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Judo

Amicizie da tatami: il legame tra Elio Verde e Felipe Kitadai.

Il tatami è affollato e gli atleti in continuo movimento, per cui, all’inizio, è difficile individuare un -60 kg che ha da poco terminato la propria carriera agonistica per iniziare quella da coach di alto livello. Ma, all’improvviso, una breccia si apre ed ecco che emerge lui, Felipe Kitadai, dal 2021 Coach per la Nazionale Austriaca Junior. Nazionalità brasiliana, trentadue anni a breve, 1,64 di altezza, due occhi placidi e, al tempo stesso vivaci, raggiungiamo Kitadai a fine training mattutino allo Stage FIJLKAM di Lignano, mentre sta ultimando lo stretching, dopo un allenamento in cui non si è risparmiato, pur essendo presente nel ruolo di coach e non più d’atleta.

Qual è la tua impressione dello stage?

È fantastico e sono molto felice di essere qui a Lignano col mio team! La squadra italiana è ottima e il loro livello judoistico molto alto, cosa che rende davvero utile per i miei atleti essere qui a confrontarsi con loro. Ma anche il livello degli altri team è altissimo e ce ne sono molti presenti… ma anche se ci fossero soltanto gli italiani, per noi andrebbe comunque bene!

Fino a non troppo tempo fa eri tu l’atleta, ora sei il tecnico: com’è cambiata la tua prospettiva?

Sì, è vero… la prospettiva è cambiata molto, ma è normale, perché il judo è fatto così, richiede capacità di adattamento continua, perché è in continua evoluzione: abbiamo bisogno di aggiornarci ogni giorno, perché il judo cambia molto velocemente e necessita di una ricerca di miglioramento continua, di trovare nuovi partner per potersi confrontare, come stiamo facendo qui.

Ti sentivi più a tuo agio nella veste di atleta o ora che sei coach?

Sono due cose diverse: amo combattere e faccio fatica a controllarmi! Continuo ad allenarmi e a volte vorrei poter invitare qualcuno a fare randori, ma devo prima pensare a seguire i miei atleti ora. E mi piace essere dalla parte dei coach, è un piacere per me aiutare i giovani atleti, mi sentirei molto orgoglioso se riuscissi ad aiutarli a realizzare i loro sogni agonistici.

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Elio Verde, parlando della finale per il bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, ci ha detto che ogni tanto ci scherzate su, perché siete buoni amici e che ti rispetta molto. È un sentimento reciproco?

Elio è un po’ più vecchio di me. Quando ho iniziato a competere nell’IJF World Tour Elio era già uno degli atleti più forti nei -60 kg, per cui era un modello per me: era un atleta fantastico, di cui avevo soltanto letto e visto alcuni incontri, cercando di carpire i segreti di alcuni gesti atletici che faceva e di provarli a mia volta. Elio competeva con i judoka giapponesi allo stesso livello, quindi, già solo per quello, lo ammiravo moltissimo, già prima di conoscerlo! Dalla stima reciproca è nata anche l’amicizia: una volta si era fatto male, prima delle Olimpiadi e gli avevo scritto augurandogli di riprendersi presto e dicendogli che tifavo per lui; credo che il judo abbia bisogno, prima di tutto, che i suoi praticanti siano delle brave persone.

Mancano 800 giorni a Parigi 2024: se dovessi scommettere oggi sul prossimo campione olimpico, su chi punteresti?

Credo sia davvero troppo presto per dirlo: ogni giorno c’è il rischio che qualcosa di determinante cambi tutte le carte in tavola. Credo che, parlando in termini generali, tutto dipenda dall’atleta e dalla sua volontà: quanto veramente vuole vincere e come questo emerge dal modo in cui, giorno dopo giorno, sale sul tatami e si comporta in allenamento.

Hai un consiglio che ti senti di dare ai giovani atleti che stanno facendo questo importante percorso?

Certo, il mio consiglio potrà sembrare banale e scontato, ma è tutto lì: dare sempre il meglio. L’allenamento è più o meno lo stesso per tutti, ma è il modo in cui lo si affronta che fa davvero la differenza. Ci sono centinaia di atleti che sono pronti a combattere, ma sul gradino più alto del podio c’è un posto soltanto. Se ti impegni quanto fanno gli altri, avrai lo stesso risultato, per cui bisogna essere differenti, cercare di essere sempre più veloci, più forti e dare sempre qualcosa in più, superando i nostri limiti e dando il meglio ogni singolo momento di ogni giorno.