La vita dopo il Covid: lo sport sarà essenziale. Parola di CIO e ONU

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Roma, 4 luglio 2020 - In questi giorni, in tutta Italia si discute, soprattutto a livello regionale, sulla possibilità di ricominciare in maniera attiva e sicura con gli sport di contatto. La richiesta di ripartire si fa sempre più pressante e urgente, per motivi sia economici che mentali. È di giovedì 2 luglio la richiesta ufficiale del comitato regionale FIJLKAM dell’Emilia Romagna al Presidente della Regione Bonacini per la riapertura degli sport di contatto. Sono già dodici le regioni in cui si è potuto, o si potrà a breve (come la Lombardia dal 10 luglio), ricominciare piano piano seguendo naturalmente delle regole molto severe, a partire dalle linee guida elaborate dalla Federazione per i nostri sport.

Insomma, il tema caldo è la ripartenza. E non solo a livello regionale o nazionale.

Giovedì 25 giugno, infatti, il presidente del CIO Thomas Bach e la vicepresidente della Commissione atleti del CIO Danka Bartekova hanno partecipato alla seconda edizione di #UN75, una serie di discussioni sulle sfide che il mondo sta affrontando, organizzata dall’ONU.  Il risultato di tali discussioni con le annesse opinioni, proposte, preoccupazioni e idee saranno presentate dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ai leader mondiali in occasione della celebrazione ufficiale del 75° anniversario delle Nazioni Unite a settembre 2020.

I rappresentanti del CIO sono stati invitati a partecipare alla conversazione “Multilateralismo ai tempi del Covid-19”, particolarmente incentrata sull’impatto della pandemia sulla cultura, sullo sport e sul turismo. Tre settori che “hanno sofferto maggiormente a causa della pandemia”, come ha spiegato Tatiana Valovaya, direttore generale dell'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, e per le quali le conseguenze economiche e sociali sono state enormi.

Insieme al Presidente Bach e alla vicepresidente Bartkova, sono stati affrontati temi relativi al ruolo dello sport nel mondo post-Covid19 e nella costruzione dell’inclusione sociale.  

“Il mondo post-coronavirus trarrà beneficio dallo sport. E siamo pronti a contribuire a modellarlo, siamo pronti a rendere il mondo un posto migliore attraverso lo sport”, ha dichiarato il Presidente del CIO in un videomessaggio, invitando i governi del mondo a includere lo sport nei loro programmi di sostegno post-coronavirus. Come ha spiegato il presidente Bach, lo sport contribuisce alla ripresa dalla crisi, creando un mondo migliore dal punto di vista socio-economico e della salute e perché “lo sport crea posti di lavoro, genera attività imprenditoriale, svolge un ruolo economico significativo in molti paesi, tutti elementi vitali in quanto i paesi cercano di riaprire le loro economie".  Ha inoltre spiegato come il valore più necessario in questo momento è la solidarietà, all’interno della società come fra le nazioni, ed è proprio lo sport a portare questo valore sul palmo della mano, a insegnarlo e trasmetterlo.

Un ulteriore campanello di allarme è stato lanciato da Danka Bartekova riguardo alla necessità di costruire società inclusive e di favorire l’uguaglianza di genere, obiettivi per i quali lo sport è un potentissimo strumento. “Le donne nello sport non dovrebbero essere lasciate indietro nella fase di recupero. Le parti vulnerabili della nostra società devono essere prese in considerazione quando parliamo di ripartenza e dobbiamo basarci sui successi che sono già stati raggiunti”, ha dichiarato la vicepresidente della Commissione atleti del CIO. A tal proposito è stato anche ricordato che il CIO negli ultimi mesi si è dato molto da fare proprio per evitare che la crisi crei una disparità sociale e di genere ancora maggiore. Particolare attenzione è stata data all'attuazione delle raccomandazioni del progetto di revisione dell'uguaglianza di genere del CIO, che, dal suo lancio nel marzo 2018, ha fornito ai comitati nazionali (NOC) e alle federazioni internazionali alcune soluzioni per raggiungere l’uguaglianza di genere dentro e fuori dal campo di gioco. Una serie di webinar è inoltre prevista durante l'estate per garantire che donne e ragazze partecipino attivamente ai piani di recupero sportivo.

Infine, la discussione del 25 giugno è stata anche un’occasione per riflettere sul ruolo che gli atleti hanno assunto durante la crisi: modelli ed esempi per motivare le loro comunità a rimanere attive. Tuttavia, anche loro hanno bisogno delle organizzazioni sportive internazionali e del loro supporto per mantenere un imprescindibile benessere mentale. Durante la pandemia, vista la mancanza di accesso alle strutture sportive e l’isolamento dai compagni di squadra e dalla più ampia comunità di atleti, la sfida più grande per loro è stata proprio quella di mantenere una buona forma a livello mentale.

Ed ecco che il discorso ci riporta in Italia, dove la pressione per ritornare all’attività si fa sempre più forte e dove alcune regioni sono ancora bloccate. In attesa, dunque, che tutti i nostri atleti, nostri esempi e modelli, possano tornare ad allenarsi e a combattere, confidiamo che le parole del Presidente del CIO vengano ascoltate dai leader mondiali durante la celebrazione di settembre e, perché no, anche prima.