Mondiali Giovanili in Cile, L'Italia chiude con 2 ori, 2 argenti e 1 bronzo

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Roma, 28 ottobre 2019 - Conclusi i Campionati Mondiali Giovanili in Cile, l’Italia conta il bottino di 2 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Un successo per gli azzurrini soprattutto del kata dove su 4 atleti, ben 3 sono andati a medaglia; discorso diverso per il kumite dove la Nazionale puntava a più risultati positivi. L’Italia infatti si è presentata in Cile con una delegazione ristretta, ma con il grande obiettivo di andare a medaglia con tutti i ragazzi convocati.

Obiettivo sfiorato per il kata giovanile. Per il kata cadetti, unica convocata Sonia Inzoli che non ha deluso le aspettative laureandosi Campionessa del Mondo, così come negli juniores Alessio Ghinami è riuscito mettersi al collo l’oro, mentre Sara Soldano ha dovuto cedere il passo nelle eliminatorie terminando all’11esimo posto. “Gli atleti scelti sono di alto profilo e di interessa internazionale – commenta la coach azzurra Tiziana Costa-. Sonia e Sara hanno incontrato una piccola difficoltà nella prima prova e se con la cadetta abbiamo cambiato strategia fino a conquistare il titolo, la junior purtroppo ha trovato lo stop al secondo turno per un problema di carattere tecnico su cui lavoreremo. Alessio, invece, si è subito distinto ottenendo dieci decimi più del suoi avversari e superando in finale il Campione del Mondo in carica. Tutti e tre ci hanno riempiti di soddisfazione”. 

Anche per gli Under 21 di kata c’era un’unica convocata, Carola Casale, che ha centrato la finale conquistando un prezioso argento: “Una gara strepitosa la sua – commenta il coach Vincenzo Figuccio -. Nel suo percorso ha distaccato la seconda del girone sempre di almeno 1 o 2 punti. Peccato per la finale, gli arbitri hanno evidenziato degli aspetti tecnici che dovremo sistemare: era un punto che ci eravamo già posti, ci lavoreremo, ma dobbiamo ammettere che ha affrontato la gara da vera dominatrice”. Figuccio poi sottolinea il successo di Alessandra Mangiacapra nel kumite come esempio di etica e professionalità che deve essere d’esempio a tutti i giovani atleti: “L’argento di Alessandra rappresenta a mio avviso un connubio perfetto tra professionalità, educazione, rispetto dei ruoli, spirito di sacrificio e capacità di ascolto. È un modello oggi difficile da trovare nei giovani e l’Italia FIJLKAM può veramente ricoprire un ruolo importante in questo, perché anche gli altri medagliati Ghinami, Inzoli, Casale e De vivo sono portatori di valori etici e comportamentali che li hanno ben distinti. Credo che Alessandra rappresenti veramente quello che lo sport dovrebbe insegnare. Vogliamo costruire un brand etico: il profondo rispetto di sè stessi e del sistema di cui si fa parte, l’ascolto e la completa disponibilità a seguire le regole sono i presupposti per poter creare un sistema di futuri campioni, non solo sul tatami ma anche nella vita”. 

Nel kumite juniores solo Daniele De Vivo è riuscito a centrare l’obiettivo medaglia, mentre Asia Agus e Carmine Luciano si sono fermati nelle eliminatorie. “Partendo dalla situazione in Cile – sottolinea il coach Gennaro Talarico -, abbiamo fatto in modo che i ragazzi fossero isolati completamente da questo problema, ma le voci comunque giravano e in Italia qualcuno diceva che saremmo tornati. Questo un po’ spaventati e preoccupati perché, come ogni atleta, ci tenevano a questi Mondiale e l’idea di rientrare senza parteciparvi li ha destabilizzati all’inizio. Comunque siamo riusciti a mantenere la calma e tutto è andato per il meglio. Quello che è mancato in questa competizione è sicuramente il fattore “gruppo”. La Wkf per problemi di sicurezza ha vietato l’ingresso al palazzetto a chiunque non dovesse gareggiare in quella giornata: la maggior parte delle altre Nazioni avevano almeno 9 ragazzi in gara, noi solo 3 e questo ha comunque fatto la differenza.  Daniele ha fatto una gara bellissima, è stato quello che ha affrontato al meglio i Mondiali: perso il secondo turno era disperato, gli era crollato il mondo addosso, il mio compito è stato quello di fargli capire che non era ancora finita, così si è rialzato e nei recuperi ha fatto degli incontri splendidi dimostrando di volere questa medaglia. Meritatissima. Asia Agus è uscita al quarto turno, con lei avevamo buone possibilità di medaglia. È stata comunque grande perché dal punto di vista emotivo ha subito un blocco, sentiva il peso di questa gara non riuscendo ad essere lucida nel combattimento. Carmine Luciano è anche lui una medaglia mancata perché la sua sconfitta arriva a sorpresa a bandierine contro un georgiano che si è fermato poi in semifinale.In generale il problema dei nostri ragazzi è stato una lettura del combattimento internazionale che per certi aspetti è differente da quello nazionale, c’è un differente modo di affrontarlo e noi dobbiamo imparare di più a gestire questo tipo di combattimento”. 

Stessa situazione per gli Under 21 di kumite dove solo Alessandra Mangiacapra è riuscita a brillare conquistando l’argento, mentre Rosario Ruggiero, Nicole Murabito e Veronica Brunori hanno trovato lo stop nelle eliminatorie. “Pensavamo di poter fare meglio commenta il coach Claudio Guazzaroni -, nonostante fossimo consapevoli essere in un contesto mondiale difficile. Lunica degli Under 21 ad aver reagito bene è stata Alessandra, affrontando la gara con grande maturità e nella maniera più giusta. Ed è proprio questo atteggiamento che è mancato agli altri ragazzi, sono forse stati più timorosi e in un evento come questo dove tutti combattono fino alla fine non ce lo si può permettere. Dobbiamo lavorare su questo aspetto perché sono certo che così potranno raggiungere molti altri obiettivi in futuro. Tutti insieme stiamo già seguendo questa via e i Mondiali sono stati la riprova che c’è la necessità di creare un progetto per colmare questo tipo di lacune dei ragazzi”.

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