La naturalezza e la spontaneità della famiglia Fischietti nei confronti del mondo della lotta olimpica, è dimostrata inequivocabilmente dalla foto che ho scelto di pubblicare in questo articolo. Una sera del mese di novembre del 1989, un giovanotto di vent'anni si presentò nella mia palestra di Como chiedendo se avesse potuto allenarsi alla lotta, nonostante dovesse assumersi diversi sacrifici per potere frequentare. Quel ragazzo venuto dal sud, viveva e lavorava a Lecco che è distante oltre quaranta chilometri dalla mia città. "Mi chiamo Salvatore Fischietti, e vengo fin qui a Como, perchè dove sto io, di lotta non se ne pratica" mi disse. "Nessun problema" gli risposi. "Le porte del Club Atletica Pesante Como, sono sempre aperte a chiunque si appassioni alla lotta". Salvatore cominciò a frequentare gli allenamenti serali e io lo tesserai per il mio club. Passarono alcuni mesi, quando una sera mi disse che avrebbe dovuto mollare tutto da li a poco tempo. Si sarebbe trasferito in Germania. Qualche suo parente, già emigrato precedentemente nella zona di Friburgo, gli aveva trovato un lavoro con prospettive più concrete per il suo futuro. Fu così che ci salutammo augurandoci di rivederci, magari sopra un tappeto di lotta. Era il 1990, io avevo ventisei anni e Salvatore ventuno, entrambi muniti da una passione smodata per la disciplina sportiva che trae le sue origini dalla notte dei tempi. Malgrado ciò, gli anni passarono senza avere più l'occasione di incrociarsi. Passati quasi trent'anni, ci ritrovammo finalmente nella palestra del Kokoro Dai di Cairate. Lui, dopo avere fatto conoscenza con Francesco Placenti in una gara in Germania per giovanissimi lottatori, insieme al piccolo Dario era andato a trovare il suo nuovo amico nella palestra della provincia di Varese. Io, ero li assieme a mia figlia Angela, che frequentava quella palestra allenandosi con Elena, la figlia di Francesco, e gli altri ragazzi della società sportiva cairatese. Dopo esserci salutati ed abbracciati parlando delle cose passate, da veri malati di lotta mettemmo i nostri rispettivi figli sul tappeto ad allenarsi assieme. Osservandolo all'opera, convenni con Francesco che quel piccolo mucchio di nervi venuto da oltre le Alpi, aveva del talento. Da quel momento, praticamente iniziò la collaborazione per la crescita sportiva del ragazzo tra il club del varesotto, la famiglia Fischietti, e la società tedesca RKG Freiburg 2000. Dario ha cominciato a viaggiare con cadenze regolari tra la Germania e l'Italia. Ha partecipato a tanti campi d'allenamento e gare nel nostro paese, dando nel contempo tante soddisfazioni ai genitori, ai due fratelli maggiori anch'essi valenti lottatori, al club del Kokoro Dai, e perchè no, anche a me, che sempre l'ho seguito e commentato nelle gare italiane. Mancava però un nuovo importantissimo tassello in tutta questa bella storia. Ebbene: ieri quel tassello è stato posizionato. Potete leggerne la cronaca se avrete la pazienza di soffermarvi un minuto scorrendo le righe che seguono.
Lasciatemelo dire; c'è un pizzico d'Italia anche in questo finale di Campionato Europeo Under 17 con la medaglia di Bronzo conquistata da Dario Fischietti nella categoria al limite dei 65 chilogrammi dello stile libero. Il ragazzo di Friburgo ha battuto nettamente l'avversario francese esplodendo in un urlo di gioia allo scadere del tempo. Due anni or sono, Dario conquistò il titolo di Campione d'Italia Under 15 senza però poter partecipare alla gara continentale, perché scelse di rimanere a prepararsi e a gareggiare in Germania, nella città e nel club dove è cresciuto. Con quello che ha fatto vedere venerdì e sabato a Skopje, la decisione presa nel 2023 non poté essere più azzeccata. Ma sono sicuro che non ha dimenticato l'accoglienza della società sportiva del Kokoro Dai di Cairate, quando insieme al suo papà/allenatore Salvatore, ha deciso di intraprendere l'avventura italiana. Complimenti Dario, ti aspettano altri grandi traguardi e grazie per la passione che infondi in quello che fai.
L'energia ed il sacrificio profusi per arrivare ad ottenere un traguardo, sono analoghi alla lotta.
La lotta è un gioco che unisce.
Maurizio Casarola