Lisciani e De Tullio primi a Podgorica e Lombardia prima a Spotorno
Sara Lisciani nei 63 kg e Giuseppe De Tullio nei 66 kg si sono classificati al primo posto in Montenegro, nella prima giornata della Podgorica Senior European Cup. Sul podio anche Claudia Sperotti, seconda nei 70 kg ed Irene Pedrotti, terza nella stessa categoria.
La Lombardia invece, si è aggiudicata a Spotorno il Grand Prix Veterani Liguria 2024, terza prova del Trofeo Italia Master, precedendo sul podio la Toscana, seconda ed il Lazio, al terzo posto. Infine, ad Amburgo, Giovanni Macchitella si è classificato al quarto posto nei 73 kg M4 nell’Hamburg Veteran European Cup.
Questi i commenti dei protagonisti a Podgorica.
Irene Pedrotti: “Sto cercando di ritrovare la pace e di ritrovarmi dopo una fine di quadriennio non esattamente come avrei voluto. Si riparte da qui, piano piano, e nonostante tutto e tutti. Ringrazio la mia famiglia, Matteo, tutta l’accademia Torino e Iron che oggi mi ha seguito in modo eccezionale spronandomi e standomi vicino”.
Claudia Sperotti: “Oggi superata un po’ di tensione iniziale mi sono sentita bene nonostante mi rimanga l’amaro in bocca per la finale che potevo disputare meglio. Ci tengo a ringraziare l’Accademia Torino e in particolare Iron Ferretti che oggi mi ha seguito e mi ha fatto arrivare in gara nelle migliori condizioni”.
Sara Lisciani: “Sono molto felice di questa medaglia, ringrazio il gruppo sportivo dei Carabinieri che mi danno l’opportunità di potermi allenare serenamente per i miei obiettivi. Ringrazio il mio allenatore Gianluca ferro che é sempre al mio fianco, in qualsiasi momento, Ylenia Monaco che mi ha aiutata fino all’ultimo e infine la mia famiglia che sono tutto per me”.
Gianluca Ferro: “Oggi per me è stato un piacevole tornare indietro negli anni. Una grande vittoria quella di Sara. Ringrazio il Centro Sportivo dei Carabinieri per l'opportunità di collaborare con loro e mia moglie Cristiana sempre al mio fianco.
Giuseppe De Tullio: “Bella gara, gestita con il cervello. Mi sto allenando molto bene in questo periodo, spero di aver fatto divertire le persone che mi hanno guardato da casa e ringrazio soprattutto la mia famiglia, perché senza il loro appoggio non starei qui a questo livello, la Nippon Club Napoli che mi ha accolto come un figlio, mio zio Michele Iacovazzi e Sportlab con il grande Claudio che mi sta seguendo sullo stretching e mobilità. “Per essere il migliore devi essere in grado di gestire il peggio”.
Mimmo D’Angelo: “Soddisfatto. Questa è l'unica parola per la medaglia d'oro di Giuseppe De Tullio, che nulla ha sbagliato se non peccato di "voglia di vincere". Tanti ippon fino alla finale, fatta con il beniamino di casa, dimostrano il lavoro meticoloso che questo ragazzo fa in palestra con i suoi tecnici. La nota incolore con un pizzico di rammarico è il quinto posto di Lorenzo Iovine che per un soffio non è salito al podio. Nonostante tutto si pensa già a Praga”.
I Master a Spotorno
La Lombardia si è aggiudicata a Spotorno il Grand Prix Veterani Liguria 2024, terza prova del Trofeo Italia Master, precedendo sul podio la Toscana, seconda ed il Lazio, al terzo posto. Il Trofeo Master per Regioni invece, ha registrato il primo posto della Toscana davanti a Lombardia e Lazio. La manifestazione organizzata dallo Yama Arashi Savona ha registrato la partecipazione di 90 atleti, sette rappresentative ed altrettante società, con la presenza della commissione Master con Armando Vettori, in questo caso anche responsabile dell’organizzazione Massimo Lucidi e Giuseppe Macrì. L’ultimo impegno dell’anno che attende la classe Master è in programma a dicembre con la finale dei campionati italiani a squadre nel PalaPellicone a Ostia.
Spotorno e Amburgo per i Master e Podgorica per i senior
Il calendario federale riprende l’attività con la classe Master e sabato 21 fa tappa a Spotorno, in provincia di Savona, per il terzo ed ultimo appuntamento del Grand Prix Master 2024. La gara è di grande importanza sia per la classifica individuale che per l’appassionante Trofeo delle Regioni, con le squadre di Lombardia, Piemonte e Toscana in lizza per il primato distanziate di pochi punti. Stimolante la novità della collaborazione, promossa dal presidente Monica Albano con Giulia Meinardi ed Arianna Vettori, fra l’organizzazione del torneo con l’associazione per la difesa delle donne “Telefono Donna ODV” che testimonia la sensibilità dello Yama Arashi Savona e dello spirito del Judo contro ogni tipo di violenza.
Appuntamento Master anche ad Amburgo, in Germania, per la Hamburg Veteran European Cup, che registra la partecipazione di 177 atleti di 29 nazioni e, per l’Italia, è iscritto soltanto Giovanni Macchitella (73).
Sono diciannove invece gli atleti italiani che, sabato e domenica, gareggeranno in Montenegro nella Podgorica Senior European Cup, torneo con 272 atleti di 29 nazioni.
Si tratta di Thomas Sassi (60), Kail Basset, Giuseppe De Tullio, Alberto Magnano (66), Federico Bosis, Lorenzo Iovine (73), Salvatore D Arco, Luigi Pippa (81), Enrico Signorini, Tommaso Fava (90), Francesco Sanapo (100), Elena Guarducci, Elisa Adrasti (48), Ylenia Monaco (52), Cristina Piccin, Sara Lisciani (63), Irene Pedrotti, Claudia Sperotti (70), Rossana Tocci (78); Tecnici: Alessandro Comi, Gianluca Ferro, Andrea Ferretti, Valentino Piccinini, Domanico D’Angelo, Rosolino Adrasti.
Nella foto a lato: lo staff dello Yama Arashi Savona, organizzatore del Grand Prix Master in Liguria
Erica Simonetti terza a Zagabria! Per lei primo podio in un Grand Prix
Non c’è due senza tre! È di bronzo la terza medaglia italiana nel Grand Prix a Zagabria ed a conquistarla è stata Erica Simonetti, bronzo nei +78 kg. “Sono molto felice per com'è andata la gara oggi. -ha detto Erica Simonetti- È la prima volta che faccio medaglia ad un Grand Prix ed è la prima volta che torno a casa da Zagabria con una medaglia al collo. Ringrazio tutte le persone con cui lavoro ogni giorno ed il Centro Sportivo dell'Esercito Italiano”.
Erica Simonetti ha superato al primo turno la brasiliana Katia Alves con un de ashi barai-wazari messo a segno nei primi secondi dell’incontro, quindi l’austriaca Maria Hoellwart per tre sanzioni nel golden score e, dopo la sconfitta in semifinale con la francese Coralie Hayme (tre sanzioni al golden score), ha conquistato la medaglia di bronzo piazzando nel golden score un altro de ashi barai-wazari alla croata Helena Vukovic.
Nei 100 kg Jean Carletti è stato sconfitto dall’israeliano Iosif Simin (sumi otoshi ippon) ed Enrico Bergamelli è stato eliminato dal francese Francis Damier con due wazari, ko uchi gari e sasae tsuri komi ashi, mentre nei 78 kg Irene Caleo è stata sconfitta per ippon (harai goshi) dalla francese Liz Ngelebeya.
Applausi a Zagabria per l’argento di Esposito ed il bronzo di Casaglia
Giovanni Esposito ha conquistato la medaglia d’argento nei 73 kg e Leonardo Casaglia ha messo al collo il bronzo degli 81 kg nella seconda giornata del Grand Prix a Zagabria.
Con una prova autorevole il ventiseienne atleta napoletano ha superato nell’ordine il canadese Yanis Hachemi (3 shido), il giapponese Ryuga Tanaka, autore di waki gatame sulla prima azione, dopo soli 13 secondi, l’israeliano Yehonatan Elbaz, al quale ha inflitto un wazari di immobilizzazione ed uno di sumi otoshi ed in semifinale sul georgiano Bachana Bolkvadze, che è stato sanzionato per tre volte nei primi due minuti. Nella finale per il primo posto un attacco approssimativo di Esposito ha trovato la reazione precisa e puntuale dell’ungherese Daniel Szegedi, che ha schiacciato schiena a terra il forte napoletano.
Leonardo Casaglia ha iniziato la sua gara con il bell’ippon di uchi mata inflitto al croato Luka Zorotovic, superando successivamente lo sloveno Nace Herkovic con wazari di ko soto gake e wazari di immobilizzazione. Nei quarti il ceko Adam Kopecky ha marcato wazari nel golden score con un tomoe nage particolarmente doloroso per Casaglia, che si è poi prontamente rifatto vincendo il recupero sul francese Tom Libert per ippon di koshi jime. Per il terzo posto l’ungherese Botond Toth è capitolato nel golden score, cadendo sul tani otoshi-wazari di Casaglia.
Nei 63 kg Carola Paissoni è stata eliminata al primo turno dalla tadesca Vivian Herrmann (wazari), nei 70 kg Ludovica Franzosi è stata sconfitta dalla croata Andela Violic (wazari uchi mata ed immobilizzazione), mentre Giorgia Stangherlin ha superato la tedesca Sarah Mehlau (3 sanzioni al golden score) ed è stata poi sconfitta dalla giapponese Shiho Tanaka per immobilizzazione. Nei 73 kg Gabriele Sulli è rimasto intrappolato in conseguenza al suo attacco a terra portato sull’ungherese, poi vincitore, Daniel Szegedi e negli 81 kg Vincenzo Pelligra è stato sconfitto nel golden score per tre sanzioni dall’austriaco Magamed Borchashvili.
"Oggi sono contento -ha detto Giovanni Esposito- perchè sono ritornato in forma, peccato per la finale. L'oro è solo rimandato".
“Sapevo che questo tipo di gara era alla mia portata -ha detto Leonardo Casaglia- sono anni che cerco un risultato del genere, il podio nell’IJF World Tour, finalmente è arrivato. Ho lavorato duramente per questo e i frutti si stanno vedendo. Ringrazio il Centro Sportivo Carabinieri che mi dà la possibilità di partecipare a questi eventi ed il Comandante Luigi Guido”.
Domenica, terza e conclusiva giornata a Zagabria con quattro atleti italiani in gara: Irene Caleo nei 78 kg, Erica Simonetti nei +78 kg, Jean Carletti ed Enrico Bergamelli nei 100 kg
Zagreb Grand Prix: la Croazia ringrazia i suoi campioni
È iniziato oggi all'Arena Zagabria in Croazia il primo gran premio del nuovo ciclo olimpico, che segna l'ingresso del judo in una nuova era di sviluppo. Alla presenza di Barbara Matic, la neocampionessa olimpica croata, le cinque categorie più leggere si sono sfidate durante una giornata segnata dalla giovinezza e dal dinamismo di atleti che sognano tutti di iscrivere un giorno il loro nome nel pantheon dello sport mondiale.
Questa ascesa passa senza dubbio attraverso questo gran premio che riunisce 40 nazioni e sicuramente vedremo molti di questi atleti tra quattro anni sui tatami dei Giochi di Los Angeles 2028. Da qui ad allora succederanno molte cose, molti Gran Premi e Grandi Slam, World Judo Masters e ovviamente campionati del mondo, il prossimo dei quali si terrà a Budapest nel 2025.
Per onorare i suoi campioni ed ispirarne di nuovi, la Federazione croata ha consegnato a diversi atleti che hanno segnato la storia del judo nel paese dei "certificati di merito". "Siamo qui per celebrare gli eccezionali risultati dei judoka della Croazia ed è con grande orgoglio che presentiamo questi certificati di conseguimento a questi straordinari campioni che hanno dimostrato eccezionali abilità, dedizione e perseveranza nel judo."
Gli atleti premiati sono: Marijana Miskovic Hasanbegovic, Tomislav Marijanovic, Barbara Matic, Dominik Druzeta, Karla Prodan, Ana Viktorija Puljiz e Lara Cvjetko. I certificati sono stati consegnati dalla Presidente della Federazione Croata di Judo, Dott.ssa Sanda Corak. Per quanto riguarda gli atleti italiani impegnati in questa prima giornata, nei 66 kg Francesco Cargnelutti è stato sconfitto dall’ucraino Vdym Chernov, mentre Giulia Ghiglione ha ceduto il passo nei 48 kg alla kazaka Galiya Tynbayeva.
Domani in gara Carola Paissoni (63), Ludovica Franzosi, Giorgia Stangherlin (70), Giovanni Esposito, Gabriele Sulli (73), Leonardo Casaglia, Vincenzo Pelligra (81).
L’IJF World Tour riparte da Zagabria con Stangherlin nei 70 kg
Si è tenuto a Zagabria il sorteggio del Zagreb Grand Prix, primo appuntamento dell’IJF World Tour che punta l’obiettivo su Los Angeles 2028. Con 324 atleti di 40 nazioni il Grand Prix croato riapre dunque le danze dopo la conclusione delle Olimpiadi a Parigi. E se la maggior parte degli atleti top-ranking sono ancora in pausa per riprogrammare gli obiettivi, l’attenzione si sposta sulle schiere di atlete ed atleti che già pensano all’Olimpiade successiva o, comunque, nutrono l’ambizione di poterla raggiungere. Tredici gli atleti italiani iscritti e fra questi, c’è anche Giorgia Stangherlin, che dopo aver ottenuto la quota di qualificazione per Parigi nei 78 kg, ha fatto la scelta di scendere nella categoria inferiore per ripetere l’impresa.
“La scelta è partita da Giorgia -ha detto il responsabile del Centro Sportivo CC, Luigi Guido- perché dopo essersi qualificata nella stessa categoria in cui Alice Bellandi ha poi vinto l’oro olimpico, è rimasta ambiziosa pensando di provare a ritornare nei 70 kg e provare a fare un percorso. Ha lavorato bene e adesso vediamo quale sarà la risposta in gara”.
Questi gli atleti italiani che gareggiano da venerdì a domenica a Zagabria: Francesco Cargnelutti (66), Giovanni Esposito, Gabriele Sulli (73), Leonardo Casaglia, Vincenzo Pelligra (81), Jean Carletti, Enrico Bergamelli (100), Giulia Ghiglione (48), Carola Paissoni (63), Ludovica Franzosi, Giorgia Stangherlin (70), Irene Caleo (78), Erica Simonetti (+78).
Team Official: Pierangelo Toniolo; Tecnico: Matteo Marconcini; Arbitro: Roberta Chyurlia
Programma
Venerdì 13
F -48, -52, -57 kg; M -60, -66 kg
Sabato 14
F -63, -70 kg; M -73, -81 kg
Domenica 15
F -78, +78 kg; M
Intervista a Roberta Chyurlia, l’arbitra italiana a Parigi 2024
Roma, 10 settembre 2024 – L’arbitro Roberta Chyurlia è stata tra i protagonisti italiani alle Olimpiadi di Parigi 2024, convocata per la seconda volta a dirigere gli incontri più importanti del judo mondiale.
Figlia d’arte, dopo Tokyo 2020 e con Parigi 2024, Chyurlia ha eguagliato le due presenze olimpiche del padre, portando prestigio e soddisfazione per il judo e per tutto lo sport italiano.
Chyurlia è stata anche il primo arbitro donna italiano ad andare alle Olimpiadi. Prima di lei, infatti, avevano ricevuto questo onore soltanto cinque uomini: Pio Gaddi (Montreal 1976, Mosca 1980, Los Angeles 1984 e Seoul 1988), Fulvio Aragozzini (Barcellona 1992), Giancarlo Celotto (Atlanta 1996), Pasquale Chyurlia (Sidney 2000, Atene 2004), e Massimo Sulli (Londra 2012).
Ma lasciamo la parola a lei: come è stata l’esperienza di questa tua seconda Olimpiade?
“Sicuramente un altro approccio. Da una parte la situazione esterna: Tokyo era in bolla e non c’era la possibilità di vivere l’Olimpiade appieno. Da questo punto di vista a Parigi l’approccio mentale è stato più libero, abbiamo avuto la possibilità di viverci la città, l’impianto sportivo era proprio sotto la Tour Eiffel. Dal punto di vista arbitrale, invece, la responsabilità era molto forte e l’approccio è stato di grandissima attenzione”.
Ci sono stati incontri particolarmente difficili? Come si gestisce lo stress in certe situazioni?
“Ho avuto la fortuna di arbitrare la prima finale per l’oro dei Giochi. Era forse l’incontro più complicato, anche perché con una francese in gara il pubblico era estremamente coinvolto. Attenzione e responsabilità sono state importanti. Tuttavia, per quanto riguarda lo stress in generale, onestamente non c’è differenza tra gli incontri quando si tratta di una competizione di tale livello. Anche ai preliminari si possono tranquillamente sfidare due atleti che, magari, un mese prima avevano disputato la finale dei Campionati del Mondo. Ed è successo. Ogni incontro è una finale: non si può arrivare con leggerezza al primo come non bisogna caricarsi di tensioni extra per la finale vera e propria”.
Alla seconda Olimpiade si può parlare di carriera olimpica. Questa influisce sul tuo modo di arbitrare in generale?
“Implica molti sacrifici. Ognuno di noi ha anche un altro lavoro, ma poi nei fatti l’arbitraggio a questi livelli è una professione. Da febbraio siamo coinvolti in tutte le competizioni IJF. Grazie alla mia famiglia posso continuare a lavorare anche come avvocato penalista, ma come supporto ai colleghi. Come arbitri siamo sempre in viaggio, le competizioni sono tante e c’è bisogno di costanza. Per chi lavora in un certo modo è davvero complicato”.
Tornando a Parigi, ci sono stati momenti di pressione per il corpo arbitrale. Prescindendo dagli addetti ai lavori, il pubblico ha mostrato disappunto in diversi momenti. Può significare che non ha capito o che non ha condiviso. Cosa ne pensi?
“Il pubblico francese è molto vicino ai propri atleti ma anche ai cosiddetti ‘big’, che loro, molto competenti, riconoscono come tali. Se c’è un campione che ha un incontro difficile o che perde per un verdetto al limite, hanno dimostrato il loro dissenso. Ma indipendentemente dai casi discussi, alcuni dei quali hanno coinvolto anche nostri atleti, bisogna capire che la struttura è composta da arbitri e da una serie di esperti che stanno lì per aiutare. Tutto è stato fatto secondo il regolamento vigente! Capisco che il pubblico olimpico era particolarmente coinvolto, ma lo standard di gestione è stato lo stesso dei Grand Prix o dei Grand Slam.
Anche a livello mediatico capisco… ci sono stati commenti, come in tanti altri sport, dalla scherma al nuoto, ma il regolamento è quello. Magari in futuro potrà essere migliorato o reso più fruibile per il grande pubblico. Di certo ci sono stati incontri molto difficile, molto tesi e al limite, che non si sono chiusi con una proiezione o con un punteggio tecnico. Quando si chiudono per differenza di sanzioni, lì parte l’incomprensione. Ma noi contiamo gli attacchi, contiamo quanto tempo le prese sono state tenute.
Ci tengo a dire che con la commissione nazionale ufficiali di gara stiamo cercando di fare un lavoro di formazione e informazione che sia il più esteso possibile: non solo agli arbitri ma anche a tecnici ed atleti. Non è facile, i tecnici sono impegnatissimi e danno tutto per i propri atleti. Ma dobbiamo provarci, anche perché il regolamento è uno di quegli aspetti che bisogna conoscere a fondo per far sì che diventi un’arma vincente proprio per l’atleta. Ci teniamo molto, anche noi come corpo arbitrale non vogliamo dire ‘è così e basta’ ma vogliamo confrontarci con le opinioni di tutti”.
Obiettivi futuri?
“Sì, voglio continuare ad arbitrare e cercare di mantenere questi standard. Aver fatto due Olimpiadi non è uno scherzo e voglio riuscire a continuare in questo percorso, raggiungendo altri obiettivi importanti”.
Parigi e la maledizione del quinto posto… anche alle Paralimpiadi
Due quinti posti e tre settimi, è questo il risultato ottenuto dalla rappresentativa italiana a Parigi in occasione delle gare di judo paralimpico. Simone Cannizzaro e Carolina Costa sono arrivati ad un passo dalla medaglia, ma anche per gli atleti FISPIC, così com’è stato per i nostri azzurri alle recenti Olimpiadi, Parigi ci ha riservato una sorta di maledizione del quinto posto. Paolo Dongdong Camanni, Matilde Lauria e Valerio Romano Teodori si sono piazzati invece al settimo posto, concludendo così questa edizione dei Giochi con soddisfazione, anche se senza medaglie.
“Potrebbe sembrare una Paralimpiade amara perché non abbiamo vinto medaglie, ma in realtà siamo soddisfatti per i progressi mostrati dai nostri atleti. -è stato il commento del Direttore Tecnico Nazionale, Silvio Tavoletta- Dispiace per Carolina, va ricordato che non avrebbe dovuto nemmeno partecipare a causa del recente grave infortunio. È rientrata e ha combattuto con grande determinazione. Questo è un gruppo che continuerà a crescere in prospettiva di Los Angeles. Ringrazio il presidente Di Girolamo e la Federazione per la fiducia che ci hanno dato ed i ragazzi perché ci hanno fatto vivere delle belle emozioni”.
“Avrei voluto dare di più, ma sono contenta -ha detto Matilde Lauria- aver partecipato alle Paralimpiadi è un motivo di grande soddisfazione”.
“Oggi ho vissuto una delle esperienze più emozionanti della mia vita -è stato il commento di Paolo Dongdong Camanni- Ho percepito l’atmosfera di una gara diversa, carica di emozioni intense. Nel mio primo incontro contro il brasiliano, ho lottato come un leone fino alla fine, ma purtroppo è stato lui a prevalere. Nel secondo match contro l’argentino, mi sentivo preparato e determinato, e ho conquistato la vittoria con grande soddisfazione. Nell’ultimo ripescaggio contro l’uzbeko, purtroppo un errore tecnico mi è costato il match. Nonostante questo, gareggiare in una competizione di tale livello è stato bellissimo. Sono orgoglioso di aver dimostrato di essere un atleta competitivo, anche se so che avrei potuto e dovuto fare di più. Oggi non è andata come speravo, ma porterò con me questa esperienza straordinaria”.
4 medaglie (2 oro) per il Kata azzurro al Madrid Tournament
Due medaglie d’oro, una d’argento ed un’altra di bronzo per la squadra azzurra che, a Madrid, ha disputato l’European Kata Tournament cui hanno preso parte 81 coppie appartenenti a 13 nazioni.
“Anche questa volta la Nazionale italiana di Kata ha dato prova di un alto livello tecnico. -ha commentato con soddisfazione Monica Piredda, che ha guidato la delegazione azzurra- Numerose le coppie partecipanti nella gara senior nei diversi Kata, ma le coppie italiane hanno avuto accesso alla finale classificandosi ai primi posti dei rispettivi gruppi già nelle eliminatorie. Questo risultato è il frutto del buon lavoro svolto sia dagli atleti nelle società di appartenenza, che dal costante sviluppo della loro preparazione nei diversi allenamenti collegiali organizzati dalla Commissione Nazionale nel corso dell’anno”.
Nel dettaglio la medaglia d’oro è andata al collo delle coppie Mauro Collini-Tommaso Rondinini nel Nage no kata senior, Giovanni Tarabelli-Angelica Tarabelli nel Ju no kata senior, mentre la coppia Diego Tommasi-Yuri Ferretti ha messo al collo l’argento nel Kime no kata senior e Massimo Cester-Davide Mauri hanno meritato il bronzo nel Katame no kata senior. un’ottima prova è stata anche quella di Nicole Savorani-Chiara Cavina che si è conclusa con il quarto posto nel Ju no kata junior.
Meritevoli di nota anche i nostri giudici presenti: Cristina Vetturini, Carlo Camparo, Giuliano Casco, Flavio Poccobelli, Luigi Viaccelli, Marco Migni ed anche se non sono riuscite ad accedere alla finale, le coppie Barbara Meconi-Maurizio Calderini, Lisa Vertuani-Maria Cristina Zuccati De Zordo, Piero Tosco-Matteo Dessì, Marino Gregori-Michela Tarlao.
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A Tallinn l’Italia U21 chiude con il quinto posto di Owusu
Henry Owusu Asare Owusu si è classificato al quinto posto nei 90 kg nella terza giornata dei campionati europei juniores a Tallinn. È stata un’ottima gara la sua, ma dopo l’inizio autorevole, caratterizzato dalle vittorie ottenute su Mariyan Palev (Bul), Vadim Ghimbovschi (Mda) e Floris Den Hartog (Ned), ha trovato il doppio stop con gli azeri Aslan Kotsoev, in semifinale e Tuncay Shamil, nella finale per il terzo posto.
“Termina ai piedi del podio questa trasferta a Tallin. -è il commento dello staff tecnico azzurro- Nei kg 90 Owusu dopo una partenza un po' in sordina è riuscito a trovare la strada giusta per arrivare in semifinale. Qui purtroppo così come nella finalina per il bronzo è stato fermato dai due rappresentanti azeri. Nella stessa categoria Mincinesi dopo aver sconfitto il bosniaco testa di serie, è stato fermato al termine di un combattimento un po' discutibile dall'azero poi bronzo. Infine, sfortunata la prova di Caponetto che non è riuscita a superare il primo incontro”.
Cristiano Mincinesi dopo l’avvio vincente con il bosniaco Lazar Zdrale, è stato fermato per wazari dall’azero Tuncay Shamil, mentre Cinzia Caponetto nei 78 non ha superato l’ostacolo costituito dalla slovena Ema Kolmanko. Domani i campionati a Tallinn si concludono con la gara a squadre miste cui l’Italia non prende parte.