Ritorna il consueto appuntamento settimanale con la rubrica “Fenomeni”: oggi vogliamo raccontarvi la bella storia di Fabio Stradi, karateka classe 1955 che durante il suo percorso di vita ha dovuto fare i conti con una grave malattia ma che, anche grazie agli insegnamenti ricevuti in tanti e tanti anni di pratica, è riuscito a reagire e a superare questo difficile momento.
Ma partiamo dall’inizio. Fabio inizia a praticare il karate a 7 anni a Trieste sotto la guida del M° Tamburini: erano tempi, quelli, non semplici per i giovani che si avvicinavano a questa disciplina, gli allenamenti infatti si presentavano particolarmente duri ed erano pochi i bambini e ragazzi che riuscivano a resistere a quegli addestramenti così impegnativi. Fabio però non molla e dimostra nel tempo uno spiccato senso di adattamento e sacrificio.
A 12 anni però un brutto trauma alle gambe occorso in allenamento lo costringe ad un prolungato stop forzato e successivamente, dopo essersi rimesso in sesto, decide di prendersi una lunga pausa riflessiva. Fabio però non è tipo da restare con le mani in mano e, accantonata momentaneamente la carriera sportiva e concluse le scuole obbligatorie, inizia a cercare occasioni di lavoro, imbattendosi così in un concorso per diventare gruista, professione alla quale si dedicherà per oltre 30 anni dal 1971 al 2003. Il tempo passa e le soddisfazioni in questo campo non tardano ad arrivare: negli anni ’90 Fabio diventa uno dei soli 70 gruisti in tutta Italia a guidare e manovrare i caroponti e le gru di bacino, le enormi strutture portuali atte alla manutenzione delle navi da carico e da crociera. Un lavoro particolarissimo e non semplice, spesso svolto a grandi altezze.
Nel frattempo, nel 1992 Fabio riprende a praticare la sua amata disciplina nella società Karate Do Trieste della M° Anna Devivi, dapprima accompagnando il figlio Pietro e poi entusiasmandosi nuovamente alla pratica marziale: proprio assieme a Pietro raggiunge l’ambita cintura nera e successivamente consegue anche la qualifica di arbitro regionale di Ente di Promozione sportiva.
Ma dietro l’angolo, come purtroppo spesso succede, nel 2010 una malattia cerca di scavare nel suo spirito combattivo e nel 2012 gli viene diagnosticato un linfoma di 4° grado leucemico, con successive ed immediate chemioterapie che si sono susseguite negli anni arrivando a quota di 52 sedute, prima di giungere al trapianto di midollo, un autotrapianto. In questo senso la grande fortuna di Fabio è stata la ricchezza delle sue cellule staminali, gliene sono state infatti raccolte 16 milioni, che in parte gli sono servite per ricrearsi il proprio midollo e le rimanenti 10 milioni sono state, e saranno, donate ad altri pazienti. La sua battaglia però deve ancora passare per la fase più delicata e difficile: effettuato il trapianto midollare, Fabio si ritrova in coma per 10 giorni con i valori azzerati e una grande febbre a 42°, ma all’undicesimo giorno per fortuna il suo forte corpo inizia a reagire e di lì a pochissimo si ripresenta nuovamente nel dojo per allenarsi e fortificare lo spirito affaticato ma combattivo, riuscendo in un paio d’anni tornare il forte e duro karateka conosciuto nel panorama triestino e non solo. Nel 2013 aggiunge un altro importante tassello alla sua vita: si innamora di Fabiola, si licenzia ed insieme alla nuova compagna apre un bar in pieno centro di Trieste, che gestisce fino al raggiungimento della pensione, avvenuta nel 2019.
Nel frattempo non smette di allenarsi seriamente e duramente come nel suo stile, senza mai lamentarsi, senza mai fermarsi, dando l’esempio a tutti per caparbietà e volontà e nel 2019 affronta pure la competizione WORLD MASTER GAMES nella specialità dei kata.
In seguito a questo evento sportivo pensa di esaudire un altro piccolo sogno, preparandosi per bene e presentandosi all’esame regionale di graduazione al termine del quale ottiene il 3° dan, in una sessione d’esame densa di energia positiva e intensità tanto che tutti i presenti, compresa la commissione esaminatrice, rimangono particolarmente coinvolti dalla grande emozione emanata dalla sua prestazione. “Il karate mi ha dato molta forza per superare i momenti più difficili” ci ha raccontato Fabio, che con la sua storia di forza e di speranza ha voluto testimoniare quanto i valori dello sport possano essere d’aiuto e determinanti per affrontare anche gli ostacoli più difficili che la vita ci pone davanti!