Intervista olimpica (5) Manuel Lombardo: sentirsi libero per chiudere il cerchio
Buongiorno Manuel, presentati! Nome cognome categoria di peso e maggiori successi sportivi.
“Sono Manuel Lombardo, judoka della nazionale italiana, campione d’Europa a Lisbona 2021 e vicecampione del mondo a Budapest nel 2021 ed a Doha nel 2023”.
- Il primo ricordo della parola Olimpiade, di quand’eri ragazzo e cosa significa oggi per te.
“Primo ricordo: sogno. Sono tanti anni che faccio questo sport, sembra ieri, ma sono già 23 anni ed il sogno è diventato piano piano obiettivo. Ad oggi è un brutto ricordo, che è ridiventato obiettivo ed ormai che Parigi è alle porte spero che diventi riscatto”.
- Hai già vissuto l’esperienza dell’Olimpiade ed anche a causa della pandemia il ricordo non è dei migliori, ma come immagini possa essere questa a Parigi?
“Tokyo è un ricordo complesso nella mia testa, un insieme di mille cose, mille sfumature e penso di poter dividere la mia carriera in due parti, da quando ho iniziato a far judo fino a Tokyo e l’altra, dopo Tokyo. È stata, mio malgrado, il punto più basso della mia carriera, nonostante i maggiori successi li ho ottenuti proprio in quell’anno. Ma è proprio questo aspetto che rende speciale l’Olimpiade, l’atipicità rispetto tutte le altre gare, Europei e Mondiali compresi. Parigi oggi è una gara che mi emoziona e spero che questa seconda parte della mia carriera mi permetta di realizzarmi come judoka”.
- Immagina che oggi sia il giorno della gara, quali sono le cose che fai e come le fai?
“Se oggi è il giorno della mia gara, quindi il 29 luglio, per prima cosa mi chiederei la mattina appena sveglio se ho fatto tutto bene. Sto lavorando molto per arrivare nella mia migliore versione possibile e quindi spero di rispondere sì a questa domanda. Questo mi porterebbe tranquillità, a prescindere dall’esito della giornata; quindi, mi concentrerei su ciò che va fatto bene. Poi uso la musica come uno strumento per accendermi, è l’elemento che mi dà i brividi prima di salire sul tatami e talvolta ti dà anche quell’ansia che può fare bene. Quindi insieme alla preparazione tecnica e fisica sul tatami, io ricerco anche la mia playlist giusta per la gara, e mi concentrerò su tutte queste piccole cose, l’alimentazione, l’emozione che cercherò di ritrovare nella musica e poi, quando salirò sul tatami, farò judo come faccio tutti i giorni”.
- Qual è l’obiettivo di Manuel?
“Un Manuel orgoglioso ti risponderebbe: campione olimpico. Per tutti gli sportivi l’obiettivo è vincere, però io a Tokyo ho imparato cosa vuol dire fermarsi ai piedi del podio e per quanto mi riguarda, ha fatto molto più male che perdere al primo incontro. Il mio obiettivo, quello che sto facendo, è allenarmi per conquistare l’oro… però si dice: punta alle stelle e nella peggiore delle ipotesi cadrai sulla luna. Una roba del genere, quindi l’obiettivo è sì campione olimpico, ma apprezzo veramente il valore di quella medaglia, che è l’unica medaglia che mi manca”.
- Quali sono le persone che ti sono vicine in questo percorso ed a loro cosa vorresti dire?
“Il judo è come la vita e ci sono momenti in cui si tocca il fondo e hai delle persone che non ti dicono che ti voglio bene, ma lo senti… ricordo che dopo Tokyo la mia testa era un caos totale, il buio, il vuoto e l’unica cosa che mi faceva alzare la mattina e mi faceva sentire apprezzato nonostante quello che era successo… mia mamma e mio papà! I miei primi tifosi ed avere delle colonne portanti nella propria vita è molto importante.
Mi sento molto fortunato di poter sempre contare sul loro appoggio, sono il mio numero uno”.
- Chi vincerà nella tua categoria a Parigi?
“Vincerà chi quel giorno avrà nella sua testa tutto ordinato. Ordinato e al tempo stesso disconnesso da ciò che è Olimpiade. Io apprezzo molto Fabio Basile che, oltre ad essere un amico, è di grande ispirazione. E questa domanda mi riporta a quando vinsi il bronzo nel Grand Slam a Tokyo, dicembre 2023, medaglia della quale vado orgogliosissimo. La sera prima confidai a Fabio che non riuscivo più a proiettarmi sul podio, non riuscivo più a visualizzare. A quel punto Fabio condivise con me la prima sensazione della mattina della gara a Rio 2016. Io, mi disse, quella mattina quando mi sono svegliato, mi sono sentito libero. Mi ha fatto venire i brividi. Parole che, dette da lui, che è riuscito ad arrivare dov’è arrivato, che conosco praticamente da sempre, mi sono esplose come una bomba. E da quella volta mi hanno cambiato, e quando vado a correre con le cuffie, riesco a proiettarmi a campione olimpico. Se questo succederà o meno lo dirà solo il tatami di Parigi, ma dopo quelle parole di Fabio, adesso riesco a proiettarmi lassù”.
- Se a Parigi arrivasse una medaglia, a chi dedicheresti il primo pensiero?
“A me! Io ho già una frase nella testa, ma la tengo per me, perché mi piacerebbe scriverla se dovesse andare come voglio. Mi sento di dire che sarebbe un cerchio che si chiude; un cerchio che si è aperto moltissimo tempo fa, e rappresenta tutta la mia vita. Perché io faccio judo da quando ho memoria. Faccio judo da quando ho tre anni. Non ricordo niente, i primi allenamenti, le prime gare, io faccio judo da quando ho memoria. Tutti i miei amici fanno judo, i miei nipoti fanno judo, mio fratello fa judo, sono cresciuto a pane e judo. Sarebbe appunto un cerchio che si chiude e potrei dire che, anche da quel punto di vista, sarebbe una parte della mia carriera che si chiude. E ne comincia un’altra. Però sarebbe catartico”.
Tris di bronzo a Paks con Iovino-Guarducci-Massimetti
Ancora medaglie per gli juniores italiani che, nella seconda giornata della Paks Junior European Cup, hanno conquistato tre terzi posti con Anna Iovino ed Elena Guarducci nei 48 kg e Gaia Massimetti nei 57 kg, mentre Alessandra Rocco si è dovuta accontentare del quinto posto nei 52 kg.
Nei 48 kg Anna Iovino ha superato Lisa Peherstorfer (Aut) prima di cedere nei quarti di finale a Laura Bogdan (Rou), ma poi si è imposta nei recuperi su Eylul Budak (Tur) e Victoria Sibille (Bel). Percorso analogo per Elena Guarducci che, dopo la vittoria su Szonja Makkai (Hun) ha trovato il disco rosso con Morgane Annis (Fra), risalendo poi nei recuperi con le vittorie su Mariana Nunes (Bra) e Tamara Harsvolgyi (Hun). A completare il tris di bronzo è stata Gaia Massimetti nei 57 kg con la vittoria su Sarah Lippert (Aut) e dopo la sconfitta nei quarti con la brasiliana Bianca Reis, ha infilato tre vittorie di fila con Carla Duma (Rou), Maylis Rozan (Fra) ed Alya De Carvalho (Fra).
“Le ultime settimane sono state molto difficili sotto ogni punti di vista -ha detto Elena Guarducci- e questa era la mia ultima European Cup da junior: concluderla con una medaglia mi ripaga di tutti i sacrifici che ho sempre fatto”.
“Sono molto contenta per la medaglia di oggi -ha detto Gaia Massimetti- ringrazio il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle che mi da’ l’opportunità di vivere il mio sogno, un ringraziamento speciale ai miei tecnici e preparatori e al maestro Ferro che mi ha seguito in tutta la competizione”.
“Seconda giornata di gara che regala all'Italia 3 medaglie di bronzo. -è il commento del coach azzurro Salvatore Ferro- Nei -48kg le due atlete in gara a rappresentare l'Italia raggiungono entrambe il bronzo, Iovino battendo la belga Sibille dopo un combattuto incontro e Guarducci vincendo anzitempo con la padrona di casa Harasvolgyi. Nei -52kg ci si deve accontentare di un quinto posto, Rocco, purtroppo, non riesce a superare la brasiliana Marques. Nei -57kg Massimetti regala l'ultima medaglia di bronzo di oggi all'Italia cedendo il posto solo alla nr.1 al mondo poi vincitrice della categoria, la brasiliana Reis, mentre vince la finale per il terzo con la francese De Carvalho. Peccato per gli uomini in gara oggi, tanto cuore e impegno ma purtroppo non riescono a portare a casa il risultato. Ringraziamo gli atleti e le società per questi risultati e per permettere l'espressione del judo italiano al di fuori dei confini nazionali”.
Le interviste olimpiche (4)... mi basta essere Odette e la vittoria sarà una conseguenza
Buongiorno Odette! Iniziamo con una domanda facile facile… chi vincerà l’Olimpiade nella categoria -52 kg?
“Io… hahaha… questa era facile! Alza un po’ il livello”
- Ok, ma intanto presentati: nome cognome categoria di peso e risultati sportivi di maggiore rilievo… vai!
“Sono Odette Giuffrida, ho 29 anni ed i miei risultati più importanti sono le due medaglie olimpiche, argento a Rio e bronzo a Tokyo 2021, poco fa ho vinto un mondiale, l’anno scorso ho fatto terza al mondiale, varie medaglie nei vari Grand Slam ed agli Europei”.
- Qual è il tuo primo ricordo dell’Olimpiade, che riesci a mettere a fuoco e qual è la sensazione che provi oggi pensando all’Olimpiade?
“Il mio primo ricordo se penso all’Olimpiade, proprio il primissimo che affiora alla mente è quando ho vinto la semifinale a Rio, che finalmente avevo realizzato quello che continuamente vivevo nella mia testa prima che arrivasse quel giorno; e poi girarmi e vedere la mia famiglia piangere di orgoglio e felicità sugli spalti… sicuramente questi sono i momenti che maggiormente mi salgono alla mente se penso alle Olimpiadi”.
Quello che provo adesso invece, è il pensiero dell’intero percorso che mi ha portato ad essere qui oggi, la persona che sono e quanto io sia veramente migliorata e non solo come atleta, perché l’Olimpiade è sì, una questione di sport, ma anche personale”.
-Hai già due esperienze olimpiche alle spalle e quella a Tokyo è stata indubbiamente particolare, ma come immagini possa essere questa a Parigi?
“Sicuramente Parigi sarà differente dall’Olimpiade a Tokyo, nonostante io non sia un’atleta che sente molto il pubblico, sono abbastanza concentrata su me stessa quando combatto, però la differenza la farà sicuramente la mia famiglia, che finalmente potrò avere sugli spalti con me, che è una cosa che mi è mancata molto a Tokyo e, viceversa, ho vissuto pienamente a Rio. Ricordo infatti, che la prima cosa che ho fatto dopo aver vinto la medaglia a Tokyo ho preso il telefonino e ho videochiamato la mia famiglia. A Parigi potrò vivere felicemente l’esperienza assieme a loro”.
- Prova a chiudere gli occhi ed immagina di vivere la giornata della tua gara, come la affronti, quali le abitudini, i riti, se ce ne sono?
“Io credo che l’Olimpiade sia una gara come le altre; quindi, la mia routine sarà quella di sempre: mi sveglio e come faccio tutti i giorni prego e ringrazio per l’opportunità di avere un’altra giornata, successivamente mi attiverò un po’, farò la colazione, una doccia fredda, poi si va a dare tutto, a combattere e a divertirsi.
L’obiettivo di queste Olimpiadi è vincere, è ovvio. Penso che chiunque salga sul tatami abbia l’obiettivo di vincere. E se quello è l’obiettivo io mi auguro di scendere dal tatami orgogliosa e felice di me stessa. Spero di dare tutto quanto e di essere Odette! Essere me stessa. E la vittoria poi, sarà una conseguenza”.
- C’è un pensiero che vuoi condividere con noi da rivolgere a chi, in questo percorso, ha avuto un ruolo particolare?
“Vorrei ringraziare tanto tutte le persone che mi sono state accanto, la mia famiglia che sicuramente è stata la mia motivazione più forte, cercare di ripagarli per tutto quello che hanno fatto per me, i miei amici, le mie amiche che sono sempre state presenti nei momenti più difficili ed anche in quelli in cui bisogna festeggiare. Voglio ringraziare il Gruppo Sportivo dell’Esercito, è stato la mia seconda famiglia, mi ha supportato e sopportato sempre, da quando avevo 17 anni, sono stati i primi a credere in me. Poi ovviamente il mio primo allenatore, il Maestro Gregorio, il mio primo club, un piccolo club, il Talenti Sporting Club. Ovviamente Dario (Romano, ndr) che è stato il mio primo coach in nazionale, nonché un mio secondo padre. E Francesco, Antonio, tutti i preparatori che mi hanno aiutata ad essere l’atleta che sono oggi. Il mio mental coach Laura Pasqua, che mi ha veramente fatto fare un grande cambiamento. Se posso, vorrei approfittare di questo momento per consigliare di farsi seguire da un mental coach, perché in Italia è ancora un argomento tabù ed io credo che sia veramente importante. Vorrei davvero ringraziare tutti quanti, la FIJLKAM e tutti quanti hanno fatto parte di questo bellissimo viaggio”.
Esposito oro e Ninfo bronzo nella Junior European Cup a Paks
Medaglia d’oro per Fabrizio Esposito nei 73 kg e di bronzo per Federico Ninfo nei 66 kg nella prima giornata della Paks Junior European Cup, gara che registra la presenza di 360 atleti di 29 nazioni. Subito sul podio dunque gli junior italiani, che hanno ottenuto anche buoni piazzamenti con Alexander Jelic e Federico Bosis, quinti rispettivamente nei 60 e 73 kg.
“In questa prima giornata di gara -ha commentato il tecnico azzurro Salvatore Ferro- i nostri ragazzi hanno ottenuto un ottimo primo posto con Fabrizio Esposito nei -73 kg ed un terzo posto con Federico Ninfo nei -66kg, entrambi al termine di una lunga e faticosa gara. Nella stessa categoria di Esposito, Bosis, dopo aver ceduto il passo nella semifinale al compagno di squadra, ha dovuto cedere il bronzo al francese Jean, mentre Jelic, nei -60kg, è risalito nei recuperi ma si è fermato ai piedi del podio superato dello slovacco Tomanek e si è classificato così al quinto posto. Una buona prestazione è stata anche quella di tutti gli altri azzurri in gara oggi ed i complimenti vanno a tutti i ragazzi ed alle loro società per l'impegno ed i sacrifici che mettono in campo per permettere questo percorso ai ragazzi”.
“Sono molto contento di questa giornata -ha detto Fabrizio Esposito- ho messo tanta testa e cuore soprattutto dopo un periodo "difficile" e con diverse pressioni. Ringrazio la mia famiglia e la mia fidanzata che mi supportano e danno la forza di andare avanti, i miei allenatori e tutto il team... A cose più grandi”.
“Sono contento di com’è andata oggi ha detto Federico Ninfo- perché era da tanto che non facevo una medaglia in Europa e averla fatta in questo periodo dell’anno, dopo molte gare andate male, mi ha dato la conferma che non bisogna mai arrendersi. Ringrazio tutti i ragazzi della palestra, la mia famiglia ed i miei allenatori, e soprattutto Nico perché mi ha sopportato tutta la gara”.
Domani in gara: 81 kg: Davide Esposito, Gianmarco Lepre, Francesco Sansonetti, Nicola Chiari, Simone Covi, Alessandro Bruno D’Urbano, 100 kg: Davide Graziosi, Samuel Gros, Ettore Galluzzi, +100 kg: Enzo Kevin Scognamiglio, 48 kg: Anna Iovino, Rebecca Valeriani, Elena Guarducci, 52 kg: Elena Storione, Siria Angel Nicotra, Gaia Stella, Ilaria Finestrone, Alessandra Rocco, 57 kg: Gaia Massimetti, Stefania Solina
Le interviste olimpiche (3)... Antonio Esposito ed un giorno atteso da 30 anni
L’intervista olimpica di oggi è con Antonio Esposito, napoletano, classe 1994 che si presenta così…
“Esposito Antonio, sono un atleta nazionale, 81 chilogrammi. Sono stato campione del mondo juniores e bronzo ai campionati d’Europa nel 2018, senior. Mi sono qualificato per le Olimpiadi”.
- Quale è il pensiero che hai delle Olimpiadi? Quello che ricordi quando eri bambino o ragazzo e quello che hai oggi.
“Io sono sempre stato un appassionato di sport e da piccolo ho sempre guardato tutte le Olimpiadi da casa, in televisione, stavo giornate intere a guardare tutti gli sport, le medaglie che portava l’Italia. E adesso far parte di questa squadra, di questa delegazione italiana è bellissimo… pensare che ci sarà qualche bambino che mi starà guardando in quel momento e dirà anch’io ci arriverò un giorno… così come io dicevo a me stesso un giorno ci voglio arrivare. Ho seguito sempre tutti gli sport, ma il judo in particolare ed i campioni del passato mi hanno dato sempre tanta forza e tanta ispirazione. A parte quelli come Pino, Girolamo che hanno dato un senso alla mia adolescenza nel judo, poi c’è stato Fabio… io ero lì con lui a Rio, quando ha portato quell’oro, mi ha dato una motivazione esagerata. Mi ha dato tanta voglia di… perché io a quell’Olimpiade non mi sono qualificato, ed ero lì come partner per lui. Vedere lui vincere mi ha dato tanta forza e tanta voglia di andare avanti e provarci. Provarci con tutto me stesso. Adesso il primo step è stato fatto, manca l’ultimo. L’ultimo è vincere! Vincere e basta”.
- Va bene, adesso immagina di essere nel giorno della gara, raccontaci come può essere la tua giornata, dal risveglio, se hai qualcosa che fai per trovare la concentrazione, una musica particolare, se fai qualche gesto scaramantico, insomma portaci lì con te…
“Posso portarti lì con me già dalla notte, perché sarà una notte molto lunga. Io di solito prima delle gare non dormo, dormo molto poco. Un po’ l’ansia, un po’ non lo so, ma non dormo… quindi spero di dormire, anche se sarà molto difficile. La mattina, io sono un tipo molto ansioso, non faccio quasi mai colazione, non mangio quasi nulla, mi sforzo quasi a mangiare, sono troppo concentrato per quello che verrà. Quella troppa concentrazione a volte è un vantaggio ed a volte uno svantaggio, però io sono sempre stato così e continuerò a fare così, rimango concentrato, non mangio, non fa niente. Quel giorno me lo vivrò a pieno, al cento per cento, ogni sensazione, ogni emozione. Quella di salire su quel tatami e di dare tutto me stesso. E basta. Poi sarò lì per vincere, sto aspettando questo giorno da trent’anni”.
- Parigi è vicina e quindi potrai contare anche su molte persone che ti rimarranno accanto?
“Sono molto contento per questo perché verrà la mia famiglia, tutta la mia famiglia a vedermi. A qualche gara è venuto mio padre, mamma invece non è mai venuta, qualche volta quand’ero piccolo è venuta nei palazzetti qui in Italia, ma non ha mi visto un mio incontro da vicino, usciva sempre, scappava… adesso la ho costretta, le ho detto che si deve guardare i miei incontri. Ha detto che ci prova, speriamo”.
- Che cosa vuoi dire, se lo vuoi fare, a tutte quelle persone che in un percorso come questo, hanno avuto un’influenza su di te, ti hanno aiutato e supportato?
“Tutte queste persone sono state per me fondamentali. Io sono molto forte caratterialmente, riesco sempre a tirare il meglio di me nel peggio, però senza la vicinanza delle persone come il mio maestro, che ha sempre creduto in me, anche quando ero giù mi ha dato forza e quelle cazziate giuste per farmi tirar fuori quello che serviva. I miei genitori che non mi hanno mai fatto abbattere, mai mai mai. Mi hanno sempre dato lo stimolo, mi hanno detto devi essere più forte, ce la devi fare. E questo mi dava forza. I miei fratelli che si allenano con me, quello mi basta, mi fanno da partner, sono a mia completa disposizione sempre. La mia fidanzata che mi sopporta da quattro anni e mezzo ormai, prima delle gare, dopo le gare che vanno male, durante i periodi di stages, di allenamenti che non ce la faccio, a volte sono un po’ giù e lei ha tanta pazienza, oltre la mia famiglia, il mio maestro, i miei fratelli, tutti hanno tanta pazienza e tutti li ringrazio”.
- Ultima domanda. Preferiresti disputare la finale per l’oro e perderla o la finale per il bronzo e vincerla?
“Questa è una domanda… non ti saprei dire… anche nelle gare del circuito del World Tour ho sempre fatto terzo o primo. Mai secondo. Quindi non ti so dire la sensazione che avrei nel perdere una finale per l’oro, però la prenderei lo stesso. Anche se uno punta all’oro, se deve venire il secondo lo prendo. Non fa niente!”
Le interviste olimpiche (2)… ecco a voi Andrea Carlino
Sono Andrea Carlino, gareggio nella categoria al limite dei 60 kg ed i miei maggiori successi sono il terzo posto nel Grand Slam ad Astana, in Kazakistan, poi il terzo posto agli Europei junior ed a livello nazionale ho vinto i campionati italiani nelle classi esordienti, cadetti, junior, mentre i senior ancora mi mancano.
- Se ti dico Olimpiadi, qual è la prima immagine che ti compare davanti agli occhi?
La Torre Eiffel… fino dall’inizio di questo triennio olimpico ho sempre avuto l’obiettivo di qualificarmi per l’Olimpiade, però all’inizio… alla fine di questo ciclo è stato un amore ed odio, perché ho puntato, ho lavorato tanto, sacrificato tanto per puntare a questa qualifica, poi alla fine di questa competizione che dava i punti olimpici, che era il mondiale di fine maggio, nella lista dei qualificati ero fra i primi esclusi e quindi con grande rammarico ho chiuso questo capitolo e ho pensato già di aprirne uno nuovo verso Los Angeles 2028… e invece solo qualche giorno fa ho ricevuto la notizia che sono stato ripescato grazie alla Reallocation Quota, grazie all’esclusione dei russi e si è riaperto questo capitolo. Sono stato scioccato dalla notizia, ma mi sono subito rimesso al lavoro per puntare in alto.
- Facciamo un passo indietro… hai un ricordo particolare delle Olimpiadi quand’eri bambino?
Il primo ricordo risale a Londra 2012, ho seguito quell’Olimpiade dal computer nella mia stanza e sognavo di imitare quei campioni e di vincere una medaglia olimpica.
- Anche se la domanda è banale, qual è il tuo obiettivo per questa Olimpiade?
L’obiettivo è l’oro, ovviamente. Come sempre si punta al gradino più alto del podio.
- Immaginiamo che oggi sia il giorno della gara, quali sono i tuoi riti, se così li vogliamo chiamare, quali sono le cose che fai normalmente nelle ore che precedono la gara?
Appena suona la sveglia, la prima cosa che faccio prendo il telefono e guardo la poule… perché per scaramanzia, ma anche per rilassarmi, non la guardo mai il giorno prima. La guardo e mi focalizzo sull’avversario e da qui inizia la gara vera e propria. Poi ci sta anche il controllo del peso, perché c’è anche il random weight… quindi mi organizzo per come fare la colazione e poi entro nel mood della gara… di solito ascolto musica rilassante, soprattutto sul transfer per andare al palazzetto… ed una volta arrivato nella sala riscaldamento c’è un cambio totale, sia emotivo perché inizia l’adrenalina e cambio anche il tipo di musica, più motivante, che spinge di più. E poi inizio il riscaldamento ed aspetto la chiamata per salire sul tatami.
- Il percorso che porta un atleta alle Olimpiadi è un percorso lungo ed articolato, che comprende molte figure diverse. Se pensi a queste persone, cosa vorresti dir loro in questo momento?
Soprattutto un ringraziamento, perché questo sembra uno sport individuale, ma tutte le persone che concorrono al risultato di un singolo spesso vengono dimenticate, ma sono importanti. Sia per l’aspetto fisico che quello mentale. A livello più personale tengo a ringraziare soprattutto la famiglia, perché è chi sta più a contatto che riesce a spronarti e spingerti quando c’è bisogno.
- Se chiudi gli occhi un attimo e ti immagini a Parigi, con una medaglia al collo. A chi dedichi il primo pensiero?
A mia madre. Perché è quella che più di tutti ha sacrificato molto per costruire la persona che sono oggi e quindi sarà lei la prima che dovrò ringraziare.
- Ultima domanda, potendo scegliere, preferiresti giocarti la finale per l’oro perderla o la finale per il bronzo e vincerla?
Questa è una domanda dura, però penso che la maggior parte degli atleti risponderebbe: vincere la medaglia di bronzo. Perché finisci la tua giornata con una vittoria.
Le interviste olimpiche… chiacchiere in libertà con Alice Bellandi
L’intervista che segue è con Alice Bellandi ed è la prima delle tredici “Interviste Olimpiche” che scandiranno le giornate fino ad arrivare appena prima dell’inizio delle gare a Parigi.
Qualche chiacchiera in libertà per conoscere meglio le atlete e gli atleti che, presentati quì in ordine alfabetico, saranno i grandi protagonisti sui tatami delle Olimpiadi da sabato 27 luglio.
Chiacchiere in libertà, ma anche chiacchiere che talvolta svelano un’intimità che ciascuno di questi campioni ha concesso aprendosi ed emozionandosi...
Ciao Alice! Chi vincerà i 78 kg a Parigi?
“Alice Bellandi!”.
Ok, adesso presentati, nome e cognome, categoria di peso e migliori risultati.
“Sono Alice Bellandi, 78 kg, i miei migliori risultati sono l’ultimo argento mondiale, il bronzo mondiale 2023, direi anche la medaglia d’oro al Master 2022, le due medaglie europee argento 2023 e bronzo 2022… e poi campionessa del mondo junior, non me lo dimenticherò mai”.
Qual è il tuo primo ricordo dell’Olimpiade, quand’eri bambina e qual è il pensiero oggi, che hai dell’Olimpiade?
“È vivido per me il ricordo di quando Fabio vinse l’Olimpiade a Rio. Io ero al mare con i miei zii e mi sembrò una cosa tanto grande. Ricordo anche Odette ed io, che ero appena entrata nel giro della Nazionale, scrissi subito a Dario (Romano). Poco dopo ricevetti un messaggio che diceva “un giorno anche tu sarai lì”.
Tu hai già partecipato ad un’Olimpiade, come la ricordi e cosa c’è di diverso oggi che ti appresti a vivere quest’altra a Parigi?
“L’Olimpiade a Tokyo la ricordo per il quadriennio tanto doloroso e tanto complicato che l’accompagnò, ma nonostante sia andata com’è andata, per me è stata un bel regalo. Parigi, sono sincera, voglio semplicemente continuare a divertirmi, come ho fatto in questi tre anni di percorso in cui mi sono tolta tante soddisfazioni. Sono cresciuta tanto e la gara a Parigi è un bel passo per completare questo percorso. Voglio vivermela esattamente per quello che è, ovvero una gara. Chiaramente voglio vincerla ed arriverò a quella gara esattamente come a tutte le altre, con l’obiettivo e la voglia di vincere”.
Se quel giorno fosse oggi, quali sono i passaggi, la routine che segui per arrivare “giusta”?
“Negli anni ho abbandonato qualsiasi cosa possa avere un legame con la scaramanzia, faccio ciò che ho voglia e mi fa sentire bene, se ho voglia di ascoltare la musica ascolto la musica, se non voglio non la sento, non voglio creare una regola perché non c’è regola, è un giorno come gli altri e siamo noi che diamo quella forza e quella potenza che a volte salva ed a volte distrugge. Baciare i cerchi olimpici prima di iniziare, ecco questa è una cosa che è rimasta, lo faccio ancora, mi va di farlo”.
In tutto questo percorso hai avuto e tutt’ora hai delle persone che ti sono accanto, ti supportano e ti accompagnano per riuscire, tutti insieme, ad andare a punto. Qual è il tuo pensiero per queste persone?
“Un grande grazie va ad Antonio, Antonio Ciano. Abbiamo iniziato questo percorso come due sconosciuti, però come due persone che hanno avuto un passato molto turbolento e su due strade completamente diverse. Ci siamo incontrati prima di Tokyo e poi, in questo triennio abbiamo consolidato e costruito un rapporto che per me è speciale ed è quello che ha aiutato ad arrivare dove sono adesso.
Un altro grande grazie lo voglio regalare alla persona che mi ha aiutata a crescere, ed è Laura Pasqua, la mia mental coach, mi ha aiutata e mi ha fatto riscoprire parti di me che prima non accettavo e mi hanno permesso di essere esattamente quella che sono oggi e di essere anche meglio in futuro. Sicuramente ‘Grazie’ va alla mia famiglia, che comunque, anche da lontano, mi ha sempre supportato, in qualsiasi momento bello e brutto. Un grande grazie va alle Fiamme Gialle, il mio gruppo sportivo, grazie alla mia fisioterapista di fiducia, Lisa Mantovani che è sempre stata un po’ il mio guru. Diciamo che senza di lei non sarei qui oggi, da piccola ho avuto un infortuno molto grave, dal quale lei mi ha tirato fuori senza un intervento che mi avrebbe precluso la carriera. e poi ci sono tante persone che devo ringraziare, i preparatori delle Fiamme Gialle, il mio massaggiatore Marco Barbone, il mio nutrizionista Francesco Fagnani, tante persone che sono dietro a questo grande sogno. Sicuramente lo staff della nazionale, Francesco, che è da anni che ci conosciamo e per Tokyo mi ha salvato da momenti difficili. E non lo dimenticherò mai. Ma anche tutte le persone che oggi non sono più al mio fianco e comunque nel bene o nel male mi hanno lasciato qualcosa. E non sono il genere di persone che porta rancore ed in particolari momenti della mia vita qualcosa mi hanno lasciato. Ed anche quella piccola briciola mi ha reso e mi rende la persona che sono oggi”.
Se a Parigi arrivasse una medaglia, per chi sarà il primo pensiero?
“Per me stessa…”
A questo punto Alice si commuove e l’intervistatore, per spostare altrove l’attenzione, pone un’ultima domanda. Sei a Parigi, se ti trovassi a dover scegliere fra: perdere la finale per l’oro e vincere la finale per il bronzo?
“La finale per l’oro! La finale olimpica è la finale olimpica… e te lo dice una che ha appena perso una finale mondiale!”.
A Paks per un’altra Junior European Cup al top
Appuntamento nel fine settimana a Paks, in Ungheria, per un’altra tappa del circuito europeo dedicato alla classe juniores che registra la partecipazione di 386 atleti in rappresentanza di 30 nazioni. Ad una settimana dalla tappa a Praga è, anche in questo caso, particolarmente consistente la partecipazione italiana. Di seguito i nominativi di atleti e tecnici iscritti, mentre i nominativi in giallo hanno comunicato la rinuncia alla partecipazione.
60 kg: Emiliano Lattanzi, Vincenzo Manferlotti, Francesco Crociani, Francesco Sampino, Alexander Jelic, Pietro Andreini
66 kg: Alessandro Bicorgni, Riccardo Sacchi, Gabriele Audisio, Alessio De Luca, Federico Ninfo
73 kg: Pietro Giovanni Paolo Sammarruco, Federico Bosis, Fabrizio Esposito, Lucio Tavoletta
81 kg: Davide Esposito, Gianmarco Lepre, Francesco Sansonetti, Nicola Chiari, Simone Covi, Alessandro Bruno D’Urbano,
90 kg: Cristiano Mincinesi
100 kg: Davide Graziosi, Samuel Gros, Ettore Galluzzi,
+100 kg: Enzo Kevin Scognamiglio
48 kg: Anna Iovino, Rebecca Valeriani, Elena Guarducci
52 kg: Elena Storione, Siria Angel Nicotra, Gaia Stella, Ilaria Finestrone, Alessandra Rocco
57 kg: Gaia Massimetti, Stefania Solina
63 kg: Stefania Pede, Sara Corbo
70 kg: Serena Maddaloni, Sara Virgilio, Serena Ondei
78 kg: Rossana Tocci, Cinzia Caponetto
Tecnici: Massimiliano Lattanzi, Michele Iacovazzi, Filippo Poni, Giovanni Casale, Matteo Mazzi, Davide Cosenza, Alessandra Giungi, Carlo Scognamiglio, Gianluca Valeriani, Francesca Campanini, Luca Ravanetti, Elio Verde, Nicholas Mungai, Silvio Tavoletta, Salvatore Ferro, Matteo Marconcini
Arbitri: Annachiara Morabito, Giulia Vario
Conferita la cintura nera di Judo al Generale Figliuolo
Roma, 8 luglio 2024 – E’ stato in visita al Centro Olimpico Matteo Pellicone di Ostia Francesco Paolo Figliuolo, Generale al vertice del Comando operativo di vertice interforze dello stato maggiore della difesa Italiana.
Il Generale Figliuolo ha ricevuto la cintura nera ad honerm dalle mani della Campionessa del Mondo Odette Giuffrida e Manuel Lombardo, erano presenti il Presidente Falcone e il Presidente del settore judo, Col. Giuseppe Matera, durante il raduno collegiale pre Olimpico di Judo.
“E’ una grande emozione ricevere nel nostro Centro Olimpico un rappresentante dello stato del suo livello – ha detto il Presidente Domenico Falcone durante l’incontro.
Grande attenzione per le parole che il Generale ha rivolto ai presenti e agli atleti, dove ha ricordato la sua esperienza come judoka ed ha evidenziato come gli Sport da Combattimento siano un importante strumento educativo e per la crescita della persona ed ha sottolineato come i loro valori rendano capaci di affrontare le sfide agonistiche e ancor più quelle della vita quotidiana.
Sette medaglie a Praga! Oro Stella e Mincinesi! L’Italia U21 è uno tsunami
È tsunami-Italia a Praga che, nella seconda giornata dell’European Cup Junior, ha conquistato la medaglia d’oro con Cristiano Mincinesi nei 90 kg, Gaia Stella nei 52 kg, la medaglia d’argento con Rebecca Valeriani nei 48 kg, la medaglia di bronzo con Henry Owusu Asare Owusu nei 90 kg, Ilaria Finestrone nei 52 kg, Giulia Carna e Michela Terranova nei 57 kg.
La somma di giornata fa sette medaglie, più due di ieri si arriva a nove e per il medagliere per nazioni può andar bene così: l’Italia è prima con tre ori, due argenti, quattro bronzi. Il Brasile di medaglie ne ha prese dieci, ma è dietro perché di ori ne ha due soltanto.
“Sono contenta di questa medaglia e soddisfatta della gara. -ha detto Gaia Stella- È stata una gara molto impegnativa e significa tanto per me questo risultato. Ringrazio la mia famiglia, i miei allenatori e i miei compagni di palestra”.
“Dopo l’oro agli assoluti, sono venuta qua per vincere, come in ogni gara. -ha detto Giulia Carnà- Non voglio appellarmi alle interpretazioni arbitrali, faccio solo mea culpa sui miei errori. Ricomincia un nuovo quadriennio e nuovi obiettivi. Ringrazio le Fiamme Oro, i miei maestri Marco e Fabrizio Fantauzzo. Grazie a tutta la società Judo virtus Fantauzzo e alla mia famiglia che mi segue da casa”.
“Nonostante l'incontro perso, sono molto contento della mia gara per essere riuscito a rialzarmi e vincere tutti gli incontri di ripescaggio, arrivando a medaglia. -ha detto Henry Owusu Asare Owusu- Ci terrei molto a ringraziare il mio presidente Lucia Rubini, il mio maestro Luigi Crescini, il mio allenatore Luca Ravanetti che mi ha seguito oggi, i tecnici Federali presenti, tutti i miei compagni del KSDK Parma per il supporto che mi hanno dato oggi con il tifo da casa e ogni giorno durante gli allenamenti e, infine, la mia classe la 5B e la Salvatore Robuschi che supporta il mio percorso”.
“Nonostante oggi non ero al top della forma -ha detto invece Michela Terranova- credo di aver disputato una buona gara portando a casa un bagaglio grande di esperienza e motivazione. Con il bronzo di oggi, conquisto la terza medaglia nel world judo tour junior. Ringrazio tutti i tecnici della nazionale per avermi sostenuta, ma soprattutto ringrazio l'Arma dei Carabinieri, il mio comandante Luigi Guido e il mio tecnico Giovanni Carollo, purtroppo con dispiacere non presente qui con me… ma da lontano mi ha aiutata tanto. Testa alle prossime”.
“Non sono soddisfatta al 100% ha detto Ilaria Finestrone- ringrazio tutti coloro che mi supportano sempre”.
“Prestazione superlativa dei nostri azzurri che sono stati i protagonisti della seconda giornata di gara. Su tutti hanno impressionato Mincinesi e Stella che con determinazione, tenacia e un gran bel judo hanno fatto risuonare l'Inno di Mameli qui a Praga. -questo il commento dei tre tecnici azzurri, Vito Zocco, Salvatore Ferro, Luca Ravanetti- Non da meno la prova di Valeriani, fermata solo dall'atleta inglese in finale al termine di un incontro equilibrato e molto combattuto. Di assoluto valore anche le quattro medaglie di bronzo conquistate da Finestrone, Carná, Terranova e Owusu che hanno fortemente voluto raggiungere il podio dopo aver disputato delle prove convincenti. Resta l'amaro in bocca per la medaglia sfumata con Sciacovelli.
Con le sette medaglie di oggi, al netto di alcune controverse decisioni arbitrali molto discutibili, i giovani azzurri hanno proiettato la nostra nazionale in cima al medagliere e fanno bene sperare in vista dei futuri impegni”.