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Cadetti a Ostia: attenzione alle regole e pensiero agli Europei

  • Raffaele Toniolo
  • Alessandro Comi
  • CNAG

Judo Cadetti 29Sarebbero stati i giorni di Lignano, lo stage Internazionale divenuto ormai tappa obbligata per inaugurare ogni nuova stagione judoistica: il COVID-19 ha costretto la Federazione e tantissimi giovani a rinunciarvi, con l’amarezza di chi perde un’occasione e la consapevolezza che il tempo corrente chiede un grande senso di responsabilità. Nonostante tutto la voglia e la necessità di ripartire è attualità: tra pochi giorni molte società riapriranno le porte dei propri tatami, mettendo in campo tutti gli sforzi necessari per tornare in sicurezza con l’applicazione dei protocolli Federali evoluti nei mesi scorsi e giunti ad una versione ottimale per tornare al judo. Ha invece già riaperto il Centro Olimpico Federale dove qualche giorno fa è partito il secondo di una serie di collegiali che la DTN e le Commissioni tecniche hanno organizzato come occasione per tornare a lavorare con gruppi ristretti di atleti, sottoposti a sorveglianza sanitaria e monitorati dal centro medico Federale. “I ragazzi saranno impegnati in una settimana di lavoro intenso” ha dichiarato il Presidente della CNAG, maestro Raffaele Toniolo “La pandemia non è solo un brutto ricordo ma occorre tornare a lavorare sugli obiettivi che negli scorsi mesi sono stati rimandati: per quanto riguarda i cadetti il Campionato Europeo di dicembre resta nei calendari EJU ed è uno stimolo, oltre che un dovere, pensare a quella data. In linea con quanto previsto dai regolamenti pubblicati, abbiamo convocato qui quei ragazzi che nel 2020 si sono distinti al meglio prima del lock-down: si tratta dei 31 atleti ed atlete che si sono classificati entro il quinto posto nelle European Cup di Follonica e Fuengirola. Come già sperimentato negli ultimi quattro anni, l’occasione sembrava buona per consentire anche ad altri atleti di partecipare liberamente al collegiale e di aggregarsi ai convocati; tuttavia l’aumento dei casi dell’ultimo periodo ha spinto i responsabili sanitari del Centro Medico Federale a chiedere più rigore nell’applicazione dei protocolli sanitari di sicurezza, arrivando a non consentire l’apertura da noi auspicata a tutela di atleti, tecnici e di tutto il movimento sportivo federale.” Judo Cadetti 35“L’applicazione rigorosa dei protocolli richiederà probabilmente un grande sforzo ai nostri ragazzi” ha aggiunto Alessandro Comi, responsabile organizzativo della CNAG “Il rispetto delle regole e dell’altro, d’altronde è uno dei pilastri del nostro sport ed è da questo principio che possiamo ripartire, oltre che dalla voglia di lavorare tanto: se col COVID-19 dobbiamo imparare a conviverci, al centro di tutto sta proprio la volontà di impegnarsi ad apprendere nuove abitudini capaci di garantire il nostro ritorno in sicurezza a ciò che amiamo di più anche sui tatami di casa nostra e su quelli dei circuiti nazionali ed internazionali.” A proposito del circuito internazionale under 18, sono attesi proprio in questi giorni ulteriori chiarimenti da parte dell’European Judo Union relativamente alle prossime tappe di European Cup, a partire da Teplice prevista – ma al momento non confermata – per i prossimi 20 e 21 settembre. In funzione dei chiarimenti che l’EJU emanerà in questi giorni, la CNAG informerà tutte le società sulla programmazione che porterà i nostri Under 18 alla disputa degli Europei 2020.

A Vienna è finalmente “hajimè”, Maria Centracchio: anche noi siamo pronte!

  • EJU
  • IJF

Non sfugge la sincronia perfetta che c’è stata fra EJU e IJF, con l’Unione Europea Judo che giovedì sera ha mandato in onda la prima gara vera, dopo sei mesi di tatami messi al bando dal Covid. E soltanto poche ore più tardi, la mattina di venerdì con IJF che ha annunciato la rimessa in moto del World Judo Tour. Certo, la priorità rimane quella di contenere il rischio il più possibile vicino allo zero e, per farlo, lo sforzo dev’essere sostenuto da parte di tutti, con l’inevitabile sacrificio che questo comporta. A Vienna, la gara è andata molto bene e tutto si è svolto in poco meno di due ore. Pause comprese. In un silenzio che ha reso molto particolare un’atmosfera desueta, accesa da una sfida a squadre, Austria e Germania, con dodici atleti per parte, sei donne e sei uomini. L’organizzazione ha posto grande attenzione e massima cura per ogni minimo dettaglio, e Martin Poiger, il presidente della federazione Austria Judo, ha espresso che “l’obiettivo prioritario dell’evento è contenere il rischio il più possibile vicino allo zero”. Ed affinchè tutto filasse liscio in questa ‘prima assoluta’ del judo post-lockdown, la gara è stata ospitata negli studi radio-televisivi dell’ORF, Austrian Broadcasting Corporation a Vienna, con conseguente diretta tecnicamente impeccabile. Tutti con la mascherina, che è stata tolta soltanto dagli atleti per la durata del combattimento, ma a parte questo aspetto, nessuna protesta, nessun fastidio da parte di alcuno, tutto è stato accettato esattamente com’è stato deciso. E questa sì che è una novità che merita la massima attenzione. Così hanno commentato per FIJLKAM.it l’atleta azzurra Maria Centracchio ed il tecnico federale Luigi Guido.

Centracchio6“Innanzitutto, è stato veramente bello rivedere svolgersi una gara, seppur con pochi incontri. – ha detto Maria - L’assenza del pubblico e la presenza delle mascherine per gli arbitri ed i coach rende chiaro il fatto che ancora non sia tornato tutto alla “normalità”, ma allo stesso tempo lascia ben sperare e fa sapere che esistono delle soluzioni intelligenti per disputare anche le gare della nostra disciplina in questa situazione. Gli incontri sono stati tutti interessanti e guardarli da casa mi ha dato ancora più voglia di tornare al più presto a gareggiare… che già non era poca. Un applauso a chi ha pensato e gestito l’evento, senza dubbio nella massima sicurezza, e agli atleti che hanno partecipato. Con la speranza di tornare dalla parte giusta dello schermo a breve”.

“Interessante! – ha detto invece Luigi Guido - Gara gradevole, è stato un piacere rivedere un contesto di gara internazionale, il primo impatto è stato emozionante. Volendo valutare la prestazione, si percepisce una differenza rispetto al pre lockdown, sia di feeling che di ritmo gara. Ma credo sia stato preventivato dai coaches e comunque erano sensazioni attese, almeno da parte mia. Organizzazione come sempre impeccabile, protocolli anticovid senza dubbio efficaci anche se da rivedere in contesti più critici, ovvero con ben più di 24 atleti in gara. La formula delle interviste finali è stata molto gradita, anche sentire le sensazioni dei coaches ha avuto un bell'effetto. A mio parere, l'unica cosa che forse andrebbe evitata è la mano con l'abbraccio finale dei contendenti... credo che in questo particolare periodo possa essere fuorviante per i giovani spettatori... anche se fino a poco prima hanno combattuto corpo a corpo, tutto sommato io tenderei ad evitare. Una bella iniziativa, sotto molti aspetti motivante per atleti ed organizzazioni sportive”.

IJF - Judo is Back

  • IJF,

Roma 28 agosto 2020 - Questa mattina l'International Judo Federation ha annunciato l'imminente ritorno del World Judo Tour.
Il primo evento in programma sarà il Grand Slam di Budapest che si svolgerà a fine ottobre e sarà seguito dal Grand Slam di Tokyo a dicembre. I World Judo Masters, invece, si terranno all'inizio del 2021 a Doha, in Qatar. Tutti e tre gli eventi hanno lo scopo di offrire punti di qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo 2021.

L'IJF ha già pubblicato il suo protocollo per la ripresa delle competizioni e questo rappresenterà la guida ufficiale nell'organizzazione degli eventi. Allo stesso tempo, monitoreranno da vicino la situazione mondiale, riservandoci il diritto di modificare il programma e lo stato delle qualifiche, mantenendo al primo posto l'interesse degli atleti.

Questo il commento del Presidente IJF Marius Vizer: “È giunto il momento di annunciare come riprenderemo, passo dopo passo, le nostre attività. Sappiamo che la situazione è diversa nel mondo, ma ci sono Paesi pronti a organizzare i nostri eventi. L'Ungheria ad esempio, è già pronta per il Grand Slam a fine ottobre.
Tutti i paesi saranno i benvenuti e potranno partecipare. Stiamo costruendo un team dedicato che sarà responsabile di questi prossimi eventi e contribuirà a garantire la sicurezza di tutti i nostri partecipanti. Le stesse condizioni verranno applicate anche in Giappone, per il Grand Slam di Tokyo".

Clicca qui per la news completa https://www.ijf.org/news/show/judo-is-back

 

 

Domani a Vienna una gara-test, protocollo IJF in sintesi

  • EJU
  • IJF

Alle 20.15 di domani, a Vienna, c’è Germania-Austria a squadre. Sei donne e sei uomini per parte, in quello che vuole essere il test per un’auspicata ripresa agonistica. L’evento, ideato ad hoc, assicura il rigoroso rispetto di tutti i parametri di sicurezza per la salute degli atleti, allenatori, arbitri e le squadre di operatori alle telecamere, in quanto la gara verrà trasmessa in diretta streaming sui canali EJU. Dominic Ressel e Anna Maria Wagner per la Germania, Bernadette Graf ed Aaron Fara per l'Austria sono gli assenti di prestigio causa infortunio, ma le due formazioni rimangono entrambe particolarmente competitive e motivate. Quì le formazioni.

La IJF intanto ha pubblicato, una decina di giorni fa, il protocollo da rispettare per la ripresa delle manifestazioni del circuito internazionale che, ovviamente, impone numerose regole e restrizioni e, di seguito, lo si sintetizza per punti.

Nota preliminare: il protocollo verrà applicato fino alla diffusione del vaccino che è ritenuta la misura più sicura per tutti i partecipanti agli eventi. Principi fondamentali: indossare la mascherina e seguire le linee guida di questo protocollo. Distanziamento sociale: 1,5 m; Mascherina: a 3 strati, ma senza valvola; No ai guanti.

Misure generali: oltre il rispetto del protocollo gli organizzatori devono fornire tutte le prescrizioni nella pubblicazione dell’outline ed una brochure con le misure previste dal loro Paese.

I partecipanti, al loro arrivo devono: - presentare almeno due certificati attestanti la negatività al COVID-19 (di test effettuati massimo 5 giorni prima dell’arrivo a distanza di 24 ore) e un’autodichiarazione di non aver riscontrato sintomi nei 14 giorni precedenti all’evento. Il certificato deve essere presentato in inglese (va bene anche in doppia lingua purché includa l’inglese). - Tutti devono sempre indossare la mascherina. Gli atleti NON devono indossare la mascherina durante la competizione. Nell’area di riscaldamento, a discrezione. - mantenere 1,5 m di distanza, eccetto gli atleti in gara o in area di riscaldamento, con un unico partner.

La commissione IJF fornirà agli organizzatori la lista dei materiali necessari per l’evento.

Verrà assegnato un COVID Manager per ogni evento.

Azioni protettive obbligatorie: non dare la mano, ma il gomito; cambiare la mascherina 2 volte al giorno; usare la propria penna personale e non prestarla.

Misure specifiche in loco: gli organizzatori devono metter a conoscenza le delegazioni delle procedure che le attendono all’arrivo in aeroporto. Inoltre le delegazioni devono essere mantenute separate dal resto delle persone e far in modo che venga rispettato il distanziamento sociale. Eventuali attese per il transfer vanno predisposte preferibilmente all’esterno dell’aeroporto, all’aperto. Ogni componente la delegazione deve occuparsi del proprio bagaglio. Hotel: ciascuno trasporta il proprio bagaglio fino in camera, utilizzare la mascherina negli spazi pubblici, i quali vanno frequentati il meno possibile. Accrediti: devono essere effettuati al massimo da 2 persone per delegazione. Gli organizzatori devono stabilire un ordine per l’accredito e decidere quante postazioni e quante persone al massimo possono stare nella stessa stanza. Peso e pre-controllo judogi: rispettare il distanziamento, la bilancia va disinfettata dopo il peso di ogni atleta sia nel peso ufficiale che nelle prove peso. Va definito un ordine per pesare gli atleti che dovranno attendere rispettando le distanze di 1,5 m che dovranno essere segnalate a terra. Ogni atleta è tenuto a dimostrare che il proprio judogi è conforme senza che il controllore lo debba toccare. Il sokuteiki dev’essere disinfettato regolarmente. Sorteggio: dovrebbe esser fatto virtualmente e reso disponibile live online. Se fatto con “pubblico”: le sedie vanno disposte a 1,5 m di distanza ed è ammesso un coach per la squadra maschile e uno per quella femminile di ogni delegazione (quindi massimo 2 coach). Nessun giornalista è invitato a partecipare. Nell’attesa per il transfer per il palazzetto fuori dall’hotel le delegazioni devono rimanere distanziate. L’organizzatore deve fornire mascherine nuove allo staff ogni 8 ore, disinfettare gli ambienti ogni 30 minuti. Il pavimento deve essere sempre asciutto e non è possibile predisporre nei bagni asciugamani di stoffa. Spogliatoi: possono essere aperti o chiusi in base alle disposizioni del Paese. Nel caso non possano essere utilizzati, gli atleti dovranno lasciare l’hotel in judogi. Area riscaldamento: riservata solo agli atleti che gareggeranno in quella giornata. Ogni atleta può presentarsi con un partner per il riscaldamento. Dovrà esser presente al massimo un coach per la squadra maschile e uno per quella femminile e un rappresentante dello staff medico. Se possibile gli organizzatori prevedranno uno spazio d’allenamento per gli atleti che competono nelle altre giornate e un ordine di “entrata”. Area di gara: oltre alle misure di sanificazione, arbitri e coach devono indossare la mascherina per tutto il tempo, l’atleta la toglie prima di salire sul tatami. Il coach porterà il cesto con gli effetti personali dell’atleta. Premiazioni: gli atleti dovranno mettersi la medaglia al collo da soli, no strette di mano. Media: durante le interviste non è obbligatoria la mascherina fin tanto che la distanza di 1,5 m è rispettata.

È previsto un Covid manager IJF che si relazionerà con il Covid manager dello staff organizzativo (approvato da IJF) ed ogni team nazionale deve indicare un Covid manager (presente all'evento). Gli organizzatori inoltre, devono organizzare e finanziare un servizio di controllo Covid che prevede almeno un test per partecipante da effettuare all'arrivo, preferibilmente all'aeroporto. I risultati devono essere assicurati entro 24 ore e fintanto che i risultati di tutti non sono disponibili, le delegazioni devono rimanere nelle proprie stanze, dove verranno serviti anche eventuali pasti. Prima che l'evento abbia inizio il Covid manager IJF e quello dell’organizzazione locale devono verificare che tutte le misure di sicurezza siano state applicate.

40 anni fa, il primo oro olimpico del judo azzurro

  • Ezio Gamba
  • 30 luglio 1980
  • Mosca

Sono trascorsi quarant’anni dal giorno in cui Ezio Gamba conquistò la medaglia d’oro ai Giochi olimpici a Mosca. È stato un successo quello, che ha scritto una pagina fondamentale nella storia del judo italiano. E non solo perchè è stato il primo oro olimpico. Ma proprio per il contesto e le vicissitudini che hanno valorizzato una gara di judo, benchè olimpica, fino a renderla un’impresa epica. Il boicottaggio, quale azione concreta contro l’invasione russa in Afganistan. La libera scelta delle nazioni, che l’Italia interpretò con una via di mezzo fra il ‘sì però’ ed il ‘no ma’, ponendo il veto agli atleti dei gruppi sportivi militari. Praticamente l’intera squadra azzurra del tempo, davvero favolosa, ma interamente ed ovviamente ‘arruolata’. Ezio Gamba si mosse rapido e determinato, geniale, come sul tatami. Chiese ed ottenne il proscioglimento dal Centro Sportivo Carabinieri, che si privò così del suo gioiello più prezioso pur di sostenerne i sogni. Detta così, sembra poesia. Ma tutto filò liscio per davvero. Un solo ‘fastidio’, se proprio si volesse cercare il pelo nell’uovo, né bandiera né inno. E così sia, ma intanto saliamo sul tatami e poi si vedrà. Dev’essere stato il pensiero di Ezio. Finalmente arrivò il giorno del destino: il 30 luglio 1980, mercoledì. Il sistema delle teste di serie, non appartiene ancora al mondo del judo. I nomi (in realtà i numeri corrispondenti) degli atleti vengono messi in una cesta, estratti e collocati nel tabellone di gara. È puro caso dunque, che Ezio Gamba e Neil Adams, due campioni già affermati nonostante debbano ancora compiere entrambi 22 anni, si trovino in due gironi diversi. Ezio appare subito inarrestabile, ippon al kwaitiano Al-Farhan, ippon al temibile francese 2020 neil adams ezio gambaChristian Dyot, ippon al nordcoreano Kim Byong Gun ed ancora ippon al forzutissimo mongolo Ravdan Davaadalai. Seoi nage e yoko tomoe, per chiudere poi in juji gatame, così fino la finale. Dov’è arrivato ovviamente proprio Neil Adams, l’inglese, che a sua volta ha eliminato l’australiano Picken, il camerunense Nkamdem, il polacco Alksnin e quindi il tedesco est Karl-Heinz Lehmann. La finale? Uno spettacolo. Ezio vinse all’hantei, tre bandierine bianche, dopo aver frastornato il grande Neil, che riuscì una volta soltanto ad ‘sparare’ uno dei suoi micidiali tai otoshi. Che andò fuori misura. A quel punto, la bandiera e l’inno del Cio, furono le cose più belle che si potessero vedere ed ascoltare. Meravigliosi. Sì, fu davvero un bel mercoledì, quel 30 luglio del 1980. A Mosca.

La sfida degli azzurri a paintball, fra risate e sano agonismo

  • Maria Centracchio
  • paintball

Se per caso un giorno decidete di fare una passeggiata nella pineta di Ostia, tenete conto che può capitare anche di trovarsi nel bel mezzo ad una sparatoria. Ma no, che ha avete capito? Non uno scontro a fuoco, bensì una sfida a paintball, gioco in cui, per conquistare la base avversaria, devi eliminare gli avversari colpendoli con palline di gelatina riempite di vernice sparate ad aria compressa con i cosiddetti marker. Ed è proprio quello che hanno fatto ieri gli atleti della squadra olimpica di judo. Così, tanto per trascorrere il tempo nella giornata di riposo, dopo tre giorni di allenamenti ad alta intensità nella seconda settimana di collegiale. Da una parte i ‘mimetici’ e dall’altra i ‘neri’, ovviamente sulla base delle divise indossate. E quindi Maria Centracchio, Fabio Basile, Nicholas Mungai, Christian Parlati e Luca Poeta, da una parte e Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Matteo Medves, Fracesco Bruyere e Felice Romano dall’altra. Odette non si è presentata, per l’appuntamento con la fisioterapia per recuperare un acciacco alla schiena. “È stato un bel pomeriggio di “riposo” se così lo si può chiamare – ha detto Francesco Bruyere- la mentalità vincente dei ragazzi ha trasformato subito il gioco in qualcosa di molto molto impegnativo, sia a livello fisico che mentale. Litigi, risate e sano agonismo”. “Siamo contenti di essere riusciti ad inserire un’attività di team building come queste all’interno della programmazione –ha aggiunto- Il judo, come diceva un mio buon vecchio amico, è uno sport individuale a carattere collettivo, in cui la squadra ci aiuta a superare le difficoltà e a dividere le fatiche del duro allenamento. Gioiamo insieme e perdiamo insieme. L’uomo del match, o meglio, la donna del match è stata Maria Centracchio, la più coraggiosa! Sempre forza Italia”. Il risultato? I segni per qualche colpo, ma anche quello dei rovi. Però tutti assolutamente contenti. Ed alle 7.30 di questa mattina tutti pronti… via! Ripartiti subito per un’altra giornata impegnativa.

Azzurri ‘a contatto’ con i partner, convocazione per 36 dal 17 agosto

  • ostia
  • centro federale
  • collegiale

Superata la prima settimana di collegiale post-lockdown, per la squadra olimpica radunata nel centro federale a Ostia sono arrivati i ‘rinforzi’, ovvero i partner con i quali condividere gli allenamenti ‘a contatto’. La squadra, lo ricordiamo, è composta da Francesca Giorda, Odette Giuffrida, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, Matteo Medves, Giovanni Esposito, Fabio Basile, Antonio Esposito, Christian Parlati, Nicholas Mungai (Manuel Lombardo è rimasto a Torino), mentre sono Martina Esposito, Flavia Favorini, Ylenia Monacò, Marta Palombini, Sofia Petitto, Daniele Accogli, Salvatore D’Arco, Carmine Di Loreto, Davide Nuzzo, Gennaro Pirelli, Mattia Prosdocimo, Davide Ripandelli ed Ermes Tosolini, i convocati a supporto. C’è soddisfazione per i riscontri registrati nei primi sette giorni di allenamenti, “È stata una settimana impegnativa nella quale abbiamo effettuato anche dei test –ha commentato il coach Francesco Bruyere- FIJLKAM collegiale 1forza e resistenza, ma rapporto anche con nutrizionista e fisiatra, in modo da avere un quadro dettagliato della situazione attuale e capire al meglio come procedere”. Ma per ritrovare le migliori condizioni sono state organizzate anche situazioni diverse, come una grigliata autogestita piuttosto che la sfida a paintball, in programma oggi pomeriggio nella pineta di Ostia. Piccole cose a complemento di un lavoro intenso, cui tutta la squadra si sottopone rispettando tutti gli aggiornamenti delle regole previste, ma sempre senza fiatare. Regole richiamate anche nella convocazione recapitata proprio oggi per il periodo successivo, che va dal 17 al 29 agosto e che riguarda ben 36 atleti: Carlotta Avanzato, Alice Bellandi, Martina Castagnola, Maria Centracchio, Martina Esposito, Flavia Favorini, Francesca Giorda, Odette Giuffrida, Edwige Gwend, Francesca Milani, Carola Paissoni, Silvia Pellitteri, Linda Politi, Alessandra Prosdocimo, Assunta Scutto, Giorgia Stangherlin, Veronica Toniolo, Daniele Accogli, Fabio Basile, Kenny Bedel, Enrico Bergamelli, Luigi Centracchio, Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Giacomo Gamba, Manuel Lombardo, Elios Manzi, Matteo Medves, Edoardo Mella, Mattia Miceli, Nicholas Mungai, Christian Parlati, Gennaro Pirelli, Mattia Prosdocimo, Lorenzo Rigano, Andrea Spicuglia.

Il DTN Kyoshi Murakami: “Manca judo? Siamo qui per questo”

  • ostia
  • Francesco Bruyere
  • Kyoshi Murakami

“Siamo stati fermi per quattro mesi ed ero molto preoccupato per come avrei ritrovato la squadra, ma tutti gli atleti si sono presentati al Centro Olimpico in ottima forma”. Kyoshi Murakami, il direttore tecnico della nazionale azzurra, non ha bisogno di troppe parole per mettere a fuoco la situazione e dopo due giorni di collegiale nel Centro olimpico a Ostia ha già un quadro sufficientemente completo e dettagliato. “Sicuramente manca a tutti un po’ di judo – ha aggiunto- ma siamo qui per questo. Gli atleti sono contenti di poter ricominciare ed il clima che si respira è molto positivo. Questi ragazzi hanno uno spirito incredibile, sono fiducioso per il futuro”. I ragazzi, lo ricordiamo, sono Francesca Giorda, Odette Giuffrida, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, Matteo Medves, Giovanni Esposito, Fabio Basile, Antonio Esposito, Christian Parlati, Nicholas Mungai, mentre Manuel Lombardo è rimasto a Torino per una faccenda personale. Con i ragazzi, oltre a Luigi Guido, Dario e Felice Romano, ci sono anche Laura Di Toma, la preparatrice atletica India Previato, Luca Poeta e Francesco Bruyere. “Siamo ripartiti -ha detto- e non è stato facile. Purtroppo, a causa delle restrizioni nazionali e nel rispetto del regolamento imposto, non abbiamo potuto in alcun modo incominciare prima, ma i ragazzi non si sono mai fermati. I complimenti vanno a loro, che hanno trovato motivazioni ed energie per continuare ad allenarsi a casa, anche in questa complicatissima situazione. Nella prima parte del lockdown siamo riusciti a svolgere delle sedute di match-analisi da remoto grazie al nuovo sito JUDODATA e, nella seconda parte, quando sono stati autorizzati gli allenamenti in palestra, hanno ricominciato ad allenarsi con i pesi. Qualcuno è stato più fortunato, avendo fratelli o congiunti judoka con cui potersi allenare a casa. Ma il risultato è che abbiamo ritrovato la squadra che avevamo lasciato. Stanno tutti molto bene e c’è grande entusiasmo. Questo ci aiuterà a svolgere il duro lavoro delle prossime settimane. In questa prima fase abbiamo convocato solo la squadra olimpica per sottoporli a test fisici e visite mediche, così da avere un quadro più chiaro della situazione e un punto di ripartenza. Da lunedì arriverà una squadra di supporto, che ci aiuterà a ricominciare con il lavoro specifico di judo. Siamo contenti di essere ripartiti, non so quando ricominceranno effettivamente le gare, ma di sicuro c’è tempo. L’Olimpiade è tra un anno e noi ci faremo trovare pronti per prendere quello che abbiamo lasciato”.

E siamo ancora qua… Azzurri al Centro Olimpico fino al 19

  • ostia

È molto importante, non bisogna assolutamente abbassare la guardia. L’attenzione nel rispettare norme e linee guida deve rimanere sempre al massimo, ma è vero anche che il tatami del Centro Olimpico a Ostia ha riaperto le porte ad un collegiale ufficiale della prima squadra che è iniziato oggi e si concluderà domenica 19. Dodici i convocati, Francesca Giorda, Odette Giuffrida, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, Matteo Medves, Giovanni Esposito, Fabio Basile, Antonio Esposito, Christian Parlati, Nicholas Mungai. Manuel Lombardo invece, in quest’occasione è rimasto a Torino. È un altro passo in avanti nell’ambito di questo percorso arduo, inatteso, insidioso che presenta ancora molte incognite, per le quali è doveroso rimanere prudenti e rispettosi. Questi i commenti degli atleti (con le eccezioni di Edwige Gwend e Manuel Lombardo).

Francesca Giorda. Il lato positivo di questa situazione è stato il poter lavorare un po' di più sulla preparazione fisica senza avere le restrizioni del calo peso che nell'ultimo periodo prima del lockdown era diventato un po' difficile da gestire, ho potuto quindi migliorare un po' il mio tono muscolare soprattutto nelle gambe. Ho condiviso questo periodo difficile con le mie colleghe della Fiamme Gialle che hanno fatto la quarantena con me e insieme abbiamo cercato di sfruttare al meglio questa difficile situazione di stallo. Sento i miei amici di Torino che come tutti i judoka in Italia vogliono tornare sul tatami a fare lo sport che amano, a loro dico sempre di tenere duro, che questo periodo sicuramente ci è servito per capire quanto davvero questo sport faccia parte di noi. E questo ritiro mi fa capire che siamo sulla buona strada per tornare davvero.

Odette Giuffrida. È stato un periodo molto particolare per tutti, ritengo infatti che l’Olimpiade che verrà sarà quella delle motivazioni. Di chi è riuscito meglio di altri a tenere alte e solide le proprie. Rimanere per così tanto tempo lontana dall’allenamento mi ha consentito di viaggiare dentro me stessa ed è così che ho scoperto nuove motivazioni. Il fuoco che già ardeva, ora è ancora più grande. Ho fatto tutti i test, tampone e tutto, ho avuto l’ok delle Fiamme Gialle per allenarmi con il nostro gruppo. Sono diventate ormai le mie migliori amiche. Sto riprendendo piano piano, sto ricominciando step by step perché le mie spalle sono quello che sono. Questo periodo ci ha fatto capire che siamo in grado di sopportare più di quanto non immaginavamo. L’incitamento che faccio ai judoka italiani è: sognate ancora più in grande. Siamo pronti e capaci di fare grandi cose, si può fare. Un’ultima cosa, non dimentichiamoci di apprezzare anche le piccole cose, come gli allenamenti con gli amici o andare in palestra e mettersi un judogi. Apprezziamo tutto e sogniamo in grande.

Maria Centracchio. Finalmente siamo rientrate nel nostro centro olimpico dopo 4 mesi. Ovviamente sono molto felice di poter riassaporare almeno un pizzico di “normalità” e di ritrovare questo tatami. Sicuramente questo periodo ci ha messo di fronte a tante sfide, quelle che in generale tutto il mondo sta affrontando, ma anche sfide dal punto di vista personale. Io ho cercato di fare tesoro di questo tempo per conoscere aspetti di me stessa che magari non avevo mai approfondito, di cercare nelle mie esperienze passate qualcosa che possa aiutarmi ad essere migliore nel futuro e negli impegni che ci attenderanno. Continuerò ad utilizzare questo periodo per lavorare su aspetti che, quando riparte il circuito di qualificazione, non possono essere curati. Come partner ho chiesto l’aiuto di Martina Esposito che, oltre ad essere un’atleta molto forte, è una ragazza che, per voglia di lavorare e serietà sul tatami, sento molto affine. Ai Judoka italiani dico di continuare a dare il meglio e lavorare per i propri sogni, perché presto si dovrà combattere per davvero. In gara.

Alice Bellandi. Finalmente potremmo ricominciare anche noi! Sono felicissima che dopo questo lockdown finalmente possiamo ripartire anche noi!! Da questo periodo di stop ho imparato ad apprezzare tante piccole cose alle quali prima non avevo dato importanza, ed è bello rendersi conto di quanto, a volte, le piccolezze possano essere fondamentali! Ho scelto di invitare come partner Linda Politi, mi è sempre stata di grande aiuto in questo percorso di avvicinamento all’Olimpiade! Voglio dire a tutti i judoka d’Italia che finalmente ce l’abbiamo fatta, che ora è arrivato il tanto atteso momento di toccare con mano (e piedi) il tatami!

Matteo Medves. Siamo tutti felicissimi di ricominciare. In questo periodo di clausura, pur allenandomi in condizioni che definirei semplicemente ‘diverse’, sono riuscito a migliorare molto la posizione a sinistra e ho ritrovato una serenità che avevo perso nel tempo a causa del ‘calo-peso’ e dell’estrema difficoltà a farlo. Adesso che peso un po' di più sono, anzitutto, più bello a vedersi (risata) e poi mi sento proprio bene, ho quasi voglia di ripartire e dico quasi perché non è poi così brutto essere in vacanza. Sono riuscito comunque a farmi male al piede in allenamento e sto recuperando anche con un po' di terapia, ho scelto di condividere la pratica nel collegiale con Davide Ripandelli, che è da tempo il mio partner ed è sempre stato pronto e disponibile. È comunque un amico e con lui mi trovo bene a fare judo. Ai judoka italiani dico ‘daje’ che si riparte e speriamo che si possa proseguire senza che qualche pazzo ci riporti tutti in lockdown.

Giovanni Esposito. In questi mesi ne ho approfittato per curare la parte tecnica con mio fratello, ultimamente abbiamo ripreso anche la parte di preparazione. Stiamo ritornando, forza.

Fabio Basile. Sto bene, è stato un periodo abbastanza particolare, ma sono molto contento di ritornare nella mia seconda casa. Sì, perché Centro Olimpico ed Akiyama Settimo sono e saranno sempre i punti di riferimento della mia vita. Sono contento anche per come si è mossa la nostra Federazione, il Presidente ed il Segretario, nel velocizzare i tempi per ricominciare ad allenarci. So che possiamo avere anche i partner e questo ci aiuterà molto nella preparazione. Cosa ho scoperto in questo periodo? Ma io so già tutto di me, non ho scoperto nulla di più. Sono molto sicuro che la mia mentalità mi porterà a vincere ancora tante altre cose ed a fare di me un uomo ancora più forte in un futuro. Tutto va secondo i piani dunque, adesso dobbiamo soltanto rimanere sereni e non farci prendere dall’ansia, perché le gare sono ancora lontane. Alleniamoci serenamente, senza lasciarci prendere dall’ansia. Per com’è stata gestita questa complicata vicenda mi sento di dire che il nostro ministro Spadafora crede veramente in noi e non ci ha mai lasciati soli. Anche Malagò e Falcone, hanno fatto davvero tutti un ottimo lavoro.

Antonio Esposito. Da questa quarantena esco rigenerato fisicamente e mentalmente. Mi sono sempre allenato con mio fratello, con lui faccio coppia fissa da 4 mesi ormai e ho avuto modo di studiare i miei avversari e analizzare alcuni errori che facevo in gara. Anche da un periodo negativo e brutto come questo ho provato a migliorarmi comunque e ho dato un po’ di tempo al corpo per recuperare dagli infortuni. Sono davvero felice di ritornare a Ostia, per allenarmi e rivedere i miei amici!

Christian Parlati. Mi sono comunque goduto questo tempo con la mia famiglia, È stato un periodo lungo con tante difficoltà, sono stato “fortunato” ad avere mio fratello e mio padre che mi hanno aiutato ad allenarmi e mia mamma che mi ha fatto fare qualche seduta di stretching (ne avevo bisogno). Verrà con me Salvatore D’Arco, ho scelto lui perché ci alleniamo molto bene insieme ed è un mio grande amico. Ragazzi il periodo più difficile è passato, presto torneremo tutti insieme ad allenarci e fare a botte.

Nicolas Mungai. A quanto pare piano piano stiamo imboccando la strada che porta alla normalità, sempre mantenendo le dovute precauzioni ci avviciniamo a quelle che erano le nostre abitudini prima del lockdown. Durante questa quarantena ho avuto prima di tutto il tempo di recuperare gli infortuni che mi hanno perseguitato durante l'ultimo anno. Durante la fase 2, un po' per necessità, un po' per cambiare stimolo allenante, mi sono avvicinato molto alla corsa e devo dire che nonostante in passato non mi piacesse molto, adesso mi sta dando molte soddisfazioni. E mi sono comprato anche un cardiofrequenzimetro. Utilizzando degli elastici in casa mi sono messo anche a studiare più seriamente l’uchi komi a sinistra, mio lato debole. Ho avuto anche un po' di tempo per dedicarmi alla mia altra grande passione, la musica. Poco prima del lockdown decisi di portare a Torino la Fender di mio padre, che per anni avevo lasciato a Pistoia. Devo dire che mi ha tenuto molta compagnia e mi ha dato modo di distrarmi molto mentre sono rimasto chiuso in casa. Ho chiesto di potermi allenare assieme a Gennaro Pirelli, perché è un bravo judoka e i suoi risultati lo dimostrano, ma soprattutto ha molta voglia di lavorare. Ai Judoka ed alle Judoka d'Italia voglio solo dire di stringere i denti e di tenere duro. Alcuni di noi hanno già ricominciato, altri lo faranno a breve, per cui fate attenzione e prendete le dovute precauzioni che piano piano torneremo alla normalità.

Linee guida, così semplici e così importanti

  • judo
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  • fijlkam care

È arrivato a quota 14 il gruppo delle regioni che hanno formalizzato la cosiddetta ‘apertura’ agli sport di contatto. A tre settimane dall’assenso pronunciato dal ministro allo Sport, Vincenzo Spadafora, poi stoppato dal ministro alla Salute, Roberto Speranza, le responsabilità sono state condivise con le regioni. Dalle indicazioni generali stabilite dal Governo infatti, si aggiunge l’approfondimento specifico delle Regioni, che hanno il polso delle situazioni territoriali. È a questo punto, che si arriva all’ultimo passaggio, il più delicato, ovvero l’applicazione delle linee guida allegate alle raccomandazioni specifiche della disciplina da parte di atleti, tecnici, società sportive. Una responsabilità, probabilmente la più importante, perché richiede la massima attenzione. Le regole sono semplici, ma è evidente che richiedono uno sforzo diverso rispetto la fatica e l’impegno già messi in preventivo, e sono state pubblicate nell’area dedicata Fijlkam Care, che viene puntualmente aggiornata con le novità.

La principale novità introdotta il 1° luglio riguarda la possibilità di allenarsi in coppia, anche se solo con partner fisso, seguendo tuttavia le prescrizioni specifiche riportate nelle Raccomandazioni della disciplina. Da tener presente anche, che le indicazioni sono applicabili soltanto nelle Regioni che hanno autorizzato la ripresa degli sport di contatto che, al momento, sono 14. Un passaggio tecnico importante questo, in quanto è di buon senso la considerazione che i campionati italiani possano essere calendarizzati con un margine di almeno due-tre mesi dopo che l'ultima regione italiana abbia ripreso a fare judo in maniera completa. Questi i punti fondamentali indicati nelle linee guida, ricordando che costituiscono l’allegato del manuale operativo, il quale è il documento di riferimento. 1) è obbligatorio l’uso della mascherina fino all’inizio dell’attività sportiva ed immediatamente dopo la conclusione; 2) prima dell’allenamento dev’essere rilevata la temperatura corporea ad ogni atleta e, nel caso in cui questa superi i 37,5°, lo si invita a rivolgersi al proprio medico o al pronto soccorso; 3) è obbligatorio il registro delle presenze che dev’essere conservato per almeno 14 giorni e deve indicare data, composizione delle coppie, nome del tecnico responsabile e durata della seduta; 4) ad ogni coppia, che deve rimanere inalterata fino a nuovo ordine, è doveroso assicurare un’area operativa sul tatami di almeno 16 mq. La superficie del tatami divisa per 16 determina così il numero massimo di accessi; 5) le coppie devono rispettare fra loro una distanza di sicurezza di 2 metri.

“Riaprire adesso senza limitazioni sarebbe affrettato – è stato il commento di un Direttore Tecnico regionale pubblicato sul web istituzionale - con lo spettro di una nuova chiusura in settembre. Sono d’accordo che le linee guida sono restrittive, ma sta a noi trovare il lato positivo. Apertura totale invece, per i ragazzi della nazionale in quanto solo per loro è possibile prevedere un protocollo ferreo di tamponi e controlli”.

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