images/medium/11082023MajlindaKelmendi.jpg
Judo

Kelmendi: presente e futuro di una campionessa all’IJF Academy.

Il contesto che fa da cornice al nostro racconto intreccia, da un lato, l’evoluzione del judo femminile, dall’altro, l’ambiente internazionale dell’IJF Academy.

JUDO FEMMINILE – Come il puntuale lavoro della maestra Almudena Lopez ha disegnato, l’evoluzione della figura della donna nel judo è partita già agli albori della nostra disciplina e ha attraversato diverse fasi per arrivare ai giorni nostri.

IJF ACADEMY – L’Academy raccoglie insegnanti provenienti da varie parti del globo, con alle spalle culture, idee ed esperienze varie ed eterogenee. La struttura dell’Academy si articola su due livelli di apprendimento iniziali, che possono condurre a venir scelti in qualità di esperti per iniziare, a propria volta, un percorso di insegnamento di alto livello.

Ciascuno segue il proprio percorso, guidato da obiettivi, motivazioni e fini differenti.

La protagonista della nostra storia è Majlinda Kelmendi, judoka kosovara di origine albanese (motivo per cui ha rappresentato anche questo Paese ai Giochi Olimpici), oro alle Olimpiadi di Rio 2016 nei – 52 kg, doppio oro e un bronzo ai Campionati Mondiali, quattro titoli europei (l’ultimo ai Giochi Europei di Minsk nel 2019), dichiarata ripetutamente miglior judoka al mondo.

Il passato di Majlinda è costellato di grandi successi, il presente è ricco di impegni e appuntamenti sportivi e lavorativi che le lasciano davvero poco tempo libero. Nella breve intervista che ci ha concesso emerge una giovane donna che, con calma e determinazione, porta avanti un progetto comune a molti sportivi: quello di trasmettere ciò che sa al meglio delle sue possibilità, senza presunzione, mettendo a disposizione la sua grande esperienza, ma anche rimettendosi in gioco con la partecipazione al primo livello dell’IJF Academy.

11082023Kelmendi2.jpg

Nel 2021 ha detto addio alle competizioni, chiudendo un capitolo importante della Sua vita. La transizione da atleta a insegnante è stata naturale, come un obiettivo che coltivava da tempo o ci ha dovuto riflettere a lungo prima di intraprendere questo percorso?

Stavo pensando di diventare allenatore prima di finire la mia carriera, perché pensavo che fosse facile, ma non lo è, comunque mi piace e sono felice.

Che cosa sente di poter insegnare ai suoi atleti?

Ho molta esperienza nel judo, momenti molto buoni e molto cattivi, quindi ora per me come allenatore è più facile perché ho provato a vincere e a perdere, so come ci si sente. Anche il mio judo è buono, ho sempre avuto una buona capacità di lancio, quindi ho cosa insegnare ai giovani judoka.

Ha ancora dei sogni da realizzare che non ha ancora delineato chiaramente?

Per la prima volta nella mia vita non sogno nulla! Credo sia perché sono dove dovrei essere e sono felice della mia vita, mi sembra un po' strano non avere un obiettivo definito, ma va bene così.

Chi le è stato maggiormente d’aiuto nel suo ingresso nel mondo dell’insegnamento?

Il mio allenatore naturalmente: sono molto fortunata ad averlo nella mia vita, è sempre stato il mio allenatore e il mio migliore amico, non mi ha mai deluso, sono fortunata ad avere la possibilità di imparare dal miglior allenatore del mondo.

Qual è il momento della sua carriera sportiva che ricorda con maggior orgoglio?

I giochi olimpici naturalmente. Ho sempre pensato che non mi sarei mai perdonata se qualcun altro avesse vinto la medaglia olimpica per il Kosovo prima di me, sono stata la prima campionessa europeo e mondiale per il Kosovo, quindi il mio obiettivo era quello di essere la prima campionessa olimpica e scrivere la storia per il mio Paese. Questo mi rende molto orgogliosa. Inoltre, ciò che ricordo molto bene della mia carriera è che sono stata eletta miglior judoka del mondo per quattro anni di seguito, dal 2013 al 2017.

Al momento ha un atleta preferito?

Ci sono molti atleti bravi, quindi preferisco non fare un nome.

Ci racconta qualcosa di sé che sanno soltanto poche persone?

Sono molto calma nella vita normale, non sono come quando ero sul tatami, e ho molta paura dei cani e dei gatti.

Chi era il suo eroe sul tatami quando ha iniziato?

Guardavo molto la giapponese Ryoko Tani, quando ero molto giovane.

Qual è il consiglio che da più spesso ai suoi atleti?

Quello di continuare ad allenarsi. Io mi sono sempre allenata molto duramente: non ho mai avuto talento e sono diventata la migliore del mondo allenandomi accanitamente.

Quale parola non dice mai?

Ci sono alcune parole che non dico e non mi piace che le persone dicano davanti a me, ma non posso dirle a lei!

Qual è l’amicizia in ambito judoistico che ha mantenuto più a lungo?

Ho alcuni amici dal mondo del judo, ma quella che conosco da quando avevamo 17 anni è Larisa Ceric dalla Bosnia-Erzegovina, la persona più divertente che conosco.

Passato, presente, futuro. Qual è il tempo che preferisce e in cui più si riconosce?

Sono orgogliosa del mio passato perché mi porta ad avere rispetto nel presente e non vedo l'ora di vedere cosa Dio sta progettando per me nel futuro.