Quella vissuta domenica scorsa, nell’ambito del campionato italiano cadetti di judo, è stata un’esperienza speciale. Ed anche se più di qualche sopracciglio si era alzato a fronte della prospettiva di una commistione di gare in occasione della manifestazione tricolore più affollata di tutte, le cose sono andate. E per chi ha avuto il piacere e la sensibilità di prestare attenzione a cos’è accaduto sul tatami che è stato riservato ai ragazzi della FISDIR domenica, può permettersi di dire anche che le cose sono andate bene. Perché le cose che, su quel tatami, si sono potute vedere sono state tutte belle. Alcune sorprendenti, altre straordinarie, ma tutte molto belle. Con la sensibilità e l’attenzione più appropriate si sono colti aspetti e dettagli che rendono lo sport quel luogo speciale che può salvare il mondo e per il quale vale la pena d’impegnarsi. Aspetti e dettagli che talvolta si perdono di vista, trasformando così lo sport in qualcos’altro, che purtroppo non è poi così speciale. Le ragazze ed i ragazzi della FISDIR, 52 in tutto, disputando il loro campionato contemporaneamente alle nostre ragazze under 18 hanno raccontato di loro, della gioia e della titubanza, dell’entusiasmo e delle paure, di un judogi portato con piacere e non per piacere. Quei 52 ragazzi non sono venuti nel PalaPellicone per vincere, perché la vittoria è fare judo, la vittoria è stare insieme.
Chi è la FISDIR. Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali, è la Federazione Sportiva Paralimpica cui il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) ha demandato la gestione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’attività sportiva per gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale. Il CIP, riconosciuto nel 2017 quale Ente Pubblico, alla stregua del CONI per lo sport olimpico, ha il compito di garantire la massima diffusione dell’idea paralimpica ed il più proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone disabili. Ad esso spetta dunque il compito di regolare e gestire tutte le attività sportive riservate ad atleti disabili fisici, intellettivi e sensoriali. Ad oggi il CIP riconosce oltre quaranta entità sportive, tra federazioni paralimpiche, discipline paralimpiche, enti di promozione paralimpica ed associazioni benemerite paralimpiche. Tra le Federazioni Sportive Paralimpiche si sviluppa l’attività della Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale. La costituzione è avvenuta IL 22 Febbraio 2009 con la definitiva trasformazione del Dipartimento 9 del CIP in Federazione Sportiva Paralimpica. Dal 2009 al 2017 l’acronimo FISDIR indicava Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale, nominativo modificato dall’ultima assemblea straordinaria che ha espresso la volontà di mettere in risalto il valore della parola paralimpica, a testimonianza della chiara appartenenza al mondo sportivo paralimpico gestito dal Comitato Italiano Paralimpico.
Gli obiettivi. Una pratica sportiva «normalizzata» che offra opportunità di confronto agli atleti con disabilità intellettiva in un quadro di riferimento prevalentemente sportivo. Un’attività che recepisca i regolamenti tecnici propri delle discipline con adattamenti minimi derivanti dalle specifiche necessità degli atleti. Lo sport deve favorire la completa autonomia dell’atleta, presupposto per una reale integrazione nel modo sportivo dei «normodotati». La filosofia che accompagna la sua azione dunque si basa sul concetto di “pratica sportiva normalizzata” nella convinzione che lo sport migliora la qualità della vita ed è in grado di esaltare le capacità individuali se praticato in forma compiuta, cioè secondo le regole che gli sono proprie. D’altronde le persone con disabilità intellettiva e relazionale sono membri a pieno titolo della società e come tali devono essere soggetti ai medesimi diritti, opportunità e regole degli altri.