Alice Bellandi ha portato il judo anche sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia. La 82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia si svolge al Lido di Venezia e, iniziata mercoledì scorso 27 agosto, si concluderà sabato 6 settembre 2025. Per la campionessa olimpica e mondiale, il tappeto rosso è stato steso in occasione della presentazione di «Agon», un film di Giulio Bertelli che racconta la fatica e l’impegno di tre atlete.
«Sono conosciuta per aver vinto la medaglia alle Olimpiadi – ha detto Bellandi alla presentazione della pellicola – ma dietro c’è il dolore non solo dei tre anni precedenti all’oro (da Tokyo 2021 a Parigi 2024, ndr), ma anche di tutti quelli prima, che alla fine hanno portato al podio olimpico».
Raccontando la fatica e l’impegno delle tre atlete, «Agon» vuole essere un resoconto contemporaneo delle contraddizioni di questi tre sport, nati in tempo di pace come allenamento per le pratiche belliche e poi evolutisi in discipline professionistiche e di intrattenimento, arrivando ad abbracciare in tempi più recenti anche il mondo dei videogiochi (rappresentato nella pellicola con frammenti di videogames ed elaborazioni elettroniche) finendo per creare così una nuova forma di sport competitivo.
La recensione di Simone Emiliani (mymovies.it)
Giochi Olimpici di Ludoj del 2024. Tre atlete si stanno allenando per partecipare alle gare nelle rispettive discipline. Si tratta di Alex Sokolov nel tiro a segno, Giovanna Falconetti nella scherma e Alice Bellandi nel judo. Devono sottoporsi a durissimi allenamenti fisici tra allenamenti in acqua, sollevamento pesi, corse sul tapis-roulant. Ma al tempo stesso, anche gestire lo stress e l'ansia della gara per reggere l'alto livello della competizione e la tensione della performance sportiva. Attraverso le loro figure, vengono messe a fuoco le contraddizioni di queste tre discipline sportive, nate in tempo di pace come allenamento per gli esercizi bellici e poi diventati sport professionistici.
"Questo film è un lavoro di fantasia ispirato a eventi accaduti nel 1982". Inizia così sui titoli di coda la didascalia di Agon, debutto nella regia cinematografica di Giulio Bertelli che fonde tecniche di design nei dettagli delle parti del corpo umano, nell'attenzione alle geometrie e ai movimenti nello spazio e soprattutto nella rappresentazione della gara lontana dalle tensioni proprie del cinema sportivo ma invece più attenta a mostrare le tecniche (il cineasta è anche velista professionista) e la pressione soggettiva a cui le atlete sono sottoposte.
Nella ricostruzione di finzione però emergono dei frammenti di verità. Come in un documentario, ci sono dei materiali d'archivio, come quello dell'infortunio di Ronaldo durante Lazio-Inter in Coppa Italia del 2000. È quasi una sovrapposizione con il dolore fisico dell'operazione al ginocchio, ripresa all'inizio nel dettaglio, con il rumore del piegamento, un dolore che si avverte anche a livello sensoriale oltre che fisico. Ma è presente anche un altro momento fondamentale ricostruito che appartiene ad Alice Bellandi, nella scena in cui la campionessa di judo mangia patatine e beve bibite gassate mentre si sta riprendendo dall'infortunio; l'atleta infatti, in un'intervista di Luca Bertelli a "Il Corriere della Sera", ha ammesso di aver sofferto di depressione e bulimia prima del lockdown e dopo le gare mangiava in maniera compulsiva anche se aveva la sensazione di vomitare.
Agon segue traiettorie geometriche (le riprese dal basso della gara di scherma, le inquadrature della caccia), filma le atlete come corpi-macchine. La natura più romantica (la citazione di Pierre de Coubertin sui valori dello sport), l'ispirazione storica per le figure delle tre atlete (Giovanna d'Arco, Cleopatra, l'ufficiale di cavalleria Nadezhda Durova) proprio per una visione del contemporaneo, s'intreccia a un cinema di forme, prospettive, che rimanda anche all'estetica dei videogiochi.