Fastweb è main partner della FIJLKAM in vista di Tokyo 2021
Roma 20 novembre 2020 La Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali e Fastweb annunciano l'accordo che vede la società di telecomunicazioni essere main partner degli atleti della FIJLKAM in vista dei Giochi della XXXII Olimpiade, che si terranno a Tokyo, in Giappone, dal 23 luglio all'8 agosto 2021.
“Fastweb è orgogliosa di accompagnare gli atleti e le atlete della FIJLKAM verso il sogno delle Olimpiadi di Tokyo che, siamo certi, regaleranno emozioni fortissime a tutti gli italiani” ha dichiarato Luca Pacitto, Head of Communication di Fastweb. “Questa partnership, unita a quella già in essere con il CONI, punta a consolidare ancora di più il forte legame che abbiamo costruito nel tempo con il mondo dello sport condividendone valori e principi, come il coraggio, il gioco di squadra, la perseveranza e la determinazione nel superare i propri limiti, valori che ispirano il lavoro quotidiano in azienda”.
“Annunciare una partnership con una realtà virtuosa come Fastweb è per la FIJLKAM un motivo di grande orgoglio e ci dà la dimostrazione di quanto, attraverso la condivisione di quei valori di cui da sempre ci facciamo promotori, le discipline della nostra Federazione stiano emergendo sempre di più” sono le parole di Massimiliano Benucci, Segretario Generale della FIJLKAM. “I nostri atleti sono stati messi a dura prova quest’anno, così come tutto il mondo sportivo, ed il loro sogno olimpico rappresenta oggi più che mai un valore simbolico di riscatto per tutti noi. Avere Fastweb al nostro fianco ad accompagnarci in questo percorso non è solo un segno di prestigio per le nostre Nazionali, ma dimostra quanto sia determinante e stimolante creare un sistema di eccellenze del nostro paese per poter affrontare insieme le sfide più importanti.”
Pioniera nello sviluppo di reti in fibra e sempre in prima linea nella digitalizzazione del paese, Fastweb continua oggi a disegnare la sua storia di innovazione con la prossima realizzazione di una rete 5G mobile e FWA (Fixed Wireless Access) per contribuire a rendere il Paese sempre più moderno e competitivo. Fastweb è da sempre vicina al mondo dello sport, un legame che è stato sempre forte e fondato su una condivisione di valori e visione. Velocità e performance sono da sempre obiettivi che la società condivide con lo sport italiano, che ha sostenuto e promosso accompagnando nel tempo diverse Federazioni e scegliendo come propri testimonial atleti simbolo delle discipline più sfidanti.
Fastweb seguirà e supporterà il percorso degli atleti della FIJLKAM che si concluderà con le Olimpiadi di Tokyo 2021. Saranno previste inoltre attività digital e off-line di promozione e condivisione dei valori che accomunano Fastweb e FIJLKAM, tra cui una serie di incontri gratuiti online di Prevenzione e di Autodifesa femminile dedicato alle dipendenti Fastweb nell’ambito delle iniziative di welfare aziendale.
Secondo “Bonus Ripartenza” a sostegno delle Società FIJLKAM
Roma 18 Novembre 2020 - Per fare fronte alla prima ondata del virus Covid-19 ed alla chiusura delle nostre palestre accorsa durante la scorsa primavera, la Federazione con delibera del Consiglio Federale del 25 giugno 2020 ha varato il “Bonus Ripartenza”, un pacchetto di misure di sostegno destinate a tutte le nostre Società, garantendo una manovra da circa 1 Milione di Euro con l’obiettivo di rendere meno gravose per le Società affiliate le spese di affiliazione e di tesseramento del 202. La manovra comprendeva il Bonus Affiliazione 2021, che garantisce la riaffiliazione gratuita nel 2021, inclusi il tesseramento gratuito per Dirigenti sociali ed Insegnanti Tecnici titolari di ASD, ed il Bonus Atleti 2021, assegnato sulla base del numero di Atleti Pre-Agonisti Tesserati.
Lo sviluppo autunnale della pandemia e la conseguente introduzione di nuovi Decreti restrittivi in tutte le Regioni italiane hanno costretto tante delle nostre Società affiliate a dover chiudere nuovamente le palestre ed a rinviare ancora una volta l’auspicata ripresa delle attività sportive.
In questo nuovo contesto sarà varata a breve dalla Federazione una seconda manovra economica a sostegno delle Società Affiliate, consapevoli che la ripartenza del nostro mondo sportivo non può che passare da un ulteriore sostegno alla nostra base. Il Consiglio Federale si riunirà per definire e deliberare l'erogazione di questo nuovo bonus non appena saranno definite nel dettaglio le risorse a disposizione.
Pur sapendo che non potrà essere la risposta a tutti i problemi che la gestione di questa pandemia ha provocato, la FIJLKAM è consapevole del ruolo di responsabilità e di guida che ha nei confronti di tutta la nostra base di praticanti, dalle Società Affiliate a tutti i nostri tesserati che in queste settimane stanno provando, dove reso possibile, a non fermarsi del tutto. Auspichiamo quindi che questo nuovo intervento possa costituire un segno tangibile della vicinanza della Federazione.
Tutte le novità saranno opportunamente pubblicate sul sito della Federazione ed all’interno della sezione Fijlkam Cares.
Le antiche Olimpiadi (XIX) - La corsa dei carri
Roma 12 novembre 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
La corsa dei carri.
La gara di apertura dei Giochi, “riservata” a sovrani e nobili, poiché i comuni cittadini non potevano permettersi di affrontarne i costi, era la corsa dei carri, minuziosamente descritta da Omero nel libro XXIII dell’Iliade e raffigurata in un quadro di Carle Vernet (1790) e sui vasi François e di Anfiarao (ambedue del 570-560 a.C.). I consigli del saggio Nestore al figlio Antiloco costituiscono una sorta di manuale per gli aurighi. Nell’Olimpica I Pindaro fa addirittura risalire l’origine dei Giochi alla mitica competizione fra Enomao e Pelope.
Qualcuno ha notato che sarebbe stato preferibile destinare la spettacolare corsa dei carri al momento culminante dei Giochi, non all’inizio. «Probabilmente – secondo Finley e Pleket – si voleva aprire con la competizione che offriva la maggiore possibilità di sfoggiare pompa e splendore».
La prima corsa di quadrighe o tethrippon si disputò nel 680 a.C. (XXV Olimpiade), quella di bighe o synoris nel 408 (XCIII Olimpiade), quella di quadrighe tirate da puledri o tethrippon polon nel 384 a.C., quella di bighe tirate da puledri o synoris polon nel 268 a.C. Interessante la distinzione dei cavalli in due categorie di età, come avveniva per gli uomini: quelli adulti (teleioi) e i puledri (poloi). Dal 500 al 444 a.C. si disputò anche una corsa di carri trainati da muli, chiamata apene.
1.
La fase più delicata consisteva nell’allineamento dei concorrenti alla partenza (metastoichi). La linea di partenza dell’ippodromo di Olimpia, ideata da un certo Cleeta, aveva la forma di un triangolo isoscele. Lungo i due lati uguali si disponevano le gabbie (carceres a Roma), bloccate da una fune che si abbassava in tempi diversi per consentire un avvio non svantaggiato ai concorrenti più distanti (l’assegnazione dei posti veniva sorteggiata). Questa struttura, che Pausania paragonava alla prua di una nave, era chiamata ippaphesis e la distanza tra le due mete corrispondeva circa a 2 stadi (la lunghezza di un giro di pista era dunque di 4 stadi), ma non è chiaro il numero di giri da percorrere. Tra le mete non c’era la spina, caratteristica del circus romano.
Al centro della prua si costruiva un altare di mattoni crudi, su cui era collocata un’aquila di bronzo con le ali aperte. Al segnale di partenza un meccanismo inserito nell’altare faceva alzare l’aquila per essere visibile a tutti e faceva cadere a terra la corda. Il via era dato dal suono delle trombe (salpingai, le tubae romane) poiché in quella bolgia la voce degli araldi non l’avrebbe sentita nessuno. All’altezza della prima meta (nyssa o kampter) sorgeva un altare, chiamato taraxippos (= terrore dei cavalli), cui si attribuivano poteri negativi. Girando intorno alla meta, infatti, gli incidenti non mancavano mai, soprattutto alle quadrighe.
2.
Siccome veniva considerato vincitore il proprietario del cocchio e non l’auriga, anche delle donne ricevettero la corona: la prima fu Cinisca, sorella del re Agesilao II di Sparta, nel 396 e nel 392 a.C. con la quadriga. La sua statua a Olimpia, in atto di preghiera accanto a una quadriga di bronzo e all’auriga, era opera di Apella. La seconda donna vittoriosa, forse nel 368 a.C., fu un’altra spartana (Eurileonide), che s’impose nella gara delle bighe. La macedone Belistiche nel 268 a.C. vinse il tethrippon polon e nel 264 il synoris polon. Teodota e Timareta di Elide nell’84 a.C. vinsero rispettivamente tethrippon polon e synoris. Casia Mnasithea di Elide, infine, si aggiudicò il tethrippon polon nel 21 d.C.
3.
A parte Alcibiade, che riportò un eccezionale successo nel 416, va menzionato Cimone di Atene, padre di Milziade: nel tethrippon con le stesse cavalle colse tre vittorie (536, 532 e 528 a.C.), ma cedette la seconda a Pisistrato, tiranno della sua città, purché gli concedesse il ritorno in patria dall’esilio. Le cavalle di Cimone furono effigiate nel bronzo e seppellite vicino a lui. Nel 672 a.C. gli Elei conquistarono il primo successo collettivo nelle quadrighe (demosion tethrippon) e nel 480 furono gli Argivi ad aggiudicarsi la prima vittoria collettiva nella corsa dei cavalli.
La corsa dei cocchi rivestì sempre un ruolo primario, anche quando (con l’avvento della falange oplitica) si ridusse enormemente la funzione bellica dei carri. Per la prima volta il pubblico di una gara sportiva, seduto sulle tribune, fu raffigurato nel vaso di Sofilo (580-570 a.C.), di cui ci resta un frammento che illustra proprio una corsa di cocchi. Si tratta della gara disputata durante i giochi in onore di Patroclo (il cui nome è scritto sull’ostrakon) e vinta da Diomede.
Didascalie:
In copertina: Ostrakon del vaso di Sofilo che illustra la corsa dei cocchi ai funerali di Patroclo (580-570 a.C.) – Museo Archeologico Nazionale, Atene
1. Anfora panatenaica con quadriga, di Cleofrade (490–480 a.C.) – Getty Villa, Malibù
2. Quadriga in un’anfora del V secolo a.C., dal Portico di Attalo – Museo dell’Agora, Atene
3. Auriga di Delfi, statua in bronzo (474 a.C.) – Museo Archeologico, Delfi
Le antiche Olimpiadi (XVIII) - Il Pentathlon
Roma 29 ottobre 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Il pentathlon
Il pentathlon (ta pente athla / quinquertium a Roma), introdotto a Olimpia nel 708 a.C., comprendeva gare di corsa veloce (stadion), salto in lungo (alma), lancio del disco (diskos) e del giavellotto (akontisis), lotta (pale). Rispecchiava l’esigenza di equilibrio e di armonia propri dell’animo greco, tanto che Aristotele lo riteneva la disciplina più completa e ammirava la perfezione fisica dei pentatleti, «in quanto hanno una naturale disposizione per la forza e la velocità insieme». Questo era il pensiero del filosofo di Stagira:
«La pratica degli sport aveva creato fin dai primi tempi un completo sviluppo dell’organismo, in un’armonia che l’atletismo professionale aveva finito col distruggere attraverso esagerate specializzazioni: ed ecco che era venuto a crearsi il tipo dromikos, atto alla corsa, il palaistikos, dotato per la lotta, il pyktikos, fatto per il pugilato. Ma tutti questi specialisti erano superati nello sviluppo fisico dall’atleta universale, l’uomo che praticava il pentathlon, capace di partecipare tanto alla corsa quanto alle gare di forza, formando perciò un ideale di salute e di bellezza».
1.
Le cinque prove furono unite in un’unica competizione in epoca molto antica e Filostrato ne assegna il merito a Giasone durante la spedizione degli Argonauti. Allenarsi per disputare cinque gare diverse era assai impegnativo per il fisico e per la borsa, quindi scoraggiò senza dubbio gli atleti non benestanti, mentre gli aristocratici si sentivano attratti dal pentathlon quale espressione della versatilità e della completezza.
La corsa veloce e la lotta si disputavano anche come competizioni autonome, mentre le altre tre discipline erano esclusive del pentathlon (ma non nei poemi epici). Filostrato considerava lotta e lancio del disco discipline “pesanti”, corsa, salto in lungo e lancio del giavellotto discipline “leggere”. Aggiungo qualche curiosità sulle gare.
Lo stadion a Olimpia si disputava sulla lunghezza di 192,27 metri. Alla partenza potevano allinearsi 20 concorrenti, che correvano a piedi nudi e si ungevano il corpo. Se i partecipanti erano numerosi, si dividevano in batterie (taxeis). Nelle lastre ogni 125 cm venivano infissi dei paletti che alla partenza distanziavano un atleta dall’altro e in alcuni stadi è possibile che sorreggessero una fune (ysplex) dietro cui si schieravano i concorrenti prima del via, dato a voce da un araldo (keryx).
Il salto, in origine, era una gara a sé, come riferisce Omero, che nell’Odissea lo include tra i giochi dei Feaci in onore di Ulisse. Gli atleti saltavano, dopo una breve rincorsa, impugnando gli alteres, oggetti di pietra o di metallo di varia forma e peso (usati anche come manubri per potenziare il fisico), che facevano oscillare e poi, dopo lo stacco, lasciavano cadere all’indietro per migliorare lo slancio. Nello stacco non si doveva superare la linea o la lastra di battuta, chiamata bater, e si atterrava su un terreno dissodato e livellato, definito skamma. La distanza dalla pedana era misurata con un’asta chiamata kanon e sul terreno si tracciava un piccolo solco o si piantava un segnale (sema o semeion) che consentiva di confrontare le prestazioni.
2.
Per il lancio del giavellotto si utilizzava un’asta leggera di legno (con o senza punta metallica) munita di una funicella (ankyle / amentum a Roma) che veniva legata intorno al baricentro allo scopo d’imprimere al giavellotto un movimento rotatorio che consentiva maggiore stabilità e gittata. L’atleta impugnava l’attrezzo infilando l’indice e il medio nel laccio, inclinava l’asta con la punta verso l’alto e iniziava la rincorsa. Quindi il braccio destro si abbassava all’indietro per prendere lo slancio necessario e il giavellotto veniva infine scagliato raddrizzando il corpo. Ogni concorrente poteva effettuare più lanci (tre o cinque), e lo stesso avveniva per i discoboli.
Anche il lancio del disco, come il salto, figurava tra le gare dei Feaci. I dischi utilizzati, in pietra o in metallo, diversi nel peso e nel diametro, erano più spessi al centro che al bordo. Generalizzando, possiamo affermare che il peso medio si aggirava sui 2 kg e il diametro sui 20 cm. Probabilmente la lastra da cui lanciare il disco o il giavellotto coincideva con quella delle corse e anche in questa gara i giudici indicavano il punto raggiunto dall’attrezzo con dei picchetti.
Per scandire il ritmo, gli allenamenti e le gare di salto e di lanci venivano accompagnati dal suono del flauto doppio, come gli esercizi di pugilato con l’ombra (skiamachia).
A parte le molteplici testimonianze letterarie è logico ritenere che la lotta costituisse l’ultima prova, poiché difficilmente un pentatleta avrebbe potuto gareggiare al meglio anche in una sola delle altre quattro discipline dopo essersi misurato in un così faticoso combattimento. Non sappiamo con certezza – nonostante le ingegnose ipotesi avanzate da molti studiosi – quale fosse l’ordine delle gare che precedevano la lotta, né conosciamo il regolamento per assegnare la vittoria finale. Sulla base dell’inconciliabilità delle fonti disponibili si può comunque ipotizzare che le regole subirono diverse modifiche nel tempo, parallelamente all’evoluzione tecnica delle discipline.
3.
Il controllo della competizione, che durava un’intera giornata, impegnava ben tre giudici. Pausania scrive infatti che «nella settantacinquesima olimpiade [480 a.C.] furono nominati nove ellanodici: a tre di essi fu affidata la corsa dei cavalli e dei carri, altri tre avevano il compito di vigilare sul pentathlon, gli ultimi tre dovevano prendersi cura delle restanti gare».
Il pentathlon per fanciulli si disputò una sola volta, nel 628 a.C., forse perché si ritenne che ai paides mancasse la maturità necessaria per affrontare una competizione così impegnativa. Quindi l’unico vincitore fu lo spartano Eutelida.
Socrate paragonava il multiforme sapere del filosofo alla completezza atletica del pentatleta.
Didascalie
In copertina: Pentatleti su un’anfora a figure nere (525 a.C.) – Rijksmuseum voor Oudheden, Leida
1. Pentatleti su un’anfora del Pittore di Eufileto (VI secolo a.C.) – British Museum, Londra
2. Pentatleti con flautista su un cratere a figure rosse (480 a.C.) – National Museet, Copenaghen
3. Pentatleti con flautista su un cratere a figure rosse (V secolo a.C.) – Museo Archeologico Nazionale, Taranto
1000 a 0, Sport Vince Bullismo Perde
Roma, 28 ottobre 2020 – La FIJLKAM e MABASTA sono compagni di squadra nell'importante partita di prevenzione e contrasto ad ogni forma di bullismo e cyberbullismo. Tematiche di primario interesse per la Federazione, che ha aderito prontamente alla campagna “1000 a 0 – Sport Vince Bullismo Perde”.
Una campagna di sensibilizzazione innovativa che mette in gioco una vera e propria partita, denominata il Match del Secolo, fra Sport e Bullismo. 1000 a 0 è il risultato simbolico che la campagna vuole ottenere. 1000 sportivi che aderiranno all’iniziativa contro i bulli, che resteranno a 0.
Sarà una simbolica Carica dei 1000 a guidare lo Sport, ma il vero obiettivo di MABASTA è arrivare a 2.500.000 adesioni, il numero di giovani e giovanissimi che praticano un qualsivoglia sport nel nostro paese.
Per chiunque voglia contribuire a questo match, basta diventare un supporter del team Sport, cliccando qui, e sostenere la campagna #VinciamoilBullismo.
In questa gigantesca partita, insieme a MABASTA e alla FIJLKAM, si sono unite altre squadre Top Player come il Comitato Paralimpico, Sport e Salute, altre federazioni nazionali, alcune leghe, squadre e club.
Un’iniziativa che ha trovato il riscontro delle più importanti istituzioni sportive del paese e che assume un sapore del tutto speciale per come nasce. MABASTA è l’idea di una classe dell’Istituto Galiliei - Costa - Scarambone di Lecce, ora all’ultimo anno, che quattro anni fa ha deciso di creare qualcosa di concreto per combattere il fenomeno del bullismo. “Ci è venuto quindi in mente l'idea di creare un movimento di giovani e giovanissimi che, come noi, vogliono fermare il bullismo, per dimostrare a bulle e bulli che quelli contrari sono molto più numerosi!”, raccontano sul sito questi coraggiosi ragazzi che negli anni hanno incontrato personalità importanti come Papa Francesco e Sergio Mattarella. “Abbiamo creato una pagina FB e il sito internet per dare una mano sia alle vittime, spingendoli a segnalare le loro storie, che ai bulli veri e proprio perché, secondo noi, forse sono proprio loro che ne hanno più bisogno.”.
On line le FAQ al DPCM del 24 ottobre 2020
Roma 26 ottobre 2020 - In riferimento al nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020, valido fino al 24 novembre p.v., preso atto che le discipline federali sono ricomprese tra quelle definite di "contatto" come da Decreto del Ministro per lo Sport dello scorso 13 ottobre, al fine di fornire elementi utili e chiarire la portata dei provvedimenti adottati in merito all'attività sportiva, di seguito riportiamo delle note esplicative valide per le Associazioni e Società Sportive affiliate alla FIJLKAM, fatte salve eventuali successive disposizioni assunte a livello Nazionale o Regionale.
In base all'interpretazione delle norme contenute nel DPCM ed alle FAQ pubblicate in data odierna sul sito del Dipartimento dello Sport alle ASD è consentito far svolgere regolarmente le sessioni di allenamento a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli e linee guida adottati dalla Federazione per il contenimento dei contagi, agli Atleti Agonisti in preparazione alle competizioni ed agli eventi riconosciuti di interesse internazionale e nazionale come previsti dai Programmi e dalle Circolari dell’Attività Agonistica Federale di prossimo aggiornamento.
Per gli Atleti Preagonisti e Non agonisti è invece da intendersi sospesa per un mese l'attività di base al chiuso, ivi compresa l’attività svolta in orario extracurricolare presso le palestre scolastiche, con l’auspicio che la situazione epidemiologica permetta di riprendere al più presto tali attività. Rimane consentita l'attività individuale all'aperto nel rispetto delle norme di distanziamento e senza assembramenti, secondo quanto previsto all'Art.1, comma 9 lettera d) e lettera g) del DPCM.
Nel ringraziare per l'attenzione, desideriamo ribadire la vicinanza ed il supporto della Federazione a fianco delle ASD in questo difficile momento, con l'impegno ad aggiornarvi tempestivamente nel caso vengano fornite ulteriori indicazioni e chiarimenti dalle Autorità di Governo.
FAQ al DPCM del 24 ottobre 2020
Vi invitiamo a leggere quanto di seguito riportato e se non troverete risposta alle vostre domande potrete inviarle al seguente indirizzo e-mail: emergenzacovid.sport@governo.it
1. I Centri di danza possono restare aperti? Nell’elenco degli sport di contatto si dice che possono continuare in modalità individuale. È possibile continuare le classi di danza classica?
I centri di danza, qualora non ricomprendibili come palestre, sono da considerarsi come centri culturali o ricreativi, pertanto rientranti nelle previsioni di chiusura di cui all’art.1 comma 9 lett. f) del Dpcm 24 ottobre. Anche le classi di danza classica sono pertanto sospese.
2. Sport di squadra e di contatto: gli allenamenti nei centri sportivi (che restano aperti) possono essere svolti in forma individuale? Se no, i singoli atleti possono allenarsi nei centri da soli? E in contemporanea con gli altri?
Le attività motorie e di sport di base possono essere svolte presso centri sportivi e circoli all’aperto, fermo restando il rispetto del distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Pertanto, sarà possibile solo svolgere allenamenti e attività sportiva di base a livello individuale, previsti dal decreto del ministro dello sport del 14 ottobre 2020 che individua gli sport da contatto. Gli allenamenti per sport di squadra, parimenti, potranno svolgersi in forma individuale, previo rispetto del distanziamento.
3. È possibile continuare le attività delle scuole calcio o altri sport di squadra?
L’attività delle scuole calcio deve essere sospesa, tuttavia, come specificato nella FAQ n. 2, fermo restando il distanziamento ed il divieto di assembramento, è possibile svolgere allenamenti a livello individuale in centri sportivi, circoli e altri luoghi all’aperto. Non è quindi possibile fare partite di allenamento o altre attività che prevedono o possono dar luogo a contatto interpersonale ravvicinato, ma è possibile l’allenamento individuale come attività motoria.
4. La Lega nazionale dilettanti di calcio è considerata di interesse nazionale? Può continuare?
Le leghe nazionali dilettanti di sport di contatto possono continuare la loro attività, come previsto dalla lett. E del Dpcm 24 ottobre 2020.
5. Gli atleti e altri operatori coinvolti in attività a livello federale possono continuare ad allenarsi?
Coloro che svolgono attività sportiva di interesse nazionale potranno continuare anche gli allenamenti, sempre a porte chiuse, come previsto dall’art. 1, comma 9, lettera e) del DPCM.
6. Gli allenamenti e le gare di atleti agonisti in piscina, pallanuoto compresa, possono continuare?
La lettera e) dell’art. 1, comma 9 del DPCM specifica che le sessioni di allenamento e le competizioni degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva. Essa pone quindi una deroga implicita e una specialità rispetto a quanto previsto dalla lettera f). Pertanto, per gli sport di contatto di interesse nazionali, svolti in piscina (es. pallanuoto) si potranno continuare con gli allenamenti. Le piscine in cui si svolgono le suddette attività, potranno, dunque, essere utilizzate, solo ed esclusivamente per questa finalità.
7. Attività sportiva e attività motoria è consentita nei centri purché rispetti il distanziamento?
L’attività motoria e quella sportiva di base restano consentite in centri e circoli sportivi esclusivamente all’aperto, previo rispetto del distanziamento e delle altre precauzioni previste dai protocolli, come previsto dall’art. 1, comma 9, lettera d) del DPCM.
8. I centri tennis e padel amatoriali proseguono?
Il tennis e padel, non rientrando nelle categorie degli sport di contatto, potranno continuare solo in centri e circoli sportivi all’aperto, previo rispetto dei protocolli di sicurezza.
9. Gli impianti sciistici restano aperti con protocollo specifico?
L’art. 1, comma 9, lettera mm) prevede che gli impianti sciistici vengano chiusi, ad eccezione di quelli per manifestazioni sportive di interesse nazionale (come previsto dalla lettera e) del medesimo comma 9). La loro riapertura agli sciatori amatoriali è subordinata all’approvazione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, validate dal CTS.
10. Le palestre scolastiche possono continuare la loro attività?
Le attività curriculare svolta in orario scolastico nelle palestre scolastiche viene regolamentata dal Ministero dell’Istruzione.
Le attività organizzate da ASD/SSD in orario extrascolastico nelle palestre scolastiche sono assimilate invece a quelle realizzate in qualunque altra palestra e rientrano, pertanto, nella disposizione di sospensione di cui alla lettera f del comma 9 art.1 dpcm 24 ottobre 2020.
11. I corsi in piscina sono sospesi o laddove siano messe in atto tutte le misure di sicurezza possono continuare?
I corsi in piscina sono sospesi secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 9, lettera f9 del DPCM.
12. Studi di personal training one to one possono proseguire?
Gli studi di personal training one to one potranno continuare solo quelle attività che possano fungere da presidio sanitario obbligatorio (fisioterapia o riabilitazione) o erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, come disciplinato dall’art. 1, comma 9, lettera f) del DPCM, oppure i personal training svolti all’aperto, mantenendo le distanze di sicurezza.
13. È possibile continuare a svolgere corsi di pattinaggio su pista e su ghiaccio su di una pista di dimensioni limitate posta all’aperto. Valgono gli stessi limiti degli impianti indoor? Oppure, mantenendo la distanza di sicurezza e applicando il protocollo della federazione sportiva, è possibile praticare l’attività?
Le attività motorie e di sport di base possono essere svolte presso centri sportivi e circoli all’aperto, fermo restando il rispetto del distanziamento e dei protocolli di sicurezza. Pertanto, sarà possibile proseguire con le attività della scuola di pattinaggio su pista e su ghiaccio all’aperto, ma solo in forma individuale.
14. Sono consentite le attività di yoga, pilates, ecc?
Le attività di yoga e pilates, come ogni altra attività motoria, possono essere svolte esclusivamente in centri o circoli sportivi all’aperto.
15. È possibile svolgere l'attività quali il beach tennis o altre in un circolo sportivo all’interno di un tendone tensostatico con aperture laterali o campi con coperture pressostatiche? Può essere considerata "attività sportiva all'aperto".
AI fini delle disposizioni del DPCM, il pallone tensostatico o campi con coperture pressostatiche sono da equipararsi ad un locale al chiuso.
dpcm 24 ottobre 2020Fonte http://www.sport.governo.it/it/emergenza-covid-19/faq-al-dpcm-del-24-ottobre-2020/
Annullati i raduni di lotta e karate
Roma, 26 ottobre 2020 – Vista la pandemia in corso e la necessità di salvaguardare innanzitutto la salute degli atleti e degli addetti ai lavori, la Federazione ha deciso di annullare i raduni collegiali sia di karate che di lotta.
Le squadre Junior e Senior del karate azzurro si sarebbero dovute ritrovare al Centro Olimpico da oggi, 26 ottobre, fino al 3 novembre.
Per quanto riguarda la lotta, le squadre Junior e Senior di Stile Libero, Femminile e Greco-romana, avevano appuntamento ad Ostia dal 4 al 7 novembre. Il collegiale è rimandato a data da destinarsi, in attesa della decisione della UWW in merito ai Campionati Mondiali di Belgrado di dicembre. Decisione che verrà presa venerdì 6 novembre.
La Federazione resta in attesa delle nuove indicazioni del Dipartimento dello Sport e del CONI. Tutti i tesserati e le società affiliate saranno prontamente informati sui comportamenti e sulle misure da adottare nell’immediato futuro.
Nuovo DPCM 24 Ottobre 2020
Roma 25 ottobre 2020 - In merito alle molte richieste di chiarimenti che stanno arrivando, la Federazione sta attendendo indicazioni dal Dipartimento dello Sport e dal CONI per poi poter prontamente informare tutti i tesserati e le società sulle prossime misure ed gli eventuali comportamenti da adottare per lo sport.
La XVII Olimpiade: Roma 1960 (V)
Roma 22 ottobre 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Il Villaggio Olimpico
Oltre a costruire adeguati impianti sportivi, nel 1960 si doveva dare ospitalità a circa 8.000 persone, tra atleti, accompagnatori e giornalisti. «Occorreva creare un ambiente sereno, accogliente, dalla gradevole architettura distensiva, con ampi spazi verdi, luoghi di convegno e di riposo, nel quale gli atleti potessero ritemprare le loro energie; costruire insomma una piccola città autosufficiente che fosse in grado di lasciare pienamente soddisfatti gli ospiti di una così importante manifestazione. Erano problemi colossali che a prima vista apparvero insolubili».
Compiuti i necessari studi preliminari e tenuto conto del parere del ministro dei Lavori Pubblici, Giuseppe Togni, si optò per un’area in posizione non periferica, contrariamente a quanto era avvenuto a Melbourne. Il 30 ottobre 1957 l’apposita commissione scelse il Campo Parioli, vicino agli impianti del Foro Italico e dell’Acqua Acetosa. Con questa decisione si potevano soddisfare tre urgenti necessità della capitale: offrire ospitalità agli atleti della XVII Olimpiade, realizzare un imponente complesso residenziale per il ceto medio, bonificare una zona dove centinaia di famiglie si agglomeravano in squallidi tuguri.
Il nuovo quartiere, infatti, sorse grazie a un’apposita convenzione con il CONI, secondo la quale l’INCIS, valendosi delle disposizioni della legge 2 luglio 1949, n. 408 (legge Tupini), avrebbe proceduto alla costruzione degli alloggi per ospitare i partecipanti alle manifestazioni olimpiche, destinandoli poi agli impiegati dello Stato. «La realizzazione romana, non si fonda sul carattere contingente dei Giochi, ma deve restare come solido patrimonio urbanistico della Città. Tutta l’opera costerà 8 miliardi e la futura “Città dei 10 mila” (così sarà ribattezzato il “Villaggio Olimpico”) continuerà a vivere come zona residenziale».
Il progetto del piano urbanistico e delle residenze venne affidato (con trattativa privata) agli architetti Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti.
1.
Dopo la cessione dell’area, di proprietà comunale, si procedette allo sbaraccamento delle fatiscenti costruzioni sorte abusivamente e alla demolizione di ciò che restava del vecchio ippodromo.
La cerimonia per la posa della prima pietra del Villaggio Olimpico si svolse il 10 maggio 1958, alla presenza del ministro Togni, del sindaco Cioccetti, del presidente dell’INCIS e del vicepresidente del CONI. Per l’occasione al centro del Villaggio venne collocato un cippo romano antico su cui era incisa la scritta “Villaggio Olimpico 1960” sotto i cinque cerchi: al suo interno s’introdusse la pergamena con le firme delle autorità e dei progettisti. I lavori ebbero inizio in ottobre, completato lo sgombero del Campo Parioli. Furono divisi in cinque lotti, ognuno dei quali raggruppava fabbricati contigui e con caratteristiche simili, ed eseguiti da 35 imprese, che impiegarono in media 900 operai al giorno (con punte di 2.000), per un totale di 500.000 giornate lavorative. Tutto si svolse sotto il controllo dei tecnici dell’INCIS, guidati dal segretario generale dell’ente, ing. Allegra. Il 4 marzo 1959, alla copertura del primo edificio, il cantiere ricevette la visita del Capo dello Stato, Giovanni Gronchi.
I progettisti «previdero, su una superficie complessiva di circa 35 ettari, palazzine da 2 a 5 piani, di tipo modernissimo, circondate da zone verdi di pini, lecci ed allori, e che risultassero sollevate da terra su pilastri di cemento armato [2.760 in totale]. Ciò per lasciare completamente libero e tutto percorribile il piano terreno destinato ad ampi spazi ombrosi per il riposo, a comunicazioni pedonali, e allo scopo di permettere l’inserimento continuo di prati e di verde tra le palazzine». Oltre a moltissimi arbusti e cespugli (circa 8.000), nel Villaggio furono piantati 800 alberi d’alto fusto.
Si è rispettato al massimo l’ambiente naturale, anzi si è fatto del verde l’elemento più importante del progetto. Con un sapiente gioco di volumi gli edifici sono disposti in maniera tale da lasciare libera la visuale sia verso la collina di villa Glori che verso le sponde del Tevere, armonizzandosi con il paesaggio. «Il visitatore viene subito colpito dalla spaziosità delle prospettive, dalla compostezza degli edifici e dalla perfetta visibilità della linea dei colli. L’inusitata prospettiva creata dai “pilotis”, con la totale apertura dei pianterreni, fra i quali giocano le distese di prati e di aiuole, presenta interessanti inquadrature». Dei 35 ettari del Villaggio ben 16 sono stati destinati al verde, 12 a strade (di larghezza variabile da 12 a 3,50 metri), piazze e marciapiedi, e 7 alle residenze, ossia appena il 20%.
2.
Il Villaggio romano è composto da 1.348 appartamenti (714 a est del viadotto, 634 a ovest), con 4.723 vani utili e 2.960 vani di servizio, per un volume totale di 582.568 mc. «Le diverse soluzioni architettoniche sono fortemente unificate dalla scelta di alcuni elementi comuni: oltre ai pilotis, i marcapiani in cemento, le finestre a nastro verniciate di bianco, i “torrini” sulle terrazze di copertura e la cortina di rivestimento di un color giallo dorato».
Tutti gli appartamenti «dispongono di un funzionale ingresso, di un ampio soggiorno-sala da pranzo e di un’altrettanto ampia cucina. Il tipo di appartamento medio è quello a tre stanze; in esso la cucina comunica con un comodo terrazzino, al quale è altresì possibile accedere da una delle camere da letto. I doppi servizi sono una caratteristica di alcuni degli appartamenti a 5 vani utili.
Le rifiniture interne risultano piacevolmente razionali, eleganti. Esse sono costituite da pavimenti in marmette di graniglia di marmo, infissi tamburati in abete (mentre gli infissi esterni sono metallici), rivestimenti in maioliche per i servizi e carte da parati alle pareti, con zoccoletti battiscopa in marmo».
All’epoca dei Giochi i soli edifici pubblici non provvisori del quartiere erano la scuola (preesistente) e il mercato coperto a pianta esagonale. Venne destinata a parcheggio la vasta area risultante dalla demolizione dell’ippodromo di Villa Glori e del cinodromo della Rondinella, sulla destra del viale de Coubertin.
«Si può lecitamente affermare – scrisse il giornalista Ettore Della Riccia – che, in Roma, è questo il primo caso di edilizia sovvenzionata in cui non solo si è raggiunta una unità architettonica concettuale e formale, ma si è anche realizzata una coesione completa tra architettura e disposizione urbanistica».
3.
Il Villaggio venne consegnato al CONI il 4 giugno 1960, nel corso di una cerimonia alla quale parteciparono il presidente del Consiglio, Fernando Tambroni, il ministro dei Lavori Pubblici, Giuseppe Togni, il presidente dell’INCIS, avv. Umberto Ortolani, il presidente del CONI, avv. Giulio Onesti, l’on. Giulio Andreotti, ministro della Difesa e presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi, e molte altre personalità. L’apertura ufficiale avvenne il 25 luglio: le bandiere del CIO e delle 84 nazioni partecipanti salirono sui pennoni al suono dell’Inno del Sole di Mascagni.
Il Villaggio fu recintato con 4.300 metri di rete metallica stampata, in cui si aprivano 27 cancelli. Nella stessa area, come a Melbourne, erano compresi il Villaggio maschile e quello femminile, dislocato intorno a via Gran Bretagna, con un cancello verso il viale de Coubertin e un altro verso l’interno.
4.
Il Villaggio Olimpico «è senza dubbio uno dei migliori quartieri d’iniziativa pubblica realizzati a Roma, certamente il primo in cui siano stati applicati con coerenza i principi dell’urbanistica del Movimento Moderno. Gli anni sembrano confermare la bontà di quella scelta» (P.O. Rossi). Il Villaggio vinse il Premio regionale IN/ARCH 1961 per il Lazio.
5.
Didascalie
In copertina: Foto aerea che mostra il Villaggio Olimpico, il Viadotto di Corso Francia, il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio.
1. Planimetria del Villaggio Olimpico.
2.-3. Prospettive degli edifici.
4.-5. Bozzetti per l’arredamento degli alloggi.
Chiarimenti sul DPCM del 18 Ottobre e il proseguimento dell'attività sportiva
Roma 20 ottobre 2020 - La Federazione mette a disposizione il testo relativo al DPCM del 18 ottobre 2020, in attesa di ricevere da parte del Dipartimento dello Sport ulteriori delucidazioni in merito ad alcuni passaggi del testo che hanno suscitato dubbi interpretativi.
Tuttavia, anche sulla base di valutazioni condivise con altre Federazioni di Sport di contatto, di seguito riportiamo alcuni chiarimenti ritenuti utili a fornire indicazioni operative in merito allo svolgimento delle nostre attività sportive, fatte salve eventuali ulteriori prescrizioni più restrittive emanate dalle Regioni o dalle Province autonome:
1) Resta consentito lo svolgimento delle manifestazioni a carattere Internazionale, Nazionale e Regionale organizzate dalla Federazione nel rispetto dei Protocolli e Linee Guida adottate dalle Federazioni Internazionali di riferimento e dalla FIJLKAM.
2) Le sessioni di allenamento degli Atleti tesserati come agonisti, svolte presso le ASD affiliate, possono continuare regolarmente purchè a porte chiuse e nel rispetto degli specifici Protocolli emanati dalla FIJLKAM.
3) L’attività sportiva di base, svolta presso le ASD affiliate da Atleti tesserati come preagonisti e non agonisti, viene consentita solo in forma individuale, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento mentre, in questo ambito, non sono consentite gare e competizioni.
4) L’attività di contatto ludico-amatoriale, non consentita dal DPCM, riguarda attività svolte al di fuori dell’ambito federale.
Nel ringraziare per l’attenzione e la collaborazione, è gradita l’occasione per inviare i più cordiali saluti.