Questa è la storia di un padre e uno zio severo ma amorevole, di un villaggio intriso di stereotipi di genere, di donne che lottano per molto di più di una medaglia, lottano per la libertà.
Siamo in India, un Paese dove la lotta è tradizionalmente molto seguita, quasi al pari del cricket, sport nazionale. Tuttavia è la lotta maschile a spopolare, mentre per le ragazze questo sport è spesso ancora un tabù. Un Paese di contrasti, in cui la condizione della donna, soprattutto in alcune zone, è ben lontana dai principi dell’emancipazione, mentre violenze sessuali, sfregi con l'acido, uccisioni per accaparrarsi la dote, prostituzione, sono all’ordine del giorno.
Il 5 agosto 2021 la lottatrice ventiseienne Vinesh Phogat salirà sulla materassina della lotta libera nei 53kg per conquistare una medaglia storica per l'India, la prima in campo femminile, che farebbe seguito al bronzo mondiale del 2019 e alla vittoria ai Campionati Asiatici del 2021.
Ma il valore della sua prestazione va ben oltre il risultato e parte da lontano.
Mahavir Singh Phogat, lo zio di Vinesh, è un ex lottatore, vive nel villaggio di Balali, nella regione di Haryana (vicino a Nuova Dheli), ha quattro figlie e due nipoti, tutte femmine. Nessuno a cui tramandare il suo sapere, apparentemente.
In questa zona il patriarcato è particolarmente radicato, le donne vengono allevate con lo scopo di servire un marito e procreare. Ma non è questo il destino delle donne della famiglia Phogat. Quando Mahavir si rende conto del carattere determinato e combattivo della sua primogenita, Geeta, decide di sovvertire stereotipi e pergiudizi di genere e inizia ad allenarla nella lotta libera con lo scopo di farla diventare una professionista. In quel momento probabilmente non si rende conto che sta per fare qualcosa di ben più importante, sta crescendo una donna libera.
Geeta Phogat inizia a praticare il pehlwani (lotta tipica indiana che porrà le basi della lotta libera) in una buca piena di fango, allenandosi con la sorella minore Babita, sfidando - e spesso battendo - i suoi colleghi maschi. Il sogno di suo padre è quello, un giorno, di vedere sua figlia combattere ai massimi livelli e vincere una medaglia internazionale.
Nonostante tutte le difficoltà, unite all’iniziale derisione e commiserazione da parte di tutto il villaggio, il sogno diventa realtà. Nel 2010 Geeta diventa la prima lottatrice indiana a vincere l’oro ai Giochi del Commonwealth e a qualificarsi per un’Olimpiade (Londra 2012). Ma soprattutto, Geeta apre le porte ad una futura generazione di donne lottatrici, libere di inseguire i propri sogni.
Tra le nuove leve c’è anche Vinesh Phogat, cugina di Geeta, nipote di Mahavir, che la cresce come una figlia dopo l’assassinio delpadre della ragazza a causa di un conflitto sulla proprietà terriera.
Le quattro sorelle (Geeta, Babita, Priyanka, Ritu,) e le due cugine (Vinesh and Sangita) Phogat, sono tutte lottatrici, ma sono soprattutto donne libere. Geeta può scegliere il proprio marito, un lottatore indiano, Babita è attiva in politica, mentre Vinesh sposa un collega lottatore che, come lei, lavora per le Ferrovie dello Stato indiano.
Vinesh partecipa alle Olimpiadi di Rio, dove riporta un infortunio che la costringe a terminare anzitempo la sua gara.
Oggi è chiamata ad un nuovo appuntamento con la storia perchè alle volte la lotta... libera!