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Judo

“Metti un dito dentro l’acqua e sarai connesso al Mondo!”

È questa la frase che Nadina Biljanović, giovane coach del Judo Black Belt di Zagabria, si sentiva ripetere più spesso da una delle sue insegnanti quand’era una bambina: una frase che ben rappresenta ciò che la 3a edizione del Judo Camp Selce (Croazia) organizzato dal Judo Klub Rijeka è stata per tutti noi che vi abbiamo preso parte.

Partiamo dalla fine: ultimo giorno di uno degli innumerevoli stage estivi che, in epoca (quasi) post Covid, riuniscono folle oceaniche di judoka sui tatami di mezzo mondo. Dopo sette allenamenti, tenuti a turno dai vari coach presenti, in una formula che esalta condivisione e interazioni, chiedo agli altri allenatori che cosa rende questo stage così piacevole. È proprio Nadina una delle prime a rispondere.

Qui i ragazzi imparano tanto e crescono insieme: è l’età giusta per innamorarsi del judo! Come coach, noi desideriamo avere degli atleti di successo, che portino a casa il risultato, ma per arrivare a questo traguardo dobbiamo far sì che loro si divertano, si appassionino e si pungolino a vicenda.

Qui si respira lo spirito del judo – aggiunge il coach Mario Isakov (Judo Klub Samurai Bakar).

È un’occasione di scambio e conoscenza – gli fa eco Loki –Igor Ivanušec (Judo Black Belt), mentre Aleksandro Obrovac (uno degli head coach del Judo Klub Rijeka) sottolinea le forti vibrazioni di un camp in cui è impossibile non sentirsi a casa.

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Toma Ielušić, responsabile organizzativo, ci fornisce una visione più completa della sua nascita e sviluppo.

All’inizio si teneva vicino a Rijeka. Venivamo qui in occasione del Camp sloveno, giunto quest’anno alla dodicesima edizione con i nostri atleti Junior e Senior: quest’anno il camp sloveno conta la presenza di 20 Nazioni da tutto il Mondo e circa 400 partecipanti, ma, in passato ne contava 900! Quindi per noi è una tappa obbligata da sempre. Coltivavamo da anni il sogno di tenere anche noi qui il nostro camp. Poi, col Covid, si è presentata l’occasione, perché molti altri club sportivi hanno annullato le loro prenotazioni e così abbiamo potuto finalmente ottenere una settimana di spazio. I gestori erano così felici e grati per averli scelti in un momento in cui i loro affari erano fermi, da permetterci di ripetere l’esperienza anche negli anni a seguire. E quest’anno abbiamo avuto anche l’opportunità di intrecciare il nostro ultimo allenamento con il primo del camp sloveno: una grande occasione di crescita, se si pensa che, tanto per fare un nome, anni fa Ilias Iliadis frequentava questi stessi tatami.

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Siete affiatati tra coach: anche se provenite da club diversi sembrate formare un unico team. Qual è il segreto?

In parte credo siano i valori stessi del judo con cui tutti siamo cresciuti a portarci a questo. In parte si deve al fatto che il nostro è un camp giovane e nelle prime edizioni abbiamo invitato amici e club con cui avevamo le migliori relazioni. Poi i nostri amici hanno portato dei loro amici e speriamo si continui così, con la partecipazione in future edizioni anche di altri club italiani, ma anche sloveni e di altre nazioni limitrofe! Poi, di certo, il bel tempo, il mare splendido e il clima vacanziero che si respira qui aiutano non poco!

E il concetto di amicizia risalta fuori anche in uno degli ultimi allenamenti, tenuto da Marija Zgalin (da nubile Cosic) e Kristina Hodulak (da nubile Marijanovic) – Judo Klub Lotus, due volti conosciuti del panorama judoistico: avversarie sul tatami negli anni giovanili, al punto che, quando l’allenatore di Marija le diceva che Kristina, all’epoca uno dei suoi miti, sarebbe un giorno diventata per lei una grande amica, lei lo guardava incredula per averlo soltanto pensato.

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Com’è successo Mariaj?

Ero entrata in Nazionale, ma ne ero anche presto uscita, perché aspettavo un bambino. Sono tornata all’agonismo quando ho potuto e in occasione di una gara a Londra, c’era lo streaming e la mia famiglia poté quindi guardarla da casa. Non so chi fosse la commentatrice, ma mi ha riconosciuta, malgrado dopo sposata avessi cambiato il mio cognome, dicendo che era felice che io fossi tornata a fare gare. Mi piacerebbe sapere chi fosse, perché, quando mi hanno riferito quanto aveva detto e di come aveva posto l’accento sul fatto che essere donne e avere un figlio non inficiava la capacità di continuare a eccellere in uno sport, e che io ne ero la prova, mi ha reso davvero felice e mi ha fatto sentire sostenuta!

A ogni modo, terminata la mia carriera agonistica, ho fatto un periodo di pratica come coach in un club: tutto andava bene, ma, per caso ho incontrato Kristina e ci siamo messe a parlare. Lei aveva aperto un suo club e sperava io accettassi di lavorare insieme. Sono certa sia stato il Destino, perché nel club dove stavo lavorando mi avevano appena detto che non avevano più posto per me in quel momento: non avrei potuto essere più felice! Non lo avrei mai creduto, ma abbiamo sviluppato un’intesa e un’amicizia profonda da allora. Abbiamo entrambe una figlia femmina, di circa la stessa età, cosa che ci ha avvicinato ancora di più.

È vero che hai battuto Barbara Matic (due volte campionessa mondiale Junior e quinta a Tokyo 2020)?

Chi te l’ha detto?! – ride – Sì, l’ho battuta, conquistando un bronzo ai campionati europei U23 nel 2011, mentre Kristina l’aveva battuta in un campionato nazionale, ma è anche vero che Barbara era più giovane di noi e Kristina una forza della natura!

Ora tu e Kristina siete migliori amiche, insegnate judo insieme nello stesso club. Avete dei rimpianti? Sogni da realizzare?

Non ho rimpianti – risponde ancora Marija – ma vorrei che le donne fossero maggiormente supportate nello sport, in considerazione delle loro differenze biologiche oggettive, per esempio quando aspettano un bambino. Credo le cose stiano un po’ cambiando e mi auguro che avvenga in meglio.

Al rapporto su che cosa renda speciale il camp di Selce manca la risposta di Marko Bodis (Judo - Jujitsu Lošinj). Ripenso al nostro ultimo incontro, a pochi minuti dalla partenza di entrambi: ci vediamo il prossimo anno! –mi ha detto con il suo sguardo diretto e sincero. Personalmente non vedo l’ora!

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