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Judo

A Tashkent l’emozione frena Agro Sylvain e Tatsuru emula le gesta del padre Hitoshi Saito

È toccato a Lorenzo Agro Sylvain l’ultimo atto del mondiale azzurro a Tashkent e, per il ventitreenne di Parma, l’ostacolo posto nei +100 kg dall’olandese Roy Meyer è risultato insuperabile. È stato un ottimo incontro quello impostato da Agro Sylvain, che è riuscito a contenere gli attacchi del potente trentunenne, già bronzo mondiale 2019 e 2021, ma la parità difesa nel tempo regolare è venuta meno nel golden score, quando la fatica ha fiaccato la difesa dell’azzurro. 

20221012 LASylvain 3“Purtroppo, Lorenzo si è fatto prendere dall'emozione e non è riuscito ad esprimersi al meglio. -è stato il commento di Raffaele Parlati, capo allenatore maschile- Bisogna continuare a lavorare e dare fiducia al ragazzo, sono convinto che può fare bene ma bisogna colmare qualche lacuna. Il bilancio di questo mondiale è sicuramente positivo pur essendo convinto che potevamo conquistare molte più medaglie, perché il potenziale di questa squadra è altissimo, ma affinché tutto questo potenziale possa esprimersi a pieno credo che ci debba essere una presa di coscienza della squadra eliminando sterili individualismi, amplificando il concetto di squadra… come dice un mio amico bisogna pensare meno all’io e più al noi”.

“La gara non è andata bene… -ha detto Lorenzo Agro Sylvain- essendo al mio primo mondiale senior pensavo di riuscire a fare di più, ma il nervosismo mi ha giocato brutti scherzi. Ora torno a casa consapevole su cosa devo lavorare in vista anche del Grand slam di Abu Dhabi. Ci tenevo a ringraziare Raffaele Parlati, che oggi mi ha seguito in gara, Matteo Marconcini che è venuto per conto del centro sportivo Carabinieri a supportarmi e seguirmi durante la gara, il centro sportivo Carabinieri che mi ha sostenuto e fatto il tifo e, per concludere, il Kyu Shin Do kai Parma, che non mi fa mai mancare il suo supporto.

“Agro è un buon atleta -è stato il commento di Matteo Marconcini- oggi purtroppo ha sentito la pressione di un campionato del mondo ed era come bloccato, irriconoscibile... è un peccato perché aveva delle buone possibilità di andare avanti, ma sono sicuro che con il lavoro giusto, anche con l’aiuto del Cs Carabinieri che lo supporta sempre, riusciremo a trovare la giusta soluzione per portarlo dove merita di stare in una categoria che in Italia ha bisogno di un campione”.

Ed è ancora Matteo Marconcini, ma nel ruolo di componente la commissione atleti IJF, ad essere intervistato: “Sono un membro della commissione -ha detto Matteo Marconcini- in un gruppo di grandi atleti. Mi piace questo incarico perché costituisce un 20221012 MMarconcini 1collegamento diretto fra atleti ed IJF. Lavoriamo per il bene degli atleti, con l’obiettivo di risolvere i problemi che si creano nell’alto livello. Sia nell'immediato che sul lungo termine si tratta di un impegno di grande responsabilità, ma far parte di questo sistema è certamente un privilegio. Personalmente cerco di entrare in contatto con gli atleti ed è per questo che ora sono a Tashkent, in modo che percepiscano nel concreto l’opportunità di avere una voce anche all'interno dei piani più alti. Mi esprimo spesso anche sui social ed in questo modo entro in contatto con atleti di tutto il mondo. Il progetto più recente è quello che ha introdotto il timbro per il controllo-judoji, con lo scopo di rendere le procedure di controllo più veloci. È importante, infatti, che le regole sul controllo judogi vengano applicate rigorosamente nello spirito del fair play, ma è altrettanto importante farlo in un modo leggero, che non disturbi gli atleti dalla competizione e nella preparazione mentale dell’incontro”.

“La Commissione degli atleti non è solo uno strumento per supportare i sistemi e le decisioni nei momenti critici -ha concluso Matteo Marconcini- ma anche per discutere, valutare e fornire feedback ad altri comparti. Per esempio, si è parlato degli aggiornamenti delle regole che, in realtà sono stati accolti dagli atleti senza particolari obiezioni. Un punto da migliorare, per quanto riguarda la mia commissione, è nella spiegazione della logica che supporta i cambiamenti, agli allenatori prima di tutti, dato che condividono tutto con gli atleti. Non bisogna dimenticare però che gli atleti sono consapevoli dell'impatto che le modifiche alle regole portano all’ambiente. Stanno lavorando con lo spirito giusto, sempre pronti a cambiare il loro punto di vista e ad adattare il loro judo”.

Final 100CUB JPN6 1665582118 1665582118Merita un nota particolare Tatsuru Saito, sia per la brillante gara nei +100 kg, che l'ha visto eccellente finalista con il cubano Andy Granda, ma soprattutto per essere il figlio ventenne del grande Hitoshi Saito, campione olimpico a Los Angeles 1984 e Seul 1988, nono dan del Kodokan, insignito dall'Imperatore del Giappone con un'altissima benemerenza e scomparso nel 2015, all'età di 54 anni. In tribuna la signora Saito ha tifato per il figlio Tatsuru con il ritratto di Hitoshi bene in vista.  

Domani, ottava ed ultima giornata dei campionati del mondo a Tashkent, con il Mixed Teams al quale l’Italia non partecipa.

Risultati della settima giornata

+78: 1. Romane Dicko (Fra), 2. Beatriz Souza (Bra), 3. Wakaba Tomita (Jpn) e Julia Tolofua (Fra)

+100: 1. Andy Granda (Cub), 2. Tatsuru Saito (Jpn), 3. Kim Minjong (Kor) e Guram Tushishvili (Geo)