terza giornata di gare non ha aggiunto molto al raccolto delle precedenti, ma in un contesto di questa levatura è importante cogliere e, talvolta, sapersi accontentare anche dei piccoli progressi. Domenico Di Guida, nei 90 kg, ha superato il solido ganese Victor Ahiavor e si è poi fermato di fronte all’estone Klen Kristofer Kaljulaid. In entrambi i casi, vittoria e sconfitta sono maturate con le sanzioni. Nei 78 kg Valeria Ferrari ha superato Vanessa Chala (Ecuador) con waza ari e osae komi ed è stata poi superata dalla cubana Kaliema Antomarchi, mentre Melora Rosetta, opposta nella stessa categoria alla brasiliana Nathalia Parisoto, è arrivata ad un passo dalla vittoria, che sarebbe arrivata con il terzo shido per la brasiliana a un secondo dallo scadere. La sanzione l’ha ricevuta invece l’azzurra che poi, nel golden score, è caduta su un seoi nage (waza ari). Nei +78 kg Elisa Marchiò si è trovata ad affrontare la tunisina Nihel Cheik Rouhou, 13esima nel ranking, con una fisicità troppo diversa da contrastare per la triestina alla quale, in ogni caso, si è opposta. “Tutti hanno dato il meglio – ha detto il coach Dario Romano – nell’ambito di contesti individuali che sono molto specifici, come quello di Odette Giuffrida, che con pazienza certosina sta ricostruendo un percorso importante accettando il confronto con un deficit alla spalla ancora molto sensibile. Giovanni Esposito, Manuel Lomabrdo, Christian Parlati ed Alice Bellandi, i quattro juniores convocati, si sono fatti apprezzare per la bella disinvoltura e l’efficacia maturate. Poi abbiamo anche la possibilità di seguire tutti questi ragazzi che, avendone i requisiti, accettano di muoversi in autonomia riuscendo ad esprimere l’enorme potenziale del judo azzurro. A Budapest hanno combattuto Matteo Piras (66), Augusto Meloni (73), Domenico Di Guida (90), Francesca Milani, Francesca Giorda (48), Giulia Pierucci (52), Giulia Caggiano (57), Valeria Ferrari, Melora Rosetta (78), Elisa Marchiò (+78), mentre Anna Righetti, una volta arrivata, si è sentita male ed è stata costretta a rinunciare”.

90: 1) Krisztian Toth (Hun); 2) Ushangi Margiani (Geo); 3) Ivan Felipe Silva Morales (Cub) e Aleksandar Kukolj (Srb); 100: 1) Aaron Wolf (Jpn); 2) Karl-Richard Frey (Ger); 3) Jevgenijs Borodavko (Lat) e Peter Paltchik (Isr); +100: 1) Kokoro Kaguera (Jpn); 2) Stephan Hegyi (Aut); 3) Adam Okruashvili (Geo) e Roy Meyer (Ned); 78: 1) Mami Umeki (Jpn); 2) Rika Takayama (Jpn); 3) Natalie Powell (Gbr) e Guusje Steenhuis (Ned); +78: 1) Idalys Ortiz (Cub); 2) Maryna Slutskaya (Blr); 3) Yanan Jiang (Chn) e Nihel Cheikh Rouhou (Tun)

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