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Karate

Quattro anni fa ci lasciava Aldo Sodero, anima ed ispirazione del karate friulano

Sono trascorsi quattro anni da quando, nella notte fra Natale e Santo Stefano del 2017, il Maestro Aldegisto Sodero se n’è andato. Professore di matematica e fisica al liceo scientifico Marinelli, ma anche (soprattutto) anima ed ispirazione del karate udinese, regionale e non solo.

202B3326 2Sodero, per tutti Aldo, è stato un maestro di karate assolutamente speciale, che ha segnato la storia del karate in regione ed in Italia grazie ad una passione straordinaria e talmente contagiosa da trasmetterla anche soltanto per osmosi. Chiunque gli rimanesse accanto per qualche minuto non aveva scampo, ne rimaneva contagiato. Quattro anni fa, il Covid non era ancora comparso nelle dinamiche della vita di tutti i giorni ed i pensieri di Aldo Sodero, fino al suo ultimo minuto, erano rimasti sul campionato da organizzare e su quell’Olimpiade che doveva arrivare.

Aldo purtroppo, ha chiuso gli occhi per sempre, lasciando a sua figlia Roberta quel testimone prezioso che lei ha portato idealmente a Tokyo.

Roberta Sodero ha partecipato alle Olimpiadi 2020 come tecnico della squadra azzurra di karate, ed è stato proprio in questo ruolo che ha avuto il privilegio di accompagnare Viviana Bottaro alla medaglia di bronzo nella gara di kata (forme), risultato storico, in quanto prima medaglia olimpica per il karate azzurro.

E per lei è stato certamente anche un riconoscimento per il lavoro di papà, che assieme al fratello Roberto Ruberti, ha promosso ed organizzato per oltre trent’anni un camp internazionale che è stato culla di campioni e trampolino di successi azzurri.

“Sì, è stata davvero molto importante la “presenza” friulana nell’Olimpiade a Tokyo -ha detto Roberta Sodero- non solo perché il professor Aschieri ha visto Viviana per la prima volta allo stage di Grado organizzato da mio padre Aldo e 20160817 K11mio zio Roberto, ma perché tutto il lavoro che è stato sviluppato in quarant’anni negli appuntamenti friulani, ha prodotto frutti che hanno contribuito nel tempo a costruire anche il risultato tecnico. Si parla di tantissimi anni fa, da quando meeting internazionali, seminari di studio e momenti agonistici che sono stati ospitati prima a Grado per spostarsi poi a Lignano, sono diventati un vero e proprio snodo fondamentale per tutta la programmazione tecnica nazionale. Negli anni sono stati formati tantissimi tecnici, sono cresciuti tanti campioni, si è costruito tantissimo per il karate, sotto tutti i punti di vista. Ed io ho avuto la fortuna, l’onore e l’onere di prolungare questo lunghissimo viaggio assieme a Viviana, un viaggio che oggi chiudiamo con un grandissimo sorriso, che vuole essere anche lo stimolo più forte ed affettuoso per tutti i 2500 praticanti che praticano nelle 21 società della nostra regione”.

Per il karate alle Olimpiadi è stato un exploit?

“Per il karate non si può parlare di un exploit, perché abbiamo lavorato duramente per anni. Abbiamo costruito passo dopo passo risultati che potevano essere maggiori. Noi siamo sempre stati forti e lo abbiamo dimostrato conquistando con continuità medaglie europee e mondiali in entrambe le specialità. E non è un caso che le medaglie siano arrivate dai nostri capitani, Luigi Busà e Viviana Bottaro, entrambi qualificati direttamente a Tokyo dalla loro posizione nel ranking mondiale, Viviana numero tre e Gigi numero uno, e con queste medaglie hanno confermato il loro valore incorniciando una carriera perfetta. Niente era scontato, la strada è stata durissima, ma da veri campioni hanno retto la pressione, colto il momento magico e ce l'hanno fatta, non solo per le loro capacità tecniche e prestative, ma soprattutto per il grande cuore, l’immensa passione e determinazione”.

RSodero VBottaro 1Questo risultato premia dunque anche il Friuli?

“Per me che sono cresciuta respirando karate fin da piccola, avendo vissuto dall’interno dell’ambito famigliare il lavoro quotidiano affinché il commissario tecnico nazionale Pierluigi Aschieri coordinasse i programmi dei nostri eventi friulani con la partecipazione della squadra azzurra, i suoi campioni, è facile capire e vedere quanto Friuli c’è in questa prima Olimpiade per il karate. Anche nella premiazione affidata a Tokyo al nostro Davide Benetello quale rappresentante del Cio. Proprio quella di Busà. In ogni caso, l’importante rimane formare i tecnici, motivare gli atleti, aspetti sui quali il Friuli ha sempre dedicato grandissima attenzione. L’auspicio è che continui così anche a fronte delle numerose difficoltà cui tutti ci troviamo di fronte”.