Budapest, 18 giugno 2025 – Due ori mondiali, un’unica regia tecnica. L’Italia del judo vive una giornata storica grazie ai trionfi di Assunta Scutto (-48 kg) e Alice Bellandi (-78 kg) ai Campionati Mondiali di Judo in corso a Budapest. Ma dietro la perfezione sul tatami e la freddezza delle statistiche, oggi c’è un nome che merita il plauso dell’intera comunità sportiva: Antonio Ciano, tecnico campano delle Fiamme Gialle, architetto silenzioso di un doppio capolavoro.
Le lacrime di un maestro: il judo che emoziona
A volte basta un’inquadratura per raccontare tutto. Antonio Ciano con gli occhi lucidi mentre risuona l’inno di Mameli sul podio di Assunta Scutto. Lacrime vere, di chi ha vissuto ogni giorno accanto all’atleta, condividendo sacrifici, delusioni, sogni. Un fotogramma diventato virale, capace di raccontare cosa significa davvero essere un maestro: non solo un tecnico, ma una guida, un educatore, un punto fermo nella vita dei propri allievi.
Una giornata che entra nella storia
Lo squillo arriva il primo giorno di gara con la prova di Assunta Scutto, napoletana classe 2002, che ha dominato la categoria -48 kg con tecnica, velocità e sangue freddo. Oro meritatissimo.
Nel pomeriggio del sesto giorno di gara è stata la volta di Alice Bellandi, oro olimpico a Parigi 2024, che ha confermato il suo dominio nei -78 kg con una prestazione maiuscola. Due percorsi diversi, due storie uniche, ma una sola mano tecnica a guidarle: quella di Ciano.
Chi è Antonio Ciano
Campano, ex atleta azzurro di grande valore, oggi allenatore di riferimento nelle Fiamme Gialle, Antonio Ciano rappresenta l’essenza di un judo fatto di rigore, umiltà e competenza. Uomo riservato, concreto, ma capace di toccare il cuore dei suoi atleti. È il volto di un judo che non cerca i riflettori, ma li merita tutti.
Il Sud che forma campioni
Il successo di oggi è anche la testimonianza del valore della Campania nel panorama nazionale del judo. Ciano è la dimostrazione vivente che una terra fatta di sacrifici, dignità e passione continua a produrre eccellenze, non solo sul tatami ma anche nei ruoli tecnici e formativi.
Due donne, un segno dei tempi
Due mondi diversi. Due categorie distanti. La più piccola e la più grande: 48 kg e 78 kg.
Assunta, con il suo sguardo fiero e il sorriso tagliente come l’acciaio, combatte ogni giorno contro chi le dice: “sei troppo giovane”.
Alice, con la sua potenza elegante, dimostra che la forza può avere la grazia profonda della disciplina e dell’amore per quello che si fa.
E tra loro, un uomo silenzioso: Antonio Ciano. Napoletano, sì. E quindi capace di trasformare il talento in arte, l’allenamento in emozione. Perché i napoletani – diciamolo con orgoglio – te fanno ’o gioco, con l’intelligenza, la passione, la leggerezza che scuote.
Oltre l’oro: il valore umano del judo
Non è un caso che a vincere siano state due donne. È un segno dei tempi: il judo femminile italiano è vivo, forte, in crescita. E dimostra che la forza non è solo muscolare: è spirituale. È quella delle donne che lottano ogni giorno su ogni tatami della vita.
Oggi celebriamo due ori mondiali. Ma il vero oro è quell’abbraccio sul podio.
Un tecnico, due atlete, una squadra.
Grazie Assunta. Grazie Alice. Grazie Antonio.
Avete fatto battere il cuore dell’Italia del judo.
Antonio Romano
web Master Gallia Fernando