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Judo

Notte dei judoka: spaventoso successo del camp di Halloween!

Giochi, amicizia, vita comune, notte trascorsa sul tatami e tanto judo di ottima qualità. Questi gli ingredienti che hanno visto la partecipazione a Sacile di un centinaio di judoka italiani, sloveni e croati tra il 31 ottobre e il 1° novembre. Un camp che si tiene da molti anni, ma che si è presentato stavolta in una formula completamente rinnovata, a partire dal cambio di location (utilizzando la fantastica sede del Pala Micheletto), ma anche dalla rete di rapporti amichevoli e proficui che si intesse sempre più fitta tra tre realtà che hanno dimostrato di avere piacere, voglia e capacità di lavorare insieme in maniera ottimale.

A rendere speciale questa due giorni di judo è stato proprio il clima di collaborazione massimo che si è creato: tutti i partecipanti si sono prodigati per dare una mano, con l’obiettivo principale di fare stare bene i ragazzi e di stringere legami nuovi e vecchi sempre più stretti, guardando tutti a un futuro che, si spera, ci porti nella stessa direzione, come si evince dalle dichiarazioni di fine camp di una parte dei coach che hanno tenuto il camp.

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È stato veramente un bello stage, al quale siamo contenti di essere stati invitati a partecipare – hanno sottolineato Toma Jelusic e Mario Isakov del Judo Club Rijeka -. Questo tipo di attività è fantastico perché consente ai ragazzi di vivere delle esperienze che vadano al di là delle semplici competizioni: è un modo per socializzare, fare nuove amicizie, senza lo stress del combattimento e del risultato da ottenere. Inoltre, la combinazione di lingue diverse e coach provenienti da tre Paesi diversi è ottima sia per gli stessi coach, che per i ragazzi.

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Abbiamo terminato il primo training camp insieme – ha commentato il M° croato Slavisa Bradic -. Sono molto felice perché ritengo sia un’ottima opportunità per cooperare in vista del futuro e investire sulle generazioni più giovani, perché sono il futuro della società. Ciò che mi auguro è che possiamo sviluppare diversi percorsi in futuro: da quel che ho visto in questi due giorni ogni partecipante si è divertito, in particolare i ragazzi, ma ho notato anche genitori contenti e coach soddisfatti, per cui congratulazioni agli organizzatori! Proveremo a fare sempre meglio e sono certo che ciascuno farà in modo di dare sempre il meglio e continuare a migliorarsi, perché è il modo migliore per crescere insieme.

Mi spiace di non aver mai partecipato prima – ha scherzato il M° sloveno Mojmir Kovacperché è un evento piacevole. Mi spiace che si sia fatto poco judo, se ne poteva fare ancora di più, ma non è importante, perché lo scopo primario è fare nuove amicizie e far sì che i bambini vivano esperienze delle quali si porteranno il ricordo negli anni a venire: tra vent’anni non si ricorderanno che hanno imparato qualche tecnica, ma si ricorderanno che non hanno dormito tutta la notte! Sono contento che continuiamo a fare progressi col progetto dell’Adriatic Friendship, per il quale ogni volta mettiamo un mattoncino in più.
Penso che noi “foresti” abbiamo tanto da imparare da voi friulani, ma forse abbiamo anche qualcosa da insegnarvi, per cui mi auguro che questo rapporto prosegua e che facciamo delle cose ancora più grandi e tutti impariamo delle cose nuove e che diventiamo sempre più amici, anche se ci conosciamo da quarant’anni! La formula dell’Halloween Camp è già molto buona, ciò che immagino per il futuro è di riuscire ad allargarlo anche ai genitori, per far sì che la loro partecipazione sia più importante e che non vengano soltanto a portare e a prendere i ragazzi, ma anche loro facciano qualcosa e partecipino a qualche attività.

Stai pensando al tema IJF di quest’anno, inclusione?

Più che inclusione, penso a una vera e propria full immersion nel judo! Ogni cosa che stiamo facendo è già molto buona, ma non bisogna fermarsi: dobbiamo sempre pensare a come farla meglio e come alzare l’asticella, non in termini di quantità, ma di qualità.

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Posso parlare di una delle migliori edizioni dei camp giovanili che organizziamo in Friuli Venezia Giulia – ha detto il CT regionale Gianni Maman, che di stage, negli ultimi venti e passa anni, ne ha vissuti parecchi! –. Sicuramente l’apporto tecnico e l’amicizia instaurata con Slovenia e Croazia è una cosa unica che ha reso il camp speciale. Dal mio punto di vista è sicuramente un modo per crescere e condividere know how, quindi in ogni forma credo sia la direzione giusta per il nostro comitato. Vi invito a essere ancora più numerosi per la prossima edizione!