Boooom! E la prima parola che mi passa per la testa pensando a questa giornata! È ormai tardi e son sveglia da così tante ore che non ricordo neanche più da quanto tempo sono qui. Mi sento come uscita da un frullatore: il primo pensiero di stamattina aperti gli occhi è stato “aiuto!” poi in verità come sempre è andato tutto alla grande!
Quest’anno niente judo per me, per la prima volta salto forzatamente un Winter Camp, stavolta son stata brava e al posto di farmi male durante lo stage, l’ho combinata grossa prima così da chiarire subito le cose! Sono sentitamente dispiaciuta, non solo perché ci sarà “carne da macello” in meno ma soprattutto perché non verrà rispettata la tradizione (ormai conosciuta anche in campo internazionale!) secondo la quale chi fa con me il primo randori di questo stage fa medaglia alle Olimpiadi: nel mio curriculum infatti posso vantarmi di aver fatto vincere ben due ori e due bronzi!
Accantonati dunque, solo temporaneamente, i panni da judoka, quest’anno mi presento nella doppia veste organizzazione/media team per aiutare e aiutarvi a vivere al meglio questa esperienza, mettendo la mia solita energia e diciamo particolarità! E quale modo migliore se non quello di farvi vivere il lato nascosto del camp, il dietro alle quinte?
E allora facciamo un passo indietro… e buona lettura, spero!
La mia prima ora “di vita” in quel di Lignano scivola via veloce, tra la colazione in una sala da pranzo incredibilmente vuota (ancora per poco) e i primi arrivi mattinieri. Sono in accredito e la parola d’ordine come sempre è quella di mettere a proprio agio i “nostri”ospiti: Mile e Leti sono sul pezzo, le osservo in un susseguirsi di “buongiorno e benvenuti” sinceri, dal cuore, mentre dedicano ad ognuno il proprio tempo. “Bello” penso “potrei farli sentire a casa anche io, a mio modo…” penso subito dopo. È un attimo: a chiunque incrocio ad aspettare il proprio turno, in fila, in ascensore o dove sia offro pizza e biscotti alla Nutella, spacciandoli per “kit di benvenuto del comitato organizzatore”. Sicuro ho fatto colpo, cibo & judoka sono un binomio vincente, infatti in sole due ore ho finito le scorte di 4 giorni! Poco male penso, quantomeno li ho fidelizzati per il prossimo anno!
Torno seria, mi sposto alla mia postazione mentre i primi judoka salgono sul tatami, il gruppo si dispone per il saluto e via, si parte! Resto inebetita a fissare l’inizio dell’allenamento, è un attimo passa il “Boro” e io con la mia solita esuberanza esclamo un “CIAO AMIC!”, lui stampa un sorriso a 32 denti, ma poi a rispondermi è Ezio Gamba che, pensando mi rivolgessi a lui, contraccambia e non smette più di ridere. Mi faccio i complimenti da sola per la splendida “rottura del ghiaccio” e dopo questo penso che sia tutto in discesa!
Via via che passa il tempo è un continuo salutarsi da parte di tecnici, amici, colleghi e chi più ne a più ne metta. Matteo Medves mi saluta a modo suo, con un bellissimo inchino, mi sento onorata e allora ne approfitto per scambiare quattro chiacchiere al volo… “Che gentile, nonostante l’imminente partenza sei venuto, seppur per un giorno, a salutarci!” - gli dico stupita dalla sua scelta. E lui con la sua solita schiettezza replica: “Macchè, son qui semplicemente perché se vado in Giappone senza allenamenti sulle gambe sicuro finisco morto ammazzato!”. Ridiamo entrambi, penso che in fondo anche lui, tutti, siamo sulla stessa barca!
L’allenamento è quasi sul finire e io, munita di furgone, son diretta in stazione per un transfer. “Ne devi prendere 5 mi dicono”, io, di volti conosciuti, ne vedo 4 scendere dal treno… ci avviamo e quando ormai siamo quasi arrivati in parcheggio mi sorge un terribile dubbio… “ma voi non dovevate essere 5?” – chiedo. “No, eravamo solo noi due, le altre due infatti non centrano. “Ah, bene!” – faccio uno scatto alla Bolt e come se nulla fosse trovo i “miei passeggeri” che mi aspettavano ignari di tutto da una decina di minuti. “Scusate, diciamo che c’è stato un disguido che non sto a spiegarvi, per farmi perdonare però ho della cioccolata da offrirvi” – gli dico. Apprezzano, ho fatto centro anche stavolta, sono perdonata. Alla fine me ne torno a Lignano con 7 di loro… tutto è bene ciò che finisce bene!
Un’altra necessità di transfer interrompe improvvisamente, al rientro, il mio pranzo, stavolta giro tutta la stazione e di 12 non ne trovo neanche uno per ben 15 minuti… mi chiedo se è uno scherzo o cosa, di sicuro per sto anno credo nessuno mi affiderà più passaggi!
È già pomeriggio e dopo l’immancabile briefing del Media Team, finalmente riesco a godermi un po’ di più il tatami. Tutto fila liscio, osservo i volti distesi dei docenti che qui sembrano esser proprio di casa. Mi soffermo su Alberto Borin e il suo uke d’eccezione Marco Caudana “che coppia!” penso “messi vicino sembrano Davide contro Golia”. Mi scappa una risata guardandoli mentre spiegano davanti a tutti, e Marco, che è “fuori” e se ne accorge, comincia a ridere anche lui: nessuno però capisce il perché e così ecco finisce per sembrare lui quello strambo. Mentre i ragazzi si mettono a provare la tecnica spiegata, mi avvicino a lui e gli chiedo scusa, ma dopo poco è vittima anche delle battute del “Boro”, che dubita delle sue capacità di resistenza.
Vengo presto richiamata all’ordine, Giada cerca i docenti da intervistare: mi faccio carico ben felice di cercarne uno in particolare, non svelo chi per motivi di privacy (mia, non sua… sia mai che magari piacesse a qualcun altro!). Mentre è sotto i riflettori scambio una battuta così, al volo con Ezio, che si è avvicinato incuriosito dopo aver controllato l’ora e aver visto il mio sguardo probabilmente inebetito… “beh, oggi abbiamo scambiato le prime parole, domani che entriamo più in confidenza magari gli dico che ho preso un bouquet di recente..” - ed Ezio senza scomporsi sta al gioco e se ne esce con un “sappi che ha una lunga fila di pretendenti!”. Ridiamo, come spesso accaduto durante la giornata. Ridiamo subito dopo anche insieme a Marino Cattedra quando, forse preso dall’emozione, riprova per almeno un 5-6 volte la stessa parte della sua intervista: ci tiene a farla bene, come non capirlo, e mi supplica di non pubblicare il video nel quale mostro il suo backstage ma niente da fare, su ste cose qui son poco corrompibile, mi diverto troppo!
Il tempo scorre veloce, son andata lunga e son già le 22.17: per oggi mi fermo qui, forse ci rivediamo domani, sempre che il Media Team approvi la mia “prima uscita”!
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