Preparando Tel Aviv! In collegiale a Ostia per il Grand Slam
È iniziato oggi il raduno collegiale nel Centro Olimpico a Ostia in preparazione del Grand Slam che si terrà fra una settimana, dal 18 al 20 febbraio, a Tel Aviv. In questo caso la partecipazione della squadra olimpica alla manifestazione in Israele è stata allargata anche agli atleti con recente riscontro internazionale di rilievo. Si tratta di Assunta Scutto, Francesca Giorda (48), Veronica Toniolo, Silvia Pellitteri (57), Nadia Simeoli (63), Alice Bellandi (70), Giorgia Stangherlin (78), Angelo Pantano (60), Mattia Miceli (66), Fabio Basile, Giovanni Esposito (73), Kenny Komi Bedel, Antonio Esposito (81), Nicholas Mungai (90), Sylvain Lorenzo Agro (+100). Presenti in collegiale da questa mattina anche atleti convocati a supporto della squadra, ovvero Alessia Ritieni (48), Ylenia Monacò, Kenya Perna (52), Chiara Cacchione (63), Linda Politi, Alessandra Prosdocimo (78), Diego Cressi, Davide Domenico Nuzzo (73), Tiziano Falcone, Ermes Tosolini (81), Enrico Bergamelli (100). Diversi gli infortuni che hanno ridimensionato le partenze per Tel Aviv, da Manuel Lombardo, Christian Parlati, Edwige Gwend, Maria Centracchio e Odette Giuffrida nella squadra olimpica, ma anche Andrea Carlino, Carmine Di Loreto, Vincenzo D’Arco, fra gli altri convocati. “Purtroppo lo scorso ritiro durante un allenamento -ha detto Odette Giuffrida- sono caduta e ho lesionato il legamento posteriore e lacerato la capsula della spalla già operata. Tutto qui. Adesso sono a lavoro per recuperare al meglio. Mentalmente non è mai facile farsi male ma sono sempre dell'idea che alla fine avrà tutto un senso. Mi dispiace non essere con la mia squadra a Tel Aviv ma li seguirò e manderò tutta la mia energia da qui”. Sfortunato Carmine Di Loreto che: “…nonostante la situazione Covid avevo raggiunto una forma ottimale, ero pronto a ricominciare con le gare e aspettavo da tempo questa bella notizia. -ha detto- Purtroppo in allenamento mi sono procurato una lesione meniscale, inconveniente che non ci voleva proprio in questo momento e mi ha un po’ destabilizzato”. Il lavoro per la preparazione della squadra all’importante appuntamento è dunque iniziato con i tecnici Francesco Bruyere, Luca Poeta, Raffaele Toniolo, nel rispetto dei parametri di sicurezza ed oltre l’attenzione, anche la motivazione di tutti è come sempre al massimo. Con la squadra ci sono il Covid Manager Alessandro Comi, il dottore Stefano Bonagura ed il fisioterapista Giuseppe Faraso.
Cinque azzurri ad Antalya, Antonio Esposito: “Ci voleva!”
Manuel Lombardo, Fabio Basile, Giovanni Esposito, Antonio Esposito e Nicholas Mungai sono ad Antalya dove stanno sostenendo il programmato training camp che si protrarrà fino a domenica 7. Assieme agli atleti ci sono il fisio Valerio Piepoli ed il tecnico Francesco Bruyere. “Inizialmente l’aeroporto di Antalya aveva chiuso le frontiere con Brasile, Gran Bretagna ed altri paesi, - ha detto il coach azzurro - ponendo delle riserve sull’emissione dei biglietti che poi, per l’Italia, sono state sciolte e siamo potuti partire per questo training camp”. “Qua ci stiamo allenando bene – ha detto Giovanni Esposito – ci voleva un bel carico di lavoro prima della gara a Tel Aviv, quindi questi allenamenti ci serviranno molto come rifinitura”. “Sono molto felice di essere qua in Turchia ad allenarmi – ha detto Antonio Esposito – era più di un anno che non facevo un carico di lavoro del genere all’estero con partner diversi e mi serviva tanto poterlo fare, soprattutto in preparazione alle prossime gare alle quali dovrò farmi trovare al meglio”. “Qui tutto bene – ha concluso Nicholas Mungai – anzi sono molto contento di essere qua perché posso confrontarmi con molti partner ‘grossi’, cosa non è sempre facile per uno del mio peso e sicuramente mi serve per preparare Tel Aviv e le prossime gare”.,
Training camp irraggiungibili, ed il collegiale si fa nel Centro Olimpico
Sempre pronti a cambiare il programma, anche all’ultimo momento, come la situazione continua a chiedere. Ed è così che oggi è iniziato nel centro olimpico a Ostia un collegiale per la squadra olimpica allargato per l’occasione ad alcuni giovani fra i più promettenti. Il raduno, in origine, sarebbe stato di qualche giorno soltanto, per partire poi per la Turchia con il gruppo maschile e per Israele con quello femminile, dov’erano in programma i training camp ad Antalya ed a Netanya. Ma la situazione pandemica continua a condizionare qualsiasi programma che, in questo caso, è stato compromesso dalla chiusura dell’Aeroporto di Tel Aviv almeno fino al 31 gennaio ed all’impossibilità di conferma dalle compagnie aeree di offrire un volo certo per Antalya. Le trasferte in Israele ed in Turchia sono state pertanto annullate. Meglio così, verrebbe da dire, se si pensa a quei duecento atleti da tredici nazioni che sono stati rispediti indietro dopo una giornata di training camp a Mittersill per l’intervento delle forze dell’ordine austriache. Ma non per questo si annulla tutto e quindi il raduno collegiale, rigorosamente in un regime di “bolla” nel Centro Olimpico FIJLKAM, è iniziato e proseguirà fino a domenica 7 febbraio, per concludere dopo l’allenamento mattutino. Questi i convocati. Tecnici: Francesco Bruyere, Raffaele Toniolo, Atleti: Fabio Basile (73), Kenny Bedel (81), Andrea Carlino (60), Giovanni Esposito (73), Antonio Esposito (81), Manuel Lombardo (66), Edoardo Mella (73), Mattia Miceli (66), Nicholas Mungai (90), Angelo Pantano (60), Christian Parlati (81), Gennaro Pirelli (90); Tecnici: Luca Poeta, Dario Romano, Atlete: Alice Bellandi (70), Giulia Carnà (48), Francesca Giorda (48), Odette Giuffrida (52), Edwige Gwend (63), Silvia Pellitteri (57), Assunta Scutto (48), Giorgia Stangherlin (78), Veronica Toniolo (57). A questo elenco fanno eccezione gli atleti che hanno preso parte al consueto allenamento intercentro a Napoli (aperto per l'occasione anche alle Fiamme Gialle) che, su indicazione dello Staff Sanitario Federale, si aggregheranno nel pomeriggio di domenica prossima con tampone effettuato al massimo 48 ore prima.
Il Judo a Cavallo: webinar FIJLKAM-FISE
Roma, 25 gennaio 2021 – È oggi pomeriggio alle 15:00 l’appuntamento con il webinar gratuito “Il Judo a Cavallo”, nato dalla collaborazione tra la FIJLKAM e la FISE (Federazione Italiana Sport Equestri). Finalizzato alla prevenzione e al contenimento degli infortuni, il webinar si propone come propedeutica dell’insegnamento delle cadute del Judo applicabile agli Sport Equestri, e non solo.
Il webinar prevede l’intervento di cinque relatori. Giuseppe Ferrarini, insegnante tecnico di judo 2° Dan, è l’ideatore del progetto “Il Judo a Cavallo” e ci spiegherà lo sviluppo del progetto. Prevedendo una stretta collaborazione tra FIJLKAM e FISE sia a livello nazionale che a livello di comitati regionali, il progetto si svilupperà sul territorio e via web. Gli insegnamenti di judo verranno impartiti sia presso i Centri ippici che presso i Dojo delle Società che aderiscono all’iniziativa.
Giancarlo Peloso, Maestro di Judo 8° Dan, farà un’introduzione al judo, raccontandoci la storia, i valori e le tecniche principali, in particolare gli Ukemi. La sua introduzione sarà poi proseguita da Riccardo Caldarelli, Presidente della Commissione Nazionale Insegnanti Tecnici Judo, che entrerà nello specifico della metodologia didattica degli Ukemi, come fondamentale tecnico e come metodo di riscaldamento.
Cinzia Cavazzuti, campionessa europea nel 2002 e Vicepresidente del Comitato Regionale Judo Lombardia, racconterà l’esperienza FIJLKAM “Safe Fall – Safe School”, un progetto di prevenzione degli incidenti negli scolari.
Infine, Donata Burgatta, vice campionessa europea nel 1996, ci spiegherà il progetto da lei creato e curato, “Judo-Rugby: Equilibrio e Sicurezza”. Ci sono molti profili comuni nella dinamica della caduta: nel rugby, nel football americano, nella pallavolo, ad esempio, e chiaramente negli sport equestri.
Per accedere al webinar gratuito e imparare tutto sugli Ukemi, letteralmente “ricevere il corpo”, e imparare come cadere e prevenire infortuni grazie alle tecniche fondamentali del judo, basta seguire questo link e collegarsi alle 15:00 di oggi pomeriggio. Attraverso la chat di YouTube, sarà anche possibile interagire e proporre domande ai relatori.
La nascita dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo - parte 2
Roma 21 gennaio 2020 Pubblichiamo oggi il secondo episodio a cura di Rodoolfo Saraceni in cui ripercorriamo la storia dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo. Buona lettura!
Vorrei ripercorrere con la mente gli eventi e le circostanze che portarono, alla fine degli anni ‘60, alla trasformazione della Federazione in una “Confederazione” di discipline, con cambio della denominazione da F.I.A.P. (Federazione Italiana Atletica Pesante) in F.I.L.P.J. (Federazione Italiana Lotta, pesi, Judo).
Con le dimissioni del presidente Valente nel 1965(fu Presidente dal ’52 al ’65), il presidente della Società Ginnastica Savonese - già consigliere federale - Carlo Zanelli, fu nominato dal C.O.N.I. Commissario Straordinario della Federazione.
Con questa carica, risolti in due anni i problemi che vessavano la Federazione, si candidò alla Presidenza al Congresso di Bologna Nel 1967 e venne eletto.
In quella occasione risultò eletto in Consiglio Federale, per la prima volta, il dott. Matteo Pellicone proveniente dalla disciplina della Lotta.
L’Avv. Ceracchini che al Congresso di Aosta del 1962 aveva guidato la fronda che richiedeva la scissione della Federazione in tre distinte organizzazioni, competeva per la Presidenza federale e con 102 voti contro 196, risultò escluso.
Per la prima volta, in quel congresso, grazie alle modifiche regolamentari apportate dal Commissario Straordinario Zanelli, in attuazione di una mozione espressa dall’ Assemblea Federale di Aosta del 1962 (mozione resasi necessaria per placare le spinte secessioniste), il Consiglio Federale si mostrava pariteticamente composto da tre Consiglieri per ciascun settore di attività. Per il Judo i rappresentanti furono Giusto Panichelli – presidente della società Fiamma Yamato di Roma - , Alessandro Chieco Bianchi (cooptato dalla “lotta”) e Giancarlo Zannier che tutti conosciamo.
Per completare la trasformazione della Federazione in una “Confederazione” di tre settori autonomi si dovrà attendere il 1968 quando fu convocata un’assemblea federale per le modifiche statutarie che prevedevano una piena autonomia gestionale dei tre settori di attività.
A breve distanza fu convocata l’Assemblea quadriennale elettiva. Candidati alla carica presidenziale, ancora una volta il Presidente uscente Zanelli e Ceracchini – reduce dai successi organizzativi del Campionato Europeo dei Roma -, cui si aggiunse, una settimana prima del Congresso, quella del di Pellicone.
Tre candidati FORMIDABILI per una federazione rinnovata e proiettata al futuro ma, soprattutto, tre veri uomini di sport che seppero mettere da parte le rivalità elettive e, in un decennio, riuscirono a tracciare la strada che ancora oggi la Federazione percorre.
L’assemblea si concluse con la rielezione di Zanelli, la conferma della Vice presidenza del settore lotta a Pellicone e la vice presidenza del settore judo assegnata a Ceracchini che ricorì anche l’incarico di Vice presidente “in sede”
Uno degli argomenti trattati nella “notte beneventana” che particolarmente ci interessa, era stato quello della istituzione dell’ Accademia Nazionale Italiana di Judo organismo cui sarebbe stata affidata la missione di formare i futuri quadri tecnici federali.
Il 30 aprile del 1971 questo “progetto” si concretizzo in una delibera attuativa “dell’autonomo Consiglio di Settore Judo” e il 12 settembre di quell’anno i 14 accademisti del Corso ALFA”, varcarono la soglia dell’Accademia in Viale della Tecnica 180 a Roma.
Nel frattempo si procedeva speditamente alla strutturazione dei “quadri federali” tra Dirigenti, Tecnici e Ufficiali di gara che venivano inquadrati in specifici ruoli e si istituivano i Corsi annuali di aggiornamento per i Tecnici.
Sempre in quegl’anni, anche la struttura delle squadre nazionali veniva rivoluzionata. Le squadre venivano azzerate; la presenza italiana alle attività internazionali congelata per un anno; e fu creato, sempre presso la struttura di via della Tecnica, il Centro di Preparazione Olimpica.
Masami Matsushita, già tecnico della società romana Fiamma Yamato veniva incaricato della gestione tecnica e il prof. Alvaro Villani, in seguito sostituito dal gen. Pignatti, per la preparazione fisica.
Faceva quindi l’ingresso al Centro il primo gruppo di atleti P.O. : Felice Mariani, Sandro Rosati, Ezio Gamba, Mario Vecchi, Giorgio Majorana, Mario Daminelli, Gino Pacitti . Dopo alcuni mesi Pacitti e Majorana abbandonarono il Centro. Con gli anni a venire, al gruppo iniziale si aggiunsero, sino a completare l’organico, Nicolangelo Fetto, Lorenzo Sedona, Luigi Nasti, Marcello Landi, MaRDO Mastroddi e Marino Beccacece.
Da Allora ad oggi, fu TUTTA UN’ALTRA STORIA.
Odette Giuffrida: “A Tokyo voglio vincere e scrivere un’altra pagina della mia storia”
Roma, 20 gennaio 2021 – Odette Giuffrida, judoka italiana classe ’94 che ha conquistato il bellissimo oro degli Europei di novembre a Praga, ha parlato un po’ con noi, raccontandoci di sé e dei suoi impegni futuri.
Candidata ai Gazzetta Sport Awards come sportiva dell’anno (2020), abbiamo fatto un veloce tuffo nel recente passato, proprio sugli Europei di Praga: “L’Europeo è stato qualcosa di speciale per me. Non semplicemente per il titolo vinto ma per tutto quello che c'è stato prima e che c'era dietro. È stata un’emozione forte e speciale che mi sono proprio meritata. Ad oggi però è già un ricordo. Devo essere sincera, non ci penso più ma se qualcuno mi fa qualche domanda a riguardo, automaticamente sorrido di cuore.”.
Giustamente, lo sguardo di Odette è proiettato in avanti, verso le Olimpiadi, che lei conosce già molto bene, visto l’argento conquistato a Rio de Janeiro nel 2016: “I miei prossimi mesi saranno come sempre puntati nel dare tutta me stessa per arrivare perfettamente a Tokyo, dove voglio e ho intenzione di vincere e scrivere un'altra pagina della mia storia. Voglio regalare emozioni speciali a me stessa, al mio Paese ma soprattutto alla mia famiglia. Ancora non so quale sarà la prossima gara. Questo sarà un periodo di carico di lavoro e allenamenti per me.”.
Agli Europei, così come alle Olimpiadi e in tutta la sua carriera, Odette ha rappresentato e rappresenterà la Nazionale Italiana con orgoglio e con una forza che non ha mai nascosto: “Far parte della Nazionale Italiana per me è davvero un grande orgoglio. Sapere di rappresentare il mio Paese mi dà una grandissima forza. È come se ogni volta che salgo su quel tatami non sono sola ma accompagnata da tutti gli italiani che tifano da casa per me. Oggi più che mai, dopo tutto quello che abbiamo passato, è davvero una grande motivazione per me cercare di cantare il nostro inno e vedere la nostra bandiera sventolare in cima a tutto.”.
Ma ciò che traspare di più, in Odette, è la sua passione. È una donna e un’atleta appassionata. Il judo non è soltanto qualcosa in cui è brava, ma è molto di più: “Cosa è per me il judo? Credo che questa sia una delle domande dove potrei parlare, parlare senza mai fermarmi. Non credo di essere capace di spiegare a parole cosa sia il judo per me. Adesso che sto rispondendo, ho gli occhi lucidi solo al pensiero. Sì, sono una persona emotiva (ride, ndr). Mi verrebbe da dire che il judo per me è pura felicità, è vita, è divertimento, è il mio ‘posto sicuro’, quella cosa che mi fa dimenticare tutto e mi fa stare bene. Mi verrebbe da dire che il modo più bello che ho trovato per ripagare la mia famiglia di tutti i sacrifici fatti per me e tutto l'amore che mi hanno sempre dato. La mia famiglia. La mia famiglia viene assolutamente prima di tutto per me.”.
Per Odette c’è il judo, c’è la Nazionale, c’è, soprattutto, la famiglia e c’è la fede: “Sì è vero, sono una persona con molta fede, ma non credo sia questo il segreto per diventare campionessa. Questo va al di là dello sport. Fa parte della mia vita di tutti i giorni. Forse questo è il segreto della persona che sono.".
Insomma, Odette Giuffrida è una judoka fenomenale e una donna sincera, orgoglio della Nazionale Italiana. Le facciamo un grande in bocca al lupo per i mesi a venire, aspettando di vederla sul tatami giapponese, per coronare il suo sogno.
Doha? Una spinta nella corsa per Tokyo
Doha ha lasciato un segno positivo sulla corsa degli azzurri per Tokyo. E se state pensando “com’è possibile visto che le medaglie al World Judo Masters 2021 le hanno vinte gli altri?”, probabilmente avete dimenticato che le dinamiche della World Ranking List sono particolari e possono anche produrre meccanismi inaspettati per l’osservatore distratto. Certamente non stupirà il fatto che Manuel Lombardo abbia mantenuto il primato della classifica nei 66 kg con 5598 punti, nonostante a Doha ne abbia aggiunti “soltanto” 200, ma potrebbe sorprendere invece il fatto che il suo vantaggio sul secondo in classifica sia incrementato, passando dai 448 punti più di Maruyama ai 491 in più rispetto Margvelashivili, che ha scavalcato il giapponese. Andiamo con ordine e vediamo che nulla è cambiato per Odette Giuffrida: uguale la posizione in classifica, quarta nei 52 kg, uguale anche il punteggio, 5670 punti, che non è stato intaccato dai 200 ottenuti a Doha per la regola dei migliori 5 punteggi (+1). Anche per Antonio Esposito nulla è cambiato, era 31° con 1808 e 31° è rimasto anche se con 1984. E se le posizioni in classifica di Fabio Basile, Giovanni Esposito, Edwige Gwend ed Alice Bellandi sono arretrate, anche se di poco, quelle di Christian Parlati, Nicholas Mungai e Maria Centracchio sono migliorate. In sostanza tutti i nostri atleti hanno incassato 200 o 288 punti, aggiungendo parzialmente, totalmente o per niente al totale precedente in rapporto, come si è detto, dell’entità del quinto miglior punteggio. Nel dettaglio Fabio Basile (73) è passato dal 18° posto con 2703 al 22° con 2831, Giovanni Esposito (73) da 30° con 1884 a 32° con 1964, Edwige Gwend (63) da 30esima con 1648 a 32esima con 1728, Alice Bellandi (70) da 26esima con 2203 a 28esima con 2331. È migliorata invece la classifica di Christian Parlati (81), che era 20° con 2346 ed ora è 18° con 2614, di Nicholas Mungai (90), che era 33° con 1713 ed ora è salito al 28° posto con 1991, così com’è migliorata anche la classifica di Maria Centracchio (63), era 26esima con 1881 ed ora è 25esima con 2159. Il percorso per quest’Olimpiade è indubbiamente complicato, e non soltanto perché i concorrenti sono tanti e competitivi, ma anche per quelle difficoltà oggettive che affliggono tutti e sono anche davanti agli occhi di tutti. Ed è un motivo in più per dire che Doha ha lasciato un segno positivo sulla corsa degli azzurri per Tokyo.
Bravo Mungai a Doha, ma l’Italia rimane senza medaglie
13 gennaio 2021 Giornata conclusiva a Doha per il World Judo Masters che, per il Team Italia, ha visto impegnato il solo Nicholas Mungai nei 90 kg. E’ stato detto anche alla vigilia del torneo che il sorteggio,
in questa specifica gara, non può essere buono o cattivo perché chiunque ti capiti a tiro è uno fra i 36 più forti al mondo.
E l’avversario capitato al primo turno a Nicholas Mungai è stato il coreano del sud Donghan Gwak, nono nella classifica mondiale oltre ad aver vinto l’oro iridato nel 2015 ad Astana ed il bronzo nel 2017 a Budapest.
Come sorteggio, a grandi linee, lo si potrebbe definire ‘cattivo’ ed in effetti così è stato, ma per Gwak che si è ritrovato steso con un de ashi barai (wazari) dopo un minuto e mezzo e
poi incapace a trovare il modo per rimontare.
Una bella prova quella di Mungai, anche nel match con il mongolo Altanbagana Gantulga che è riuscito ad avere la meglio sull’azzurro al golden score,
messo giù sorprendendolo sul tempo proprio sul suo de ashi barai. “Nicolas è in continua crescita e questo ci fa ben sperare per il futuro imminente. – ha detto il coach Francesco Bruyere -
Oggi si è espresso molto bene battendo l’ex campione del mondo koreano.
Un incontro difficile sulla carta che è riuscito a risolvere in maniera egregia. Peccato per il match con Gantulga,
aveva applicato in maniera corretta il lavoro tattico predefinito e dopo poco tempo è riuscito a chiuderlo a terra in sankaku, una sua delle sue specialità... sinceramente, conoscendo le qualità di Nic,
mi sto ancora chiedendo come abbia fatto l’avversario a resistere e a non cedere.
Purtroppo, al Golden Score ha pagato un piccolo errore, commesso ingenuamente.
La vittoria, assolutamente alla portata, avrebbe aperto la gara, ma resta comunque un’ottima prestazione con ottime prospettive future”.
L’Italia chiude quest’edizione del Masters senza la soddisfazione della medaglia, un fatto questo accaduto soltanto quattro volte nelle dieci edizioni fin quì disputate,
Lombardo (oro 2019), Giuffrida (bronzo 2015 e 2016), Moretti (bronzo 2012), cui vale la pena aggiungere anche i quinti posti ottenuti da Gwend (2013 e 2014), Bruyere (2012) e Ciano (2010).
Doha Masters, la seconda giornata dei sette azzurri in gara
Doha 12 gennaio 2021 Seconda giornata di gare a Doha, per un World Judo Masters che continua ad evidenziare molti spunti notevoli, da considerare tuttavia assieme alle particolari condizioni in cui si svolge. Il risultato non ha premiato i sette azzurri impegnati in questa seconda giornata, ma la loro condotta di gara si è fatta ugualmente apprezzare nonostante qualche episodio ‘fuori norma’. Andiamo per ordine. Il primo degli azzurri a salire sul tatami è stato Fabio Basile, che nei 73 kg ha aperto la giornata con il cubano Magdiel Estrada. A Basile sono bastati 50 secondi per chiudere i conti, wazari al primo attacco e bis subito dopo, con il suo magico de ashi barai. È stato poi un incontro capolavoro quello di Giovanni Esposito nei 73 kg con il turco Bilal Ciloglu, ricco di guizzi, attacchi fulminanti su un avversario che non stava certo ad aspettare. Ma al golden score, con due shido a carico del turco, l’ennesimo spunto del napoletano è stato coincidente con l’abbraccio (bear hug) di Ciloglu, che ha incassato il massimo vantaggio. Negli 81 kg Antonio Esposito con Eduardo Yudy Santos ha impresso un ritmo forsennato al quale il brasiliano ha risposto come ha saputo e potuto, rendendosi anche pericoloso con quelle gambe lunghe ed in grado di partire ed agganciare da lontano. Arrivati al golden score con due sanzioni a carico di Santos, Esposito ha continuato a piazzare un attacco dopo l’altro e per il brasiliano è arrivata puntuale la terza e definitiva sanzione. Arriva il turno di Edwige Gwend nei 63 kg, che ha messo sotto pressione la coreana del sud Han Hee Ju, anticipando e contrastando sempre, anche nell’azione a terra in chiusura del tempo regolare. Andate al golden score in situazione di corpo a corpo Edwige ha affondato agganciando in o uchi gari, ma con una rotazione la coreana ha rovesciato a suo vantaggio l’azione. Ancora i 63 kg ed è il turno di Maria Centracchio, che porta alla passività Prisca Awiti Alcaraz dopo un minuto, poi pareggiato da un falso attacco al secondo minuto. Ma Maria continua a muoversi e per la messicana arriva il secondo shido a 30 secondi dal termine. Si va così al golden score ed il primo seoi nage di Maria Centracchio coglie completamente di sorpresa Awiti Alacarz, che crolla a peso morto dalla parte opposta, ippon! È quindi il turno di Christian Parlati, 81 kg, che affronta il belga Sami Chouchi e nell’attesa che sia l’altro a prendere l’iniziativa, il primo a partire è l’arbitro che, dopo 45”, richiama con shido entrambi. Il napoletano cambia marcia e dopo 1’35” parte con un ‘o soto gari’ a destra con una mano sola e coglie di sorpresa Chouchi. È wazari! L’azione successiva il belga forza i tempi e con l’azione che insegue la rimonta trova la contro tecnica di Parlati che lo castiga agganciandolo e schiacciandolo a terra.
Siamo ai 70 kg ed Alice Bellandi affronta la croata Barbara Matic. Il tabellone registra movimenti soltanto sui led delle sanzioni, due shido a uno. Poi su un o soto della croata Alice rimane ferma e cade, wazari sotto. Bellandi continua a pressare Matic che, a 4 secondi dalla fine, si vede assegnare il terzo shido per un falso attacco evidente. Secondo turno di 73 kg per Fabio Basile che affronta il tedesco Igor Wandtke. I due rimangono a distanza per un paio di minuti, poi Fabio forza con un doppio attacco, uchi mata e seoi, poco dopo aggiunge o uchi e de ashi, mentre il tedesco risponde con un sumi gaeshi appena accennato. Si va al golden score, shido al tedesco dopo 40” e Fabio porta o uchi gari dopo 3’ che fa cadere Wandtke. Si salva girandosi, ma riceve il secondo shido. La reazione del tedesco porta un pericoloso sumi gaeshi, perde continuità e non c’è punteggio. Siamo al minuto 4’23” e Fabio estrae la mossa sbagliata dal cilindro e l’hansokumake è inevitabile. Arrivano il momento degli 81 kg ed Antonio Esposito affronta il campione d’Europa Tato Grigalashvili. Si parte con shido ad entrambi dopo 20”, sembra quasi una prassi. Nell’azione successiva Antonio si piega sulla presa alta del georgiano che ‘vede’ l’opportunità e scivola sotto e spinge con la gamba con sumi gaeshi. L’azzurro si solleva ed atterra in ponte ed è ippon. Secondo turno per Christian Parlati che affronta il campione del mondo Sagi Muki. Gli attacchi sono potenti da parte di entrambi per i 4 minuti regolamentari, anche se quelli di Parlati in almeno un paio di casi hanno fatto sobbalzare sulla sedia tanto sono stati vicino al risultato. Dopo 30 secondi di golden score shido a entrambi, dieci secondi più tardi il secondo per Christian per braccio puntato a difendere. Dopo 2’09” l’israeliano osa un sasae in sutemi e la partita si chiude. Categoria 63 kg, sul tatami Maria Centracchio e Maylin Del Toro Carvajal, Cuba. È una sfida senza fine combattuta da attacchi da una parte e dall’altra, molti dei quali non sono considerati quali azioni efficaci e si arriva così a maturare due sanzioni per parte, senza che l’incontro perda in intensità ed interesse. Mancano dieci secondi al quinto minuto di golden score però, quando l’uchi mata sul bordo della cubana conclude la gara dell’azzurra. È Alice Bellandi l’ultima azzurra che sale sul tatami in questa seconda giornata, nei 70 kg con la tedesca Giovanna Scoccimarro, alta quanto la bresciana, guardia destra come la bresciana. Cercano l’aggancio da lontano entrambe e non basta per evitare uno shido a ciascuna dopo un minuto. Prima che scocchi il terzo minuto il secondo shido è solo per Alice, che insiste in posizione estrema. Si va al Golden score, Alice alza il ritmo, ma su una serie di attacchi sul bordo rimane inforcata dall’uchi mata di Scoccimarro. Che poi ha messo al collo la medaglia di bronzo. Domani terza ed ultima giornata di gare a Doha con Nicholas Mungai impegnato nei 90 kg.
A Doha non decolla il Masters di Giuffrida e Lombardo
Odette Giuffrida squalificata con la spagnola Estrella Lopez Sheriff, Manuel Lombardo eliminato dal moldavo Denis Vieru, purtroppo è andata così la prima giornata al Masters a Doha per la squadra azzurra. Le aspettative, giustamente elevate, riposte sui due top ranking della squadra italiana non hanno portato quel risultato che proprio loro, Odette e Manuel, hanno indotto a considerare non solo possibile, ma anche probabile grazie alla loro continuità di risultati. Questa volta invece è andata storta, nonostante un inizio brillante come per le migliori occasioni dopo che un ‘de ashi barai-wazari’ ha steso Lopez al primo hajimè. Poi Odette ha continuato a guidare il match da leader vera fino ad un minuto e mezzo, quando ha portato un attacco in cui la perdita della seconda presa ha messo in pericolo l’incolumità del braccio dell’avversaria e determinato così la squalifica.
“Odette stava benissimo -ha detto il coach azzurro Francesco Bruyere- durante il riscaldamento l’ho vista lucida, reattiva e presente come nelle migliori occasioni e lo ha confermato nelle fasi iniziali dell’incontro. Purtroppo sull’attacco in ginocchio ha perso un presa e cercando di concludere lo stesso ha raddoppiato la presa sullo stesso braccio, nello stesso momento la spagnola si è lanciata dalla parte opposta... il risultato è stato un attacco al limite del regolamento che le è valsa la squalifica. Mi dispiace perché avevo ottime sensazioni ma sicuramente, come per Manuel a Praga, c’è da lavorare su quell’attacco perché sia la prima ed ultima volta che le accade”.
L’incontro fra Manuel Lombardo e Denis Vieru è stato degno dell’altissima classifica di entrambi, ma dopo 3 minuti e 40 di golden score l’energia dell’azzurro ha fatto accendere la spia della riserva e ha lasciato campo aperto all’attacco di Vieru. “Manuel lo abbiamo visto stanco e le motivazioni possono essere molteplici -ha detto Bruyere- sicuramente Vieru è un avversario ostico per la sua tipologia di judo e questo ha portato ad un incontro lungo e molto fisico, ma non può essere una giustificazione, mancano 6 mesi all’obiettivo principale e dobbiamo aggiustare il tiro per presentarci nelle migliori condizioni”.
Domani è il turno per sette azzurri, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, Fabio Basile, Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Christian Parlati.