La Coppa Italia A1 non è stata solamente una competizione, ma è stata anche l’occasione per assegnare alcuni riconoscimenti a figure che hanno contribuito nel corso degli anni alla crescita del movimento judoistico.
Per la nostra regione sono state tre le persone che nella giornata di ieri sono state insignite di un dan al merito: Laura Di Toma è stata insignita dell’ottavo dan (prima donna italiana ad avere questo grado), Raffaele Toniolo del settimo dan e Monica Barbieri del sesto dan.
“Il Dan ha un valore che deve essere legato al lavoro svolto nel presente, ma anche nel passato. - sono le parole di Laura Di Toma - Attribuirlo ad esempio al Maestro Monti o a Minissale e Addamiani, come è stato ieri, davanti a tutti è un atto dovuto per tutto quello che hanno fatto per il judo. Personalmente mi imbarazzo sempre molto nel momento in cui ricevo dei riconoscimenti pubblici. Non posso che ringraziare e l’ho accettato per tutte le motivazioni che mi hanno dato legate al mio percorso. Il Dan come la Palma d’oro racchiudono tanta passione, tanto lavoro, tante difficoltà di tantissime persone che hanno lavorato insieme a me e che mi sono stati vicino sempre. Da soli non si va da nessuna parte!”
"Da oltre 50 anni faccio judo, prima come atleta, poi come tecnico con esperienza anche da dirigente - ha commentato Raffaele Toniolo - Il mio impegno per questa disciplina è totale da sempre e sono soddisfatto del mio percorso. Nonostante tutto non ho nessuna intenzione di fermarmi per provare che le mie teorie per la crescita del movimento judoistico nazionale come l'apertura, il decentramento, l'individualizzazione siano ciò che serve al nostro movimento come nel 2009 ebbi modo di dire al nostro Presidente Pellicone. Ringrazio la Federazione per avermi voluto onorare con questo riconoscimento che mi fornisce ancora più stimoli per proseguire nel mio miglioramento personale."
“Quando mi è stato conferito ho avuto due reazioni davvero contemporanee ed ugualmente forti - ha detto invece Monica Barbieri - una di contentezza e soddisfazione per il riconoscimento di quanto fatto fino ad ora ed un'altra di avere ora ancora maggiore responsabilità ed impegno da profondere nella pratica e nell'insegnamento, ma soprattutto nell'apprendimento. A dire il vero tra le due ha prevalso la seconda e quindi posso dire che il mio proposito è quello di continuare costantemente a lavorare con dedizione e a meritarmi questo dan ogni giorno un po' di più.”