images/friuli_venezia_giulia/2022/medium/LIGNANO_TRAINING_CAMP_200052022.jpg
Judo

Stage FIJLKAM a Lignano: tra amicizia, judo e una partita a calcetto!

Schaff! Il suono è attutito, ma famigliare a chi calca i tatami da una vita: è quello di tante mani diverse che si toccano in un saluto amichevole prima del randori. Un piccolo, silenzioso segno di amicizia e rispetto, un modo per mostrarsi lealtà, fiducia, stima.

Un’altra giornata di stage FIJLKAM presso il Bella Italia &EFA Village di Lignano inizia con un saluto in zarei; capofila è Alice Bellandi, in un allenamento declinato completamente al femminile.

Abbiamo dovuto dividerle in due gruppi – ci spiega il coach della nazionale italiana femminile Junior Salvatore Ferro perché erano in troppi e sul tatami non ci sarebbero stati tutti!

Da qualunque lato si guardi, nello spazio quasi completamente occupato dal tatami, si può comprendere senza difficoltà la qualità e il livello dei presenti, siano essi coach o atleti: a calcare la materassina la nazionale italiana Junior e Senior, ma anche rappresentative provenienti da Austria, Svizzera, Svezia, Malta, Serbia, Croazia, Finlandia, Belgio, Repubblica Ceca, Portogallo, Slovenia, Estonia, Gran Bretagna e Canada. Campioni olimpici, mondiali ed europei, attuali e del passato, si vedono in ogni angolo e provengono da ogni dove, in una commistione di nazionalità che è stata abbattuta dalla passione comune per il judo, che permette di capirsi al di là dell’idioma e delle eventuali differenze culturali.

Sì, oltre ai ragazzi, anche noi tecnici abbiamo avuto i nostri momenti di divertimento: tra tutti i coach, approfittando del pomeriggio di riposo, mercoledì, ci siamo ritrovati per una partita di calcio a squadre miste – racconta divertito Francesco Bruyere, capo allenatore della nazionale femminile Senior -.

Chi ha vinto? Le squadre erano miste e non ci siamo dati un nome… - risponde Bruyere.  Ha vinto la seconda più scarsa! – interviene Salvatore Ferro semi serio, facendo scoppiare a ridere Rosalba Forciniti, per il tono della conversazione e dando perfettamente l’idea dell’atmosfera leggera che si respira al camp, malgrado la serietà degli intensi allenamenti – ma perché hanno fatto gli impicci per vincere!

Un bel modo per staccare la testa un’oretta prima di rimettersi al lavoro: che si può dire di questo stage?

C’è stata un’ottima affluenza -commenta ancora Bruyere- più di quella che ci immaginavamo: quelli che sono venuti era gente che era già stata all’ultimo training camp che avevamo organizzato e si era trovata bene, perché la location è super, c’è tutto a disposizione… poi adesso che ci sono meno restrizioni, si può uscire la sera, c’è il mare, si mangia bene, è tutto a portata, il tatami, la palestra sotto, il bar la sera dove si fa un po’ di public relations… si sta benissimo! Infatti, quando possiamo la scegliamo sempre per fare questo tipo di camp. Facciamo due gruppi, addirittura, maschi e femmine, perché non ci starebbero altrimenti! Non so quanti siamo alla fine, più di trecento persone di sicuro e, ascoltando i feedback che ci danno gli altri coach sono tutti soddisfatti: vengono qui non soltanto perché il livello è molto alto, ma anche perché, nell’insieme, si trovano meglio qui che altrove!

Come si è arrivati ad avere ospiti da così lontano?

È stato voluto dai tecnici della Nazionale, che girano e si mettono d’accordo con le squadre straniere, in maniera molto informale – spiega il DT della Nazionale Laura Di Toma –. A volte poi ti cercano loro, perché nel frattempo si è sparsa la voce. Ci sono questi scambi, soprattutto dopo la Pandemia, per riuscire ad allenare i ragazzi al meglio e credo che questa sia la cosa più importante e interessante, come è evidente dal successo di questo stage.

Una struttura adeguata a tutte le esigenze sportive, un livello di allenamento decisamente alto e giornate splendide, con un sole che ravviva gli animi e il mare a due passi: tutto contribuisce a creare un clima disteso e ideale per rendere al meglio anche sul tatami. A risaltare qui sono proprio i valori più profondi e sani del judo e dello sport: amicizia, crescita, rispetto, lealtà, collaborazione.

Sì, qui tutti sono molto disponibili, rispettosi, educati – commenta Di Toma - lo vediamo sul tatami, ma anche fuori, per esempio la sera si incontrano tra ragazzi di diversa nazionalità, bellissimo. Un netto contrasto con quello che ci è capitato di vedere di recente al Campionato Italiano Junior: mi sono molto meravigliata, soprattutto il sabato, quando è successa davvero una cosa incresciosa, che mi è spiaciuto vedere, da parte di tutti noi, atleti, tecnici, tifosi. E questa è una cosa che non possiamo più permetterci: non riempiamoci la bocca dei valori dello sport e del judo (rispetto, onore…), che qui oggi ritrovo, ma che in altre occasioni si sono completamente dimenticati. Rinfreschiamoli nelle palestre, con i nostri ragazzi, prendiamo dei provvedimenti seri e facciamo vedere sempre che cosa davvero è il judo. Il tifo per gli atleti non può permettere di far dimenticare il rispetto nei confronti degli Ufficiali di Gara e degli avversari.