Dojo Michele Monti… una storia speciale

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20221109 MMonti 7L’otto dicembre prossimo saranno trascorsi quattro anni dal giorno in cui Michele Monti ci lasciò. È stato un campione e soprattutto un grand’uomo Michele, un ragazzo che ha lasciato il segno in tutti i sensi. Sul tatami anche con un bronzo mondiale, uno agli europei ed una partecipazione alle Olimpiadi di Atene, ma anche (soprattutto) nella vita con un’esperienza da coach che ha lasciato il segno. Sì, perché proprio questa mattina a Castelporziano, nel Centro Sportivo della Guardia di Finanza, il “Dojo” delle Fiamme Gialle è stato intitolato proprio a lui, a Michele Monti, scomparso quando aveva soltanto 48 anni. In quest’occasione speciale le emozioni sono raccontate dalle parole degli atleti, dei compagni di squadra, anche se soltanto alcuni, ma con un sentimento che rappresenta tutti.

Il cielo è terso sopra Castelporziano, è un anonimo mercoledì per i romani ma alle Fiamme Gialle si attende con rispetto un evento senza precedenti, l’intitolazione del Dojo (sala tatami) ad un uomo che ha lasciato tracce indelebili nel percorso di molti di noi: Michele Monti, un grande atleta, un cultore dello sport, un eccezionale Maestro di Judo, un grande uomo e per pochi un grande amico quando voleva concedersi. Mi pregio di aver avuto l’intuizione, supportata da alcuni colleghi fra i  quali il luogotenente Mendolia Salvatore, Giuliano Loporchio, Leonardo Conte e Cristian Collecchia, di intitolargli il Dojo, un luogo che per noi judoka e per i karateka è considerato sacro, inviolabile e di assoluto rispetto. È questo che la tradizione orientale, dalla metà dell’800, continua a tramandarci facendo breccia sul panorama occidentale talvolta non in linea con tali filosofie. Michele ha avuto un ruolo fondamentale nel percorso di molti atleti che come me hanno potuto “sfruttare” le sue conoscenze tecniche, la sua personalità ed il suo carisma. Per quanto appassionato dello Judo e di un’insaziabile voglia di far emergere i suoi discepoli, non mancava mai nel trasmettere le 20221109 MMonti 2sue leggi di vita forse anche talvolta rigide ma intrise di trasparenza, schiettezza, lealtà e coerenza. Insomma, un uomo del quale fidarsi ciecamente, un Maestro nella sua accezione più elevata. Il 9 novembre è stato finalmente intitolato il Dojo dopo una toccante Cerimonia che ha visto coinvolti ospiti di autorità, colleghi di un tempo che fu con i quali Michele ha trascorso gli anni più vigorosi della sua vita, amici ed atleti che non hanno potuto godere della sua conoscenza. Cerimonia che ha lasciato un ricordo indelebile a tutti ed immediatamente rendersi conto che ha toccato il cuore di ognuno dei presenti ed impreziosita dal regalo più bello che Stefano Zambito poteva fare, “l’unico pittore artista uscito dalle Fiamme Gialle” (così lo aveva definito Michele nel lasciargli una dedica su un libro regalatogli), un meraviglioso ritratto su tela che rimarrà gelosamente conservato nel Dojo. Sulla tela il nostro Stefano ha scritto una frase che definisce appieno Michele ed il significato della giornata: “c’è chi è solo rumore e chi silenziosamente lascia impronte indelebili”. In fondo è quanto è successo ad ognuno di noi che ha saputo apprezzare un uomo straordinario che manca moltissimo, per la presenza, per un confronto o semplicemente per un importante riferimento. In una delle sue tante poesie, Fabrizio De Andrè dice “È stato molto meglio lasciarsi che non esserci mai incontrati”. Finisce cosi un’importante giornata che sottolinea la sensibilità del Club delle Fiamme Gialle che ha cristallizzato per sempre in una targa il ricordo di Michele Monti senz’altro con un pizzico di amarezza ma consapevoli che i suoi insegnamenti non moriranno mai. (Marco Grassi)

20221109 MMonti 1Dopo 2 anni, finalmente grazie all’impegno di alcuni militari, me compreso, e al supporto della Superiore gerarchia, finalmente ieri 9 novembre 2022 siamo riusciti a intitolare il dojo delle Fiamme gialle a Michele Monti. È stato molto emozionante rivedere tutto il gruppo riunito delle varie generazioni delle Fiamme gialle lì per Michele è stato il simbolo dello spessore di questa persona. Michele oltre ad essere stato un grande campione è stato anche un grande tecnico, non solo per l’aspetto judoistico, ma soprattutto per l’aspetto umano e per i valori che trasmetteva. Di Michele non si conosce molto perché era una persona molto professionale, ma che non si concedeva a tutti, però se si fosse riusciti ad entrare nelle “sue grazie” Michele ti avrebbe dato molto di più rispetto a quello che un normale allenatore può dare, infatti durante la cerimonia è stato dedicato un quadro da un artista amico di Michele, dove oltre a raffigurarlo lo descrive con una frase “C’è chi è solo rumore e chi silenziosamente lascia impronte profonde”. Io nel mio percorso all’interno delle Fiamme Gialle ho avuto il piacere di conoscerlo a 360 gradi e per me Michele è stato un tecnico, un mentore, ma soprattutto un amico e anche un fratello maggiore. É stato una persona che ringrazio Dio di avermi concesso la fortuna di conoscere. Ed è per tutto ciò che il dojo delle Fiamme Gialle è stato intitolato a lui, perché ogni atleta che passerà di li dovrà conoscere chi è stato Michele Monti, cercando di intraprendere lo stesso cammino che lui ha percorso come atleta ma soprattutto come uomo”. (Giuliano Loporchio)

La cerimonia di ieri è stato evento toccante, significativo ed importante, Doveroso è ringraziare Marco Grassi che ha principalmente ideato tutto ciò. La nuova denominazione del Dojo fiamme gialle in onore a Michele Monti è senz'altro segno importante per le nuove leve che verranno e bellissimo ricordo per le generazioni passate. Michele Nonostante la sua grandezza e imponenza in veste d'atleta e soggezione in quella d'allenatore, non ha mai messo da parte la propria interezza: per lui il vincere e diventare uomini o donne migliori erano concetti che andavano pari passo, anzi mi permetto di dire che la seconda prevaricava sulla prima. Indubbiamente non un uomo da gesti plateali, ma senza dubbio da gesti concreti! (Edwige Gwend)

Anche se, riportando le parole di Silvia Salis, sarebbe auspicabile che il valore umano e lo spessore morale di alcune, rare, persone fosse riconosciuto e apprezzato mentre sono ancora con noi, penso sia stato bello ritrovarsi a omaggiare Michele con l'intitolazione del dojo delle Fiamme Gialle. Insieme alla sua famiglia e ai vertici del Centro Sportivo erano presenti allenatori, compagni di squadra e allievi di Michele. Ritrovarci tutti lì, generazioni diverse e distanti tra loro, in una mattina carica di emozione e commozione, significa che quello che Michele è riuscito a lasciare ad ognuno di noi, in modi e tempi differenti, è così autentico che rimane persistente e presente. (Martina Lo Giudice)

La Cerimonia per l’inaugurazione al Dojo Fiamme Gialle a Michele Monti è stato un momento intenso. Il fatto che tante persone si siano riunite per celebrarlo è stato l’ennesimo regalo che Michele potesse fare. In quel tatami c’è l’essenza di Michele ha profondamente dato tutto se stesso in quel tatami e a tutti noi. La cerimonia si è svolta in una commozione generale consapevoli come ha detto nel bellissimo discorso Silvia Salis che a lui questa situazione avrebbe messo a disagio. L’intervento della sorella ha toccato tutti i presenti, dalla famiglia agli ex atleti, gli amici, a tutte le fiamme gialle, agli altri gruppi sportivi ai componenti della federazione, arrivando all’apice della commozione. C’erano tutte le persone a cui consapevolmente Michele è riuscito ad entrare nel cuore. La cerimonia ha riaffiorato dei ricordi indelebili. Sembrava che fosse lì presente, sembrava che fosse nascosto tra la folla dei presenti a fare le sue battute. Sono contenta che il suo nome sia per sempre legato al Dojo Fiamme Gialle e sono onorata di aver condiviso tanti momenti con lui, di aver avuto l’onore di averlo avuto come Sensei. Penso che non riuscirò a dire mai addio a Michele, Michele è nel tatami, è nel judo, Michele è con noi. (Valeria Ferrari) 20221109 MMonti 4

Michele è stato un compagno di squadra silente ma sempre presente, maturato dentro e fuori come il buon vino, lentamente ma capace di lasciare un sapore unico a chiunque lasciasse entrare nel suo mondo. Le Fiamme Gialle hanno restituito un tributo all'uomo ancor prima che al campione indiscusso che comunque è stato. Il gruppo sportivo giallo verde da ieri ha un motivo in più per essere orgoglioso di ciò che è, di ciò che è stato e forse un dovere morale in più per perseverare nel progetto di ciò che vorrà essere. (Ylenia Scapin)

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