Era la tarda primavera del 2009 quando Francesco Placenti si presentò alla palestra del Club Atletica Pesante Como, dicendo: “Vengo da Cairate, da ragazzo ho praticato la lotta nel Club Boccadifalco di Palermo, e adesso che ho passato i trentacinque anni e ne sono passati quasi venti da quando ho smesso di frequentare la palestra, m’è venuta voglia di riprovarci”. “Prego” gli risposi. “Le porte del Cap Como sono sempre aperte per chiunque abbia voglia di cimentarsi nello sport più classico ed antico del mondo”. Fu così che quel simpatico siciliano trapiantato al nord per lavoro, maturò la decisione di ricalcare una volta ancora quel tappeto che a noi lottatori rimane nel cuore vita natural durante. Ebbene; non si trattò di una sola volta. Francesco per quattro anni, tre volte alla settimana, fece la spola da Cairate in provincia di Varese, fino a quella che era la palestra d’allenamento del Club Atletica Pesante alla periferia di Como. Molte volte al suo seguito caricava in auto la terzogenita Elena, tant’è che nel giro di qualche tempo si ritrovarono entrambi a gareggiare sotto i colori del club di lottatori lariani. Lui come atleta fra i Master, e la piccola Elena nella categoria delle Fanciulle. Il geometra di Cairate, perché questo è il suo impiego lavorativo quando non è impegnato nel mondo della lotta olimpica, bruciò le tappe, e al Centro Olimpico di Ostia superò l’esame per diventare allenatore. A quel punto maturò in lui l’idea di creare un società sportiva di lottatori nella provincia di Varese, dove mai prima era esistita la pratica di questa disciplina che deve i suoi natali alla notte dei tempi, tanto è naturale il gesto per portarla a compimento. A Como, Francesco Placenti trovò in chi scrive colui che gli diede la possibilità di coltivare il riscatto del lottatore, mentre a Cairate si imbattè in Mauro Volpini. Quello è stato da subito un connubio vincente che ha portato alla nascita il 31 dicembre 2012 dell’Accademia Enrico Porro; praticamente il settore della lotta olimpica all’interno della società sportiva di arti marziali del Kokoro Dai Cairate. KOKORO DAI, tradotto dalla lingua giapponese significa CUORE GRANDE, mentre Enrico Porro, a cui è intitolata l’accademia cairatese, è stato il primo fra i lottatori italiani a meritarsi il gradino più alto del podio alle olimpiadi. Successe a Londra nel 1908, e Porro quando ritornò a casa trionfante, non dimenticò di ricordare ai giornalisti che pur essendo nato e vissuto e Milano, i suoi nonni venivano da Cuvio: un paese fra le montagne sopra Varese. Da questa ricerca storica, è nata l’idea di intitolare l’Accademia Enrico Porro proprio a quel campione che traeva le sue origini da una terra dove la lotta non si era mai praticata….Dalla fine del 2012 sono passati dieci anni, e nel frattempo sono arrivati i primi titoli di campionesse e campioni italiani nelle categorie d’età distribuite fra gli Under 13, Under 15 e Under 17, poi le convocazioni in Maglia Azzurra di Elena Placenti e Dario Fischietti, l’elevazione al grado di Istruttore di lotta e l’elezione nel quadriennio olimpico precedente ed in quello attuale di Francesco Placenti come VicePresidente Fijlkam Lombardia. Si deve alla lungimiranza di Francesco e Mauro, l’effettivo aiuto alla permanenza nei riquadri federali della storica società sportiva del Club Atletica Pesante Como, ed alla nascita nel settore lotta del sodalizio del Thunder Top Team di Gallarate. Per tutto questo, il deus ex machina dell’Accademia Enrico Porro, ha deciso di riunire in una cena beneaugurante tanti dei suoi ragazzi, ragazze e loro genitori, nonché amici vicini e lontani. I brindisi si sono sprecati e si sono viste tante facce da lotta illuminate di nuovo vigore. Nei giorni immediatamente dopo la prima affiliazione alla Fijlkam, il lottatore del Boccadifalco Palermo e poi del Club Atletica Pesante Como, disse:
“Fra dieci anni tiro una riga….e vediamo”.
Mi pare che ci siano tutti i presupposti per continuare a tirare linee lunghe e rette.
Francesco Placenti è uno degli amici più cari che ho, e come in tutte le vere amicizie, anche questa è fatta di alti e bassi. Ma m’è dolce constatare che alla fine dei conti sono molte di più le cose belle da ricordare.
Quindi, come si suol dire: Lunga vita al re e all’Accademia Enrico Porro Kokoro Dai Cairate.
Maurizio Casarola