Karate

I commenti della stampa sugli Europei di Trieste

Il Piccolo, storico quotidiano locale, ha aperto l'edizione in edicola oggi con un richiamo con foto in prima pagina e l'intera pagina di apertura dello sport dedicata ai campionati. Questi gli articoli principali. KARATE Gli atleti italiani conquistano un buon bottino (sette medaglie) nella prima giornata degli europei juniores Gli azzurri conquistano subito tre titoli Medaglie d’oro per i nazionali Busà, Bottaro e Serino. Oggi saranno in gara i cadetti TRIESTE L'Italia battezza con l'oro la prima giornata di gare dei campionati europei di karate, inauguratisi ieri sotto l'egida Fijlkam. Luigi Busà, Viviana Bottaro e Salvatore Serino si laureano campioni d'Europa, tingendo di azzurro il PalaTrieste e impreziosendo un bottino incrementato dall'argento di Veronica Foresti (combattimento) e dai bronzi di Alfredo Tocco (forme) della Marivin Chiari nel combattimento (53 kg) e di Saverio Pesola, sempre nel combattimento, 80 kg.
Italia quindi protagonista in campo juniores. Gli azzurrini dipingono subito un ricco medagliere, precedendo nella quantità la Turchia, ieri sei volte sul podio ma 4 sul gradino più basso, e la Francia (2 ori, 1 argento e 2 bronzi). Chi puntava sulla nazionale italiana in veste di protagonista scommetteva sul sicuro. Lo hanno confermato i primi risultati di ieri, distribuiti tra kumite ( combattimento) e kata (forme) le due specialità agonistiche del karate targate Filkam, da tempo in auge in campo internazionale, senza mai soffrire la sindrome di «separate in casa».
Ad aprire la danza delle medaglie per l'Italia nella 35.a edizione degli europei ci ha pensato Alfredo Tocco, prodotto della Accademia Karate Santa Maria di Vico, oro lo scorso anno, ieri bronzo. Un risultato che non deve fare pensare a un passo indietro quanto al senso di continuità della scuola italiana, anche nel kata.
Settore che ha visto invece la conquista dell'oro da parte di Viviana Bottaro. Reduce da un terzo posto ai mondiali la giovane azzurra ieri ha prodotto una collana di successi (quattro di fila) ripetendosi puntualmente in finale dove il suo «pulito» Unsu ha convinto i giudici rispetto al kata proposto dalla serba Marija Madzevic.
Capitolo kumite. La giornata si era subito aperta bene per l'Italia che già in mattinata si assicurava l'accesso al podio, grazie ai due terzi posti ottenuti prima con la Chiari nei 53 kg, arresasi solo alla turca Gulker (2-1) dopo aver liquidato la serba Ognijenovic (1-0) e la bulgara Ganeva (2-1) e quindi con Saverio Pesola, negli 80 kg, abile a sfruttare un ripescaggio ed aggiudicarsi tre incontri che valgono ora un metallo al collo. Il podio nel kumite l'Italia lo ha trovato altre tre volte. Salvatore Serino, nei 65 kg, è il nuovo campione d'Europa juniores, titolo giunto dopo la finale vinta contro l'austriaco Coser per 2-0, due secchi gyaku tsuki (diretti di destro) e oro in bacheca per l'azzurro. Oro a cui puntava anche Veronica Foresti (60 kg) che dopo aver archiviato in scioltezza le pratiche contro la greca Tseliou (2-0) la turca Abakoc (4-0) e la macedone Dakic (2-1) approdava in finale, dove, palesemente scarica, subiva il secco 0-2 della tedesca Tavidinova; argento comunque per l'italiana.
Un discorso a parte lo merita Luigi Busà, il campione del mondo in carica Senior nei 75 kg, ancora in grado di giostrare tra gli juniores. Busà non ha smentito i pronostici, cosa che gli riesce serenamente da qualche anno, su qualsiasi ribalta. Ieri il siciliano ha iniziato rullando il macedone Vujadinivic (4-0) controllando poi l'ucraino Chervisky (1-2) piegando il bulgaro Ianov (3-0) e giocando con lo spagnolo Romero, castigato per 8-0. In finale l'italiano ha offerto anche dosi di saggezza tattica, rischiando poco in finale contro l'inglese Gibbings, battuto per 1-0, anche in questo caso con un diretto destro al volto, calibrato ed efficace. Nel complesso ieri il kumite ha offerto dinamiche a base di molte tecniche di braccia, svariati tentativi di proiezione ( pochi quelli andati a segno) e poche soluzioni di gambe. La velocità però è notevole, sempre di più, anche a livelli giovanili, dove la perfetta condizione atletica non è più solo un accessorio ma una vera necessità. Oggi tocca ai Cadetti, in lizza sin dalle 10 con le eliminatorie dei kata, seguiti, dalle 11.30 circa, dal kumite. Francesco Cardella Luigi re d’Europa nel kumite Viviana nel kata TRIESTE Non ha smentito le attese, non ha deluso il pubblico. Luigi Busà ha regalato l'oro all'Italia nel kumite (combattimento) dominando la categoria divenuta oramai la sua personale riserva di caccia, quella dei 75 kg. Il campione del mondo assoluto da ieri è così anche il re d'Europa juniores: «Non volevo e non potevo deludere le molte persone che aspettavano questo oro - ha dichiarato a caldo l'azzurro dopo la finalissima - tra l'altro avevo sugli spalti amici e parenti giunti dalla Sicilia, volevo fare un bel regalo a loro e ai miei allenatori». Tra i segreti del successo anche la formula della coesione all'interno degli azzurrini, dato che il neo-campione d'Europa Busà ha manifestato subito dopo la nuova affermazione internazionale: «Siamo un ottimo gruppo, ci troviamo bene assieme, indifferentemente dalla nostra provenienza regionale - ha sottolineato Busà - spero si possa crescere ancora, sempre uniti, come abbiamo fatto sino adesso a suon di risultati». Attorno a Luigi Busà cresce intanto l'attenzione, sia dei media sia degli avversari che oramai lo «studiano» a ogni gara. Un dati che induce Busà ad affinare anche l'acume tattico: «Il livello sta crescendo - ha aggiunto - lo posso dire dopo aver passato anche esperienze senior. In effetti mi conoscono - ha concluso il talento - devo stare sempre più attento e soprattutto non strafare, tanto meno in finale e fare quanto serve per vincere». Sulla vetta d'Europa anche la juniores Viviana Bottaro, oro nel kata: «Una emozione non da poco vincere in Italia, con il tifo vicino - ha commentato l'azzurrina dopo l'impresa -. Al momento non riesco a formulare una serena autocritica, mi godo soltanto la vittoria». f.c. Regia curata da Vania Vescovo, poi tanta musica, breakdance col gruppo Kaos Tribe, esibizioni dell’Artistica ’81 e delle soliste del gruppo di ballo del Verdi Anche i bambini del judo alla cerimonia inaugurale TRIESTE La musica, le danze, la fiaccola, i colori. Trieste ha battezzato il 35° Campionato europeo di karate cercando di imprimere un suo lato artistico. Impresa in fondo riuscita, tra inevitabili ritardi e piccoli eccessi. La cerimonia di apertura della manifestazione, curata nella regia da Vania Vescovo, ha assemblato spunti raccolti all'interno dello sport - non solo quello in chiave marziale - e nelle espressioni della danza, classica e moderna. La semplicità della tradizione, quella legata agli inni e l'alzabandiera, ha tuttavia fatto ingresso per prima, sciogliendo gli animi del pubblico (numeroso anche in virtù delle ricche delegazioni giunte a Trieste) e degli atleti.
Una parentesi scivolata agevolmente anche per lo stile dimostrato dagli ospiti durante gli interventi istituzionali: veloci fortunatamente quasi come le tecniche di braccia viste in gara. Poi tanta musica. Affidata ad alcuni gruppi, tra cui la Scuola di danza di Udine «Broadway Dance Studio» e il gruppo Kaos Tribe, eccellente realtà di breakdance e hip hop, solita ad allenarsi a Monfalcone ma soprattutto a Trieste, all'interno di una delle varie sezioni artistiche del Polo di aggregazione giovanile del Ricreatorio comunale «Toti» a San Giusto. Più surreali le coreografie regalate dalla scuola udinese, decisamente trascinanti quelle dei breakdancer giuliani, quasi una sorta di stimolo per le movenze dei giovanissimi karateka in gara. Spazio fortunatamente anche al classico, grazie al vellutato intervento delle soliste del corpo di ballo del Teatro Verdi di Trieste, costituito dalle eleganti Emanuela Russo, Valentina Massa e Alessia Pollini. Una cerimonia che non ha voluto rinunciare al fiocco di altre discipline sportive, offerte in veste di esibizione, fortunatamente molto agili. La società triestina Artistica '81 ha proposto una vetrina di alcuni passaggi alla trave; mancavano le titolate, hanno strappato applausi le più giovani promesse. Il circuito regionale della Fijlkam, la Federazione italiana judo lotta karate e arti marziali, egida dei campionati europei tornati in Italia dopo oltre vent'anni, ha serbato una passerella di alcuni suoi settori peculiari. Il karate godeva già di un ampio e quotato contesto ed è quindi passato in terzo piano mentre il judo interpretato dai bambini è stato un sorso di dolcezza unica. Bello invece vedere all'opera finalmente la lotta libera, settore cullato all'interno della Fijlkam e fonte di interessanti prospettive olimpiche, ma sognato in parte ancora a Trieste, nonostante il buon lavoro che si sta creando attorno alle tappe estive del Memorial Savron, l'unico momento che riapre uno spiraglio verso la tradizione della scuola giuliana. Un piccolo appunto sulla fiaccola olimpica. Il tripode all'interno del PalaTrieste, acceso ieri dal tecnico azzurro Roberta Sodero, per motivi di sicurezza emanava un fuoco artificiale ma l'importanza del messaggio permane. Tra qualche anno il karate potrebbe infatti aspirarne ad uno autentico, forse quello dei Giochi del 2016, edizione che dovrebbe inoltre ospitare alcuni degli azzurrini visti all'opera sui tatami (tappeti di gara) allestiti in questi giorni a Trieste. Luigi Busà su tutti, laureatosi ieri, subito dopo la cerimonia, campione d'Europa juniores.
Trieste intanto può ancora sognare. Dopo un europeo, stando a indiscrezioni, si pensa in grande, puntando magari ad un mondiale e forse Seniores. Obiettivo forse prematuro ma di certo non azzardato. f.c. Tanti triestini in maglia azzurra hanno percorso le vie del centro. C’erano anche Benetello e la Sodero I tedofori dalle Rive al PalaTrieste per aprire l’Europeo TRIESTE Ieri pomeriggio è partita da piazza Unità la fiaccola che ha dato il via ai Campionati europei cadetti e juniores di karate in svolgimento al PalaTrieste. La partenza e l’arrivo della fiaccola sono stati giustamente affidati alle mani esperte di grandi campioni di karate come Davide Benetello e Roberta Sodero, ma per coprire i circa dieci chilometri di percorso sono state scelte le gambe degli atleti della Federazione italiana di atletica leggera, che ben si addicono a simili imprese.
Hanno aderito all’iniziativa numerose società triestine che hanno schierato sia atleti delle categorie giovanili sia gli amatori, ma non sono mancate all’appuntamento le migliori espressioni della nostra atletica con diversi atleti da maglia azzurra.
Il percorso ha toccato diversi punti suggestivi: dalle Rive al Teatro Romano e al colle di San Giusto, fino ad attraversare il rione di San Giacomo per scendere verso il PalaTrieste, dove centinaia di karateka attendevano la fiamma per iniziare le loro sfide. La prima frazione ha preso il via con il presidente provinciale della Fidal Giuseppe Donno, insieme al gruppo di tedofori già protagonista qualche anno fa della staffetta storica Roma-Trieste. Al passaggio lungo le Rive si sono quindi uniti i giovani del Marathon per proseguire con i rappresentati di altre società cittadine come Cus Trieste, Fiamma, San Giacomo, Evinrude, Altopiano ed Amici del Tram, risalendo poi lungo corso Italia fino al colle di San Giusto. Qui la fiaccola è stata presa in consegna dalle ragazze della Trieste Trasporti alle quali si sono presto uniti i coetanei di Fincantieri, Pentatletica e Tergestina. Vari gruppi di atleti si sono aggiunti lungo il percorso, attendendo la fiaccola in diversi punti prefissati, e come un fiume il gruppo di corridori si è man mano ingrossato fino a riempire l’intera corsia di via Flavia.
Come da programma l’ultimo gruppo ad inserirsi è stato quello delle nostre maglie azzurre, con Michele Gamba a prendere in carico il prezioso fuoco e guidare quella che ormai era un’ondata di piena; al suo fianco gli atleti azzurri più noti come Diego Cafagna, Sara Bettoso, Federico Masi e Monica Cuperlo, mentre nel gruppo si distingueva con una certa facilità il nazionale di basket Alberto Tonut, anche lui appassionato di corsa. Alessandro Parlante

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