Oro di Veronica Toniolo nell’European Cup Senior a Dubrovnik
Veronica Toniolo ha vinto la medaglia d’oro a Dubrovnik, in occasione della prima giornata di gara nell’European Cup Senior organizzata dalla federazione croata. Questo a Dubrovnik, è stato il primo torneo del circuito continentale che è riuscito effettivamente a confermare data e svolgimento dopo la lunghissima parentesi post-lockdown. Si tratta certamente di un bellissimo segnale di apertura, tuttavia non deve indurre ad allentare le norme di protezione in vigore, fondamentali a preservare un’attività faticosamente ritrovata ed ancora tutta da difendere. Veronica Toniolo, per la prima volta in gara nei 57 kg, ha superato nell’ordine Marica Perisic (Serbia) per ippon, Tena Sikic (Croazia) per ippon e Flaka Loxha (Kosovo) per wazari. “Volevo fare una gara senior da molto tempo, ma purtroppo non c’è stata la possibilità di farne una. – ha detto Veronica Toniolo - Appena ho saputo della conferma di questa European Cup non ci ho pensato due volte. Volevo confrontarmi con ragazze più grandi ed esperte. Non è stato facile per niente, la tensione era alta e la paura di fare una categoria superiore a quella fatta fin'ora si è fatta sentire. Alla fine della giornata sono molto contenta del risultato e ci tengo a ringraziare mio papà che è la mia forza e che mi segue sempre. Ed Alessandro Comi, che mi ha dato una grossa mano anche da casa”. “Credo che Veronica abbia lanciato un grande messaggio a tutto il judo italiano – ha detto invece Raffaele Toniolo, padre e coach di Veronica - presentandosi qui da cadetta contro junior e senior e, per la prima volta, nella nuova categoria di peso. Il judo insegna ad adattarsi, il nostro sport non deve e non può fermarsi di fronte a questo virus. Non posso accettare chi si arrende di fronte alla necessità di fare un tampone, un sierologico o di fronte ad un Comune che non concede la palestra in affitto. Se questo accadesse il judo sarebbe finito e questo non può accadere. La federazione croata è stata esemplare e, da piccola federazione, ha dimostrato al mondo intero che il judo può ripartire. Ora rientriamo e ci aspetta un altro tampone visto che la Croazia è nella black list del nostro paese. Ma pur di continuare ad inseguire il nostro sogno, si fa...”.
Risultati 1^ giornata
60: 1) David Starkel (Slo); 2) Nemanja Milic (Srb); 3) Pavle Krsmanovic (Srb)
66: 1) Mateja Stosic (Srb); 2) Robert Klacar (Cro); 3) Jaka Kavcic (Slo) e Mayjaz Trbovc (Slo)
73: 1) Shigeki Nakamura (Kos); 2) Aleksandar Rajicic (Srb); 3) Adam Bergant (Slo) e Djordje Stanojevic (Srb)
52: 1) Nadezda Petrovic (Srb); 2) Ana Viktorija Puljiz (Cro)
57: 1) Veronica Toniolo (Ita); 2) Flaka Loxha (Kos); 3) Marica Perisic (Srb) e Tene Sikic (Cro)
63: 1) Laura Faliu (Kos); 2) Lia Ludvik (Slo); 3) Iva Oberan (Cro)
Hajimè a Dubrovnik e Spilimbergo, judoka in gara domani e domenica
Da Dubrovnik e da Spilimbergo. Le gare di judo provano a ripartire dalla Croazia e dal Friuli, dove sabato 3 e domenica 4 ottobre sono in programma un’European Cup Senior ed uno fra i più ‘anziani’ tornei di judo d’Italia. Si tratta delle prime competizioni successive al lockdown che sono riuscite nell’impresa non banale di arrivare alla vigilia senza affiancare al nome della manifestazione sul calendario ‘postponed’ o ‘cancelled’. Va da sé che la partecipazione ad entrambi gli eventi sia numericamente condizionata da tutti i sentimenti possibili in un contesto come l’attuale, nel quale paura, prudenza, cautela, senso di responsabilità sono intimi, legittimi e indiscutibili e, soprattutto, non si contrappongono al desiderio di ritrovare il privilegio di una normalità cui, ovviamente, chiunque ambisce. A Dubrovnik sono iscritti 115 atleti da 7 nazioni, 76 nelle sette categorie maschili, 39 in quelle femminili e, fra queste, c’è anche la triestina Veronica Toniolo che gareggerà nei 57 kg e sarà in competizione con altre cinque atlete. A Spilimbergo invece, nel Trofeo Città del Mosaico in programma sabato e nel Memorial Tiberi in programma domenica sono iscritti una cinquantina di atleti per giornata, un centinaio in tutto ed è un’occasione perfetta per ritornare in gara applicando scrupolosamente i protocolli di sicurezza. “Anche quest’anno Spilimbergo vuole vivere l’amicizia che c’è nello sport ed è con questo spirito che il Judo Club Fenati ha voluto organizzare i suoi tornei di judo – ha detto Maria Grazia Perrucci -Abbiamo voluto organizzare anche quest’anno la gara nonostante le difficoltà determinate dalle condizioni in cui si trova l’intero paese, perché ci è sembrato giusto dare un segnale di ripartenza ed anche perché riteniamo sia giusto vivere la socialità di una gara, ovviamente con tutte le attenzioni che si devono avere in questo periodo”. Le gare nel Palasport La Favorita inizieranno alle 14 di sabato ed alle 11 di domenica.
Approfondimenti sulle gare a Spilimbergo vedi: fijlkam.it/fvg
Caro randori, quanto ci sei mancato!
Si conclude oggi, nel Centro Olimpico a Ostia, il collegiale della prima squadra azzurra di judo condiviso con la selezione juniores. Iniziato lo scorso lunedì, 7 settembre, il raduno ha completato dunque la sua prima settimana di lavoro. “La prima settimana sono stati convocati i 12 atleti della squadra olimpica e 18 atleti di interesse internazionale per poter svolgere un grosso volume di randori, grazie anche alla presenza della nazionale Juniores. – ha riferito lo staff della Direzione Tecnica - La prossima settimana rimarrà soltanto la squadra olimpica ed abbiamo convocato anche alcuni partner per poter svolgere dei lavori tecnico-specifici in vista del Grand Slam a Budapest. Poter contare su un obiettivo dopo tanto tempo è rassicurante, ed allo stesso tempo motivante. Noi stiamo concentrando le nostre energie per presentarci nelle migliori condizioni possibili”. Così si sono espressi invece due atleti. “È andato tutto molto bene, fa piacere poter stare nuovamente tutti quanti insieme. – è stato il commento di Christian Parlati - Siamo veramente in tanti sul tatami, gli junior, la prima squadra e ci stiamo allenando bene, facciamo tanti randori che sicuramente ci mancavano. Ora aspettiamo di capire qual è il primo appuntamento, sembra Budapest. Le gare mancano, perché noi siamo abituati a farne tante, al punto che siamo arrivati anche a lamentarci di doverne fare troppe. Adesso invece, si sente davvero tanto la mancanza delle gare”. “Sono ricominciati finalmente gli allenamenti di judo, è stato un periodo abbastanza complicato un po' per tutti gli sport e non solo per noi. – ha detto invece Fabio Basile - Penso che chi vuole arrivare, arriva comunque, anche se ricominciare non è mai facile per nessuno e dopo un periodo così lungo di stop sarà certamente difficile ritrovare il ritmo. Ma se hai la testa, la voglia, la dedizione al lavoro, lo fai punto e basta. Le sensazioni? È presto per dirlo, ma lo farò dopo Budapest.” Il programma della prima squadra prosegue ancora per una settimana e si concluderà sabato prossimo, il 19 settembre.
Cadetti a Ostia: attenzione alle regole e pensiero agli Europei
Sarebbero stati i giorni di Lignano, lo stage Internazionale divenuto ormai tappa obbligata per inaugurare ogni nuova stagione judoistica: il COVID-19 ha costretto la Federazione e tantissimi giovani a rinunciarvi, con l’amarezza di chi perde un’occasione e la consapevolezza che il tempo corrente chiede un grande senso di responsabilità. Nonostante tutto la voglia e la necessità di ripartire è attualità: tra pochi giorni molte società riapriranno le porte dei propri tatami, mettendo in campo tutti gli sforzi necessari per tornare in sicurezza con l’applicazione dei protocolli Federali evoluti nei mesi scorsi e giunti ad una versione ottimale per tornare al judo. Ha invece già riaperto il Centro Olimpico Federale dove qualche giorno fa è partito il secondo di una serie di collegiali che la DTN e le Commissioni tecniche hanno organizzato come occasione per tornare a lavorare con gruppi ristretti di atleti, sottoposti a sorveglianza sanitaria e monitorati dal centro medico Federale. “I ragazzi saranno impegnati in una settimana di lavoro intenso” ha dichiarato il Presidente della CNAG, maestro Raffaele Toniolo “La pandemia non è solo un brutto ricordo ma occorre tornare a lavorare sugli obiettivi che negli scorsi mesi sono stati rimandati: per quanto riguarda i cadetti il Campionato Europeo di dicembre resta nei calendari EJU ed è uno stimolo, oltre che un dovere, pensare a quella data. In linea con quanto previsto dai regolamenti pubblicati, abbiamo convocato qui quei ragazzi che nel 2020 si sono distinti al meglio prima del lock-down: si tratta dei 31 atleti ed atlete che si sono classificati entro il quinto posto nelle European Cup di Follonica e Fuengirola. Come già sperimentato negli ultimi quattro anni, l’occasione sembrava buona per consentire anche ad altri atleti di partecipare liberamente al collegiale e di aggregarsi ai convocati; tuttavia l’aumento dei casi dell’ultimo periodo ha spinto i responsabili sanitari del Centro Medico Federale a chiedere più rigore nell’applicazione dei protocolli sanitari di sicurezza, arrivando a non consentire l’apertura da noi auspicata a tutela di atleti, tecnici e di tutto il movimento sportivo federale.”
“L’applicazione rigorosa dei protocolli richiederà probabilmente un grande sforzo ai nostri ragazzi” ha aggiunto Alessandro Comi, responsabile organizzativo della CNAG “Il rispetto delle regole e dell’altro, d’altronde è uno dei pilastri del nostro sport ed è da questo principio che possiamo ripartire, oltre che dalla voglia di lavorare tanto: se col COVID-19 dobbiamo imparare a conviverci, al centro di tutto sta proprio la volontà di impegnarsi ad apprendere nuove abitudini capaci di garantire il nostro ritorno in sicurezza a ciò che amiamo di più anche sui tatami di casa nostra e su quelli dei circuiti nazionali ed internazionali.” A proposito del circuito internazionale under 18, sono attesi proprio in questi giorni ulteriori chiarimenti da parte dell’European Judo Union relativamente alle prossime tappe di European Cup, a partire da Teplice prevista – ma al momento non confermata – per i prossimi 20 e 21 settembre. In funzione dei chiarimenti che l’EJU emanerà in questi giorni, la CNAG informerà tutte le società sulla programmazione che porterà i nostri Under 18 alla disputa degli Europei 2020.
A Vienna è finalmente “hajimè”, Maria Centracchio: anche noi siamo pronte!
Non sfugge la sincronia perfetta che c’è stata fra EJU e IJF, con l’Unione Europea Judo che giovedì sera ha mandato in onda la prima gara vera, dopo sei mesi di tatami messi al bando dal Covid. E soltanto poche ore più tardi, la mattina di venerdì con IJF che ha annunciato la rimessa in moto del World Judo Tour. Certo, la priorità rimane quella di contenere il rischio il più possibile vicino allo zero e, per farlo, lo sforzo dev’essere sostenuto da parte di tutti, con l’inevitabile sacrificio che questo comporta. A Vienna, la gara è andata molto bene e tutto si è svolto in poco meno di due ore. Pause comprese. In un silenzio che ha reso molto particolare un’atmosfera desueta, accesa da una sfida a squadre, Austria e Germania, con dodici atleti per parte, sei donne e sei uomini. L’organizzazione ha posto grande attenzione e massima cura per ogni minimo dettaglio, e Martin Poiger, il presidente della federazione Austria Judo, ha espresso che “l’obiettivo prioritario dell’evento è contenere il rischio il più possibile vicino allo zero”. Ed affinchè tutto filasse liscio in questa ‘prima assoluta’ del judo post-lockdown, la gara è stata ospitata negli studi radio-televisivi dell’ORF, Austrian Broadcasting Corporation a Vienna, con conseguente diretta tecnicamente impeccabile. Tutti con la mascherina, che è stata tolta soltanto dagli atleti per la durata del combattimento, ma a parte questo aspetto, nessuna protesta, nessun fastidio da parte di alcuno, tutto è stato accettato esattamente com’è stato deciso. E questa sì che è una novità che merita la massima attenzione. Così hanno commentato per FIJLKAM.it l’atleta azzurra Maria Centracchio ed il tecnico federale Luigi Guido.
“Innanzitutto, è stato veramente bello rivedere svolgersi una gara, seppur con pochi incontri. – ha detto Maria - L’assenza del pubblico e la presenza delle mascherine per gli arbitri ed i coach rende chiaro il fatto che ancora non sia tornato tutto alla “normalità”, ma allo stesso tempo lascia ben sperare e fa sapere che esistono delle soluzioni intelligenti per disputare anche le gare della nostra disciplina in questa situazione. Gli incontri sono stati tutti interessanti e guardarli da casa mi ha dato ancora più voglia di tornare al più presto a gareggiare… che già non era poca. Un applauso a chi ha pensato e gestito l’evento, senza dubbio nella massima sicurezza, e agli atleti che hanno partecipato. Con la speranza di tornare dalla parte giusta dello schermo a breve”.
“Interessante! – ha detto invece Luigi Guido - Gara gradevole, è stato un piacere rivedere un contesto di gara internazionale, il primo impatto è stato emozionante. Volendo valutare la prestazione, si percepisce una differenza rispetto al pre lockdown, sia di feeling che di ritmo gara. Ma credo sia stato preventivato dai coaches e comunque erano sensazioni attese, almeno da parte mia. Organizzazione come sempre impeccabile, protocolli anticovid senza dubbio efficaci anche se da rivedere in contesti più critici, ovvero con ben più di 24 atleti in gara. La formula delle interviste finali è stata molto gradita, anche sentire le sensazioni dei coaches ha avuto un bell'effetto. A mio parere, l'unica cosa che forse andrebbe evitata è la mano con l'abbraccio finale dei contendenti... credo che in questo particolare periodo possa essere fuorviante per i giovani spettatori... anche se fino a poco prima hanno combattuto corpo a corpo, tutto sommato io tenderei ad evitare. Una bella iniziativa, sotto molti aspetti motivante per atleti ed organizzazioni sportive”.
IJF - Judo is Back
Roma 28 agosto 2020 - Questa mattina l'International Judo Federation ha annunciato l'imminente ritorno del World Judo Tour.
Il primo evento in programma sarà il Grand Slam di Budapest che si svolgerà a fine ottobre e sarà seguito dal Grand Slam di Tokyo a dicembre. I World Judo Masters, invece, si terranno all'inizio del 2021 a Doha, in Qatar. Tutti e tre gli eventi hanno lo scopo di offrire punti di qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo 2021.
L'IJF ha già pubblicato il suo protocollo per la ripresa delle competizioni e questo rappresenterà la guida ufficiale nell'organizzazione degli eventi. Allo stesso tempo, monitoreranno da vicino la situazione mondiale, riservandoci il diritto di modificare il programma e lo stato delle qualifiche, mantenendo al primo posto l'interesse degli atleti.
Questo il commento del Presidente IJF Marius Vizer: “È giunto il momento di annunciare come riprenderemo, passo dopo passo, le nostre attività. Sappiamo che la situazione è diversa nel mondo, ma ci sono Paesi pronti a organizzare i nostri eventi. L'Ungheria ad esempio, è già pronta per il Grand Slam a fine ottobre.
Tutti i paesi saranno i benvenuti e potranno partecipare. Stiamo costruendo un team dedicato che sarà responsabile di questi prossimi eventi e contribuirà a garantire la sicurezza di tutti i nostri partecipanti. Le stesse condizioni verranno applicate anche in Giappone, per il Grand Slam di Tokyo".
Clicca qui per la news completa https://www.ijf.org/news/show/judo-is-back
Domani a Vienna una gara-test, protocollo IJF in sintesi
Alle 20.15 di domani, a Vienna, c’è Germania-Austria a squadre. Sei donne e sei uomini per parte, in quello che vuole essere il test per un’auspicata ripresa agonistica. L’evento, ideato ad hoc, assicura il rigoroso rispetto di tutti i parametri di sicurezza per la salute degli atleti, allenatori, arbitri e le squadre di operatori alle telecamere, in quanto la gara verrà trasmessa in diretta streaming sui canali EJU. Dominic Ressel e Anna Maria Wagner per la Germania, Bernadette Graf ed Aaron Fara per l'Austria sono gli assenti di prestigio causa infortunio, ma le due formazioni rimangono entrambe particolarmente competitive e motivate. Quì le formazioni.
La IJF intanto ha pubblicato, una decina di giorni fa, il protocollo da rispettare per la ripresa delle manifestazioni del circuito internazionale che, ovviamente, impone numerose regole e restrizioni e, di seguito, lo si sintetizza per punti.
Nota preliminare: il protocollo verrà applicato fino alla diffusione del vaccino che è ritenuta la misura più sicura per tutti i partecipanti agli eventi. Principi fondamentali: indossare la mascherina e seguire le linee guida di questo protocollo. Distanziamento sociale: 1,5 m; Mascherina: a 3 strati, ma senza valvola; No ai guanti.
Misure generali: oltre il rispetto del protocollo gli organizzatori devono fornire tutte le prescrizioni nella pubblicazione dell’outline ed una brochure con le misure previste dal loro Paese.
I partecipanti, al loro arrivo devono: - presentare almeno due certificati attestanti la negatività al COVID-19 (di test effettuati massimo 5 giorni prima dell’arrivo a distanza di 24 ore) e un’autodichiarazione di non aver riscontrato sintomi nei 14 giorni precedenti all’evento. Il certificato deve essere presentato in inglese (va bene anche in doppia lingua purché includa l’inglese). - Tutti devono sempre indossare la mascherina. Gli atleti NON devono indossare la mascherina durante la competizione. Nell’area di riscaldamento, a discrezione. - mantenere 1,5 m di distanza, eccetto gli atleti in gara o in area di riscaldamento, con un unico partner.
La commissione IJF fornirà agli organizzatori la lista dei materiali necessari per l’evento.
Verrà assegnato un COVID Manager per ogni evento.
Azioni protettive obbligatorie: non dare la mano, ma il gomito; cambiare la mascherina 2 volte al giorno; usare la propria penna personale e non prestarla.
Misure specifiche in loco: gli organizzatori devono metter a conoscenza le delegazioni delle procedure che le attendono all’arrivo in aeroporto. Inoltre le delegazioni devono essere mantenute separate dal resto delle persone e far in modo che venga rispettato il distanziamento sociale. Eventuali attese per il transfer vanno predisposte preferibilmente all’esterno dell’aeroporto, all’aperto. Ogni componente la delegazione deve occuparsi del proprio bagaglio. Hotel: ciascuno trasporta il proprio bagaglio fino in camera, utilizzare la mascherina negli spazi pubblici, i quali vanno frequentati il meno possibile. Accrediti: devono essere effettuati al massimo da 2 persone per delegazione. Gli organizzatori devono stabilire un ordine per l’accredito e decidere quante postazioni e quante persone al massimo possono stare nella stessa stanza. Peso e pre-controllo judogi: rispettare il distanziamento, la bilancia va disinfettata dopo il peso di ogni atleta sia nel peso ufficiale che nelle prove peso. Va definito un ordine per pesare gli atleti che dovranno attendere rispettando le distanze di 1,5 m che dovranno essere segnalate a terra. Ogni atleta è tenuto a dimostrare che il proprio judogi è conforme senza che il controllore lo debba toccare. Il sokuteiki dev’essere disinfettato regolarmente. Sorteggio: dovrebbe esser fatto virtualmente e reso disponibile live online. Se fatto con “pubblico”: le sedie vanno disposte a 1,5 m di distanza ed è ammesso un coach per la squadra maschile e uno per quella femminile di ogni delegazione (quindi massimo 2 coach). Nessun giornalista è invitato a partecipare. Nell’attesa per il transfer per il palazzetto fuori dall’hotel le delegazioni devono rimanere distanziate. L’organizzatore deve fornire mascherine nuove allo staff ogni 8 ore, disinfettare gli ambienti ogni 30 minuti. Il pavimento deve essere sempre asciutto e non è possibile predisporre nei bagni asciugamani di stoffa. Spogliatoi: possono essere aperti o chiusi in base alle disposizioni del Paese. Nel caso non possano essere utilizzati, gli atleti dovranno lasciare l’hotel in judogi. Area riscaldamento: riservata solo agli atleti che gareggeranno in quella giornata. Ogni atleta può presentarsi con un partner per il riscaldamento. Dovrà esser presente al massimo un coach per la squadra maschile e uno per quella femminile e un rappresentante dello staff medico. Se possibile gli organizzatori prevedranno uno spazio d’allenamento per gli atleti che competono nelle altre giornate e un ordine di “entrata”. Area di gara: oltre alle misure di sanificazione, arbitri e coach devono indossare la mascherina per tutto il tempo, l’atleta la toglie prima di salire sul tatami. Il coach porterà il cesto con gli effetti personali dell’atleta. Premiazioni: gli atleti dovranno mettersi la medaglia al collo da soli, no strette di mano. Media: durante le interviste non è obbligatoria la mascherina fin tanto che la distanza di 1,5 m è rispettata.
È previsto un Covid manager IJF che si relazionerà con il Covid manager dello staff organizzativo (approvato da IJF) ed ogni team nazionale deve indicare un Covid manager (presente all'evento). Gli organizzatori inoltre, devono organizzare e finanziare un servizio di controllo Covid che prevede almeno un test per partecipante da effettuare all'arrivo, preferibilmente all'aeroporto. I risultati devono essere assicurati entro 24 ore e fintanto che i risultati di tutti non sono disponibili, le delegazioni devono rimanere nelle proprie stanze, dove verranno serviti anche eventuali pasti. Prima che l'evento abbia inizio il Covid manager IJF e quello dell’organizzazione locale devono verificare che tutte le misure di sicurezza siano state applicate.
40 anni fa, il primo oro olimpico del judo azzurro
Sono trascorsi quarant’anni dal giorno in cui Ezio Gamba conquistò la medaglia d’oro ai Giochi olimpici a Mosca. È stato un successo quello, che ha scritto una pagina fondamentale nella storia del judo italiano. E non solo perchè è stato il primo oro olimpico. Ma proprio per il contesto e le vicissitudini che hanno valorizzato una gara di judo, benchè olimpica, fino a renderla un’impresa epica. Il boicottaggio, quale azione concreta contro l’invasione russa in Afganistan. La libera scelta delle nazioni, che l’Italia interpretò con una via di mezzo fra il ‘sì però’ ed il ‘no ma’, ponendo il veto agli atleti dei gruppi sportivi militari. Praticamente l’intera squadra azzurra del tempo, davvero favolosa, ma interamente ed ovviamente ‘arruolata’. Ezio Gamba si mosse rapido e determinato, geniale, come sul tatami. Chiese ed ottenne il proscioglimento dal Centro Sportivo Carabinieri, che si privò così del suo gioiello più prezioso pur di sostenerne i sogni. Detta così, sembra poesia. Ma tutto filò liscio per davvero. Un solo ‘fastidio’, se proprio si volesse cercare il pelo nell’uovo, né bandiera né inno. E così sia, ma intanto saliamo sul tatami e poi si vedrà. Dev’essere stato il pensiero di Ezio. Finalmente arrivò il giorno del destino: il 30 luglio 1980, mercoledì. Il sistema delle teste di serie, non appartiene ancora al mondo del judo. I nomi (in realtà i numeri corrispondenti) degli atleti vengono messi in una cesta, estratti e collocati nel tabellone di gara. È puro caso dunque, che Ezio Gamba e Neil Adams, due campioni già affermati nonostante debbano ancora compiere entrambi 22 anni, si trovino in due gironi diversi. Ezio appare subito inarrestabile, ippon al kwaitiano Al-Farhan, ippon al temibile francese Christian Dyot, ippon al nordcoreano Kim Byong Gun ed ancora ippon al forzutissimo mongolo Ravdan Davaadalai. Seoi nage e yoko tomoe, per chiudere poi in juji gatame, così fino la finale. Dov’è arrivato ovviamente proprio Neil Adams, l’inglese, che a sua volta ha eliminato l’australiano Picken, il camerunense Nkamdem, il polacco Alksnin e quindi il tedesco est Karl-Heinz Lehmann. La finale? Uno spettacolo. Ezio vinse all’hantei, tre bandierine bianche, dopo aver frastornato il grande Neil, che riuscì una volta soltanto ad ‘sparare’ uno dei suoi micidiali tai otoshi. Che andò fuori misura. A quel punto, la bandiera e l’inno del Cio, furono le cose più belle che si potessero vedere ed ascoltare. Meravigliosi. Sì, fu davvero un bel mercoledì, quel 30 luglio del 1980. A Mosca.
La sfida degli azzurri a paintball, fra risate e sano agonismo
Se per caso un giorno decidete di fare una passeggiata nella pineta di Ostia, tenete conto che può capitare anche di trovarsi nel bel mezzo ad una sparatoria. Ma no, che ha avete capito? Non uno scontro a fuoco, bensì una sfida a paintball, gioco in cui, per conquistare la base avversaria, devi eliminare gli avversari colpendoli con palline di gelatina riempite di vernice sparate ad aria compressa con i cosiddetti marker. Ed è proprio quello che hanno fatto ieri gli atleti della squadra olimpica di judo. Così, tanto per trascorrere il tempo nella giornata di riposo, dopo tre giorni di allenamenti ad alta intensità nella seconda settimana di collegiale. Da una parte i ‘mimetici’ e dall’altra i ‘neri’, ovviamente sulla base delle divise indossate. E quindi Maria Centracchio, Fabio Basile, Nicholas Mungai, Christian Parlati e Luca Poeta, da una parte e Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Matteo Medves, Fracesco Bruyere e Felice Romano dall’altra. Odette non si è presentata, per l’appuntamento con la fisioterapia per recuperare un acciacco alla schiena. “È stato un bel pomeriggio di “riposo” se così lo si può chiamare – ha detto Francesco Bruyere- la mentalità vincente dei ragazzi ha trasformato subito il gioco in qualcosa di molto molto impegnativo, sia a livello fisico che mentale. Litigi, risate e sano agonismo”. “Siamo contenti di essere riusciti ad inserire un’attività di team building come queste all’interno della programmazione –ha aggiunto- Il judo, come diceva un mio buon vecchio amico, è uno sport individuale a carattere collettivo, in cui la squadra ci aiuta a superare le difficoltà e a dividere le fatiche del duro allenamento. Gioiamo insieme e perdiamo insieme. L’uomo del match, o meglio, la donna del match è stata Maria Centracchio, la più coraggiosa! Sempre forza Italia”. Il risultato? I segni per qualche colpo, ma anche quello dei rovi. Però tutti assolutamente contenti. Ed alle 7.30 di questa mattina tutti pronti… via! Ripartiti subito per un’altra giornata impegnativa.
Azzurri ‘a contatto’ con i partner, convocazione per 36 dal 17 agosto
Superata la prima settimana di collegiale post-lockdown, per la squadra olimpica radunata nel centro federale a Ostia sono arrivati i ‘rinforzi’, ovvero i partner con i quali condividere gli allenamenti ‘a contatto’. La squadra, lo ricordiamo, è composta da Francesca Giorda, Odette Giuffrida, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, Matteo Medves, Giovanni Esposito, Fabio Basile, Antonio Esposito, Christian Parlati, Nicholas Mungai (Manuel Lombardo è rimasto a Torino), mentre sono Martina Esposito, Flavia Favorini, Ylenia Monacò, Marta Palombini, Sofia Petitto, Daniele Accogli, Salvatore D’Arco, Carmine Di Loreto, Davide Nuzzo, Gennaro Pirelli, Mattia Prosdocimo, Davide Ripandelli ed Ermes Tosolini, i convocati a supporto. C’è soddisfazione per i riscontri registrati nei primi sette giorni di allenamenti, “È stata una settimana impegnativa nella quale abbiamo effettuato anche dei test –ha commentato il coach Francesco Bruyere- forza e resistenza, ma rapporto anche con nutrizionista e fisiatra, in modo da avere un quadro dettagliato della situazione attuale e capire al meglio come procedere”. Ma per ritrovare le migliori condizioni sono state organizzate anche situazioni diverse, come una grigliata autogestita piuttosto che la sfida a paintball, in programma oggi pomeriggio nella pineta di Ostia. Piccole cose a complemento di un lavoro intenso, cui tutta la squadra si sottopone rispettando tutti gli aggiornamenti delle regole previste, ma sempre senza fiatare. Regole richiamate anche nella convocazione recapitata proprio oggi per il periodo successivo, che va dal 17 al 29 agosto e che riguarda ben 36 atleti: Carlotta Avanzato, Alice Bellandi, Martina Castagnola, Maria Centracchio, Martina Esposito, Flavia Favorini, Francesca Giorda, Odette Giuffrida, Edwige Gwend, Francesca Milani, Carola Paissoni, Silvia Pellitteri, Linda Politi, Alessandra Prosdocimo, Assunta Scutto, Giorgia Stangherlin, Veronica Toniolo, Daniele Accogli, Fabio Basile, Kenny Bedel, Enrico Bergamelli, Luigi Centracchio, Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Giacomo Gamba, Manuel Lombardo, Elios Manzi, Matteo Medves, Edoardo Mella, Mattia Miceli, Nicholas Mungai, Christian Parlati, Gennaro Pirelli, Mattia Prosdocimo, Lorenzo Rigano, Andrea Spicuglia.