Prosegue il nostro viaggio tra i commenti dei tecnici FVG riguardo le disposizioni per la ripresa dell'attività judoistica con le parole di Ranieri Urbani e Paola Sist e quelle di Alessandro Furchì.
Alessandro Furchì (unione ginnastica goriziana): "La mia posizione è assolutamente in linea con il mio club è di prudenza. Gli allenamenti che facciamo è ovvio non bastano ma l'idea di sentirsi responsabili di eventuali contagi per il momento prevale. Quindi direi aspetti morali, di immagine e di responsabilità."
Ranieri Urbani e Paola Sist (dojo trieste): "La situazione che stiamo vivendo ha una portata epocale, non solo per la consapevolezza di essere fragili di fronte ad un piccolo organismo, ma anche per le implicazioni interpersonali, sociali, economiche ed ambientali che la pandemia ha creato ed amplificato. E in mezzo a questa crisi mondiale c’è la situazione attuale del nostro sport. Uno sport che insegna la resistenza di fronte alle difficoltà, la tenacia nel raggiungere un obiettivo, l’umiltà di valutare le proprie forze rispetto alla forza dell’avversario, uno sport che insegna il rispetto. Crediamo, quindi, che di fronte ad un nemico che non conosciamo sia saggio riscoprire il valore della prudenza e, scomodando uno scritto antichissimo , ricordare che la battaglia si vince conoscendo se stessi e conoscendo il nemico: se una di queste componenti manca, l’esito dello scontro non è prevedibile. In questo momento mancano ancora le conoscenze sufficienti per comprendere a pieno le strategie del nostro avversario, perché questo richiede dati, statistiche, valutazione dei cicli biologici del virus. Richiede tempo e pazienza, lo stesso tempo e la stessa pazienza che ci fanno sudare mesi ed anni sul tatami per migliorare o per essere pronti ad una gara importante. Quando il rischio non è completamente valutabile a nostro parere è importante applicare il principio di massima precauzione e forse attendere ancora alcune settimane prima di riprendere gli allenamenti in coppia. La comparsa di un focolaio nelle nostre palestre sarebbe un danno enorme per tutto il movimento del Judo. Tutti noi desideriamo ripartire, ma la disciplina che ci contraddistingue, il rispetto per i compagni di palestra, l’amore che tiene il judo nella parte più preziosa del nostro cuore saranno sicuramente capaci di guidare i nostri passi con prudenza, una prudenza che sarà apprezzata da tutti quelli che sicuramente torneranno con noi sul tatami."