images/campania/medium/Venice_Cup_2018_uno_spunto_di_riflessione.jpg
Karate

Venice Cup 2018: uno spunto di riflessione

Oltre ogni previsione, ogni buon proposito”: sono queste le parole che ci sentiamo di dire, osservando i numeri della Karate1 Youth League e della 27° edizione della Venice Cup.

In termini organizzativi e di partecipazione, la Venice Cup, a tutti gli effetti la gara di Caorle (Ve), organizzata con l’egida della WKF dal comitato capitanato dal dr. Vladi Vardiero e dalla FIJLKAM, è destinata a rappresentare uno spartiacque nella storia della comunità del karate italiano.

Se è vero che il karate sarà sport olimpico da Tokyo 2020, se è vero che bisogna dimostrare agli stakeholder e alle platee dei vari pubblici, che il nostro mondo è maturo per assurgere al ruolo che reclamiamo da oltre 30 anni, è pur vero che arrivarci UNITI avrà ben altro sapore.

Nelle nostre palestre, nelle comunità, fra i tecnici e fra i dirigenti delle periferie in particolare, è cresciuta una nuova generazione di praticanti, che ha nuove esigenze e nuove richieste, che possono essere intercettate solo da esperti del settore.

Da quando il karate è stato ammesso nel novero delle Discipline Olimpiche, in qualità di sport dimostrativo, la Federazione ha continuato ad essere aperta alle esigenze di tutte le fasce di affiliati: i regolamenti sono stati adeguati alle richieste delle organizzazioni internazionali, che reclamavano la tutela dei veri valori del karate e dei propri partecipanti, inseriti, però, nelle liste del Karate WKF.

Adesso che tutti stanno partecipando alle ranking list e che siamo già proiettati verso il Budokan di Tokyo, bisognerebbe pensare già a Parigi 2024, con i normali strumenti a disposizione delle persone attente e dei tifosi, come il sottoscritto, che vi invita a consultare le classifiche pubblicate su https://www.sportdata.org/wkf/set-online/veranstaltung_info_main.php?active_menu=calendar&vernr=291#a_eventhead, per evitare errori che i soliti amici interpreterebbero come partigianeria.

Tante vittorie, tanto onore e tanto lavoro per i volontari che si candidano a gestire un flusso informativo che non ha eguali e che non beneficia di adeguate risorse.

Prima i risultati”, dicevamo anni orsono; adesso, la sfida di veicolare le vittorie ha già trovato alcune iniziative, come quella dell’adesione massiva ai social e al karate web, curato da Francesco Infranca.

Se restiamo sul pezzo, dobbiamo leggere e lavorare per formare nuove figure al passo con i tempi, anche nel campo della comunicazione e della divulgazione del settore.

Alla luce delle sfide che ci attendono, un normale elenco dei podi non ha più senso: i campioni della Campania e delle società della nostra terra vanno tutelati a 360°, cominciando dai luoghi in cui il campione pratica, poi nei Centri Tecnici Provinciali, in quelli Regionali e via via fino alle Nazionali, che contengono il tricolore.

Siamo sicuri che il futuro ci garantirà un karate preventivo e terapeutico, con un allungamento della vita media degli atleti e gruppi dirigenti più motivati e collegati ai territori.

Quello che ci aspettiamo è un protocollo valido per tutti e, nei ruoli che devono confrontarsi con atleti abituati a modelli di gara internazionali e a velocità logistiche di altra fattura, una risposta alle richieste dei vari sponsor, che aspettano di supportare le nostre iniziative.

In occasione della Venice Cup 2018, lungimiranza e accoglienza devono rappresentare il modello di sviluppo al quale fare riferimento.

In Campania, ne riparliamo dopo le Universiadi 2019, dove il Karate non ci sarà per motivi storici.

Ci potrebbero essere sorprese, ma con le amministrazioni locali in conflitto fra di loro sarà difficile.