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Judo

Pamela Pezzutto testimonial del progetto Erasmus+ Sonkei

Dopo due anni, il progetto Erasmus+ Sonkei, respect in sport, respect in life è giunto a conclusione: come previsto, è stato realizzato un manuale di riferimento per quanti siano interessati a mettere in pratica le tematiche volte al contrasto della violenza nello sport e gli esercizi dedicati a prevenirla.

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Il manuale sarà disponibile in formato digitale (al seguente link: sonkei project), così come il practical educational tool, che ne costituisce una parte integrante e che include i giochi scelti per provare a sgretolare un muro fatto di preconcetti, paure, insicurezze e iniziare intanto a far parlare i ragazzi, aiutandoli ad aprirsi e riuscendo a lavorare sulla costruzione di un team che non abbia finalità meramente sportivo – agonistiche, ma vada oltre, agendo anche nella sfera privata dell’individuo, che nel gruppo dovrebbe poter trovare accettazione, comprensione e rifugio.

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Uno dei punti cardine del progetto era l’individuazione di un testimonial per Paese partner, che potesse, a un tempo, rappresentare uno o più aspetti della violenza legata al mondo dello sport e anche il modo di affrontare la violenza di cui è stato vittima.

Per FIJLKAM FVG la scelta del testimonial è ricaduta sull’atleta campionessa paraolimpica Pamela Pezzutto, friulana doc, che, a causa di un terribile incidente stradale, si è trovata su una sedia a rotelle. Un evento che, di certo, le ha cambiato la vita, ma non l’ha fermata: nel corso della riabilitazione, Pamela si è appassionata al tennis tavolo, scoprendo di avere le carte in regola per diventare un’agonista di livello e ha portato a casa due splendidi argenti ai Giochi Paraolimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012.
Il risultato più importante però, lo dice lei stessa, è stato il mettere al mondo suo figlio Arthur!

Tutto questo in barba a chi, guardandola, vedeva soltanto la carrozzina e non più la persona, attuando di fatto una discriminazione con la quale l’atleta sacilese si è trovata a fare i conti.

Le persone non parlavano direttamente con me, ma con le persone che avevo vicino, facendomi sentire una disabilità che non era la mia, perché alla fine, a parte non riuscire a muovermi, io non ho nessun altro problema e quindi posso confrontarmi con le altre persone senza nessuna difficoltà.

È possibile ascoltare la storia completa di Pamela direttamente dal video racconto realizzato per Sonkei e che verrà pubblicato sui nostri social.