Europei a Lisbona, edizione fra le più brillanti per l’Italia
È stato un gran bel campionato d’Europa quello dell’Italia a Lisbona che ha chiuso la partita con le tre splendide medaglie conquistate nella prima giornata con Manuel Lombardo, oro nei 66 kg e Odette Giuffrida, argento nei 52 kg e, nella seconda, con Christian Parlati, bronzo negli 81 kg. Ma sono arrivati anche il quinto posto di Giovanni Esposito nei 73 kg ed i settimi di Angelo Pantano nei 60 kg e Maria Centracchio nei 63 kg. Nella terza ed ultima giornata Giorgia Stangherlin e Nicholas Mungai non sono riusciti ad aggiungere un’altra perla al risultato di squadra, ma si sono battuti generosamente vincendo entrambi un incontro, con Teresa Zenker (Ger) Giorgia e con Bosko Borenovic (Srb) Nicholas, per fermarsi poi con due ‘top player’ quali Marhinde Verkerk (Ned) e Krisztian Toth (Hun). Il risultato di squadra, oltre ad essere assolutamente lusinghiero per qualità e quantità, è coerente con la fiducia espressa dallo staff tecnico alla vigilia e che l’intera squadra ha dimostrato di meritare per condizione e coesione.
“È evidente che oggi poteva andare decisamente meglio -ha detto coach Dario Romano- Nicholas si sta battendo per la qualificazione olimpica in una categoria ostica come poche... l’ungherese che l’ha fermato al secondo turno è una vecchia conoscenza: ha trovato il guizzo vincente nel tempo supplementare dopo che entrambi si sono misurati con grande equilibrio. Nonostante tutto Nicholas resta in quota olimpica e lo rivedremo tra pochi giorni sul tatami di Kazan in Russia. In sordina la prestazione di Giorgia che non ha ancora recuperato a pieno la firma dopo lo stop obbligato a cui l’ha costretta l’infortunio a Tel Aviv e, per un’atleta come lei in cui l’aspetto organico conta moltissimo, il fatto di non essere al meglio dal punto di vista fisico è un limite importante”. Il commento di Dario Romano prosegue poi in un’ottica complessiva rappresentando il pensiero dell’intero staff tecnico: “Questo Campionato Europeo può essere ricordato tra i migliori degli ultimi tre cicli olimpici: tre medaglie, un quinto posto e la consapevolezza che i valori in campo sono ben superiori al risultato, ci permettono di continuare a guardare con estrema fiducia verso Tokyo. Abbiamo una squadra forte, c’è poco da dire: Manuel, Odette e Christian hanno trovato l’ennesima conferma in questi giorni sul tatami, per gli altri compagni il momento non è stato questo, il Judo è così...ciò che conta, tanto per chi è in corsa per la qualificazione olimpica, tanto per i giovani che stanno facendo esperienza insieme a loro, è fare fruttare al meglio l’esperienza di Lisbona per dare il meglio di sé nei prossimi importanti appuntamenti”.
È di Raffaele Toniolo invece, l’analisi statistica di questo campionato d’Europa: “Era dal 2010 a Vienna che l'Italia non prendeva 3 medaglie ad un Europeo Seniores, e quella volta furono 2 argenti e 1 bronzo. Per trovare 3 medaglie di cui almeno una d'oro dobbiamo andare indietro di altri due anni e cioè al 2008, quando si ottenne lo stesso risultato 1 oro, 1 argento, 1 bronzo e, fra l’altro, anche in quell’occasione a Lisbona. La nostra squadra si è battuta al meglio e tutti hanno dato il massimo. Potevamo vincere ancora di più, ma l'obiettivo rimane sempre Tokyo. Dopo la disputa di questo Europeo, degli Asia-Oceania e dei Panamericani, la situazione in WRL dei nostri rimane pressoché immutata con 7 in zona qualificazione diretta ed una in quota continentale. A questo punto qualcuno dei nostri potrà saltare il Grand Slam a Kazan ad inizio maggio, mentre chi deve consolidare il punteggio dovrà combattere. Poi avremo un mese di maggio da dedicare agli allenamenti in vista del Mondiale e dell'evento Olimpico”.
E per completare la bella impresa della squadra azzurra, ci sono stati anche i riconoscimenti EJU che, lo ricordiamo ancora una volta, hanno visto fra i premiati due italiani: Roberta Chyurlia ed Attilio Sacripanti. Complimenti a tutti!
La terza medaglia per gli azzurri agli Europei a Lisbona è il bronzo di Parlati!
È di bronzo la terza medaglia della squadra azzurra impegnata nel campionato d’Europa di judo a Lisbona ed a metterla al collo è stato il napoletano Christian Parlati negli 81 kg, ma la seconda giornata di gare ha portato anche il quinto posto nei 73 kg di Giovanni Esposito ed il settimo di Maria Centracchio nei 63 kg. Christian Parlati negli 81 kg ha affrontato il moldavo Dorin Gotonoaga schiantandolo dopo due minuti e trenta con una pronta ed efficace risposta all’attacco corpo a corpo. La seconda vittoria è stata ottenuta sul georgiano Zebeda Rekhviashvili, passato proprio quest’anno a gareggia per la Serbia, sconfitto a quattro secondi dal termine per somma di ammonizioni. Con il forte bulgaro Ivaylo Ivanov l’azzurro ha dato vita ad un quarto di finale davvero appassionante con attacchi sempre insidiosi e da parte di entrambi. Uno di questi, l’ennesimo, ha dato la vittoria al bulgaro dopo 2’44” di golden score. E si è dovuti ricorrere ad un altro golden score anche nell’incontro di recupero dove Christian Parlati ha affrontato il belga Sami Chouchi e dopo un minuto e 12” lo ha atterrato con ura nage. La finale per il bronzo è stata complicata dal fatto che, di fronte a Christian c’era Anri Egutidze, che oltre ad essere forte è anche portoghese e perciò, particolarmente motivato. Ma l’estro di Parlati ha estratto l’asso dopo 1’39” di golden score con un ashi guruma da ippon che è valso la medaglia. “La gara di oggi è stata intensa -ha detto Christian Parlati- mi sentivo bene fin da questa mattina avevo in mente la medaglia d’oro. L’incontro col bulgaro però non è andato come avrei voluto, o meglio, stavamo là e alla fine mi sono preso waza-ari...il judo è così. Il mio obiettivo resta sempre la medaglia d’oro, ma oggi va bene così e con questo risultato, porto a casa la sensazione di essere sempre più pronto per i prossimi appuntamenti. Sono sempre tante le persone che vorrei ringraziare, ma oggi un pensiero particolare va a Gabriella, la mia ragazza, che in piena corsa olimpica ha subito un infortunio la scorsa settimana: vorrei che questa medaglia sia anche per lei una spinta a riprendersi al meglio per ricominciare questo percorso verso Tokyo”.
Il commento di Giovanni Esposito: "Oggi sensazioni positive anche se volevo veramente questa medaglia. Sono fiducioso che qualcosa di grosso arriverà".
Il commento di coach Dario Romano: “Con Christian siamo sul podio per la terza volta in tre gare e anche se questa medaglia di bronzo non cambia di molto la sua situazione in chiave olimpica, un campionato europeo fa la differenza: per lui è la prima medaglia continentale assoluta ed averla conquistata con una prova di caparbietà e coraggio come quella di oggi ne conferma il grande valore. Un vero peccato per Giovanni, un podio sfiorato è sempre amaro: sono sicuro che saprà rifarsi perché è un grande lavoratore, ma soprattutto è un atleta che non molla mai”.
Il commento di Raffaele Parlati, coach e padre di Christian: “Ovviamente sono felice come allenatore e come padre: questa medaglia è il risultato di un percorso che deve proseguire. Voglio però fare i complimenti a tutta la squadra: intorno a Christian ci sono tanti atleti che sudano e combattono e che formano una grande famiglia... i risultati che si raccolgono in questi giorni sono frutto della presenza di tutti e anche chi non è riuscito a dare il meglio deve sentirsi orgoglioso di farne parte... il lavoro prima o poi paga. Un pensiero particolare va ad Antonio (Esposito, ndr) che di questo gruppo è il capitano “morale”: la sua costanza e la sua determinazione sono una spinta per tutti e ne fanno un grande uomo oltre che un ottimo atleta”.
Non è arrivata la medaglia invece, per Giovanni Esposito nei 73 kg, nonostante fosse arrivato lì vicino. Nella finale per il terzo posto, infatti, è stato lo svizzero Nils Stump ad imporsi e per il napoletano ventitreenne rimane il rammarico per aver disputato un’altra buona gara senza salire sul podio. Giovanni Esposito ha iniziato la sua gara nei 73 kg sconfiggendo il francese Guillaume Chaine (che 40 giorni fa a Tashkent aveva fermato Fabio Basile) con un o uchi gari a 17 secondi dal termine, per imporsi poi nettamente sul tedesco Lukas Vennekold, cui l’azzurro ha messo a segno due wazari, il primo in controtecnica ed il secondo con o uchi gari. Nel quarto di finale Giovanni Esposito è stato superato dall’israeliano Tohar Butbul, ma ha poi conquistato il suo posto nella finale per il bronzo a spese del bielorusso Vadzim Shoka.
Settimo posto per Maria Centracchio nei 63 kg che ha iniziato con due bei wazari (o uchi gari e maki komi) sulla spagnola Isabel Puche, prima di essere fermata nei quarti di finale dalla slovena Andreja Leski e, nel recupero, dalla kossovara Laura Fazliu.
Nei 73 kg Fabio Basile ha superato il bulgaro Mark Hristov con un wazari di o uchi gari, ma è stato fermato il turno successivo da Nils Stump, mentre negli 81 kg Antonio Esposito ha trovato il portoghese Anri Egutidze pronto a rispondere sull’attacco di o uchi gari e chiudere così il suo percorso in questo campionato.
Ma la seconda giornata è stata anche quella in cui è stato attribuito un altro riconoscimento importante e, dopo Roberta Chyurlia, miglior arbitro europeo 2020, è stato premiato anche Attilio Sacripanti, professore di biomeccanica dello sport e Maestro di judo, per il lavoro
svolto nell’ambito della Commissione scientifica dell’EJU.
Italia con il turbo agli Europei a Lisbona, Lombardo e Giuffrida brillano d’oro e d’argento
L’Italia ha messo il turbo e dopo la prima giornata del campionato d’Europa a Lisbona vede molto da vicino la vetta del medagliere per nazioni. A brillare sono la medaglia d’oro di Manuel Lombardo nei 66 kg e quella d’argento di Odette Giuffrida nei 52 kg e così, dopo il primo posto (davanti al Giappone) nel medagliere ad Antalya, l’Italia si ritrova lassù anche dopo il primo giorno di campionato d’Europa, c’è solo la Francia davanti, che ha anche due terzi posti.
Manuel Lombardo è tornato! Ad accompagnarlo c’è il rimbombo dell’ippon messo a segno nella finale per l’oro dei 66 kg al campionato d’Europa a Lisbona. Un minuto e cinque secondi, tanto è bastato per chiudere la partita con Vazha Margvelashvili, georgiano numero due nella classifica mondiale. Impressionante la sicurezza ed il controllo che Manuel ha avuto in ogni istante di gara e, soprattutto, in finale in cui il georgiano non ha avuto tempo e modo per opporsi ad uno straordinario Lombardo. Che conquista il titolo di campione d’Europa senior dopo esserlo stato già da cadetto (2015) e da junior (2018). "Oggi dedico questa prima dichiarazione a ringraziare tutte le persone che mi hanno permesso di essere qui oggi. -ha detto Manuel Lombardo- In primis la mia famiglia e Martina che mi stanno da sempre vicino e sono parte fondamentale del mio successo, poi Pierangelo Raffaele e massimo Toniolo che mi hanno cresciuto come atleta e che continuano a farmi crescere ogni singolo allenamento! Tutto lo staff nazionale che è diventato ormai una seconda famiglia! E voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato a recupare dall’ ultimo infortunio che mi ha tenuto fermo negli ultimi due mesi, il dott. Bonagura e i fisioterapisti della nazionale, ma in particolare il dott. Tomaello e Giuseppe ramuglia che mi hanno seguito nel recupero a Torino. Oggi sono campione d’Europa grazie a tutte queste persone!"
È stata una finale brillante quella dei 52 kg con Odette Giuffrida che ha spinto sull’acceleratore del ritmo e la francese Amandine Buchard attenta a tenerle il passo, ma rimasta in agguato pronta a colpire. E lo ha fatto due volte, la prima con kata guruma ed è stato wazari, la seconda con seoi nage ed è stato ippon. Meno di due minuti, ma lo sguardo di Odette mentre si rialzava non ha tradito emozioni né disappunto ed è sembrato dicesse “brava Amandine, questa volta è andata così, ma la strada è ancora lunga…”. E dopo l’oro all’Europeo 2020 a Praga, il sapore di quest’argento a Lisbona è ugualmente dolce.
Manuel Lombardo nelle eliminatorie ha superato nettamente Robert Klacar (Slo) in 1’40”, Kenneth Van Gansbeke (Bel) in 2’38” e Joao Crisostomo (Por) in 31 secondi. La vittoria in finale sul georgiano Vazha Margvelashvili, ha consentito di ritornare al primo posto della classifica mondiale.
Anche Odette Giuffrida è approdata alla finale con tre vittorie, tutte al golden score su Joana Ramos (Por), Reka Pupp (Hun) e Gefen Primo (Isr).
Angelo Pantano si è classificato settimo nei 60 kg in virtù delle vittorie ottenute su David Pulkrabek (Cze), rimontando il wazari incassato con un ippon di seoi nage ad un minuto dal termine e sull’ucraino Artem Lesiuk, sconfitto con un altro seoi nage dopo 13 secondi di golden score. È stato poi l’israeliano Matan Kokolayev a fermare Pantano ai quarti e l’azero Karamat Huseynov nel recupero.
Mattia Miceli è stato fermato nei 66 kg dall’ucraino Bogdan Iadov (n. 27 nella Wrl) che ha messo a segno due wazari
Alessandro Aramu ha superato il primo turno nei 60 kg con il tedesco Maximilian Heyder ed è stato poi eliminato dal francese Walide Khyar (17 Wrl)
Francesca Giorda ha superato la moldava Ana Budescu nei 48 kg prima di essere messa fuori dalla leader della classifica mondiale, la kossovara Distria Krasniqi ed in entrambi i casi il verdetto è stato determinato dall’assegnazione di tre penalità. Un percorso pressochè identico è stato quello di Francesca Milani che, dopo aver superato per ippon di o soto gari la turca Gulkader Senturk, è stata costretta allo stop dall’ucraina Daria Bilodid, seconda nel ranking dei 48 kg alle spalle della Krasniqi.
Martina Castagnola ha messo a segno ippon di o uchi gari sulla turca Irem Korkomaz nel primo turno dei 52 kg, ma è stata fermata poi dall’immobilizzazione della spagnola Ana Perez Box, dodicesima nella world ranking list.
Silvia Pellitteri ha superato il primo turno nei 57 kg in quanto Alina Shilova (Ukr) non si è presentata ed è stata poi fermata dalla russa Daria Mazhetskaia con un sode reverse proseguito in immobilizzazione. Nella stessa categoria non ce l’ha fatta Veronica Toniolo a superare la serba Jovana Rogic, che ha avuto la meglio nel golden score dopo l’assegnazione della terza sanzione all’azzurra.
Sabato, nella seconda giornata di gare, sul tatami nell’Altice Arena a Lisbona sono attesi cinque azzurri, Maria Centracchio (63), Giovanni Esposito, Fabio Basile (73), Antonio Esposito, Christian Parlati (81).
Risultati Day 1
48: 1. Distria Krasniqi (Kos), 2. Daria Bilodid (Ukr), 3. Melanie Clement (Fra) e Sabina Giliazova (Rus); 52: 1. Amandine Buchard (Fra), 2. Odette Giuffrida (Ita), 3. Reka Pupp (Hun) e Gefen Primo (Isr); 57: 1. Telma Monteiro (Por), 2. Kaja Kajzer (Slo), 3. Nora Gjakova (Kos) e Sarah Leonie Cysique (Fra); 60: 1. Francisco Garrigos (Esp), 2. Luka Mkheidze (Fra), 3. Karamat Huseynov (Aze) e Yago Abuladze (Rus); 66: 1. Manuel Lombardo (Ita), 2. Vazha Margvelashvili (Geo), 3. Joao Crisostomo (Por) e Alberto Gaiter Martin (Esp)
Da venerdì 17 azzurri agli Europei a Lisbona
Sono diciassette gli azzurri che saranno impegnati da venerdì 16 a domenica 18 aprile a Lisbona per il campionato d’Europa. Questa la squadra: Angelo Pantano, Alessandro Aramu (60), Manuel Lombardo, Mattia Miceli (66), Giovanni Esposito, Fabio Basile (73), Antonio Esposito, Christian Parlati (81), Nicholas Mungai (90), Francesca Giorda, Francesca Milani (48), Odette Giuffrida, Martina Castagnola (52), Silvia Pellitteri, Veronica Toniolo (57), Maria Centracchio (63), Giorgia Stangherlin (78), con lo staff costituito dal Direttore Tecnico Nazionale Kyoshi Murakami, i tecnici Dario Romano, Francesco Bruyere, Raffaele Parlati, Raffaele Toniolo, il Covid Manager Alessandro Comi, il Dottor Stefano Bonagura ed il fisioterapista Marco Chittaro. È arrivato il momento, dunque, dell’atteso rientro in gara di Manuel Lombardo che, prima d’infortunarsi, gareggiò al Masters a Doha, esattamente tre mesi fa. “Era ora” si è limitato a dire il ventiduenne che, nel frattempo, è sceso dal primo al terzo posto della classifica mondiale, ma con un punteggio talmente elevato che non desta preoccupazioni sull’obiettivo della qualificazione. Non disputerà questo campionato d’Europa invece, Alice Bellandi che, lo scorso novembre a Praga nella precedente edizione, si classificò al quinto posto. “Decisioni tecniche -ha detto Alice Bellandi- abbiamo preferito così, e di andare direttamente a Kazan”. Tutta la squadra è pronta e determinata, a partire da Odette Giuffrida, che ha detto: “Sì, ci siamo. È ora di fare la storia”, a Fabio Basile: “Sì, sono pronto”. In attesa delle medaglie che si confida possano arrivare dalla squadra azzurra, i riconoscimenti per l’Italia arriveranno anche su altri e diversi fronti in occasione dell’EJU Awards 2020 ceremony, che precederà le gare. Saranno premiati infatti Roberta Chyurliya (Most Progressive European Female Referee 2020) ed Attilio Sacripanti, per aver offerto un contributo essenziale all’EJU nell’ambito della ricerca scientifica.
“È la terza volta che ricevo questo prestigiosissimo premio -è stato il commento di Roberta Chyurlia- ed è davvero un sogno. Ringrazio profondamente la Commissione EJU, che per la maggior parte dei suoi componenti mi segue fin dall’inizio del mio percorso di arbitro nelle competizioni continentali, contribuendo così alla mia crescita. Dedico questo riconoscimento alla mia famiglia, completamente dedicata a questo sport, la loro passione, l’indiscutibile competenza, la perseveranza, la coerenza, sono per me un esempio continuo. Senza i miei genitori e mio marito non avrei mai raggiunto questi obiettivi, ma ora voglio impegnarmi ancora di più. Questo è solo l’inizio”.
“Ma siete sicuri?” è stato la domanda scherzosamente rivolta da Attilio Sacripanti, professore di biomeccanica dello sport e Maestro di judo, all’EJU rispondendo all’invito. “In questo caso -ha aggiunto Attilio Sacripanti- la soddisfazione personale è piuttosto particolare perché inaspettata, ma tengo anche a precisare che attraverso me viene premiato tutto il lavoro scientifico, che è un servizio tanto prezioso quanto silenzioso”.
Programma
Venerdì 16 aprile: 48, 52, 57 kg femminili; 60, 66 kg maschili
Sabato 17 aprile: 63, 70 kg femminili; 73, 81 kg maschili
Domenica 18 aprile: 78, +78 kg femminili; 90, 100, +100 kg maschili
Bye bye Antalya, l’Italia fa i conti olimpici e pensa agli Europei
Antalya ha spento i riflettori su un Grand Slam che ha decretato il primo posto dell’Italia nel medagliere per nazioni. Ed anche se la terza giornata di gare non ha aggiunto nulla di più alle due precedenti, si può ben dire che dopo il judo-show di Fabio Basile, una finale oro a 48 kg tutta italiana ed una semifinale negli 81 kg tutta napoletana, non c’era altro da aggiungere. È stato un vero spettacolo, che ha meritato la chicca finale, il primato nel medagliere di un Grand Slam, peraltro davanti al Giappone. C’è sempre una prima volta in tutto e questo primato, l’Italia lo può registrare oggi, dopo che Aaron Wolf e Hisayoshi Harasawa hanno perso una dopo l’altra le finali-oro dei 100 e +100 kg. Avesse vinto anche uno soltanto dei due, sarebbe andata diversamente, ma è andata così e sinceramente fa piacere aggiungere quest’altra nota positiva a quelle precedenti che, lo ripetiamo ancora, sono le medaglie d’oro di Francesca Milani nei 48 kg, Fabio Basile nei 73 kg, le medaglie d’argento di Francesca Giorda nei 48 kg, Christian Parlati negli 81 kg, il quinto posto di Antonio Esposito negli 81 kg, i settimi posti di Martina Castagnola nei 52 kg e di Veronica Toniolo nei 57 kg. “Sappiamo tutti che la giornata di oggi poteva andare meglio” ha commentato il tecnico Dario Romano al termine delle prove di Giorgia Stangherlin nei 78 kg, Gennaro Pirelli e Nicholas Mungai nei 90 kg, che sono stati superati rispettivamente da Niuguiana Nikiforova (Rus), da Yuta Galarreta Vilar (Per) e da Yersultan Muzapparov (Kaz). “Purtroppo oggi ero un po' stanco e ho fatto un erroraccio -ha detto Nicholas Mungai, che solo sei giorni fa ha disputato la finale-oro a Tbilisi- Non sono proprio entrato in gara. Ho pagato le due gare consecutive”. “I ragazzi stavano bene -ha aggiunto Dario Romano- ma in questo sport non sempre le cose vanno secondo le attese. Nel complesso il risultato di questo penultimo Grand Slam fa molto ben sperare: torniamo con degli ottimi risultati e qualche sicurezza in più in chiave olimpica! Due medaglie d’oro e due medaglie d’argento sono prova di qualità: con Fabio ieri abbiamo assistito ad un vero e proprio show, le due Francesche hanno dato prova di determinazione mostrando a tutti che il lavoro paga, Christian, in una giornata per lui in salita, ha fatto appello a risorse insperate per chiudere la gara ancora sul podio. Un pensiero particolare va ad Antonio Esposito che si è fermato ai piedi del podio in una gara che l’ha messo di fronte ad un amico fraterno. Dopo due settimane intense (Tbilisi ed Antalya, ndr) l’attenzione deve rimanere alta per tutti: gli ultimi mesi di avvicinamento alle Olimpiadi sono particolarmente pieni di attese e di appuntamenti importanti ed il primo è fra due settimane a Lisbona con gli Europei. Non ci si deve distrarre, pronti per dare il massimo al momento giusto”. Qualche giorno per smaltire la fatica e le tossine, poi si riprende la marcia verso Tokyo e la prossima tappa è a Lisbona il 15-16 aprile, per il campionato d’Europa.
Dopo aver atteso l’aggiornamento della World Ranking List da parte di Elisabetta Fratini (IJF), Francesco Bruyere ha riassunto la situazione della squadra azzurra.
“A tre gare dalla fine abbiamo nove atleti qualificati alle Olimpiadi di Tokyo, 8 le categorie coperte, in tre di queste abbiamo 2 atleti che si contendono il posto. I 48 kg paiono essere ormai certi, i due grandi risultati di Milani hanno aggiunto 1700 punti preziosi che la fanno salire in 21esima posizione. Segue Giorda che con l’ottimo argento conquistato sale al 23esimo posto. Nei 52 kg Odette è stabile al terzo posto e per lei, l’obiettivo è rimanere nelle prime 4 in modo da rimanere testa di serie ai Giochi. Nei 63 kg Maria è qualificata con 300 punti più dell’ultima, le basta un buon risultato per avere un po’ più di tranquillità, e sono sicuro che arriverà. Nei 70 kg Alice è fuori dalla zona qualificazione per circa 400 punti, ma al momento fruisce della quota continentale, insegue una buona prestazione che è alla sua portata per entrare definitivamente ed eventualmente liberare il pass olimpico. Nei 66 kg c’è Manuel che, a causa dell’inattività forzata dovuta a varie vicissitudini è sceso al terzo posto, ma solo pochi punti lo separano dal primo. Manu ormai è ritornato in ottime condizioni e sono convinto che presto ritornerà in cima alla classifica. Nei 73 kg abbiamo visto uno strepitoso Fabio, probabilmente sente già il profumo delle Olimpiadi e la grande prestazione di questo weekend lo fa salire al 13° posto. Contando i doppioni ed ora che la qualificazione è solida, l’asticella si alza e potrà affrontare le prossime gare con maggiore serenità per cercare un posto fra le teste di serie. Nella stessa categoria, dopo l’ottima prestazione a Tel Aviv Giovanni non è riuscito ad ottenere quanto sperava nella ultime due competizioni e al momento insegue al 28° posto. Negli 81 kg Christian ha fatto un grande balzo in avanti grazie ai 1700 punti delle ultime due gare, esattamente come Francesca, una progressione pazzesca che al momento gli vale la 12^ posizione. Ed ora, anche lui, come Fabio vede la possibilità di rientrare tra le teste di serie. Antonio al momento, grazie al quinto posto conquistato recupera alcune pozioni ed è il primo degli esclusi, insegue Christian dalla 27esima posizione. A 90 kg Nicholas è tra i qualificati con la bella medaglia d’argento a Tbilisi, al momento però è penultimo e dietro ci sono 2/3 atleti che possono rientrare, per lui vale lo stesso discorso di Maria e Alice, serve un’altra buona gara per avere la tranquillità. Mancano tre gare, può succedere ancora di tutto ed ovviamente valuteremo insieme alla direzione tecnica il percorso imminente e la partecipazione degli atleti in a queste competizioni sulla base delle esigenze individuali. Questa qualificazione è complicata fin dall’inizio, ma tutta la condizione generata dalla pandemia, la programmazione incerta e variabile, i contagi e le restrizioni del caso l’hanno resa davvero difficilissima. Non è finita, ma a questo punto avere nove atleti in zona ‘qualificazione’ ed altri 2 a ridosso ci riempie di orgoglio. Complimenti a questa squadra fantastica, composta da combattenti, professionisti veri che si sacrificano con passione, rigore e disciplina per un sogno comune. Bravi davvero!”.
Grand Slam d’oro per Basile e d’argento per Parlati, Italia prima ad Antalya
È stata un’altra grande giornata, la seconda di Grand Slam ad Antalya, per la squadra azzurra che ha consolidato il primato nel medagliere turco con un’altra medaglia d’oro, quella andata al collo di uno straordinario Fabio Basile nei 73 kg, una medaglia d’argento negli 81 kg per Christian Parlati ed il quinto posto di Antonio Esposito.
“Non c’è tempo per festeggiare -ha detto Fabio Basile- io ho una missione da compiere e tutti sanno che quando dico che voglio fare una cosa io vado e la faccio... La strada è ancora lunga. Dopo Tashkent ero in un momento difficile e solo chi ci è dentro sa come uscirne se lo vuole. Ringrazio tutto lo staff della nazionale a partire da Raffaele e dal dottor Bonagura che appena prima della finale mi ha sistemato una lussazione ad un dito permettendomi di combattere, ringrazio Pierangelo, i miei genitori e soprattutto il team dei Mouses”.
La gara di Fabio Basile. È in grande giornata ed il primo ad accorgersene è il ceco Jan Svoboda, che si ‘becca’ ippon in un minuto, la zampata è micidiale, de ashi barai! Poi tocca al turco Halil Cimen, ma la sua resistenza non riesce ad arginare l’esuberanza di Fabio che lo mette giù due volte con o uchi gari. Nei quarti di finale è il turno del campione d’Europa in carica, il moldavo Victor Sterpu, che va giù come un birillo abbattuto con o soto gari in un minuto, ma ancora più ‘rumore’ fa la caduta di Arthur Margelidon, canadese numero 5 nel ranking mondiale e con un altro o soto gari Fabio Basile ha conquistato la finale per l’oro. Inizio folgorante di Fabio in finale con Bayram Kandemir, turco ventenne, steso con de ashi barai e strangolato. La partita è chiusa in 16 secondi. Ma il controllo scorretto della gamba (tesa) del turco porta all’annullamento e la finale è ripartita con uno shido a Fabio, che non ha perso la lucidità necessaria per andarsi a prendere quell’oro che, nei 73 kg in un Grand Slam, è arrivato per la prima volta.
Christian Parlati è approdato alla finale degli 81 kg con le vittorie su Achraf Moutii (Mar), Muhammed Koc (Tur), Attila Ungvari (Hun) ed in semifinale su Antonio Esposito, per un abbraccio finale che è in grado di trasmettere tante emozioni e raccontare tantissime storie di sogni e sacrifici condivisi. Durissima finale quella con il turco Vedat Albayrak, decisa purtroppo da un’azione imprevedibile, che Parlati non è riuscito a rimontare. È un quinto posto che lascia amaro nella bocca di Antonio Esposito, che dopo aver superato Madi Amangeldi (Kaz), Hievorh Manukian (Ukr), Mohamed Abdelaal (Egy), è stato fermato dal compagno Christian Parlati in quella che è stata la seconda meravigliosa sfida tutta italiana dopo la finale Milani e Giorda di ieri. Ha vinto Parlati e l’abbraccio fra loro è stata un’emozione forte per tutti.
Dopo la super-giornata di ieri, le azzurre sono incappate in una bolla sfortunata e sia Maria Centracchio che Alice Bellandi, dopo una vittoria ottenuta rispettivamente sulla marocchina Sofia Belattar nei 63 kg e sull’israeliana Shaked Amihai nei 70 kg, sono andate incontro all’eliminazione dalla gara. Maria è stata sorpresa dalla tunisina Meriem Bjaoui ed Alice dalla portoricana Maria Perez, numero 15 in classifica mondiale. E sconfitto è stato anche Giovanni Esposito nei 73 kg che, dopo aver superato Vadzim Shoka (Blr) è stato fermato dal polacco Adam Stodolski. Sabato è la giornata conclusiva del Grand Slam in Turchia e gli azzurri in gara sono Giorgia Stangherlin nei 78 kg, Nicholas Mungai e Gennaro Pirelli nei 90 kg.
Antalya Grand Slam, quando l’inno di Mameli suona per due… Francesca
Francesca Milani e Francesca Giorda hanno disputato la finale per l’oro nei 48 kg nel Grand Slam ad Antalya ed ora, per entrambe, accanto al loro nome nel Ranking for Olympic Games può apparire ora quella dicitura ‘Qualified’, che sembra provocare lo stesso effetto di una chiave per il paradiso. È andata proprio così, Francesca Milani: oro, Francesca Giorda: argento, due medaglie giunte al termine di un Grand Slam che, assieme ai settimi posti di Martina Castagnola nei 52 kg e Veronica Toniolo nei 57 kg, ha regalato già nella prima giornata grandi emozioni e soddisfazioni straordinarie. Non accadeva da 22 anni, quando Emanuela Pierantozzi e Lucia Morico il 12 febbraio 1999 disputarono la finale del Tournoi de Paris, che un Grand Slam lo valeva tutto e di lì a poco lo sarebbe diventato. Francesca, un solo nome per due regine, Milani con le vittorie su Mary Dee Vargas Ley (Cile), Leyla Aliyeva (Azerbaigian) e poi sulla campionessa olimpica (2016) e mondiale (2015), l’argentina Paula Pareto. E con la russa Anastasia Pavlenko, l’ultimo passaggio per arrivare alla finale, la pratica è stata liquidata con il suo micidiale sankaku gatame in un minuto. Giorda è stata altrettanto spedita, mettendo in fila Luz Alvarez (Colombia), Li Yanan (Cina), Ebru Sahin (Turchia) ed in semifinale Gulkader Senturk, turca 31esima in ranking. Nella finale le due Francesca non hanno cercato l’affondo, un modo per tutelarsi una con l’altra, considerando anche che la Milani ha disputato la finale a Tbilisi cinque giorni fa e fra due settimane entrambe sono attese a Lisbona per gli Europei. Settimo posto pregevole per Martina Castagnola nei 52 kg, con le vittorie sulla turca Buketnur Karabulut e sulla messicana Luz Olivera e per Veronica Toniolo nei 57 kg con le vittorie sulla giordana Hadeel Elalmi e sulla russa Diana Dzhigaros, mentre Silvia Pellitteri ed Alessandro Aramu hanno ottenuto una vittoria nei 57 kg sulla turca Ayse Nur Tunca e nei 60 kg sullo statunitense Adonis Diaz , mentre Kenya Perna nei 52 kg ed Andrea Carlino nei 60 kg si sono fermati purtroppo al primo turno. Domani seconda giornata di gare ad Antalya con sei azzurri impegnati, che sono Maria Centracchio nei 63 kg, Alice Bellandi nei 70 kg, Fabio Basile e Giovanni Esposito nei 73 kg, Antonio Esposito e Christian Parlati negli 81 kg.
Ad Antalya per il penultimo Grand Slam, 17 azzurri da domani in gara
Si passa da un Grand Slam all’altro e la corsa per la qualificazione olimpica vede la linea del traguardo che è sempre più vicina. Dal Grand Slam conclusosi tre giorni fa a Tbilisi, la carovana del World Judo Tour si è spostata in Turchia dove, da domani fino a sabato 3 aprile, si disputerà ad Antalya un altro Grand Slam, il penultimo prima delle Olimpiadi che, per quanto riguarda il judo, si svolgeranno a Tokyo dal 24 al 31 luglio. La squadra azzurra ad Antalya è composta dallo staff tecnico con il Direttore Tecnico Nazionale Kyoshi Murakami, i tecnici Dario Romano, Francesco Bruyere, Raffaele Parlati, Raffaele Toniolo, il Covid Manager Alessandro Comi, il Dottor Stefano Bonagura ed il fisioterapista Leonardo Randazzo e diciassette atleti, Francesca Giorda, Francesca Milani (48), Kenya Perna (52), Martina Castagnoli, Veronica Toniolo (57), Maria Centracchio (63), Alice Bellandi (70), Giorgia Stangherlin (78), Andrea Carlino, Alessandro Aramu (60), Fabio Basile, Giovanni Esposito (73), Christian Parlati (81), Nicholas Mungai, Gennaro Pirelli (90).
“Da Tbilisi ci siamo trasferiti ad Antalya -ha detto Raffaele Toniolo, coach assieme a Francesco Bruyere e Raffaele Parlati- con il Covid Manager Alessandro Comi e gli atleti Francesca Milani, Giovanni Esposito e Nicholas Mungai. Dall'Italia ci hanno raggiunti il DT Kyoshi Murakami assieme a Dario Romano ed a Francesca Giorda, Martina Castagnola, Kenya Perna, Silvia Pellitteri, Veronica Toniolo, Maria Centracchio, Alice Bellandi, Alessandro Aramu, Andrea Carlino, Fabio Basile, Christian Parlati ed Antonio Esposito. Oggi ci hanno raggiunti anche Giorgia Stangherlin e Gennaro Pirelli. Certamente curioso che sia la tratta Tbilisi-Istanbul che Istanbul-Antalya ci abbia visti volare in compagnia quasi esclusiva delle altre delegazioni nazionali e dello staff IJF”.
“Mi sento sicuramente più in forma rispetto alle scorse gare -ha detto Silvia Pellitteri, 22enne alla terza gara in maglia azzurra dopo gli Europei a Praga ed il Grand Slam a Tel Aviv- è stato molto difficile ritornare pronta mentalmente e fisicamente per affrontare gare importanti come questa, dopo un lungo periodo di stop. Sono emozionata ed entusiasta per avere l’opportunità di gareggiare a questo livello, affronto questo Grand Slam con l’idea di giocarmela al 100% senza pressioni”. Sono al primo appuntamento con la prima squadra invece, il ventiseienne Alessandro Aramu assieme ai napoletani ventenni Kenya Perna e Gennaro Pirelli. “Mi aspetto molto da questa gara -ha detto Pirelli- sicuramente le emozioni saranno fortissime, è motivo di grande orgoglio prendere parte a questo Grand Slam con la prima squadra, ma spero sia solo l’inizio, sogno in grande...”.
Così le gare, giovedì F48, 52, 57 kg, M60, 66 kg; venerdì F63, 70 kg, M73, 81 kg; sabato F78, +78 kg, M90, 100, +100 kg. Sky Sport Collection (canale 205) seguirà l’evento nelle tre giornate con orario 16-18.30 e la telecronaca di Ivano Pasqualino e Ylenia Scapin.
Addio Berardino de Carlo, fondatore del Judo Treviso e pioniere del judo in Veneto
La notte scorsa ci ha lasciati all’età di 91 anni Berardino de Carlo, Maestro di judo, fondatore del Judo Treviso, già consigliere federale, a lungo presidente del comitato regionale del Veneto e, soprattutto, figura di riferimento per numerosissime generazioni di praticanti. Berardino de Carlo è stato un vero e proprio pioniere per il judo, disciplina che per primo portò a Treviso nel 1958, quando vi arrivò Sottoufficiale di carriera dell’Esercito da Potenza dov’era nato il 23 agosto del 1929. “Pensa che la prima gara l’abbiamo fatta nel 1960 su una sola area di combattimento fatta con le materassine da lotta -ricordava recentemente il Maestro de Carlo in occasione del campionato italiano a squadre assegnato proprio a Treviso per i 60 anni della sua società- le abbiamo messe giù in un palazzetto qui a Treviso, poi a mezzogiorno le abbiamo dovute togliere perché c’era da fare spazio a una partita di pallacanestro e la sera, dopo la partita, le abbiamo rimesse giù e abbiamo terminato la gara. Oggi è un’altra cosa”. La scorsa settimana il Maestro de Carlo, in seguito ad una caduta, ha riportato una frattura del femore che lo ha costretto al ricovero in ospedale e, quindi, ad un intervento chirurgico. Nella notte fra sabato e domenica, in seguito a delle complicanze respiratorie, Berardino de Carlo si è spento. Alle 15.30 di mercoledì nella Chiesa Parrocchiale di S.Maria Ausiliatrice (Votiva), partendo dall’ospedale Cà Foncello di Treviso alle 15.25. dopo la celebrazione si proseguirà per il Cimitero di S.Lazzaro in forma strettamente privata. Alla moglie Rosetta, ai figli Adolfo con Alda, Enzo con Ilenia, ai nipoti Elena, Francesco, Monica e Filippo, al Judo Treviso ed a quanti hanno voluto bene al Maestro de Carlo vanno le più sentite condoglianze.
Fonte: fijlkam.it/veneto
Nicholas Mungai e l’argento a Tbilisi che vale la zona qualificazione
Brilla immensamente la medaglia d’argento conquistata da Nicholas Mungai nei 90 kg nel Grand Slam a Tbilisi! È un piazzamento infatti, che porta Nicholas Mungai al sedicesimo posto della ranking list, ampiamente dentro l’ambita zona ‘qualified’ per Tokyo. Questo prestigioso ed importante risultato è giunto al termine di una splendida prova, nella quale l’azzurro ha scalato il tabellone di gara fino alla finale per l’oro grazie alle vittorie ottenute sull’inglese Jamal Petgrave, ippon con sankaku jime in 2’36”, sull’australiano Harrison Cassar, wazari con de ashi barai e ippon con seoi nage in 2’10”, sull’uzbeco Davlat Bobonov, wazari con tomoe nage dopo 29” di golden score e sul mongolo Altanbagana Gantulga, wazari con o uchi gari al 36esimo secondo di golden score. Con lo svedese Marcus Nyman in finale non c’è stato nulla da fare purtroppo, in quanto dopo una protratta lotta sulle prese che ha portato il conto delle sanzioni a 2 per lo svedese ed uno per l’azzurro, un’azione a terra si è conclusa con l’immobilizzazione che non ha lasciato scampo al pur bravissimo Nicholas Mungai. Si è battuto bene anche il 24enne siciliano Lorenzo Rigano, nonostante sia rimasto sconfitto dal cinese Hebilige Bu per un sumi gaeshi, wazari, dopo 1’54” di golden score.
Questi i commenti relativi alla terza giornata.
Nicholas Mungai: "Finalmente sono riuscito a tornare sul podio. La finale è stata un po' un bagno di umiltà perché era davvero tanto che non perdevo così su un'azione di ne waza. La lotta a terra è uno dei miei punti forti e in questa finale ho capito che comunque si può sempre migliorare. Detto questo non posso nascondere di essere contento di come sono andate le cose oggi. Mi serviva questa medaglia, sia per i punti che per il morale. Sono contento di aver tenuto duro visti anche i vari problemi fisici che ho avuto negli ultimi due anni. Mi dispiace solo di aver fatto brutta figura con chi si è collegato solo prima della finale 😂 Ma sono sicuro che ci sarà nuovamente l'occasione di fare suonare il nostro inno".
Raffaele Toniolo: "Oggi ha fatto una grande gara battendo nei quarti la TdS n. 1 Bobonov, fresco argento a Tashkent, e in semifinale Gantulga, già battuto da lui al Mondiale ma che lo aveva superato al Master. A Tel Aviv aveva perso appena coi i due georgiani tra i più forti della categoria e a Tashkent con Toth che è un altro valore assoluto. Questa è la conferma che il lavoro paga sempre. Da domani si pensa ad Antalya dove ci trasferiremo cercando di scalare ancora la classifica olimpica".