Le antiche Olimpiadi (XXI) - La riscoperta di Olimpia e la rinascita dei Giochi

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Roma 26 novembre 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico a cura dell'Arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!

La riscoperta di Olimpia e la rinascita dei Giochi

La spinta ideale per le ricerche e gli scavi partì dal dotto monaco benedettino Bernard de Montfaucon nel 1723 e da Johann Joachim Winckelmann nel 1768. Il sito degli antichi Giochi Olimpici fu individuato nel 1776 da un antiquario inglese, Richard Chandler, durante una missione in Grecia per conto della Society of Dilettanti. Lo stesso anno pubblicò la relazione Travels in Greece. Ricordo che la Grecia (con l’aiuto di Francia, Inghilterra e Russia) si liberò dall’occupazione turca, che durava dalla metà del XV secolo, solo con il trattato di Adrianopoli del 1829 e il protocollo di Londra del 1830.
Nel 1829 ebbero inizio gli scavi della Expédition scientifique de Morèe, guidata da Abel Blouet. Le ricerche durarono soltanto sei settimane ma ebbero un felice esito, perché portarono alla scoperta del tempio di Zeus e al recupero di alcune metope che tuttora si conservano al Louvre. Fu solo grazie all’accordo tra il governo greco e quello tedesco, tuttavia, che tra il 1875 e il 1881 (in sei campagne di scavi) buona parte delle rovine di Olimpia venne riportata alla luce da Ernst Curtius e Friedrich Adler, cui si unirono via via altre importanti personalità quali Wilhelm Dörpfeld, direttore degli scavi di Olimpia dal 1878 e direttore dell’Istituto Archeologico Tedesco ad Atene dal 1886 al 1912. I risultati di quegli scavi sono descritti nella pubblicazione ufficiale Ausgrabungen von Olympia, in cinque volumi (Berlino 1876-1881). Nuove ricerche furono eseguite dal 1938 al 1966 sotto la direzione di Emil Kunze (a lungo interrotte a causa del conflitto mondiale), e dal 1952 grazie all’interessamento di Carl Diem e dell’Istituto Internazionale Olimpico di Berlino.

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1. Ritratto di Ernst Curtius
Anche Heinrich Schliemann, che nel 1870 aveva iniziato gli scavi a Troia e nel 1874 a Micene e Tirinto, avrebbe voluto fare ricerche a Olimpia. Ne chiese l’autorizzazione al governo greco, offrendo persino un’ingente somma per la costruzione di un museo (che si sarebbe intitolato allo stesso Schliemann), al quale destinare in omaggio una collezione di oggetti proveniente da Troia. L’allettante proposta non poté essere accolta a causa delle trattative già in corso con il governo tedesco.
Il primo museo di Olimpia, chiamato Syngreion in onore del benefattore Andreas Syngros, fu aperto nel 1888 a ovest dell’altis. La costruzione dell’edificio in stile neoclassico fu affidata agli architetti Adler e Dörpfeld. I danni dei terremoti e la progressiva insufficienza dello spazio resero necessaria la costruzione – a nord del Kronion – di un nuovo edificio, inaugurato nel 1982 dal ministro della Cultura, Melina Mercouri. Il vecchio Syngreion dal 2004 ospita il Museo della storia dei Giochi Olimpici antichi, ove sono custoditi i frontoni e le 12 metope (le fatiche di Ercole) del tempio di Zeus, la Nike di Peonio, l’Ermes di Prassitele.

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3. Stele di Olimpia
Le scoperte archeologiche di fine Ottocento stimolarono un grande interesse per la civiltà greca e per i suoi agones, studiati per primo da Johann Heinrich Krause, che già nel 1838 aveva pubblicato Olympia, nel 1841 Die Pythien, Nemeen und Isthmien e Die Gymnastik und Agonistik der Hellenen. L’entusiasmo non si limitò all’arte e alla letteratura. Numerose furono le manifestazioni qua e là allestite nel ricordo degli antichi giochi: ben 95, secondo lo storico dello sport Karl Lennartz. Sulla scia delle generose iniziative del ricco imprenditore epirota Evangelis Zappas per la rinascita dei Giochi, il barone Pierre de Coubertin riuscì a superare i tanti ostacoli incontrati lungo il cammino e portò a termine la titanica impresa di ripristinare le Olimpiadi, coronando così il sogno della sua vita.
Grazie al barone, dopo quindici secoli di opprimente silenzio, tra le imponenti rovine ai piedi della verdeggiante collina di Crono sembrò risuonare l’immortale canto di Pindaro:

«Come l’acqua è il più prezioso degli elementi,
come l’oro ha più valore di ogni altro bene,
come il sole brilla più di ogni altra stella,
così splende Olimpia».

3.4. Statua di De Coubertin

Didascalie:

In copertina: Il Syngreion, aperto nel 1888, dal 2004 ospita il Museo della Storia dei Giochi Olimpici antichi.

1. Max Koner, ritratto di Ernst Curtius, olio su tela (1896) – Alte Nationalgalerie, Berlino

2. La stele di Olimpia che custodisce il cuore di Pierre de Coubertin

3. Statua in bronzo del barone de Coubertin nel parco del Museo Olimpico di Losanna. È una copia della statua collocata nella sede del Comitato Olimpico Francese

 

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