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Judo

Enciclopedia del Judo di Cesare Barioli. L’entusiasmo, la fede, la poesia

Per capire il valore dell’Enciclopedia del Judo scritta dal Maestro Cesare Barioli (1935 – 2012) e pubblicata nel 1959, bisogna fare un salto indietro nel tempo di oltre 60 anni, agli albori della diffusione della disciplina in Italia.IMG 4207 Troveremmo allora un giovane appassionato di soli 24 anni che con estrema lucidità, coraggio e determinatezza affronta un lavoro “enciclopedico” avvalendosi degli scarsi mezzi a sua disposizione. Non stiamo parlando di mezzi interiori di cui Barioli è ampiamente dotato, ma di penuria di fonti di informazione e risorse economiche per uno sport “povero” in costante attesa di adeguato riconoscimento, soprattutto per quanto attiene al suo valore educativo, uno scopo cui il Maestro dedicò tutta la vita. Nonostante le difficoltà il giovane atleta (ad un’età significativamente vicina a quella di Jigoro Kano quando fondò il Kodokan Judo) porta a termine un’opera completa in cui sono raccolti cenni di storia, tecnica, kata, kwatsu, anatomia e molto altro ancora, il tutto corredato da centinaia di foto.

L’edizione dell’Enciclopedia del Judo riproposta da Luni Editrice nel 2018, nonostante la cura e l’eleganza dei 4 volumi, conserva lo spirito pionieristico del lavoro svolto dall’autore proprio grazie a quelle immagini in bianco e nero realizzate con le luci e le pellicole del tempo, talora scattate avvalendosi di un fondale omogeneo, spesso lasciando intravedere le nude pareti con tanto di tubi di scarico di una palestra che ricorda gli eroici albori del Judo italiano. IMG_4204.jpgDalla loro essenzialità espositiva emerge però ancor più forte il gesto atletico, così come ancora intense risuonano le parole utilizzate per descrivere il passaggio di ogni tecnica analizzata con dovizia di particolari. Ma ciò che colpisce nella lettura dell’opera è la passione e la poesia con cui Barioli riesce ad ammantare la sua dedizione al Judo, mostrando anche modestia laddove, per esempio parlando del Kiai, sul quale ancora si stava esercitando, confessa di non pretendere di voler insegnare nulla, ma semplicemente esporre quanto raccolto nelle sue ricerche. Per questo, nonostante il tempo trascorso questi scritti mantengono una freschezza e un’attualità che supera il valore storico di quanto scritto: certo in alcuni passaggi possono risultare datati (però è comunque interessante leggere i regolamenti di gara del tempo) perché il Judo ha continuato a evolversi, ma cosa dire dell’affermazione di Barioli quando ricorda che “non dobbiamo dimenticare che il periodo in cui viviamo è di sviluppo per il Judo e che la maggior preoccupazione per i Judoka Italiani deve essere la propaganda”? IMG 4206Non è un messaggio ancora attuale? In definitiva, mi sento di consigliare vivamente la lettura di questi testi a tutti coloro che sentono ancora oggi di condividere il messaggio del maestro riportato nell’introduzione da Ivana Gaio: “Mille volte ho creduto di arrivare al termine del Judo e mille volte ho dovuto ricredermi. Il Judo non ha termine: è una creatura viva che si evolve. Ognuna delle parti che lo compongono ha una sua propria storia, un proprio fascino, una propria parabola con un ramo ascendente, un culmine e un ramo discendente. Non esisterà mai nel Judo il campione assoluto, il maestro assoluto. Non esisterà mai il tiro perfetto. È una Via senza fine, così come irraggiungibile è la Perfezione».