Federazione

L’Editoriale di Domenico Falcone

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Roma, 1 settembre 2014 - A sei mesi dal mio insediamento come Presidente sento l’esigenza di condividere le mie riflessioni sull’andamento della vita federale, su quanto si è fatto e quanto si sta facendo, nella convinzione che la comunicazione abbia valore centrale nella condivisione degli atti e delle intenzioni.
Sei mesi fa, dicevo, l’Assemblea mi ha scelto per portare avanti il percorso avviato da Matteo Pellicone, ma è solo nel mese successivo che siamo diventati operativi con l’insediamento degli Organi Federali e del nuovo Segretario Generale. Perché, come ha più volte ribadito il vicepresidente Franco Capelletti, “pur nella continuità siamo una nuova Federazione, perché nuovi sono i rapporti tra le diverse componenti del mondo federale e quindi nuovo è il percorso che stiamo facendo”.
Seguendo il filo logico dei miei pensieri voglio riassumerli per punti, a vantaggio della chiarezza.

Comitati Regionali
Uno degli impegni che ho assunto di fronte all’Assemblea mi sta portando a viaggiare tra i Comitati Regionali e a questo punto sono già la metà quelli che ho visitato. Gli incontri che ho avuto con i Presidenti e i Vicepresidenti mi hanno confermato quello che già sapevo: che siamo una grande Federazione fatta di efficienza, omogeneità, partecipazione, attenzione. E non è stata una sorpresa per me, perché nei lunghi anni che ho trascorso come Segretario Generale ho avuto modo di apprezzare la qualità dei nostri Organi Territoriali e dell’appassionata dedizione delle persone che li compongono. Con ognuno ho trattato tutti gli argomenti di loro competenza: abbiamo analizzato le specificità sugli Ufficiali di Gara, gli Insegnanti tecnici, il settore Organizzativo, i Centri Tecnici regionali, i rapporti con la Scuola, la Promozione e le Arti Marziali. Da ciascuno ho avuto importanti spunti di riflessione e osservazioni puntuali che hanno messo in primo piano la piena disponibilità a collaborare per risolvere le problematiche esistenti e migliorare quanto viene già fatto. Ad esempio, un punto di snodo fondamentale sarà la collaborazione sul tesseramento: con la nuova piattaforma online si è realizzato un grande cambiamento che consente di migliorare la qualità del servizio offerto ai nostri affiliati, ma come tutte le novità porta in sé delle difficoltà gestionali che possono essere ridotte con l’apporto collaborativo dei Comitati. In questo senso è stato organizzato il corso di formazione dei Referenti Regionali per il programma di affiliazione tesseramento online, che si svolgerà il prossimo settembre. In tal modo si realizzerà il decentramento di alcune procedure che potranno essere gestite anche a livello territoriale, fermo restando il supporto e la centralità degli Uffici Federali predisposti. Mi incoraggia la disponibilità mostrata dai Comitati in questo senso, la voglia di condividere e fare propri gli aspetti più innovativi della gestione delle nostre attività, perché con una sempre maggiore efficienza e presenza capillare sul territorio potremo essere ancora più competitivi rispetto alle altre offerte sportive e aumentare la coesione tra le nostre diverse realtà.

Ufficiali di Gara
Le nostre discipline sono sottoposte a continui cambi di regolamenti tecnici, va da sé che la specializzazione richiesta è altissima e riguarda non solo i tecnici che lavorano con gli atleti in palestra, ma anche e soprattutto gli arbitri che li giudicano sui campi di gara. Non è pensabile avere una classe arbitrale non perfettamente e continuamente aggiornata sulle innovazioni regolamentari. Abbiamo bisogno di coinvolgere giovani nei ruoli arbitrali, anche ricercando modalità alternative a quelle tradizionali di reclutamento, e abbiamo bisogno di formazione continua della classe arbitrale. Solo il continuo aggiornamento permette di potenziare la flessibilità e l’adattabilità di operato, rende il giudicare una prestazione agonistica “disinteressata e neutrale, diligente e oculata”, come scriveva Franco Marziani - grande arbitro di Lotta e dirigente sportivo - nel suo raccontare l’attività degli “uomini bianco vestiti” (vedi Athlon n. 3/2013 ndr.). Credo che su questa scia abbiamo il dovere di muoverci, per garantire la prestazione massimale sia dell’agonista che dell’organizzazione nel suo insieme. Non dimentichiamo che la gara è il momento di massima comunicazione per ogni sport, è il biglietto da visita per il mondo che ci guarda e giudica se siamo attraenti. Il marketing non si fa solo dietro una scrivania, ma anche presentandosi con gare perfettamente organizzate e condotte: questo è il nostro migliore strumento per creare attrazione e fidelizzazione.

Programmi dell’Attività federale
Sono già stati elaborati ed esaminati e sono pronti per l’approvazione dopo i Mondiali delle tre discipline, in concomitanza con la pubblicazione dei calendari internazionali. Non ci saranno grandi modifiche, ci muoviamo con continuità in vista dell’ormai prossimo appuntamento olimpico. Le Commissioni stanno lavorando per rendere possibile la migliore organizzazione delle competizioni, con grande attenzione soprattutto alle gare giovanili. Da quanto detto fin qui diviene palese la necessità di differenziare le gare istituzionali, quali i Campionati Italiani o le Coppe, dalle gare giovanili che uniscono il momento agonistico ad un grande e indubbio carattere promozionale: vanno calcolati e calibrati i tempi, oltre che i modi, per rendere le nostre gare un grande spettacolo di sport minimizzando quegli aspetti negativi, come le attese o la scarsa comprensione di cosa sta accadendo nel campo di gara, che allontanano il pubblico dalle nostre manifestazioni. In questo senso mi riallaccio a quanto detto nel punto precedente.

Formazione
Molto di quanto detto in Assemblea è stato già realizzato: mi riferisco ai Corsi Nazionali per Insegnanti Tecnici che sono stati messi in opera per le tre discipline, devo dire con grande successo di partecipanti e di interesse. Prima ancora abbiamo attivato i corsi per Formatori Regionali, figure specialistiche a supporto della formazione tecnica svolta nel territorio e che faranno anche da tramite tra i nostri Comitati Regionali e le Scuole Regionali dello Sport del CONI.
L’attività della Scuola, quindi, è a pieno regime e non si esaurisce certo qui; abbiamo in programma la realizzazione di workshop specifici su particolari materie: lo sport femminile di alto livello, il calo peso, la sport-terapia nell’età evolutiva, la correlazione tra sport e violenza, per citarne alcuni. Lo staff dei Docenti federali sta lavorando a questo progetto con creatività e profitto; presto saremo in grado di offrire nuovi prodotti formativi che permetteranno ai nostri tecnici di accrescere, con grande qualità, la loro specializzazione.

Mondiali
Per ultimo vorrei spendere due parole sugli imminenti appuntamenti mondiali. Dopo le grandi prestazioni delle nazionali giovanili, siamo pronti per raccogliere qualche risultato anche sul fronte seniores. Il lavoro sta procedendo con qualche difficoltà in più per la Lotta, che si trova sprovvista delle sue risorse migliori a causa di diversi infortuni, mentre per Karate e Judo possiamo pensare di presentarci con squadre competitive dopo le recenti prestazioni internazionali. Rimaniamo vigili sui tempi di assorbimento delle nuove regole di gara, ma puntiamo sul lavoro di squadra nella convinzione della sua centralità.
E mi riallaccio a quest’ultimo concetto per ribadire, come fatto a chiusura del precedente editoriale, che l’unità deve essere alla base del nostro operato, svolto con la passione e la tenacia dei veri “combattenti”. Attraverso la nostra unità stiamo creando uno stile di vita e di azione, stiamo realizzando i nostri sogni. Siamo guerrieri - come potrebbe essere diversamente - ma dei “guerrieri di pace” capaci di testimoniare, attraverso i nostri sport, che la tenacia condivisa può portare a grandi risultati.
Nell’anno del centenario della Grande Guerra mi piace fare un parallelismo, forse spericolato, tra due diverse tipologie di guerrieri e di sognatori: chi ha combattuto per la libertà e per il sogno di un mondo unito, l’Europa del novecento ancora al di là dal venire, e chi combatte oggi perché l’ideale raggiunto grazie al sacrificio di tante giovani vite, sia rappresentato con orgoglio anche attraverso un “combattimento sportivo” che è emblema di pace e di unità nella diversità.

da Athlon.net n. 8 - agosto 2014

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