Anche il karate torna al Centro Olimpico

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Roma, 20 luglio 2020 – Finalmente riparte anche il karate. Dopo il judo, ecco anche il primo collegiale della nazionale di karate nel post coronavirus, dal 27 al 31 luglio al Centro Olimpico “Matteo Pellicone” di Ostia.

Le norme e le linee guida sono state diramate e saranno rispettate con grandissima attenzione. In questa situazione emergenziale difficilissima per tutti, la voglia di sport e di karate è tanta e questo collegiale è un primo passo verso un futuro in cui lo sport sarà di nuovo nella nostra quotidianità.

Viviana Bottaro e Mattia Busato, Lorena e Luigi Busà, Sara Cardin, Clio Ferracuti, Laura Pasqua, Silvia Semeraro, Angelo Crescenzo, Luca Maresca, Simone Marino e Michele Martina possono tornare a lavorare come una squadra sotto la guida degli allenatori federali: M. Claudio Guazzaroni, M. Cristian Verrecchia, M. Salvatore Loria, M. Vincenzo Figuccio, M. Roberta Sodero e il Collaboratore Tecnico Nello Maestri. Il preparatore atletico sarà Massimo Montecchiani e la coordinazione generale spetterà al Direttore Tecnico della Nazionale, il professor Pierluigi Aschieri, con il quale abbiamo fatto il punto della situazione.

Sono molti gli aspetti che allenatori e atleti dovranno valutare, aspetti fisici e mentali sui quali si dovrà lavorare per colmare le inevitabili difficoltà derivanti da questo lungo periodo di stop e, soprattutto, dall’impossibilità di vedersi: “Via web si fa quel che si può. Anche il mondo della scuola rifiuta il web, perché il lavoro insieme rinforza l’apprendimento. Non c’è solo il lavoro ex cattedra, dalla cattedra ai banchi, ma c’è poi la rielaborazione del gruppo sulla base delle esperienze e delle informazioni del momento. – ha commentato Aschieri, professore all’università di Padova – Quest’anno ho constatato che il livello di apprendimento è stato inferiore a quello degli anni passati. Ci tengo dunque a dire che chi pensa che il web risolva tutto è un po’ fuori strada. Il web può essere considerato, al massimo, come un cerotto.”.

Gli aspetti psicologici su cui lavorare non si fermano a quelli legati all’apprendimento, ma si passa anche per problemi legati agli aspetti neurocognitivi e ad altri aspetti motivazionali: “L’aspetto neurocognitivo è sicuramente molto importante. Tutto il discorso che riguarda i processi decisionali, la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto. Purtroppo tutto ciò, durante il coronavirus, è andato perso. È un lavoro di accuratezza e allenarsi davanti allo specchio non è assolutamente la stessa cosa. Questi processi di stampo neurocognitivo andranno ripristinati ed è un lavoro che si può fare solamente con lo sparring partner.

Per quanto riguarda la sfera psicologica, passare da un’attività intensa come quella che facevamo a un vuoto pneumatico come il periodo del lockdown ha creato disagio a tutti. I nostri atleti però hanno le motivazioni giuste: alcuni sono già qualificati, altri sono in corsa e hanno probabilità di qualificarsi. Le motivazioni, insomma, ci sono e ognuno ha cercato di reagire anche con l’aiuto del nutrizionista e dello psicologo, il dottor Fanton, ricevendo così assistenza e competenza medica e progettuale. A fine mese, vedremo se sono stati ottenuti gli obiettivi che ci eravamo proposti e se i danni da coronavirus sono stati contenuti.”.

Dal punto di vista dell’attività propriamente sportiva e fisica, con le Olimpiadi posticipate di un anno e l’annullamento delle competizioni, sono cambiati metodi e approcci: “Bisognava cambiare il tipo di approccio. Generalmente facciamo dei segmenti di allenamento e di lavoro e poi, alle competizioni, verifichiamo quello che è stato fatto. Ora, cancellando le competizioni, portiamo avanti un approccio abbastanza diverso. L’obiettivo è colmare le lacune emerse durante la prima fase delle qualificazioni. Sulla base di cosa? Intanto il karate inteso come gestualità e fisicità. Lo sport cura sempre la qualità dei propri gesti. Da un altro lato, curare quelle tecniche che sono maggiormente premiate, ovvero le tecniche di calcio che comportano un miglioramento dell’equilibrio, della coordinazione e della precisione. Dato che ogni atleta ha caratteristiche diverse, questo periodo è stato è stato focalizzato su tali obiettivi ma con dei tempi personalizzati. Gli atleti sono stati seguiti via web e ogni tecnico aveva degli atleti da monitorare e adesso, dopo questo lungo periodo, andiamo a verificare durante il collegiale i risultati personali raggiunti relativamente ai carichi di lavoro effettuati. Questo dovrebbe permetterci di essere più efficaci dal punto di vista tecnico perché ovviamente le decisioni arbitrali sono valutate in base alla tecnica. Noi avevamo già un trend in netta crescita, come all’ultima Premier League, adesso vediamo i risultati di questo lavoro.

Poi, ad agosto, andranno a casa e continueranno con l’attività fisica perché lo sport, di fatto, non si ferma mai. Dopodiché li richiameremo e continueremo il lavoro di ottimizzazione. Comunque sia, ci sarà molta cura per la tecnica e per i requisiti funzionali, come la mobilità articolare e la precisione. Un lavoro che dal punto di vista della programmazione è molto accurato. Anche perché ad ogni competizione internazionale io faccio analisi sui trend: quello che fanno gli altri e quel che facciamo noi, individuando ciò in cui dobbiamo migliorare.”.

Insomma, finalmente i nostri atleti e i nostri allenatori tornano a lavorare insieme con un obiettivo ben preciso: le Olimpiadi di Tokyo 2021.

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