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Judo

Fabio Barni: ricominciare a fare judo? E' come andare in bici, non si scorda mai!

Sguardo aperto e diretto, grande didattica e precisione nell’esporre le proprie lezioni. Fabio Barni, apprezzato tecnico pratese, ci fornisce qualche dettaglio sull’atmosfera vissuta al 36° Skorpion Stage di Piancavallo, ripescando i ricordi di quand’era lui stesso un atleta che prendeva parte a quest’evento.

Maestro, che cosa significa questo stage?

Che finalmente sii re inizia e lo si fa con un bel passo, perché siamo tanti! C’è un bell’entusiasmo e una gran voglia di ripartire dai giovani con questo entusiasmo è sempre positivo, quindi bene!

Come hai trovato il livello tecnico?

Un buon livello: si vede che gli esordienti sono stati fermi un po’ di tempo e hanno perso quell’attimo che passa dai non agonisti agli agonisti, però stanno comunque recuperando bene, perché comunque è come andare in bici, no?! Non ci si scorda mai! Quando si riparte, poi, si accelera la ripresa insieme! I cadetti molto bene.

Con la presenza della Nazionale Cadetti l’asticella era già alta del resto….

Sì, l’asticella era alta e comunque anche i meno alti come livello sono riusciti comunque ad adeguarsi e a fare il lavoro tecnico in maniera corretta: è stato un bel percorso.

Se dovessi riassumere in una parola l’esperienza di questi tre giorni, quale sarebbe?

Eh, non è facile… direi motivazione, perché la motivazione è quella cosa che spinge tutti noi a migliorarci sempre, sia come istruttori che come atleti e penso che la motivazione comune sia dei docenti che degli istruttori ospiti che degli atleti sia stata quella di migliorarsi.

Che cosa ti porti a casa di questo stage e che cosa vorresti portare in un’edizione futura?

A casa mi porto un’emozione importante perché è uno stage che facevo da piccolo e venire qui come istruttore oggi mi emoziona tanto ed è un onore poter trasmettere le mie esperienze: è importante e bello per me. In futuro… è difficile, perché qui c’è una bella armonia: di solito si cerca sempre di portare più serenità, più amicizia, ma qui ho visto che di questo non manca niente. Vorrei portare solo la continuità: che si continui sempre con questo passo, con questo spirito e con quest’organizzazione, perché i ragazzi dello Skorpion sono stati bravissimi!

Tra il tuo passato di atleta e l’attuale ruolo di tecnico qual è il ruolo in cui ti senti più a tuo agio e ti riconosci di più?

Ero un atleta con un’estrazione molto classica, non un agonista nato… sì, facevo le gare, facevo bei risultati, però, fondamentalmente, la gara la soffrivo un po’. Come insegnante riesco a essere più libero, riesco a essere più sereno, con meno pressione… che poi, con l’andar del tempo, capisci anche che erano pressioni spesso infondate, però diciamo che poter trasmettere serenamente quello che uno sa fare, quello che uno ha vissuto, è una gratificazione che ripaga dei sacrifici fatti anche in passato.

C’è un consiglio che ti sentiresti di dare ai ragazzi che intraprendono un percorso agonistico nel judo?

Di non avere fretta, di lavorare sul judo, sulla bellezza e l’efficacia dei movimenti. Non è necessario vincere un campionato italiano cadetti per essere considerati o essere dei buoni judoka. Si può esplodere anche dopo, si può venir fuori da Junior, da Senior, si può comunque essere dei bei judoka senza il risultato. Quindi non farsi affogare da questo, ma praticare e vivere il judo per l’amore della disciplina e perché ci insegna qualcosa e perché, comunque, è uno sport bellissimo di aggregazione e condivisione.

Hai ancora un sogno da parte che desideri realizzare?

Mah, i sogni vengono con l’andare del tempo… non ho un sogno preciso, ho solo un impegno, verso me stesso di fare il massimo che riesco ogni giorno che mi alzo e metto piede sulla materassina per i miei ragazzi e per i ragazzi che hanno l’opportunità di fare judo con me.

E un sogno che hai già concretizzato invece?

Vincere il campionato italiano assoluto! Io ho fatto otto medaglie, non l’ho mai vinto, alcune volte per giudizio arbitrale, alcune volte per non bravura mia, alcune volte per troppa bravura degli altri… invece, qualche anno fa, nel 2019, una mia atleta ha vinto gli assoluti ed è stata per me la chiusura di un cerchio!