Lo studio della scienza del movimento, quindi anche delle discipline di combattimento, considera fondamentale l’osservazione di un corpo che si sposta cercando di mantenere la massima stabilità possibile.

Nella difesa personale l’equilibrio è una qualità fondamentale, soprattutto perché, in una situazione reale, mantenere la posizione eretta è un requisito importante per garantire maggiormente la propria incolumità e le potenzialità difensive. Se si considera poi le particolari situazioni di stress, emotività e paura in cui ci si viene a trovare in condizioni di pericolo concreto, lo sviluppo della capacità di equilibrio risulta di vitale importanza.

Uno dei primi passi in un corso di MGA consisterà nell’osservazione della posizione del corpo dei partecipanti solitamente di equilibrio precario. Tale equilibrio in seguito, sarà ulteriormente alterato con sollecitazioni di spinta fino al raggiungimento di una posizione di buona stabilità attraverso l’ampliamento della superficie di appoggio rispetto alle quattro direzioni principali.

Pur considerando che nel quotidiano non si assumono posizioni così specifiche, l’abitudine ad una giusta posizione ed a una guardia corretta è di grande ausilio in situazioni di rischio.

L’allenamento con il proprio partner sarà utile per proseguire attraverso movimenti in cui la forza di avanzamento o di trazione viene annullata dagli spostamenti di schivata, uno dei principi fondamentali della difesa. Un esercizio combinato con uno o più partner favorirà l’apprendimento di una risposta programmata.

Uniremo poi l’azione di risposta attraverso l’applicazione della nostra forza e la canalizzazione di quella di colui che attacca, attraverso il principio della cedevolezza al fine di creare uno squilibrio, sia pur momentaneo. Su questi movimenti educativi si potranno iniziare ad inserire movimenti elementari di percussione.


L’allenamento all’idea della distanza è fondamentale per l’acquisizione della percezione del pericolo. Fin dai primi esercizi si dovrà far capire come lo spazio che intercorre tra noi ed un potenziale aggressore può costituire un elemento indispensabile per l’organizzazione della nostra risposta. L’esercizio con la cintura o con una funicella, che dovrà rimanere sempre tesa sui vari spostamenti effettuati dal partner, stimolerà corretti movimenti di adattamento in tutte le direzioni per mantenere la giusta distanza di sicurezza.Gli stessi movimenti saranno ripetuti senza cintura o funicella.


Un metodo di autodifesa non può prescindere dall’apprendimento dei sistemi atti a contrastare gli attacchi di un avversario che tenta di colpirci in vario modo, utilizzando le armi naturali del corpo umano che possiamo suddividere in cinque distretti anatomici, due arti superiori, due arti inferiori e la testa.

Le tecniche cosiddette di parata sono un elemento fondamentale per arginare la fase iniziale molto violenta esercitata dall’aggressore. Le principali tecniche di parata vengono effettuate generalmente dalle catene cinetiche superiori, braccio, avambraccio, mano, accompagnate da spostamenti del corpo. Nell’esecuzione delle parate vengono realizzati alcuni requisiti basilari che devono essere messi in atto nelle situazioni di rischio: anticipare, bloccare e schivare.


Nel Metodo Globale Autodifesa, in una situazione che non preveda grande pericolo, i sistemi per colpire l’aggressore sono messi in atto per frenarne l’aggressività, distrarlo per un momento e sorprenderlo.

Un modo per contenere la violenza iniziale o allentare una presa al corpo soprattutto se esiste una grande disparità di peso e di forza.

Le tecniche di percussione fondamentali, mutuate dalla pratica pluridecennale del Karate Fijlkam, sono ovviamente un formidabile sistema per tentare di risolvere una circostanza grave che giustifichi l’utilizzo di mezzi immediati e definitivi.


Le tecniche per colpire con le gambe sono più difficili nel loro apprendimento, per una tecnica più complessa ed un gesto atletico che prevede lo sviluppo di maggiori qualità coordinative. Per un efficace e più immediato utilizzo delle percussioni portate con gli arti inferiori è preferibile l’impiego di calci bassi e veloci. Ampio spazio di addestramento sarà dedicato alle percussioni, per la grande varietà di colpi che possono essere portati con gli arti superiori e con gli arti inferiori e per la sostanziale importanza degli stessi nell’addestramento alla difesa personale.


L’utilizzo di prese varie  per bloccare una o più parti del corpo, anche allo scopo di colpire con mano o piede, è frequente nelle aggressioni. L’esercizio finalizzato all’impiego delle tecniche più idonee per una veloce ed efficace liberazione, è una parte importante dell’allenamento che può essere proposto in fase statica ed in fase dinamica.

Verrà posta attenzione all’impiego di gran parte del corpo per vincere la forza di bloccaggio dell’aggressore, raccomandando in un secondo tempo di evitare il consolidamento delle prese anticipando l’azione. Si dovrà agire sempre sulla parte più debole delle mani dell’assalitore, evitando movimenti di svincolamento che vadano contro una grande resistenza opposta e che non utilizzano il principio di leve biomeccaniche favorevoli.


Il Metodo Globale Autodifesa si serve anche di un sistema organizzato di leve articolari, prese in prestito dalle principali discipline marziali della F.I.J.L.K.A.M., base su cui è stato costruito il metodo e che oggi vede una sua trasformazione ed evoluzione.

Fondandosi soprattutto sul controllo dell’aggressore, nei limiti del possibile e qualora la situazione sia di basso rischio, il bloccaggio delle articolazioni e relative immobilizzazioni risultano essere soluzioni modulabili al pericolo effettivo e consone alla legislazione sulla difesa legittima in vigore nel nostro Paese.

Se pur le azioni reali potranno vedere un’applicazione più diretta delle leve fondamentali, gli spostamenti in tutte le direzioni effettuati in fase didattica, compresi quelli circolari, costituiscono un importante esercizio allenante e di coscienza corporea per la costruzione di schemi motori di base. I movimenti di rotazione, quasi sconosciuti dai neofiti, contribuiranno inoltre ad una risposta neuromotoria più immediata e a un veloce ripristino del senso di orientamento  in seguito ad una sollecitazione  non più rettilinea.


Le situazioni più difficili e pericolose si possono presentare quando chi viene aggredito perde il suo equilibrio in un’azione concitata, viene violentemente spintonato o percosso e viene a trovarsi a terra.

Questa è una forte situazione di svantaggio che M.G.A. ha preso in considerazione analizzando movimenti didattici ed allenanti al fine di poter offrire gli strumenti essenziali per proteggersi ed eventualmente contrattaccare. La condizione di aggressione al suolo è considerata molto critica anche per le forme di violenza più estreme quali la violenza sessuale, i tentativi di strangolamenti e l’accanimento con pugni e calci.

L’abitudine alla lotta a terra, propria delle nostre discipline del Judo e della Lotta, è utile per un contatto diverso ed una situazione in molti casi mai affrontata dalla maggior parte delle persone.


Grande attenzione sarà dedicata all’allenamento sulle situazioni di aggressioni che si susseguono in sequenze molto rapide e cambiano repentinamente anche nei sistemi di attacco. Il concetto di azione/reazione è molto importante per l’utilizzo più organizzato della nostra forza, tale principio ci permetterà di valutare una diversa nuova direzione di assalto e la relativa posizione modificata di chi ci attacca.

L’esercizio di percezione di una situazione che è cambiata nella sua sostanza ci permette di ampliare la nostra conoscenza del movimento e di perfezionare le tecniche apprese in dinamica. Pur privilegiando le leve articolari che meglio possono adattarsi ad una situazione reale, lo studio del movimento ed il relativo allenamento alla variabilità delle azioni proposte risulta essenziale per un miglior sviluppo delle qualità di risposta.

L’abitudine a modificare la nostra azione rispetto a stimoli diversificati ci darà un controllo ottimale di una situazione in continua evoluzione.


Un altro concetto basilare è costituito dalla considerazione che una circostanza di rischio può essere risolta semplicemente cercando di divincolarsi da una presa, frenare l’assalto violento e successivamente cercare una via di fuga.

Non bisogna dimenticare infatti che un principio fondamentale della difesa, strategico o reale che sia, è anche l’abbandono momentaneo o definitivo del teatro del conflitto, senza indugiare su concetti di ipotizzata codardia nello scegliere questa tattica.

La considerazione e la tutela del valore della vita umana, la propria e quella di altre persone, sono concetti essenziali da anteporre in maniera assoluta a qualsiasi altra analisi in merito alle situazioni di pericolo.


L’analisi di uno scontro reale evidenzia anche situazioni di distanza diversificata dove l’avanzare veloce dell’aggressore crea difficoltà nell’agire attraverso leve di controllo. Le potenzialità offensive risultano modificate e la necessità di tecniche di lotta diventano evidenti. Lo studio degli squilibri e l’applicazione di forze adeguate, ci danno la possibilità di utilizzare il nostro corpo per eseguire tecniche con direzioni diverse al fine proiettare il nostro avversario al suolo.


Il sistema M.G.A. e le sue linee guida, sono uno strumento con cui si vuol dare una risoluzione ai vari conflitti nel modo più adatto alle varie situazioni e nel più breve tempo possibile, sottolineando che il Metodo Globale Autodifesa non è rigidamente regolato e costruito.

L’esperienza e la capacità dell’Insegnante F.I.J.L.K.A.M., attraverso i tantissimi suggerimenti offerti dalle discipline federali, potranno essere di sicuro supporto al fine di integrare il Metodo. Il principio comune, però, resta quello di un’informazione corretta sulle situazioni di pericolo, sui relativi comportamenti e sulla massima prevenzione di tali circostanze. Sarà necessario dare informazioni corrette e senza storture sulle reali possibilità di difesa, senza creare aspettative esagerate ed idee di invulnerabilità che potrebbero mettere in serio pericolo di vita gli aggrediti o terze persone.

Tutto questo, per garantire comunque un’azione determinata e, per quanto possibile, contenuta nella sua espressione violenta, al fine di perseguire lo scopo di tutela della vita e dei valori umani insiti nell’azione educativa degli Insegnanti F.I.J.L.K.A.M.

MGA prevede tre livelli specifici di addestramento, per persone di ambo i sessi e di tutte le età:

• il primo livello – “basic” è destinato a quegli individui con caratteristiche fisiche basse o medio basse o comunque per praticanti alle prime esperienze, con finalizzazione di difesa per le principali aggressioni più comuni (scippi, rapine, futili motivi, tentativi di stupro, ecc) e con tecniche di base semplici e di facile esecuzione;

• il secondo livello – “intermediate”- è destinato ad individui con qualità fisiche alte o medio alte, in grado di apprendere tecniche anche più evolute e di sostenere un maggior carico di lavoro, sia generale che specifico, naturalmente in prosecuzione del primo livello e consolidandone le relative abilità;

• il terzo livello – “advanced” -  consiste nella specializzazione di quanto acquisito ed è riservato agli Istruttori di capacità elevata. Viene altresì svolto un programma specifico rivolto agli operatori delle Forze di Polizia, Forze dell’Ordine ed agli addetti alla sicurezza in genere che volessero avvalersi di esperti in grado di formare i loro istruttori di materie tecnico-professionali, quali le Tecniche di Autodifesa o le Tecniche Operative Speciali.