Bilancio azzurro del Grand Slam a Tashkent

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Quante sono state le cose accadute nei 499 giorni che collegano il 24 ottobre 2019 al 6 marzo 2021? Indubbiamente moltissime, ma fra le tante c’è anche un filo invisibile che unisce due medaglie d’oro, le più recenti per l’Italia in un Grand Slam, quella di Manuel Lombardo ad Abu Dhabi con quella che Christian Parlati ha conquistato l’altro sabato a Tashkent. E se quello ottenuto da Christian Parlati è stato un successo ‘marziano’, così come per Manuel, gli applausi e gli apprezzamenti sono stati univoci e planetari (IJF, EJU, Judo Inside, ecc). Ma c’è anche altro ed è particolarmente prezioso, soprattutto di questi tempi, perché nonostante le difficoltà contingenti anche a Tashkent ha gareggiato una squadra numerosa, ben 21 atleti e con i piazzamenti di Francesca Giorda e Francesca Milani, la bella prova di Nicholas Mungai e di tutti gli altri che si sono battuti in ogni caso con generosità e intraprendenza, ci sono stati ben sette atleti che hanno fatto la loro prima esperienza in prima squadra. Battesimo che Biagio D’Angelo, Biagio Stefanelli e Lorenzo Rigano hanno celebrato con una vittoria.

“Siamo molto contenti per il bellissimo e spettacolare oro di Parlati – è stato il commento conclusivo del coach Francesco Bruyere- anche perché arriva da un periodo complicato dopo la pausa forzata dovuta al contagio. Quando Christian si esprime in questa maniera è davvero inarrestabile, ma siamo convinti che, per le potenzialità che ha, possa fare ancora meglio di così e raggiungere qualsiasi obiettivo. Con il resto della squadra olimpica abbiamo sicuramente pagato la stanchezza accumulata con gare e viaggi così ravvicinati, fisicamente stavano tutti bene, ma mentalmente ci è mancata la carica nervosa che a questo livello fa la differenza. Dobbiamo salire su quel tatami concentrati, lucidi, cattivi e assetati di vittoria perché davanti a noi troveremo sempre qualcuno altrettanto determinato che non ha nulla da regalare. Purtroppo, i protocolli Covid ci hanno costretto a raggiungere le sedi di gara con molto anticipo riducendo lo spazio utile fra gli eventi per ricaricare le energie in maniera adeguata, abbiamo dovuto però fare uno sforzo e partecipare a Tashkent per sistemare la qualificazione di alcuni. Ora ci aspetta ancora un mese e mezzo molto complicato con due Grand Slam ed un campionato d’Europa nell’arco di 4 settimane. Sulla base dei risultati e delle necessità individuali dovremo programmare al meglio il tutto, in modo da non lasciare nulla al caso e centrare l’obiettivo”.

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