Con Gianni Gola e Livio Toschi la Storia dello sport militare (1a parte)

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Roma, 28 novembre 2019 - " 1919 - 2019: Un secolo di fratellanza nello sport": questo è stato il tema del Convegno  di martedì scorso presso il Centro Olimpico Matteo Pellicone, indetto ed organizzato dal Presidente Domenico Falcone e dal Museo degli Sport di Combattimento.  Il tema  riguarda le iniziative del mondo militare per realizzare un dialogo  sempre più amichevole fra gli atleti dei vari Stati. Si parte dal 1919 quando a Parigi si organizzarono i Giochi Inter-Alleati voluti dal Generale John Joshep  "Blak Jack" Pershing  e si giunge ad oggi ed alla settima edizione dei Giochi Mondiali Militari, disputati a fine ottobre a Wuhan, in Cina.
Si sono assunti il compito di relatori l'architetto Livio Toschi  (Direttore artistico del predetto Museo) per i Giochi Pershing ed il Generale Gianni Gola (Presidente onorario del Consiglio Internazionale dello Sport Militare) per i Giochi Mondiali.
Si potrebbe legittimamente chiedere per quale motivo sia stata scelta, per ospitare il Convegno, l'Aula Magna del Centro  FIJLKAM. La risposta ci impone di fare  un salto indietro di  26 anni.  A fine settembre del 1993 si svolse proprio  ad Ostia un del CISM durante il quale l'allora colonnello Gola  lanciò l'idea  di istituire i Giochi Mondiali militari, da disputare a ritmo quadriennale.  Mario Pescante, neo-Presidente del CONI, assicurò il suo pieno appoggio alla iniziativa ed infatti due anni dopo si disputò a Roma la prima edizione della grande manifestazione.
E nella stessa storica Sala sono ora schierati, a fianco del Presidente Falcone (suo il saluto di apertura); il dottor Riccardo  Meloni che rappresenta il CONI nella sua qualità di  capo delle risorse umane di "Sport e Salute";  il Colonnello Walter Borghino dello Stato Maggiore Difesa ed i due relatori Gianni Gola e Livio Toschi.
Il quale  ci dice tutto su quelle che in un primo tempo furono definite "Olimpiadi Militari" e che si disputarono dal 22 giugno al 6 luglio 1919 a Joinville  Le Pont. con la partecipazione di 1500 atleti in rappresentanza di 18 Nazioni, tutte le vincitrici del conflitto, che si confrontarono in  24 sport.
" De Coubertin - afferma Toschi - non vedeva di buon occhio i Giochi Interalleati. Quella competizione, secondo il barone, aveva un’impronta decisamente americana ed era riservata solo ai militari dell’Intesa, per di più senza distinzione tra dilettanti e professionisti, quindi in palese contrasto con i principi dell’olimpismo. Pertanto non poteva definirsi “Olimpiade militare”. E ottenne in proposito rassicurazioni da Pershing".  Riassumiamo, con il suo aiuto, l'intervento di Toschi.
● Il 25 febbraio 1919 ebbero inizio i lavori di costruzione dello Stadio Pershing (finanziato dalla Young Men’s Christian Association), previsti in novanta giorni. Il 1° maggio uno sciopero degli edili minacciava di protrarsi a lungo e fece addirittura temere l'annullamento dei Giochi. Lo completarono 4.000 soldati americani e 300 soldati francesi (i cosiddetti "poilus", ossia "pelosi", per esaltarne il valore). Lavorarono 24 ore al giorno, divisi in tre turni di otto ore ciascuno, e il 22 giugno i Giochi furono regolarmente inaugurati.
● Tra i principali impianti dei Giochi Interalleati va ricordato lo Stade du Matin. Nel 1907 un vecchio ippodromo a Colombes venne acquisito dal quotidiano parigino Le Matin, che lo trasformò in uno stadio per accogliere competizioni di atletica, rugby e calcio. Fu ribattezzato "Stade du Matin" e lì si disputarono poi le principali gare dell'Olimpiade 1924.
● Nei giorni successivi all'inaugurazione molte furono le critiche agli USA, soprattutto da parte dei Francesi. «Gli americani mostrano un’invadenza poco riguardosa, come se si trovassero nelle loro lontane praterie, e tendono ad imporsi a tutti senza alcun riguardo. Morale: i nostri alleati ci fanno capire assai bene di sentirsi in casa loro» (La Gazzetta dello Sport, 23 giugno 1919)
● Accanto agli sport più noti non mancò qualche curiosa competizione: il salto in lungo da fermo (che comunque dal 1900 era anche disciplina olimpica), la maratona “modificata”, corsa cioè sulla distanza di soli 16 chilometri, e la staffetta “mista”, nella quale il primo frazionista percorreva 200 metri, il secondo 400, il terzo 800 e il quarto 1.600. Non mancò neppure il "lancio della granata".
● Presso lo Stadio Pershing fu allestita una tendopoli che è un po’ l’embrione di un primo Villaggio Olimpico.

I soldati francesi, però, erano alloggiati presso la vicina École Militaire de Joinville-le-Pont, fondata nel 1852. (Aggiungo, a titolo personale, che fra i pochi che per un breve periodo vi pernottarono ci fu chi firma queste righe)
Nella tendopoli sorgeva un grande capannone in legno in cui si riposava, si ballava e si mangiava gratis. I nostri soldati lo chiamarono “La cuccagna”, anche se «accoglievano con smorfie significative il risotto condito di zucchero, le carni con contorno di marmellata e la totale mancanza di vino» (La Gazzetta dello Sport, 5 luglio 1919).
 Nonostante il buon piazzamento dell'Italia ai Giochi, a nessuno sfuggiva l’arretratezza dei sistemi di allenamento italiani rispetto a quelli statunitensi. Se da noi mancano eccellenti allenatori, «si facciano venire: l’America abbonda di tali specialisti e molti di essi non domanderebbero di meglio che passare qualche mese sotto il bel cielo d’Italia!» (La Gazzetta dello Sport, 12 luglio 1919).

Infine due curiosità che riguardano la lotta:
● Nelle competizioni a squadre si attribuivano 6 punti alla prima, 4 alla seconda, 2 alla terza classificata; nelle gare individuali 3 punti al primo, 2 al secondo, 1 al terzo classificato. Facevano eccezione - chissà perché - lotta e pugilato, discipline in cui erano assegnati 2 punti al primo e 1 al secondo classificato di ciascuna categoria.
● Nella lotta per ottenere la vittoria prima del limite era stranamente richiesto un doppio atterramento dell’avversario.

Aggiungiamo, per completezza di informazione,  che alle ore 15:12 del giorno 28 giugno, in occasione della firma della pace a Versailes, tutte le gare vennero sospese e la fanfara dello Stadio Persjung intonò la Marsigliese, acclamata da 50.000 spettatori.

Conclusa la sintesi dell' intervento di Livio Toschi mi riservo di dedicare la prossima puntata a quello del Generale Gianni Gola.

Continua…   (Testo a cura di Vanni Loriga)

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