I dieci azzurri ‘top’ pronti per il Doha Masters
È partita questa mattina la squadra azzurra che parteciperà al Masters in programma a Doha dall’11 al 13 gennaio. Con il Direttore Tecnico Kiyoshi Murakami, i tecnici Dario Romano e Francesco Bruyere, il Covid Manager Alessandro Comi ed i medici Stefano Bonagura e Paolo De Persio ci sono i dieci atleti che si sono guadagnati il prezioso ‘invito’ grazie alla posizione ‘top 32’ nella classifica mondiale. Si tratta, come noto, di quattro donne, Odette Giuffrida, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, e sei uomini, Manuel Lombardo, Fabio Basile, Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Christian Parlati, Nicholas Mungai. L’evento registra una partecipazione di 370 atleti (203 M, 167 F) provenienti da 68 nazioni rappresentanti i cinque continenti e, nell’ultramoderna Multipurpose Hall di Lusail, festeggia l’assegnazione a Doha dell’organizzazione per il campionato del mondo 2023.
“I ragazzi stanno bene -ha detto Francesco Bruyere- la data scelta per questo Master è certamente un po’ particolare e, fra le feste ed il lockdown, non è stato facile prepararlo. Abbiamo fatto comunque un bel carico di lavoro prima di Natale e siamo ripartiti subito il 2 gennaio con la rifinitura pregara. Ovviamente siamo di nuovo in bolla con tutte le misure di sicurezza necessarie e al primo tampone siamo risultati tutti negativi. La squadra sta bene è consapevole delle proprie possibilità ed è pronta a dimostrarlo come sempre”.
Questo invece, è stato il commento di Odette Giuffrida: “Abbiamo dato tutti noi stessi per questo Master, abbiamo saltato Natale e Capodanno, ci siamo allenati in qualsiasi modo possibile. Questo Masters lo abbiamo veramente voluto, adesso è arrivato il momento di raccogliere”. Maria Centracchio: “Sono molto contenta di affrontare questa gara. Sono pronta a dare tutto e a mettere dei nuovi mattoncini per la costruzione del mio percorso”. Edwige Gwend: “Una gara speciale per un periodo altrettanto particolare… La mia speranza è di riuscire a vivere questa gara appieno e che il risultato arrivi altrettanto positivo”. Fabio Basile: “Non sarò al cento per cento a causa di quegli infortuni che, grazie all’impegno straordinario dei nostri dottori, si fa tutto il possibile per recuperare. Ad ogni modo sono sempre un animale”. Antonio Esposito: “Sono pronto a dare tutto, mi sento in forma e non vedo l’ora di combattere!!!”. Le fasi finali delle tre giornate potranno essere seguite in diretta su Sky Sport Arena con il commento di Ivano Pasqualino e Ylenia Scapin (lunedì 15-17.30, martedì 15-17, mercoledì 15-17.30).
Il programma
Lunedì 11: F 48, 52, 57 kg; M 60, 66 kg
Martedì 12: F 63, 70 kg; M 73, 81 kg
Mercoledì 13: F 78, +78 kg; M 90, 100, +100 kg
Soloveychik ancora alla guida della EJU. Ezio Gamba confermato Segretario Generale
Roma, 17 dicembre 2020 – Ieri, 16 dicembre, si è svolto il 72° Congresso Ordinario della EJU, per la prima volta su una piattaforma online, che ha visto la partecipazione del Comitato Esecutivo EJU, dei membri onorari e delle 48 federazioni membri.
Il Presidente Sergey Soloveychik, che ricopre il ruolo dal 2007, è stato confermato anche per il quadriennio 2021-2024 insieme a tutto il suo team. Fra loro, il segretario generale sarà ancora il nostro Ezio Gamba, primo oro olimpico azzurro a Mosca 1980 e argento a Los Angeles 1984.
Dalla FIJLKAM, il Presidente Domenico Falcone e il Segretario Generale Massimiliano Benucci si congratulano ed inviano i migliori auguri per il rinnovato Comitato Esecutivo che guiderà ancora l’European Judo Union.
Clicca qui per maggiori informazioni e per vedere il Comitato Esecutivo EJU al completo.
La nascita dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo
Roma 10 dicembre 2020 Pubblichiamo oggi il primo di una serie di articoli in cui ripercorreremo la storia dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo. Buona lettura!
Era il 30 aprile 1971. Alle 10.30 di quel giorno, al quarto piano del Palazzo delle Federazioni di viale Tiziano a Roma, si riuniva il Consiglio di Settore Judo presieduto dal Presidente Zanelli e condotto dall’ Avv. Augusto Ceracchini per deliberare l’istituzione dell’Accademia Nazionale Italiana Judo, organismo al quale fu delegato il compito di formare la classe dei futuri Tecnici federali.
Frequentando corsi tri/quadrimestrali gli “allievi” seguivano lezioni di:
-Metodo globale di Judo
-Etica e Deontologia
-Didattica
-Arbitraggio
-Preparazione fisica
-Fisiologia
-Cardiologia
-Dietologia
-Psicologia
-Nozioni di lingua inglese e giapponese
-Diritto Sportivo
-Elementi di Karate, Ju Jutzu, Akido, Kendo
-Organizzazione
-Amministrazione
sostenendo un esame finale e la discussione di una tesi.
Al termine di questo percorso gli allievi venivano abilitati all’insegnamento con la qualifica si “Istruttori”.
Dal 1971 al 1982 – anno in cui l’Accademia cessò le attività, si svolsero 24 corsi identificati dalle lettere dell’alfabeto greco (dal corso ALFA al corso OMEGA) e altri 4 corsi (dal 25° al 28° corso), abilitando oltre 350 tecnici.
Il Motto Accademico “ Nel progresso la Tradizione” ha rappresentato, in quegli anni, lo spirito che permeava l’attività del settore judo: l’accademia stessa, le qualificazioni ai Campionati Italiani, il Centro di preparazione Olimpica, La rivista del settore e, così via.
Anche dopo la scomparsa repentina dell’Avv. Ceracchini, in qualche modo, questo spirito è stato ripreso dalla presidenza Pellicone che negli anni ha realizzato importantissime iniziative coinvolgendo gli interessi delle molteplici discipline sportive che sono rappresentate dalla Federazione, conquistando importantissimi risultati sportivi ed organizzativi che avevano trovato il 2seme” negli anni ‘70.
Il prossimo anno si compiranno quindi i 50 anni dall’istituzione dell’A.N.I.J e, anche se attualmente l’Accademia non opera (mai dire mai!), ha rappresentato un’importante momento nell’ultracentenaria storia della federazione. Un gruppo di “Accademisti” ha inteso formare un comitato per l’organizzazione di un raduno commemorativo che inizialmente era stato convocato per il 30 aprile 2021 ma che di fronte alle difficoltà dovute alla pandemia, è stato prorogato al 12 settembre – data in cui iniziò il primo corso Accademico – .
Questo comitato ha dato vita ad un gruppo FaceBook – Amici dell’ A.N.I.J. e del C.P.O. anni ’70 – e un gruppo WhatsApp – Amici dell’ANIJ per stimolare la riunione degli Accademisti e lo scambio di ricordi ed esperienze. Chiunque fosse interessato, anche se non appartenente al mondo accademico, può richiedere ed ottenere l’iscrizione ai gruppi per seguirne l’attività.
New York 1980: "Grazie Donne! Pioniere e coraggiose"
“Carissima judo-family, in occasione del 40° anniversario del primo Campionato mondiale femminile di judo, desidero congratularmi ed esprimere tutta la mia gratitudine alle donne della nostra famiglia del judo, assieme a coloro che hanno contribuito a promuovere, incoraggiare e condividere la nostra passione per il judo e dei suoi valori. Celebriamo dunque questo evento significativo e stimolante per il judo, lo sport e la società. Oggi il judo è vissuto e visto come un modello di uguaglianza ed equità tra uomini e donne. Ed è con orgoglio che posso sottolineare la conquista di una partecipazione ai Giochi Olimpici che, a Tokyo, sarà esattamente del 50% per gli uomini e del 50% per le donne. Ma la strada per arrivare fino a qui non è stata facile ed è stato proprio questo campionato del mondo che ha aperto la strada a tutte le generazioni di atlete passate, presenti e future”. Sono state queste le parole pronunciate dal presidente IJF Marius Vizer in apertura dell’evento che, nei giorni scorsi, ha celebrato il quarantennale del primo campionato del mondo femminile. È stato un appuntamento importante, che ha saputo annullare distanze, riallacciare relazioni, scovare piccole e grandi storie, raccogliere immagini emozionanti, sul quale hanno lavorato e contribuito in tante e tanti. “Desidero ringraziarle tutte -ha detto il Presidente Domenico Falcone- quelle donne pioniere e coraggiose, che hanno aperto la strada al judo femminile in Italia e nel mondo”. Donne italiane che, in quel lontano mese di novembre del 1980, partirono per New York guidate da Maria Bellone ed Alfredo Monti, ciascuna con i propri sogni e le proprie ambizioni, certamente inconsapevoli di scrivere una pagina di storia davvero importante. Margherita De Cal, che a New York conquistò la corona mondiale, ha ricordato così le sue emozioni. “È difficile iniziare questo grande evento, ma con il mio inglese zoppicante, provo ugualmente a parlare di emozioni. E la prima fu arrivare a New York! Io vivo a Venezia, ci sono tante città belle come la mia, ma la prima volta che sono arrivata a New York ho visto una città completamente diversa, con molta vita, molte luci, molte persone, molte costruzioni… tutto molto diverso. Credo però, che la cosa più emozionante fu arrivare al Madison Square Garden. Quando partii dall’Italia scelsi di non pensare al risultato, ed anche se tutti mi dicevano che avrei preso una medaglia, per me rimaneva solo una gara. Così mi dissi: ‘va bene, proviamoci ed affrontiamo questa nuova esperienza!’ Ed è stato così che poi è andata com’è andata. Ero insegnante di scuola, già da 8 anni insegnavo educazione fisica e non è che mi rimanesse molto tempo per gli allenamenti di judo. Ricordo che mi allenavo 3 volte a settimana per due ore, nulla di più, perchè poi lavoravo. Obiettivamente non era molto per preparare quel mondiale, il primo mondiale! Ma mi sono detta “proviamoci”. Cos’è cambiato nella mia vita dopo il mondiale? Pochissimo, già lavoravo ed ero autonoma, vivevo da sola e la mia vita era normale e felice. Con i miei 30 anni, credo di esser stata la più vecchia atleta in gara. In Italia fu vista come una normale gara, della serie “Sì, hai vinto qualcosa, ma non è così importante”. In realtà è stato importantissimo per tutte le donne del judo, perché l’intuizione ed il lavoro di Rusty hanno rivoluzionato il nostro mondo, hanno letteralmente spalancato le porte delle competizioni internazionali alle donne. Rusty è stata stata una donna meravigliosa. Ho avuto il privilegio di ospitarla a Venezia, è venuta a casa mia ed è stata con me e con la mia famiglia per diversi giorni e sono state delle giornate bellissime, indimenticabili. È così che siamo arrivati fin qui e così concludo questo mio intervento, ormai mi sono ritirata dal lavoro, sono in pensione e sono una “vecchia” signora con diversi acciacchi fisici. Ho smesso di praticare judo, ma non ho smesso di amare il judo. Ora sono una dirigente nel mio Dojo e sogno di vivere assieme alla famiglia del judo il resto della mia vita”.
New York 40 anni dopo… domani e domenica la festa online!
Domani, sabato 28 novembre, il mondo del judo celebra il 40esimo anniversario dall’organizzazione del primo campionato del mondo femminile, che si svolse nel Madison Square Garden a New York il 29 e 30 novembre 1980. Per questo vero e proprio evento la federazione internazionale judo (IJF) ha predisposto due tavole rotonde con la partecipazione di illustri ospiti alle quali tutti gli interessati sono invitati a partecipare su tutte le piattaforme IJF accessibili online. Per l’occasione sono state raccolte anche numerosissime immagini di quelle storiche giornate di novembre e riportate all’attualità con la pubblicazione su questa bella ed emozionante galleria fotografica.
Il programma delle due giornate è così organizzato:
- Apertura dell’evento
- Saluto di benvenuto IJF
- Saluto di benvenuto della famiglia Kanakogi
- Esposizione del progetto IJF
- Qualche minuto a diposizione dei relatori per raccontare chi sono e com’è stata la loro vita in questi 40 anni
- Domande e risposte di approfondimento
- Conclusioni IJF e chiusura
Sabato dalle 18:00
Webinar: Zoom
YouTube: Link
Domenica dalle 11:00
Webinar: Zoom
YouTube: Link
Ospiti
Sabato: Jean Kanokogi, Jane Bridge (GBR 48 kg), Mary Lewis (USA 48 kg), Monica Guadagnini (ARG 61 kg), Xiomara Orozco (VEN 61 kg), Anita Staps (NED 61 kg), Dawn Netherwood (GBR 66 kg), Margherita De Cal (ITA +72 kg).
Domenica: Jean Kanokogi, Loretta Doyle (GBR 56 kg), Karen Krüger (GER 66 kg), Kerrye Daniels (AUS 72 kg), Jocelyn Triadou (FRA 72 kg), Cristina Fiorentini (ITA 72 kg), Ingrid Berghmans (BEL +72 kg and open), Marjolein Van Unen (NED +72 kg and open)
Queste le altre notizie recenti su questo evento:
12 agosto: Il compleanno speciale di una Donna Speciale
18 settembre: Preparando un evento per i 40 anni del primo mondiale femminile
16 novembre: Quarant’anni fa il primo Mondiale femminile
“Voglio vincere. È arrivato il momento di farlo”, bilancio di questo novembre un po' particolare…
Odette Giuffrida, Mattia Miceli, Giulia Carnà, Veronica Toniolo sono i nomi dei quattro azzurri che, nel corso di questo mese di novembre, hanno messo al collo una medaglia nel campionato d’Europa cui hanno partecipato. Novembre infatti, in questo balordo 2020, è stato il periodo in cui fra gli innumerevoli ‘postponed’ e ‘cancelled’ sono stati raccolti tre campionati d’Europa, gli Junior dal 4 al 6 e gli U23 il 9-10 a Parenzo, i senior dal 19 al 21 a Praga. E ben 46 sono stati gli atleti che hanno rappresentato l’Italia nelle tre manifestazioni continentali, 13 nell’U21, 17 nell’U23 e 16 a Praga, che hanno ottenuto due medaglie d’oro, una d’argento, una di bronzo, sette quinti e sette settimi posti. Una quota-piazzamento pari al 40% che rappresenta il commento più efficace su come ragazze e ragazzi, donne e uomini del judo italiano abbiamo saputo e voluto affrontare le molteplici difficoltà cui questo periodo impone a chiunque. E che cos’altro si potrebbe aggiungere, se non i commenti di chi ha coronato a Praga questo ciclo novembrino di Europei? Iniziando però, dal commento che Odette Giuffrida ha fatto “prima” e non dopo la gara…
“Questa volta sarò breve. – disse Odette alla partenza per Praga - Ho passato un momento veramente non facile a livello personale. Come forse hai potuto notare ho voluto distaccarmi da tutto, social ecc e concentrare le mie energie sulle mie motivazioni. Questa volta voglio tenere i miei pensieri per me stessa e sfogare tutto sul tatami tra qualche giorno. Non so come arriverò a livello fisico ma una cosa è sicura voglio vincere questo Europeo. Ho una carica dentro difficile da descrivere a parole. Voglio vincere per me stessa, per tutto quello che ho superato, per la mia famiglia e per tutti noi italiani. Voglio vincere. È arrivato il momento di farlo. Me lo merito, ce lo meritiamo. Poi con la medaglia d'oro al collo ti racconterò tutto quanto. Ci vediamo tra qualche giorno”.
48
Francesca Giorda: “Riuscire ad arrivare a partecipare a questo europeo è stata davvero una sfida, tra quarantene, infortuni e problemi alla schiena sono dovuta stare ferma per tanto tempo e praticamente da dopo Dusseldorf non sono mai riuscita a seguire una preparazione continua. Ho preparato questa gara in due settimane senza fare randori da 8 mesi. Nonostante questo, in gara ho avuto ottime sensazioni che mi fanno capire che la linea adottata da staff Fiamme Gialle e me, è quella giusta. Adesso sono pronta per andare ad allenarmi e preparare al meglio la prossima gara”.
Francesca Milani: “Aspettavo tanto l’arrivo di questa gara e volevo veramente dare del mio meglio. Purtroppo, non ho potuto dedicare tanto tempo ad allenarmi per la mia positività al COVID. Nonostante questo, ho cercato di rimettermi in forma nel più breve tempo possibile. La delusione per la gara è tanta ma sono consapevole di quello che posso fare e dare, quindi posso solo chiudere questo brutto periodo e ricominciare ad allenarmi per i prossimi eventi futuri”.
60
Angelo Pantano: “Sono contento di essere tornato sul tappeto e di aver avuto la possibilità di partecipare ad un evento così importante come l’europeo. Dopo uno stop così lungo ritrovare certe sensazioni è stato stupendo, nonostante la gara non sia andata come desideravo. Ringrazio i tecnici, lo staff medico e tutti coloro che si sono messi a disposizione di noi atleti per farci arrivare nel migliore dei modi sul tatami di Praga”.
Biagio D’Angelo: “Beh, che dire? Partecipare ad un campionato d’Europa mi fa provare sempre grandi emozioni, sicuramente non è andata come mi aspettavo, era una gara di altissimo livello che ho affrontato con tutte le mie forze nonostante i pochi allenamenti fatti a causa della situazione che noi tutti stiamo affrontando. Adesso testa bassa e si ricomincia più forte di prima!!”
66
Manuel Lombardo: “Non è facile fare il bilancio di una gara durata un incontro, in più non voglio cadere in luoghi comuni e mi limito col dire che sto già pensando alla prossima gara. Quello che posso dire è che mi sentivo bene, ero pronto per tornare a vincere e quindi lo sarò anche la prossima volta, merito del lavoro svolto da tutto lo staff nazionale, il quale ci tengo a ringraziare per l’ottimo lavoro svolto nonostante le circostanze per niente facili”. Giovanni Esposito: Mi sentivo veramente in forma, peccato un piccolo errore che non mi ha lasciato andare avanti e divertirmi
57
Silvia Pellitteri: “Non ho grandi commenti da fare sulla gara… Solo che è stato un onore e una grande emozione combattere in una gara con un livello così alto al fianco di grandi campioni. È un periodo difficile e non combattevo da 14 mesi quindi a prescindere dal risultato è stata un’esperienza importante”.
73
Fabio Basile: “È stata una gara un po' particolare. Fisicamente non ero al top, ma già lo sapevo. Il sorteggio è stato piuttosto sgradevole, perché per arrivare in semifinale ho incontrato i più forti, ma la cosa che più mi rammarica è che proprio in semifinale ho mollato. Ed un campione olimpico non può permettersi queste distrazioni, sono opportunità e come tali vanno colte sempre. Ho fatto un quinto posto in una categoria che, nonostante l’abbia adottata ormai da due-tre anni, continua a non essere la mia. Non cerco alibi, nemmeno su questi mesi strani! Non ci siamo allenati. Tutta la nazionale non si è allenata. Fa male, fa male, perdere fa male. Adesso è difficile pensare positivo, perché un quinto posto, nonostante sia nel campionato d’Europa, fa male per un campione olimpico. Non va bene! Oggi pensavo troppo all’oro, e dopo aver perso la semifinale per uno sbaglio tutto mio, non ho saputo visualizzare il bronzo che doveva arrivare. E non è arrivato perché ho sbagliato un’altra volta. Ho sbagliato io, lo sbaglio è tutto mio. Ora, l’unica cosa che devo fare è abbracciare il calvario, rimanere forte e guardare avanti. Continuare ad allenarci per quanto ci è consentito, perché la situazione non è facile per nessuno. Devo vedere positivo, non ci sono altre opportunità! I will be strong… tornerò più forte!”.
Giovanni Esposito: “Mi sentivo veramente in forma, peccato un piccolo errore che non mi ha lasciato andare avanti e divertirmi”.
63
Edwige Gwend: “C'è poco da commentare, perchè non riuscire ad esprimersi minimamente è un gran dispiacere... Peccato chiudere l'anno così…”.
Maria Centracchio: “A freddo posso dire che è stato bello sentire le sensazioni di gara dopo tanto tempo, sicuramente non ne è venuto fuori quello che volevo e per cui lavoro ogni giorno, ma fa parte del gioco. Non vedo l’ora di gareggiare di nuovo”.
81
Antonio Esposito: “Nonostante sia stata una gara particolare e difficile da preparare per i tanti motivi che in questi mesi mi hanno colpito, ero andato lì con la testa di voler fare bene… ci sono rimasto male e tutta questa rabbia la trasformerò in forza sul tatami per allenarmi e recuperare la preparazione persa in questi mesi per arrivare al master al top!”.
Christian Parlati: “Purtroppo la gara non è andata bene, avevo tanta voglia di combattere ma purtroppo 9 mesi senza gare si son fatti sentire. Contento comunque di essere tornato a gareggiare, ora si lavora guardando i prossimi obiettivi”.
70
Alice Bellandi: “Questa volta il dispiacere è veramente grande, perché la medaglia la sentivo già in mano. Avevo immaginato tanto questo momento, con la medaglia al collo proprio nel giorno del mio compleanno, poi vederla sfumare così… sono abbastanza dura con me stessa, quindi il dispiacere e la frustrazione sono grandi. È un boccone molto duro da ingoiare, sicuramente nei prossimi giorni andrà meglio e riuscirò ad essere un po' più obiettiva ed apprezzare la prestazione ed altre cose che sicuramente ci sono state, ma adesso, ancora no!”.
90
Nicholas Mungai: “Avrei voluto fare di più. A parte le prime azioni del primo incontro, in cui ancora mi sono sentito un pochino bloccato, poi ho avuto delle buone sensazioni. Mi è mancato forse quell’allenamento in più che non è stato possibile fare, ma anche un po' di grinta per portare a casa l'incontro con l'azero. Sicuramente le settimane in cui sono dovuto rimanere in quarantena non hanno aiutato, però sono contento di aver potuto combattere nuovamente a questi livelli, in particolare dopo i problemi fisici vari avuti lo scorso anno”.
78
Giorgia Stangherlin: “Che dire? Ero pronta a tutto!! Mi dispiace, perché mi meritavo quella medaglia. Ho passato un periodo difficilissimo, ma avevo voglia di tornare in gara e dimostrare a me stessa e agli altri che volere è potere. Volevo ringraziare i tecnici dei carabinieri Matteo Marconcini e Alessio Mascetti che mi hanno aiutato molto in questi mesi difficili e mi sono sempre vicini. Ringrazio tutto lo staff della nazionale che ci ha seguito in questo europeo”.
I tecnici
Francesco Bruyere: Nel complesso ho visto una Grande italia, veniamo da un periodo complicato in cui abbiamo dovuto restare in quarantena isolata, chi fiduciaria e chi per contagio, perdendo 10 giorni importanti nel mezzo della preparazione per questo Campionato Europeo. Successivamente siamo rimasti in bolla al centro federale senza poter svolgere un volume adeguato di judo a causa del numero ridotto di atleti. Abbiamo avuto atleti che si sono allenati per giorni in stanze di 3 mt x 3 e interi giorni persi per tutte le visite di idoneità post covid. Penso che dati i presupposti quello che ci hanno regalato questi fantastici campioni sia incredibile... Abbiamo visto una squadra unita e grintosa. Dei veri guerrieri che, per inseguire i propri sogni, ci hanno messa testa e cuore là dove forse non arrivavano le gambe. Non hanno regalato niente a nessuno e hanno dato spettacolo. I miei complimenti vanno a tutti, i complimenti di questa squadra di cui sono fiero e orgoglioso di farne parte. Un ringraziamento speciale a tutto il nostro staff medico sanitario per l’aiuto e il supporto costante”.
Ylenia Scapin: “Essere coach a questi Europei è stata una grande sorpresa per me. Ma ho dovuto mettere subito i piedi a terra e prendere decisioni difficili in pochissimo tempo, alla fine ce l’ho fatta e ho vissuto così il primo Europeo senior da tecnico. È stato come risalire in bicicletta dopo tanto tempo, un brivido e poi via, a testa bassa per rendermi utile per una causa comune. È stato davvero bello e poi, proprio questa volta è successo di riascoltare l’inno. Mi sono commossa, lo ammetto. Dodici anni fa a Lisbona ebbi un pianto liberatorio, avevo 33 anni e la mia ultima chance per conquistare il titolo. Qui mi sono commossa ugualmente, ma per la gioia di capire l’emozione che Odette stava vivendo in quel momento. Contenta per lei dal profondo. So cosa significa desiderare qualcosa e vederla sfuggire ogni volta d’un soffio, la frustrazione del lavorare tanto e dover aspettare ancora. Ma poi arriva il momento ed è gioia pura! Proprio quella che ho visto negli occhi di Odette”.
Alessandro Comi: “Il mio è stato un lavoro dietro le quinte: combattere in piena epidemia d’altronde non è semplice... la consapevolezza del rischio è presente, così come la percezione del necessario senso di responsabilità da parte di tutti. Non è mai stato possibile abbassare la guardia ma la discrezione per me è stata centrale: è stato necessario creare le condizioni per cui la preoccupazione dell’epidemia potesse passare per un momento in secondo piano e tutte le energie fossero riposte sull’obiettivo. Siamo riusciti a tenere alta l’attenzione su tutti i protocolli di sicurezza con grande collaborazione da parte di tutta la squadra: è uno stress continuo che si aggiunge alla inevitabile tensione che una gara come questa porta con sé, ma ciascuno ha preso molto seriamente il problema... abbiamo vissuto in una “bolla” per evitare ogni possibilità di contagio e ci siamo sottoposti a ripetuti test di controllo: sani siamo partiti e sani siamo tornati. Penso che questa modalità ci accompagnerà per un po’ di tempo: è un adattamento inevitabile se si vuole guardare con fiducia a Tokyo”.
Il Presidente
Domenico Falcone: “È un successo davvero speciale questo che abbiamo ottenuto a Praga. E dire brava a Odette Giuffrida non è abbastanza. Grazie grandissima Odette e grazie a tutta la squadra azzurra, atleti, tecnici, staff medico, covid manager. E grazie a chi doveva partire, ma è stato costretto a casa purtroppo, in quarantena. Grazie ai numerosissimi sostenitori che hanno espresso vicinanza ai nostri campioni, e con loro hanno condiviso, davanti ad uno schermo, gioie e sofferenze. Grazie davvero a tutti, nessuno escluso”.
Europei, una bella Italia chiude con Stangherlin quinta nei 78
Giorgia Stangherlin si è classificata al quinto posto nei 78 kg a Praga, concludendo così con un altro piazzamento ai piedi del podio il campionato d’Europa senior dell’Italia. Una gara, quella dell’azzurra 24enne, molto positiva nella quale ha sconfitto per differenza di sanzioni al golden score la tedesca Anna Maria Wagner e, dopo essere incappata nell’o soto gari di Karla Prodan (Cro) anche in questo caso nel golden score, ha messo a segno un ‘super ippon’ sulla russa Antonina Shmeleva. Straordinariamente equilibrata poi la finale per la medaglia di bronzo disputata con la kossovara Loriana Kuka, la quale è stata premiata (è il caso di dirlo) da una sanzione all’azzurra dopo 2’06” di golden score. Con una situazione di due sanzioni per parte, Stangherlin ha ricevuto la terza e decisiva sanzione per aver fatto due prese sullo stesso lato. L’attacco portato purtroppo non è stato preso in considerazione. “Giorgia è una lavoratrice infaticabile, - ha detto il tecnico federale Luigi Guido - paradossalmente con lei abbiamo problemi a non farla allenare, e questo succede quando rientra da un infortunio, piuttosto che quando c’è bisogno di un periodo di riposo. È ostinata, caparbia, ma è anche una che ha le idee molto chiare, una che vuole arrivare. Lo sta dimostrando in questo periodo, ma è già un po' di tempo che sta dimostrando il suo valore. Ricordo un episodio di qualche anno fa, eravamo agli Europei junior 2016, perse proprio dalla tedesca Wagner, che poi vinse la gara. Ci confrontammo a lungo dopo quell’incontro, fino allo sfinimento, finchè non si sentì convinta di aver capito come risolvere il problema. Ebbene, oggi è stata la prima che ha ritrovato la Wagner da quella volta, ma ha fatto tutto come concordammo quel giorno di quattro anni fa”. Due incontri molto positivi sono stati anche quelli fatti da Nicholas Mungai nei 90 kg, che dopo Budapest è stato costretto ad osservare la quarantena in attesa di un tampone negativo. Nel primo incontro ha sconfitto il tedesco Eduard Trippel con ippon di sankaku jime e poi ha lottato da pari a pari fino a 1’49” di golden score con l’azero Mammadali Mehdiyev, poi salito sul terzo gradino del podio. “Avrei voluto fare di più. -ha detto Nicholas Mungai poco dopo esser sceso dal tatami- A parte le prime azioni del primo incontro, in cui ancora mi sono sentito un pochino bloccato, poi ho avuto delle buone sensazioni. Mi è mancato forse quell’allenamento in più che non è stato possibile fare, ma anche un po' di grinta per portare a casa l'incontro con l'azero. Sicuramente le settimane in cui sono dovuto rimanere in quarantena non hanno aiutato, però sono contento di aver potuto combattere nuovamente a questi livelli, in particolare dopo i problemi fisici vari avuti lo scorso anno”. L’Italia chiude questo campionato d’Europa con un settimo posto che premia la meravigliosa medaglia d’oro di Odette Giuffrida, che ha fatto commuovere anche Ylenia Scapin, protagonista nel 2008 a Lisbona del precedente successo azzurro (nei 70 kg) agli Europei. “Mi sono commossa, lo ammetto -ha detto Ylenia Scapin, coach azzurro a Praga- 12 anni fa a Lisbona ebbi un pianto liberatorio. Avevo 33 anni ed era la mia ultima chance per conquistare il titolo. E per Odette ho riprovato la stessa commozione di allora, con la felicità per lei e per quello che sono certa stesse provando ascoltando l’inno”.
Risultati terza giornata
90: 1. Mikhail Igolnikov (Rus), 2. Nemanja Majdov (Srb), 3. Beka Gviniashvili (Geo) e Mammadali Mehdiyev (Aze)
100: 1. Peter Paltchik (Isr), 2. Arman Adamian (Rus), 3. Zelym Kotsoiev (Aze) e Jorge Fonseca (Por)
+100: 1. Tamerlan Bashaev (Rus), 2. Inal Tasoev (Rus), 3. Guram Tushishvili (Geo) e Levani Matiashvili (Geo)
78: 1. Madeleine Malonga (Fra), 2. Luise Malzahn (Ger), 3. Loriana Kuka (Kos) e Karla Prodan (Cro)
+78: 1. Romane Dicko (Fra), 2. Iryna Kindzerska (Aze), 3. Rochele Nunes (Por) e Yelyzaveta Kalanina (Ukr)
Europei a Praga, Basile e Bellandi quinti
Ci sono ancora i riflessi del fantastico oro di Odette quando inizia la seconda giornata del campionato d’Europa a Praga. E c’è ancora l’entusiasmo di quell’impresa fantastica, costruita con la contraddizione in termini di una forza interiore che è visibile a tutti. Non sfugge più a nessuno che le promesse di Odette Giuffrida diventano realtà. Un entusiasmo che ovviamente ha sostenuto anche gli azzurri in gara oggi, ben sette! E per Fabio Basile ed Alice Bellandi, arrivati in fondo, fino alla sfida per la medaglia di bronzo, il quinto posto è stato un risultato ingrato! Così prezioso per il percorso con il quale è stato costruito e realizzato, ma anche così duro da accettare da un punto di vista emotivo. Due quinti posti, quelli di Fabio Basile nei 73 kg e di Alice Bellandi nei 70 kg che valgono tanto e fanno soffrire altrettanto.
Fabio Basile ha faticato con lo scorbutico spagnolo Salvador Cases Roca, ma all’inizio del golden score (13”) l’ha steso con una spazzata di piede. Analoga è stata la musica con il greco Georgios Azoidis, incontro con una parità protratta fino ai tempi supplementari, quando (55”) è stata infranta da un’altra tecnica di piede, spazzata interna ed Azoidis è andato lungo. Con l’israeliano Tohar Butbul è stata un’altra battaglia, ma un lampo di genialità di Fabio ha chiuso il conto senza la necessità di prolunghe varie, wazari di uchi mata con passo incrociato. Fabio è stato fermato in semifinale dal georgiano Lasha Shavdatuashvili, oro olimpico nei 66 kg 4 anni prima di Fabio ed uno di fronte l’altro a Praga, nei 73 kg. Su un attacco di Fabio, Shavdatuashvili praticamente si è sdraiato e lo ha ribaltato, wazari con immobilizzazione a seguire. La finale per il bronzo purtroppo, è stata vinta dallo svedese Tommy Macias con un’azione alla Fabio Basile, una magia con il piede che ha rotto l’equilibrio dell’azzurro e lo ha messo schiena a terra.
Alice Bellandi è partita a razzo, lanciando in due minuti la spagnola Ai Tsunoda Roustant con un seoi nage di quelli bassi che sembrano impossibili per una con il fisicone della bresciana. È seguita poi la vittoria sulla vicecampionessa del mondo 2019, la portoghese Barbara Timo penalizzata con la squalifica per lo stesso tipo di azione che ha escluso ieri Manuel Lombardo, mentre con la forte slovena Anka Pogacnik è stato un wazari a promuovere Alice in semifinale. La francese Margaux Pinot, bronzo mondiale a Tokyo, è riuscita invece ad avere la meglio sull’azzurra dopo un’aspra sfida che si è conclusa dopo 1’54” di golden score. Un altro golden score, lunghissimo, sofferto ed alla fine anche doloroso, è stato quello con il quale Alice ha dovuto lasciare la medaglia di bronzo nella mani della russa Madina Taimazova che, dopo 6 minuti e 20 secondi, ha trovato un rocambolesco punto che è valso la medaglia.
Bravissimo è stato Giovanni Esposito che, nei 73 kg, ha messo fuori gioco dopo 10” di golden score l’armeno Ferdinand Karapetian, campione d’Europa 2018. Purtroppo il percorso dell’azzurro si è fermato con lo svizzero Nils Stump, che poi ha dato anche dispiaceri ad altri arrivando a giocarsi il bronzo. Negli 81 kg Antonio Esposito si è battuto come sempre come un leone, ma dopo la vittoria sul solido tedesco Tim Gramkow, è stato inchiodato a terra dall’olandese Frank De Wit. Non sono riusciti ad avanzare nel tabellone di gara invece, Christian Parlati sconfitto negli 81 kg dal georgiano Tato Grigalashvili che poi ha vinto il titolo e, nei 63 kg, sia Maria Centracchio, superata dalla polacca Angelika Szymanska, che Edwige Gwend che è stata fermata dalla tedesca Martyna Trajdos. Szymanska e Trajdos si sono poi contese una delle due medaglie di bronzo della categoria
Domani terza ed ultima giornata con due azzurri in gara, Nicholas Mungai (90) e Giorgia Stangherlin (78).
Classifiche seconda giornata
63: 1. Clarisse Agbegnenou (Fra), 2. Magdalena Krssakova (Aut), 3. Martyna Trajdos (Ger) e Juul Franssen (Ned)
73: 1. Victor Sterpu (Mda), 2. Lasha Shavdatuashvili (Geo), 3. Rustam Orujov (Aze) e Tommy Macias (Swe)
70: 1. Margaux Pinot (Fra), 2. Sanne Van Dijke (Ned), 3. Madina Taimazova (Rus) e Marie Eve Gahie (Fra)
81: 1. Tato Grigalashvili (Geo), 2. Ivaylo Ivanov (Bul), 3. Luka Maisuradze (Geo) e Matthias Casse (Bel)
Odette Giuffrida trionfa a Praga, è campionessa d’Europa!
Oro per un’immensa Odette Giuffrida, che ha fatto brillare il sole nella squadra azzurra in occasione della prima giornata di gare a Praga, per il campionato d’Europa senior. Con una gara eccellente la forte atleta romana (26 anni) ha conquistato il titolo d’Europa nei 52 kg, riportando quella gioia che si era spenta proprio nei primissimi incontri della giornata, quando Manuel Lombardo, testa di serie n. 1 dei 66 kg, era stato squalificato per aver portato un attacco che ha messo in leva il braccio dell’azero Orkhan Safarov. Una delusione per tutti, ma in particolare per il campione 21enne dell’Esercito, apparso molto lucido e brillante, al punto che nei 3 minuti e 14 secondi trascorsi fino all’assegnazione della squalifica, l’azero non era riuscito a fare nulla di più che abbozzare un solo attacco, senza riuscire peraltro ad impensierire l’azzurro. Odette Giuffrida invece, è stata irresistibile e se n’è resa conto subito la polacca Karolina Pienkowska, sconfitta per ippon, poi la svizzera Fabienne Kocher ha resistito fino a 2’30” di golden score prima di cadere (wazari) di fronte all’azzurra, quindi la spagnola Estrella Lopez Sheriff è stata logorata, prima wazari e poi ippon. In finale ha trovato ancora quell’Andrea Chitu, romena 32enne, già incontrata molte volte ed anche a Rio. Forte e brava, ma sempre sconfitta. E così è stato anche questa volta, nonostante Chitu abbia adottato una strategia insidiosa insistendo proprio sul piede con il quale Odette porta il suo magico ‘de ashi barai’. C’è stata qualche ansia, è vero, ma alla fine Odette è andata a segno con il seoi nage (wazari) e l’ha portato elegantemente alla fine. Grande Odette, anche questa volta sei stata di parola. Queste le tue parole di ierii: “Voglio vincere per me, per quello che ho superato, per la mia famiglia e per tutti noi italiani. Voglio vincere. È arrivato il momento di farlo". E queste quelle di oggi: “Ancora devo capire bene le mie emozioni... Dopo quello che è successo a Budapest, io e i miei compagni siamo rimasti chiusi dentro al centro olimpico fino al giorno in cui siamo partiti per questo campionato d'Europa. Ogni singolo giorno passato lì dentro, ho immaginato questo momento. Avevo già tutto nella mia testa. Sapevo già che sarebbe successo. Tutti noi della squadra abbiamo passato un momento non facilissimo ma ci siamo dati forza l'uno con l'altro. Oggi mi sento di dedicare questa medaglia a tutti noi. Mi sento di dire che me e ce lo meritavamo. Sono felice e orgogliosa di me stessa e di tutto quello che ho superato. Ci sarebbe ancora tanto da dire ma per ora mi viene solo d'aggiungere: ce l'ho fatta... CAMPIONESSA D'EUROPA”.
Un’ottima gara è stata anche quella di Angelo Pantano, settimo nei 60 kg con due vittorie brillanti su Christos Ploumpis (Gre) e Luka Mkheidze (Fra), fermandosi poi con Francisco Garrigos (Esp) prima e Jorre Verstraeten (Bel) poi. Un bell’ippon lo ha messo a segno anche Francesca Giorda che, nei 48 kg, ha superato la turca Gulkader Senturk cedendo poi il passo alla transalpina Melanie Clement. Sempre nei 48 kg Francesca Milani è stata fermata dalla belga Anne Sophie Jura, mentre nei 60 kg Biagio D’Angelo è stato sconfitto dal bulgaro Yanislav Gerchev. Domani ben sette gli azzurri in gara, da Edwige Gwend, Maria Centracchio (63) ed Alice Bellandi (70), a Giovanni Esposito, Fabio Basile (73), Antonio Esposito e Christian Parlati (81).
Classifiche prima giornata
48: 1. Shirine Boukli (Fra), 2. Andrea Stojadinov (Srb), 3. Distria Kraniqi (Kos) e Katharina Menz (Ger)
52: 1. Odette Giuffrida (Ita), 2. Andrea Chitu (Rou), 3. Charline Van Snick (Bel) e Estrella Lopez Sheriff (Esp)
57: 1. 1. Hedvig Karakas (Hun), Telma Monteiro (Por), 3. Sarah Leonie Cysique e Theresa Stoll (Ger)
60: 1. Robert Mshvidobadze (Rus), 2. Yago Abuladze (Rus), 3. Francisco Garrigos (Esp) e Jorre Verstraeten (Bel)
66: 1. Orkhan Safarov (Aze), 2. Tal Flicker (Isr), 3. Denis Vieru (Mda) e Kilian Le Blouch (Fra)
Sedici azzurri a Praga per gli Europei, da giovedì la diretta su Sky Sport
Saranno 16 e non 17 gli azzurri in partenza per Praga dove, da giovedì 19 a sabato 21 novembre, si disputerà il campionato d’Europa senior. Sull’aereo non è salita infatti la triestina Veronica Toniolo, risultata positiva al test del tampone e quindi isolata in quarantena. Avrebbe esordito in prima squadra con il campionato d’Europa all’età di 17 anni e sei mesi. Non andrà a Praga per lo stesso tipo di problema anche l’arbitro Roberta Chyurlia, posta in isolamento fiduciario dopo aver riscontrato bassa carica virale al secondo test. Questi i sedici atleti invece che saliranno sui tatami a Praga, Angelo Pantano, Biagio D’Angelo (60), Manuel Lombardo (66), Giovanni Esposito, Fabio Basile (73), Antonio Esposito, Christian Parlati (81), Nicholas Mungai (90), Francesca Milani, Francesca Giorda (48), Odette Giuffrida (52), Silvia Pellitteri (57), Edwige Gwend, Maria Centracchio (63), Alice Bellandi (70), Giorgia Stangherlin (78). Con il Dtn Kyoshi Murakami ci saranno i tecnici Francesco Bruyere, Ylenia Scapin, quindi Alessandro Comi (covid manager), Stefano Bonagura (dottore) e Paolo De Persio (fisioterapista). Le condizioni fisiche, atletiche e motivazionali della squadra emergono chiaramente dalle parole di Ylenia Scapin e Francesco Bruyere, due dei coach della squadra. “C'è tantissima paura che l'incubo di Budapest si ripeta – ha detto Ylenia Scapin - ma allo stesso tempo c'è quell'energia che avverti qualche secondo prima che il vulcano esploda! Sono pronti. Carichi. Consapevoli di aver superato un percorso ad ostacoli difficilissimo e inusuale. Ci daranno grandi soddisfazioni!!!!”. “Eravamo pronti 20 giorni fa e oggi, nonostante le difficoltà, lo siamo ancora di più. – è stato il commento di Francesco Bruyere - Dopo lo stop forzato di Budapest e gli episodi junior e U23, abbiamo alzato all’estremo le misure di sicurezza per ridurre al minimo il rischio di contagio. Non è stato facile preparare un Europeo in queste condizioni, ci sono molte complicazioni pratiche e logistiche che non vengono prese in considerazione, ma che vanno a inficiare la preparazione e la prestazione. È ovvio che la certezza non ci sarà mai e che il rischio sia altissimo, ma abbiamo fatto più del possibile: negli ultimi 10 giorni siamo rimasti chiusi nella “bolla” del centro olimpico, abbiamo convocato solo 20 atleti in tutto, fatto allenamenti individuali, separato uomini e donne, abbiamo fatto tamponi molecolari ogni 3 giorni, la spesa online e siamo arrivati a tagliarci i capelli a vicenda... Da un lato tutto questo ci ha aiutato ancora di più a fare squadra, dall’altro ci ha incattiviti, ci ha reso più forti e determinati verso un unico obiettivo. Devo complimentarmi con lo staff medico, con la Federazione e con il Presidente per l’enorme aiuto fornito in questo difficile momento, ma, soprattutto, con i nostri atleti per la professionalità espressa. Sono sicuro e fiducioso come sempre che ci daranno grandi soddisfazioni”. Il Covid manager, figura ‘istituita’ per raccogliere le responsabilità gestionali di quest’emergenza, ha trovato in Alessandro Comi il problem-solver con requisiti, capacità e competenze per relazionarsi con le commissioni internazionali. E dopo la prolungata trasferta a Parenzo per Europei U21 e U23 si è spostato a Ostia per proseguire ora per Praga. “La mia attenzione deve ovviamente andare al rispetto delle norme e alla tutela della squadra... – ha detto Alessandro Comi - non è banale: i protocolli internazionali si stanno via via aggiustando e, giustamente, inasprendo di pari passo con l’andamento della pandemia. D’altro canto la gara non potrà che essere entusiasmante: i nostri ragazzi si stanno preparando al meglio e sapranno regalarci emozioni. Ho avuto l’occasione di conoscerli quasi tutti fin dalle classi giovanili, qualcuno anche molto da vicino: condividere con loro questo europeo è un grande onore ed una responsabilità”.
Gli Europei andranno in onda in diretta -16.00-17.30- su Sky Sport Collection (Canale 205) con il commento di Emanuele Di Feliciantonio e Luigi Guido
Programma
Giovedì 19: F 48, 52, 57 kg/ M 60, 66 kg
Venerdì 20: F 63, 70 kg / M 73, 81 kg
Sabato 21: F 78, +78 kg / M 90, 100, +100 kg
Orari: inizio h 10, final block h 16