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Judo

Sonkei: tutti pronti per il rush finale!

Il Progetto Sonkei è giunto alle fasi finali. Il meeting in corso a Sakarya (Turchia) è l’ultimo incontro internazionale tra gli otto partner del progetto Erasmus+.

La giornata di oggi è stata dedicata all'analisi dell’evoluzione del progetto, partendo dal kick off  dato online fino a oggi. Il risultato maggiore raggiunto nel complesso, al termine dei due anni di lavoro è sicuramente l’educational kit, che racchiude di una parte teorica, comprensiva di aspetti legislativi dei vari Paesi coinvolti e di una parte pratica, di giochi ed esercizi atti a favorire la prevenzione della violenza, declinata in varie forme, pensati  per ogni età e volti a prevenire la violenza nello sport. I giochi proposti nascono dalle proposte dei vari partner e sono stati testati attraverso i pilot trainings svolti negli ultimi mesi. A breve renderemo disponibile il manuale che raccoglie l’intero lavoro svolto da Sonkei project

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In questi due anni abbiamo dato una definizione alle varie tipologie di violenza nello sport, provando a misurarne l’impatto sociale; abbiamo imparato a capire, prevenire e agire. Abbiamo compreso quale ruolo fondamentale possa assumere nel panorama sportivo - educativo la figura del trustee (fiduciario) nelle singole organizzazioni sportive, nel ruolo multi sfaccettato di confidente e filtro nelle situazioni violente.

E' il facilitatore Jaka Kovac a darcene un'idea ben precisa: al di là delle differenze tra un paese e l’atro e delle esperienze vissute da ciascuno, ciò che conta è l’ambiente che riusciamo a creare. L’atleta, di qualunque età, deve sentirsi veramente compreso e ascoltato con apertura mentale da parte degli adulti che di lui si occupano. In un ambiente open mind  dove la condivisione è reale e l’individuo resta al centro, la violenza non trova spazio.

La seconda giornata di lavoro qui in Turchia inizia con una conferenza presso la Facoltà dello Sport dell'Università locale, con tre relatori d'eccezione, che si alternano negli interventi sul tema della violenza e della sua prevenzione nello sport. Si tratta del Professore Universitario portoghese Bruno Avelar Rosa, esperto, tra le altre cose, nella salvaguardia dei bambini nello sport, della campionessa francese Magali Baton, attuale Segretario Generale della Federazione francese di Judo e della pentatleta della  nazionale turca, Aydan Demiroz.

I loro interventi ci rimandano a ciò che il sistema sportivo dovrebbe fare per creare un ambiente sicuro fin dall'infanzia per gli atleti. L'aspettativa principale nel corso di una carriera sportiva, al di là, naturalmente, dei risultati, è quella di ottenere supporto e rispetto in quanto persone.

Il resto della mattinata viene dedicato ai giochi: vengono fatti provare alcuni di quelli descritti nell'Educational Kit, spiegati da Gianni Maman, Milena Lovato, Jaka Kovac e Iris Spanjol.

La risposta da parte dei ragazzi turchi che si sono prestati alla prova è decisamente buona, anche se la parte di debriefing - analisi richiederebbe tanto più tempo per sviscerare fino in fondo tutto ciò che ciascuno di loro avrebbe piacere di condividere.

La violenza non è un gioco, ma ciò che ci auguriamo è che una componente giocosa potrà fare una piccola differenza nelle vite di alcune persone. 

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