Alton Brown: il karate al servizio di chi ha più bisogno

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Roma, 19 maggio 2020 – In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, un periodo in cui viene messa a dura prova la resistenza emotiva, oltre che pratica, di chi vive questo mondo, alcune storie e alcuni uomini possono darci forza. È il caso Alton Brown, karateka giamaicano di primissimo livello, che ha deciso di mettere a disposizione le proprie capacità e abilità per aiutare chi ne ha più bisogno.

La WKF cura una serie di articoli denominata #KarateValues in cui vengono analizzate le iniziative di organizzazioni o persone che si impegnano per sfruttare e condividere al meglio i valori di questo nostro sport; personalità che usano il karate per creare un mondo migliore.

La missione di Alton Brown, 36enne attualmente in 27° posizione del ranking mondiale (kumite -75kg), è di insegnare a ragazze indiane nate in circostanze di grande difficoltà i valori e i benefici del karate.  

Si tratta di ragazze estremamente vulnerabili che, una volta lasciate dalle famiglie non più in grado di istruirle e nutrirle, si trovano a strettissimo contatto con la povertà e con tutto ciò che ne consegue in un luogo a forte rischio come Varanasi: dal traffico di droga al commercio sessuale di minori, passando per maternità precoce, elemosina, matrimoni combinati e una vita destinata alla strada.

Il karate è allora la disciplina che può davvero incoraggiarle, dare loro quella forza che non sono più in grado di trovare in loro stesse ma che, sicuramente, hanno dentro. Si tratta di forza mentale e, non da meno, di fiducia nel proprio corpo. È il karate, in questo caso, a dare loro la possibilità di allargare i propri orizzonti e le proprie conoscenze. “Le arti marziali sono uno strumento di auto-sviluppo che ti aiuta a raggiungere tutto ciò che vuoi nella vita, indipendentemente dalle circostanze”, ha dichiarato Alton Brown che, insieme all’organizzazione no profit olandese “FairFight”, è partito molto spesso per l’India dove ha curato una serie di seminari specifici incentrati sulle tecniche di autodifesa e più in generale del karate.

È proprio grazie a “FairFight” che l’atleta giamaicano, da sempre attento a certe dinamiche e con il background di un master in sviluppo internazionale e studio dei rifugiati, ha potuto mettere le sue conoscenze a disposizione dei giovani in situazioni di difficoltà.

Da non dimenticare l'organizzazione locale AshaDiya Foundation, che insieme a FairFight, sostiene una casa sicura nella zona di Varanasi, dove oltre venti ragazze sono protette, nutrite e istruite. Le lezioni di karate si tengono due volte a settimana con istruttori locali e il campione giamaicano si reca periodicamente per tenere seminari e conferenze.

L’impegno con FairFight non è il primo per Alton Brown che già collabora con un’organizzazione no profit per aiutare i rifugiati nel nord di Londra. “Con il Karate imparano a difendersi, ma interiorizzano anche un senso del proprio valore e del proprio diritto ad essere indipendenti”, ha affermato la Cintura Nera.

Recentemente ha viaggiato in Olanda per condurre un seminario sul Karate in occasione della Giornata Internazionale della Donna, per sensibilizzare e per raccogliere fondi con l’obiettivo di continuare il lavoro dell'organizzazione in Zimbabwe e in India.

Per Brown, che ha perso il fratello minore due anni fa, ucciso in uno scontro di strada, la forza dello spirito è la chiave: “Il karate mi ha insegnato la resilienza di fronte alle avversità e mi ha permesso di adattarmi meglio per perseguire il successo. Karate Values significa rispetto, umiltà, capacità di avere un obiettivo in mente e di avere la forza di rivalutare, tornare indietro e riprovare. Il karate, per me, incarna tutti questi ideali".

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L’articolo è tratto dal sito www.wkf.com

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