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Olimpiadi-giorno 1: settimo posto per Assunta Scutto

  • Francesco Bruyere,
  • Andrea Carlino,
  • Raffaele Toniolo,
  • Parigi
  • Assunta Scutto

20240726 PARIGI AScutto 6L’Olimpiade di Susi Scutto si è fermata al settimo posto nei 48 kg ed è, ovviamente, un boccone amaro da ingoiare per chi, a Parigi, si è presentata con il numero uno nella classifica mondiale. Lo stesso boccone, peraltro, che ha dovuto ingoiare anche il cinese di Taipei Yang Yung Wei, numero uno al mondo nei 60 kg e, dopo aver superato non senza fatica e (forse) anche con un po’ di buonasorte il nostro Andrea Carlino, è stato sconfitto per due volte, concludendo a sua volta settimo nei 60 kg.

“Il primo pensiero è per Susy -è il commento del capoallenatore femminile Francesco Bruyere- perché spesso ci si sente soli nella sconfitta, ma non deve essere così, siamo una squadra che festeggia le vittorie e condivide le sconfitte. Ci sarà tempo per analizzare gli incontri tecnicamente e trovare soluzioni, ora è il tempo di starle vicino, ringraziarla per le tante emozioni che ci ha regalato in questo quadriennio e per quelle che ci ha fatto vivere oggi”.

“In realtà penso di aver affrontato questa gara come tutte le gare -ha detto Assunta Scutto- con coraggio, fede e dando tutta me stessa. Non mi so ancora spiegare il motivo per cui ho perso e per come è andata la gara. Sono veramente triste per non aver portato la medaglia ed oggi mi sentivo all’altezza di poterla portare. Anche se adesso è difficile da accettare penso si tratti di un piano di Dio che mi ha riservato qualcosa di più grande. al momento mi sento con tante emozioni contrastanti, perché so di aver dato tutto e non ho rimpianti. Ma questa medaglia che non è arrivata mi distrugge un po’, mi sento vuota e ho bisogno di tempo per riflettere e riprendermi”.

“Sono deluso della gara di oggi -ha detto Andrea Carlino- perché stamattina mi sono sentito in forma e poteva andare meglio. Però, se penso che ho ottenuto la qualifica per questa olimpiade meno di un mese fa, non posso che esser contento di aver dimostrato di essermela guadagnata e che me la posso giocare anche con i migliori. Farò tesoro di questa esperienza in ottica dei miei impegni futuri”.

>>> RISULTATI PRIMA GIORNATA

Assunta Scutto ai recuperi e che bravo Carlino!

Spetta proprio ad Andrea Carlino l’onore e l’onere di disputare il primo incontro dell’Olimpiade parigina ed il compito lo svolge in maniera egregia 20240726 PARIGI 10

L’australiano Joshua Katz contrasta bene Carlino, che rimane prevalente nelle azioni d’attacco, la maggior parte delle quali sono in kata guruma. Il tempo regolare si è esaurito con una sanzione a carico dell’australiano e dopo 19 secondi di golden score Andrea Carlino è riuscito ad entrare nella difesa di Katz con o uchi gari e mettere a segno il wazari che lo promuove agli ottavi, dove lo attende Yung Wei Yang (Tpe).

“La tensione era molto alta -ha detto il coach Raffaele Toniolo- ma Andrea è riuscito a rimanere calmo e ha prodotto lui gli attacchi migliori dell'incontro fino allo score finale”. 

Un altro grande incontro, quello con Yung Wei Yang, per Andrea Carlino che è riuscito a passare in vantaggio con o uchi gari-wazari sul fortissimo cinese di Taipei, testa di serie numero uno. Yang però, è irresistibile, soprattutto nella lotta a terra ed imbriglia una prima volta l’azzurro con immobilizzazione (sankaku gatame) ma Carlino si divincola ed è solo wazari. Poco dopo c’è un sumi gaeshi di Carlino per il quale coach Toniolo chiede l’assegnazione del punteggio, ma gli arbitri non ravvedono gli estremi e si prosegue. Lo scampato pericolo mette il pepe a Yang che aggredisce Carlino e lo blocca nuovamente a terra ed è wazari awasete ippon.

“Nei primi due minuti Andrea è stato molto accorto ed è riuscito a perseguire la tattica che avevamo preparato. -così ha detto coch Toniolo- Dopo il waza ari messo a segno l'errore è stato quello di permettere all'avversario il suo micidiale sankaku. Se prima di questo errore fossero passati ancora 30", Yang si sarebbe sicuramente disunito. Mi spiace non aver potuto rivedere la seconda proiezione di Andrea e quindi non ho capito perché non è stato dato waza ari. Resta comunque una grandissima prestazione di Andrea contro il vicecampione olimpico in carica e anche TdS n.1 qui a Parigi”. 

photo 2024 07 27 13.25.21Assunta Scutto si è messa in moto ed al primo turno ha incontrato la forte statunitense Maria Celia Laborde, che sembra aver trovato un modo efficace per contenere l’azzurra. La presa bloccata infatti, limita l’efficacia degli attacchi di Scutto, ma non può nulla sulla rinomata specialità della casa, il rovesciamento a terra con il quale l’azzurra ha praticamente già inchiodato tutto il mondo, o quasi. Laborde riesce a liberarsi una prima volta, ma Scutto mantiene le prese la ribalta nuovamente e questa volta è ippon.

“Bene il primo -ha commentato Francesco Bruyere,  il capoallenatore delle azzurre- rompere il ghiaccio non è mai facile specialmente con avversarie come l’americana (ex cubana) che attaccano molto solo per rubare il tempo e rifiutando l’incontro. È stata brava Susy a mantenere la calma per aspettare il momento opportuno. Avanti così”. 

Assunta Scutto è stata fermata da Tara Babulfath, diciottenne svedese in ascesa verticale e costante. In questo caso non solo Babulfath non ha commesso neanche il più piccolo errore, ma ha avuto l’opportunità di capitalizzare una valutazione di quelle, cosiddette 50/50, che di norma è preferibile risolvere con il salomonico “no score”. Azione e reazione, cadono entrambe di taglio, il controllo finale non esprime prevalenza di una o dell’altra… l’arbitro assegna, il tabellone assegna il punto (wazari) a Scutto, ma l’arbitro indica il lato opposto: è per Babulfath.

E si va avanti con Susi che spinge a caccia della rimonta, cerca sumi gaeshi, forse troppo frettoloso, la svedese para, scavalca e immobilizza. Si va ai recuperi.  

“Sapevamo che sarebbe stato un incontro complicato, -ha detto Francesco Bruyere- purtroppo l’arbitraggio non ha giocato a nostro favore, tiro troppo dubbio per assegnare wazari ad una delle due, no score sarebbe stata la scelta giusta.Ora non sarà semplice, ma Susy è più forte di tutte e può fare qualsiasi cosa”.

Pronti per l’hajimè nell'Arena Champ-de-Mars

  • luigi busà
  • ambassador
  • Sergio Mattarella

Stanno per iniziare le gare di judo ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, che si svolgeranno da sabato 27 luglio a sabato 3 agosto 2024. In totale sono 378 i judoka provenienti da 122 paesi che gareggeranno nelle quattordici categorie di peso, cui seguirà l'evento a squadre miste. Le gare olimpiche di Judo possono essere seguite in diretta ed in esclusiva attraverso varie piattaforme che, per l’Italia, sono Discovery+, RAI, Eurosport.

Tra poche ore, quindi, saliranno sui tatami i primi atleti ed atlete e l'Arena Champ-de-Mars si riempirà di appassionati.

Nei giorni scorsi, Marius Vizer, presidente della International Judo Federation dal 2007, ha richiamato gli organizzatori su alcuni aspetti sostenendo che il sito non è all'altezza dell'evento, precisando che gli standard della Federazione Internazionale non verrebbero rispettati. Gli organizzatori, tuttavia, hanno assicurato che l'Arena “sarà pronta in tempo per la competizione”, pur ammettendo che "alcuni punti necessitano di attenzione, come il montaggio di alcune attrezzature e la pulizia del sito". "Le nostre squadre -hanno aggiunto- sono completamente mobilitate per garantire questi ritocchi finali". E così è stato. Originariamente la competizione di judo si sarebbe dovuta svolgere nell'Arena Bercy, poi assegnata alle gare di ginnastica, trampolino elastico e basket. Ieri invece, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Casa Italia e ha inaugurato il quartier generale azzurro, aperto ufficialmente oggi a poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici. Il Capo dello Stato è stato accolto dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, e dal segretario generale del Coni e capo missione azzurro a Parigi 2024, Carlo Mornati. 
Mattarella inaugura Casa ItaliaA pranzo il Capo di Stato e la signora Laura si sono seduti con i tre membri CIO effettivi Giovanni Malagò, Federica Pellegrini e Ivo Ferriani, i tre membri CIO onorari Manuela Di Centa, Franco Carraro e Mario Pescante, il Segretario Generale e Capo Missione azzurro Carlo Mornati, la Vice Presidente Vicaria del CONI Silvia Salis, i cinque ambassador dello sport italiano Luigi Busà, Elisa Di Francisca, Daniele Garozzo, Antonio Rossi e Francesca Schiavone, l’attuale compagna del Presidente Malagò, i Consiglieri del Presidente Mattarella Simone Guerrini, Giovanni Grasso, Gianfranco Astori e Fabio Cassese, il medico personale del Presidente, Professor Madonia, e il Capo del Cerimoniale degli Esteri Bruno Antonio Pasquino.

>>> TUTTI I TABELLONI DI GARA DEL JUDO

Il programma delle gare

Sabato 27 (-48 kg e -60 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Domenica 28 (-52 kg e -66 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Lunedì 29 (-57 kg e -73 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Martedì 30 (-63 kg e -81 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Mercoledì 31 (-70 kg e -90 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Giovedì 1 (-78 kg e -100 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Venerdì 2 (+78 kg e +100 kg): eliminatorie dalle 10:00; Final block dalle 16:00

Sabato 3 (Mixed teams): eliminatorie dalle 8:00; Final block dalle 16:00

(foto Mattarella: Simone Ferraro CONI)

Intervista olimpica (13) Veronica Toniolo: Credo molto in me stessa, posso giocarmela e battere tutte

  • Veronica Toniolo,
  • intervista olimpica

 57kg bronze TKM ITA 08 171475 1714750394Siamo così arrivati all’ultima delle tredici interviste olimpiche, una per ciascun atleta che, fra pochi giorni, gareggerà per l’Italia Team alle Olimpiadi a Parigi. L’ordine alfabetico ha quindi lasciata per ultima la T di Toniolo, che viene dopo la T di Tavano.

Buongiorno Veronica, rompiamo subito il ghiaccio: nome e cognome, categoria di peso e cosa hai vinto in questi anni?

“Sono Veronica Toniolo, combatto nei 57 kg e in questi due anni di qualifica olimpica ho portato a casa quattro medaglie nell’IJF Judo World Tour e un oro mondiale ed europeo junior.”

Qual è il primo ricordo o il primo pensiero che hai dell’Olimpiade da bambino o da ragazzo e quel è invece quello di oggi?

“Ho sempre guardato molto sport, forse da Londra 2012 ho i primi ricordi, ma i primi veri li ho da quando ho visto Fabio Basile vincere a Rio 2016. È stata un’emozione grande perché era un ragazzo che conoscevo. E questo è uno dei primi ricordi che mi porto dietro dalle Olimpiadi.”

E invece oggi?

“Oggi pensare all’Olimpiade è un po’ strano perché mi ricordo che era ieri che le guardavo, che guardavo le gare “dei grandi” da casa e ora mi trovo dall’altra parte. Però era ed è il mio obiettivo, quindi, sono contenta di essere arrivata fino qua.”

Questa è la tua prima Olimpiade, come immagini sarà vivere l’esperienza a Parigi, non solo la gara?

“Parigi 2024 credo che non abbia forse ancora ben realizzato e l’emozione vera arriverà quando saremo lì. Non so ancora bene cosa mi aspetterà, sicuramente sono emozionata, ma ho anche un grande punto interrogativo perché appunto essendo la prima non so a cosa andrò incontro. Sono molto contenta, curiosa di scoprire, ma anche molto determinata”.

Chiudiamo gli occhi, oggi è il giorno della gara. Raccontaci se ci sono delle cose che fai la mattina, se hai delle cose che fai per preparati alla gara…

“Se chiudessi gli occhi e oggi fosse il giorno della mia gara, è strano da dire, ma punterei comunque a farlo diventare un giorno come gli altri. Non faccio niente nel pre-gara, almeno non consciamente. Magari seguo una routine, ma non è niente di voluto. Il mio obiettivo è semplicemente quello di vivere la giornata il più normalmente tranquilla possibile, senza mettermi eccessive pressioni.”

Qual è l’obiettivo di Veronica per questa Olimpiade?  57kg bronze TKM ITA 10 171475 1714750404

“Il mio obiettivo per questa Olimpiade non nego sia quello di vincere, ma se penso al mio vero obiettivo è arrivare ad essere la migliore versione di me stessa. So che se arrivo a questo punto, allora lì posso permettermi di dire che il mio obiettivo è vincere. Quello che a cui sto puntando ora in questa preparazione è essere il meglio che posso, puntando ad una forma a cui sono magari arrivata vicino, ma non ho mai raggiunto. Credo molto in me stessa, so che se arrivo a quel punto posso giocarmela e battere tutte.”

In questo percorso, oltre alla famiglia, ci sono tante persone che ti sono state vicine. Che pensiero vorresti dedicare loro?

“Nel mio percorso agonistico e judoistico ho avuto la fortuna di incontrare parecchie persone che mi sono state accanto, chi dall’inizio, chi si è aggiunto a metà strada e chi da poco… non smetterò mai di ringraziare tutti loro, perché so che comunque è un grande lavoro e difficile. Quando combatto ci sono io, si vede la singola persona, ma gli sport individuali non lo sono mai veramente. Sono individuali quando sei lì in competizione, ma dietro ci sono talmente tante persone a cui devo veramente tanto. Parte di questo, se non tutto, lo dedico a loro. 
Mia mamma e mio papà sono con me da sempre, sono i miei allenatori. Mio papà si vede, mia mamma c’è sempre sugli spalti. Loro sono quello a cui dedico veramente tutto. Una parte della mia vita, che è questa, la voglio vivere insieme a loro e questo è quasi un regalo per loro.”

>>> LA SCHEDA DI VERONICA TONIOLO

Intervista olimpica (12) Asya Tavano: …ho voglia di combattere! Poi salgo… e vado!

  • Asya Tavano
  • intervista olimpica

EDF 5765 1716467534 1716467534L’intervista olimpica numero dodici è con Asya Tavano, ventidue anni, udinese. Buongiorno Asya! Primissima domanda: chi vince la tua categoria a Parigi?

“Io”.

  • Bene ed ora presentati, nome e cognome, categoria di peso e maggiori successi sportivi.

“Sono Asya Tavano, gareggerò nella categoria +78kg a Parigi. Ho collezionato diversi risultati in questo periodo come il primo posto al Grand Slam di Dushanbe, un secondo posto a Baku ed un terzo a Tbilisi. Poi c’è anche il quinto posto ai campionati del mondo ad Abu Dhabi.”

  • Qual è il primo ricordo o il primo pensiero che hai dell’Olimpiade da bambina o da ragazza e qual è invece quello di oggi?

“Il primo pensiero è il ricordo di quando mio padre ed io tornavamo insieme dalla palestra a Udine e si parlava delle Olimpiadi e pensavo “ti immagini un domani di partecipare alle Olimpiadi?”. Ora che questo sogno si è avverato mi è sembra tutto un po’ strano… ma sono davvero felicissima.”

  • Questa è la tua prima Olimpiade, come immagini possa essere l’esperienza a Parigi, e non solo per quanto riguarda la gara?

“Sono sicuramente molto emozionata. Là ci sarà tutta la mia famiglia e questo mi rende ancora più orgogliosa. Io vado sempre tranquilla, come ho affrontato tutte le gare e speriamo di fare un buon risultato. Sono contenta e pronta.”

  • Immagina che oggi sia il giorno della gara, quali sono le cose che fai, quale sarebbe la tua routine?

“In generale non faccio niente di particolare. Tanti ascoltano la musica, ma io non percepisco questa esigenza. Sono tranquilla, faccio colazione. Magari all’inizio ho un po’ di agitazione, però dopo… insomma, mi viene proprio voglia di combattere. Quando salgo poi… vado!”

  • Qual è l’obiettivo di Asya per questa Olimpiade?

“L’obiettivo è vincerla. Poi, comunque, si va lì e si prova a fare il meglio. Poi io cercherò di vivermela e di sfruttare tutto il tempo che ho per godermi questa esperienza.”

  • Quali sono le persone che ti sono vicine in questo percorso ed a loro cosa vorresti dire?Final 78ITA POL17 1714922996 1714922996

“Sicuramente devo ringraziare in primis Francesco Bruyere, che mi segue da sempre. Quindi il primo ringraziamento va a lui, ma va anche ad Emidio Centracchio, a mio padre, a tutta l’Accademia Torino che mi dà la possibilità di allenarmi da loro e mi accolgono sempre. E anche a tutta la mia famiglia e tutti quelli che mi sostengono sempre.”

  • Ultima domanda. Preferiresti disputare la finale per l’oro e perderla o la finale per il bronzo e vincerla?

“Non so. Ormai nel tempo ho imparato anche a perdere. Per me già arrivare sul podio è tanto. Le metto sullo stesso piano.”

>>> LA SCHEDA DI ASYA TAVANO

Intervista olimpica (11) Assunta Scutto: Replicare l’oro di Pino! Lo penso da quando entrai in palestra per la prima volta

  • Assunta Scutto
  • Interviste Olimpiche

EDF 3729 1716124769 1716124769Buongiorno Assunta, l’intervista olimpica di oggi tocca a te ed è la numero 11! Vai con la tua presentazione: nome, cognome, categoria di peso e risultati sportivi più importanti.

“Ciao, sono Assunta Scutto, faccio judo e gareggio nella categoria dei 48 kg. Quest’anno ho preso l’argento ai campionati del mondo e nei due anni precedenti avevo preso due bronzi”.

  • Qual è il primo ricordo, anche da bambina, se pensi alla Olimpiade, e qual è invece il pensiero di oggi?

“Il primo ricordo che ho delle Olimpiadi risale alla prima volta che ho messo piede in palestra, perché era la palestra di Pino Maddaloni e quindi ho sempre avuto modo di ascoltare le storie su quando ha vinto a Sydney nel 2000 e da allora ho sempre pensato di replicare la sua impresa. Oggi guardo Parigi con occhi diversi, ma sempre con lo stesso sogno coltivato fin da bambina”.

  • Come immagini possa essere questa esperienza olimpica?

“Essendo la mia prima esperienza olimpica non so che cosa mi aspetta e non so quali possano essere le emozioni che proverò. Ad oggi non riesco a provare ancora nulla e forse è un sogno che non riesco ancora a realizzare. Sicuramente punto a divertirmi, senza avere pressioni e godermi questa prima esperienza consapevole che ne potrò fare anche altre”.

  • Ora prova a chiudere gli occhi ed immagina di essere nel giorno della tua gara, raccontaci come ti prepari, cosa fai per trovare la concentrazione, qual è la tua routine…  48kg MGL ITA 4 1706902337 1706902338

“Se mi immedesimassi nel giorno della gara a Parigi, lo affronterei come ho affrontato tutte le gare, sempre con fede, tanta voglia di vincere, dando tutta me stessa e senza farmi condizionare dal nome della competizione, perché penso che alla fine è una gara come tutte le altre, anche se il titolo ovviamente è più importante, ma cerco di affrontarla dando il meglio di me come sempre”.

  • Qual è l’obiettivo di Susi Scutto per questa Olimpiade?

“Il mio obiettivo, come in ogni gara, è quello di vincere e di esprimermi al massimo… quindi il mio obiettivo per le Olimpiadi di Parigi è quello di vincerle”.

  • Il percorso che porta alle Olimpiadi è un percorso lungo e difficile, con tante figure al tuo fianco ad accompagnarti e sostenerti. Se pensi a loro, che cosa vorresti dire?

“Se penso a tutte le persone che mi sono state vicine in questo percorso mi viene da dire solo un grande grazie. Perché come ogni atleta ho passato momenti bui, infortuni, poca autostima, pressioni e tante persone nel loro piccolo mi hanno aiutato a far uscire quello che c’era in me. Essendo giovane non è stato facile affrontare le prima pressioni e quindi voglio dire grazie a tutte le persone che mi hanno aiutata a maturare prima, mi hanno passato un po’ delle loro esperienze e comunque per vincere un atleta ha bisogno di una squadra, una famiglia ed una persona che gli sta vicino. Io dico grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuta”.

>>> LA SCHEDA DI ASSUNTA SCUTTO

Intervista olimpica (10) Savita Russo: Obiettivo divertirmi e vediamo cosa succede

  • Savita Russo
  • intervista olimpica

Buongiorno Savita, in base all’ordine alfabetico che stiamo seguendo per queste interviste olimpiche tocca a te la numero 10! Vai con la tua presentazione: nome, cognome, categoria di peso e risultati sportivi più importanti.

“Allora, Savita Russo, 63 chili eeeh… ho vinto il campionato d’Europa junior, l’anno scorso… ho fatto terza all’Europeo senior quest’anno. Poi a livello italiano ho fatto terza all’Assoluto nel 2022, terza al Mondiale cadetti 2022 e poi vari titoli italiani”.

  • Se pensi alla parola Olimpiade, così di getto, che cosa ti viene in mente?

“Il top! Qualcosa di grande… tipo… un sogno. Sì, un sogno”.

  • La prima immagine che hai delle Olimpiadi? Il primo ricordo?

“Fabio che ha vinto le Olimpiadi”.

  • Raccontaci un po’, che facevi a quel tempo?

“Non… ma sinceramente non seguivo il judo in quel periodo… ero piccola. Nel 2006 c’avevo… avevo? Quanti anni avevo? Undic’anni, non facevo… però avevo visto che un italiano aveva vinto le Olimpiadi, mi ha incuriosito sta cosa e… era tipo il mio idolo… in quel momento. L’ho visto come un eroe, aveva fatto un’impresa secondo me. Quindi parteciparci ora sembra pazzesco… assurdo”.

  • L’hai raccontato a Fabio questo fatto?

“No, sinceramente no”.  

  • Quindi tu non facevi ancora judo?

“No sì sì, facevo facevo judo, però non seguivo le gare capito… lo facevo così, giusto per… però ho saputo di questo campione olimpico… che bravo!”

  • Che cos’è per te il judo?

“Il judo è vita. Senza il judo non so che cosa farei… come disciplina ti forma e non è solo sport alla fine… no? Impari a vivere veramente. Penso sia la cosa più importante nella mia vita… per ora. Oltre la famiglia, gli amici… poi c’è il judo”.

  • Ritornando all’Olimpiade, una domanda banale, qual è l’obiettivo di Savita per le Olimpiadi di Parigi?

“Allora l’obiettivo… allora… vincere sicuramente è il massimo che può succedere, qualsiasi gara se la vinci fai il massimo, no? Però principalmente secondo me è divertirmi pure… molti mi hanno detto di vivere quest’esperienza tranquilla, perché sei giovane, è la tua prima Olimpiade… comunque una tappa molto importante nella mia vita, però se la vivo male, piena di ansia e piena di pressioni, non ha senso, non mi rimane nulla di buono come esperienza… però invece divertendomi sarà una bella esperienza, al di là del risultato eccetera”.

  • Quindi non ti interessa vincere una medaglia?

“No, cioè… non è l’obiettivo primario, ma la prima cosa è divertirmi, esprimere il judo che so fare e poi vediamo che succede”.

  • Che cosa ti ricordi del momento in cui ti è stata data la notizia che eri qualificata per le Olimpiadi?

“Quando mi è arrivata proprio la certezza… perché c’era un periodo che forse… forse sì e forse no… si passava dall’uno all’altro e non si capiva niente… perché tipo fino al mondiale avevo la quota. Poi dopo il mondiale, essendo che è andata male la gara, non si sapeva a chi sarebbe andata questa quota… quindi le possibilità erano proprio minime, però io ho detto se la possibilità c’è perché non sperarci ancora? E poi quando mi è arrivata la notizia io stavo da mia nonna… sì, da mia nonna, e c’erano tutti i parenti là. E allora ho detto alla nonna: nonna, a luglio vado a fare una gara, le ho detto. E lei, manco sa che a luglio c’è la gara, ha detto: che gara devi fare? Vado a Parigi! È scoppiata a piangere! Credo sia stato un traguardo per tutta la mia famiglia, non solo per me. Vederli così felici quando ho detto questa cosa è stato molto bello”.

  • Il percorso che porta alle Olimpiadi è un percorso lungo ed articolato, che comprende molte figure diverse. Se pensi a queste persone, cosa vorresti dir loro in questo momento?

“Grazie per tutto quello che hanno fatto, perché senza di loro non sarei qua. Per esempio, io mi alleno a Scicli, ma non sono di Scicli, sono di Ragusa. E quindi ogni giorno, da tipo cinque anni, ci accompagnano i genitori, si danno il cambio per accompagnarci… è tipo mezz’oretta ed ogni volta ci accompagnano, aspettano là l’allenamento, finiamo e loro di nuovo ci accompagnano a casa. Cioè è comunque un impegno per tutti loro. Quindi veramente grazie per quello che hanno fatto, sennò non saremmo qui. Una partecipazione alle Olimpiadi è un modo per ringraziarli tutti, anche se loro dicono che sacrifici non sono, perché se una cosa la fai con piacere non è un sacrificio. Però sempre sacrifici sono, perché spendi tempo, denaro per tutto questo percorso che abbiamo fatto. Un percorso di alti e tantissimi bassi, ma il fatto di non avere mai smesso di credere in me, ecco, li ringrazio per quello”.

  • Se provi a chiudere gli occhi e pensi che oggi è il giorno della gara, puoi raccontarci qual è la tua routine? Come ti prepari, quali sono i modi per trovare la concentrazione? Portaci con te in questi momenti…

“Allora io il giorno della gara… intanto già dalla mattina il telefono scompare. Cioè non lo utilizzo assolutamente, né musica… perché mi distraggono anziché farmi concentrare. Poi alla mattina… quindi mi alzo, sicuramente avrò ansia, quello è sicuro… mi alzo, faccio colazione, anche se non ho fame perché l’ansia mi toglie la fame… però mi costringo che devo mangiare, perché se no non faccio niente… poi vado al palazzetto e là già inizia a crescere l’ansia, poi quando metti il judogi ed inizi a scaldarti un po’ ti tranquillizzi ed entri nella mentalità della gara e poi… poi quando ti chiamano è finita. Quando ti chiamano per salire sul tatami è brutto, molto brutto. Però quando sali poi ti passa. Il tempo che fai quel percorso là ti passa”.

  • Se tu dovessi vincere una medaglia, quale potrebbe essere il primo pensiero che ti viene in mente?

Gabi Juan European Judo Championships Seniors Zagreb 2024 2024 3116061“Il primo pensiero che mi viene in mente? La mia famiglia sicuramente, il mio maestro, che sarà là, spero, a vedere la gara eeee… sarò felice, perché una medaglia olimpica è tanta roba. Però non lo so, perché secondo me manco m’immagino cosa sarebbe… no, secondo me non immagino”.

  • Anche se non riesci ad immaginarla, se la dovessi dedicare a qualcuno, chi sarebbe?

“La famiglia. Poi la palestra, sì il maestro sicuramente, perché è lui che mi segue da cinque anni, perché ho cambiato palestra, però tutti i miei compagni, tutti gli altri allenatori, perché senza di loro non avrei potuto fare mai niente… mi sostengono, mi aiutano, per allenarmi perché se no da sola… judo è uno sport individuale, ma c’è bisogno di tutto quello che c’è intorno”.

  • Una dedica a te stessa?

“A me stessa pure? A vabbè, per tutto l’impegno che ci ho messo, perché è comunque un sogno arrivare là. Però se mi chiedi, cosa proverò nel caso andassi in finale? Sì, sicuramente: grazie anche a me!”.  

>>> LA SCHEDA DI SAVITA RUSSO

Intervista olimpica (9) Kim Polling: Punto all’oro ma essere a Parigi con Andrea e Aurora sugli spalti è già una vittoria

  • Kim Polling
  • intervista olimpica

EDF 7503 1716552007 1716552007Buongiorno Kim, per iniziare presentati! Nome, cognome, categoria di peso e risultati sportivi più importanti.

“Ciao! Mi chiamo Kim Polling, faccio judo nella categoria fino a 70 kg e combatterò il 31 di luglio alle Olimpiadi. Ho vinto 4 volte il Master, 4 volte gli Europei, sono stata anche per 4 anni numero uno del mondo e adesso spero di vincere le Olimpiadi”.

  • Se ti dico la parola Olimpiade, qual è il primo pensiero che ricordi di quand’eri bambina e qual è invece quello di oggi?

“Se penso alla parola Olimpiade… non so molto bene quello che penso, perché 2016 è stato un po’ un disastro, ho perso al primo incontro con la giapponese che poi ha vinto l’oro, solo che ero prima dei quarti di finale ed ero fuori, anche se ero la numero uno del mondo, ma ero fuori ed è stata dura. E nel 2020, o 2021 è stato ancora peggio, perché non sono neanche andata, anche se ero qualificata perché ero numero tre del mondo, ma non sono stata selezionata, e forse è stato peggio… quindi non so molto bene come mi sento con le Olimpiadi, perché le mie esperienze non sono proprio fantastiche. Però l’obiettivo adesso per queste Olimpiadi a Parigi è che siano fantastiche e che quando ritornerò a casa io possa essere almeno un po’ più contenta”.

  • Se provi a chiudere gli occhi e pensi che oggi è il giorno della gara, puoi raccontarci qual è la tua routine? Come ti prepari, quali sono i modi per trovare la concentrazione? Portaci con te in questi momenti…

“Ok, oggi è la mia gara e io di solito non conosco il mio sorteggio, quindi prima, durante o dopo la colazione chiederò con chi devo combattere il primo incontro e poi prendo il pullman per andare al palazzetto. Quando sei lì è abbastanza facile, perché un’ora prima di combattere inizio il riscaldamento, prendo le cose che il nutrizionista ha previsto per me, poi non ho cose speciali che faccio sempre, aspetto il combattimento con la musica finché viene concesso di tenere le cuffie e poi vado a combattere”.

  • Qual è l’obiettivo di Kim Polling per questa Olimpiade?

“Voglio vincere, questo è sicuro! Voglio proprio vincere. E se non ce la faccio a vincere, allora spero di prendere una medaglia! E se non arriva nemmeno la medaglia, per me è importante che abbia dato tutto quello che ho dentro di me… con mia figlia sugli spalti, anche se ha due anni e probabilmente per lei sarà tutto fantastico a prescindere, ma vorrei che si senta orgogliosa di me quando sarà più grande”.

  • Il percorso che porta alle Olimpiadi è un percorso lungo ed articolato, che comprende molte figure diverse. Se pensi a queste persone, cosa vorresti dir loro in questo momento?

“La risposta a questa domanda è facile, perché è grazie ad Andrea, mio marito, se sono qui. Ma qui intendo nel mondo del judo, perché dopo Tokyo ho voluto smettere, perché volevo diventare mamma. E non ho mai pensato di essere sia atleta che mamma. Ed è stato Andrea che mi ha detto: Ma Kim, puoi essere entrambe le cose! Ci sono anch’io a casa e così è andata. E adesso siamo tutti qua, con Andrea e Aurora sugli spalti, esattamente come mi aveva detto a luglio 2021, quando ero un po’ in crisi, che non sapevo cosa volessi fare dopo che non sono stata selezionata per le Olimpiadi a Tokyo.

È grazie ad Andrea che ho fatto entrambe le cose e adesso mi sono qualificata per la mia terza Olimpiade, la seconda in cui andrò a combattere. Non c’è una parola che ho per lui, perché lui è super, è proprio tutto grazie a lui”.

>>> LA SCHEDA DI KIM POLLING

Intervista olimpica (8) Gennaro Pirelli: a Parigi cercherò il suo sguardo sugli spalti

  • Gennaro Pirelli
  • intervista olimpica

Final100SUI ITA12 1714922665 1714922665Buongiorno Gennaro, prima domanda… facile facile… Chi vince a Parigi nella tua categoria di peso?

“Io!”

  • A posto. No, non è scontato che uno dica io…

“No, però… cioè… a 100 kg credo sia una delle categorie più difficili… credo… però chi è che non dice che va lì per vincere, quindi…

  • Un passo indietro, mi dici nome e cognome, categoria di peso e cosa hai vinto in questi anni

“Sono Gennaro Pirelli, categoria 100 chili e in questi anni, la medaglia più importante è stata quella all’europeo di qualche mese fa, dopo un periodo buio, dopo l’operazione alla caviglia. Però come prima medaglia, proprio più importante della mia vita è stato il Grand Slam di Tokyo, essendo stato il primo italiano a vincere questo torneo, quindi ricordato per questo inizialmente. E poi, un’altra medaglia importante è stata quella della chiusura della qualificazione, quella a Dushanbe, la settimana dopo l’europeo. Questi sono i miei risultati più importanti”.

  • Qual è il primo ricordo o il primo pensiero che hai dell’Olimpiade da bambino o da ragazzo e quel è invece quello di oggi?

“Allora, il primo a vedere all’Olimpiade… anzi non l’ho visto in live perché ero appena nato, però nei successivi ho visto Pino vincere quell’Olimpiade a Sydney, quindi è stato pure un’ispirazione, ma io ho anche altri compagni come Christian, che hanno fatto le Olimpiadi e vederli lì, e poi immaginare di arrivare il quadriennio dopo a fare le Olimpiadi assieme a lui è una bella sensazione, una cosa che prima immaginavi ed ora riesci a raggiungere. Quindi io credo, come aspettativa di questa Olimpiade, come esperienza totalmente nuova, vado lì sicuramente per vincere, per assaporare questa nuova avventura, perché da lì parte tutto… quindi, non ti nascondo che sono ancora emozionato, cioè devo ancora realizzare bene. Ho iniziato a gareggiare nei 100 kg un anno e mezzo fa, categoria nuova perché io prima facevo i 90. E non avevo tante aspettative, però poi quando non ci pensi, dai tanto, dai di più a volte. E infatti, ancora non ci credo che vada lì, a Parigi, per combattere per l’oro. Eh… è bello veramente”.

  • Se pensi che oggi è il giorno della tua gara, come riesci ad immaginarlo? Dal risveglio, se fai una colazione specifica, se ascolti una musica particolare, prova un attimo a vivere quei momenti…

“Allora io inizio la giornata… cerco di non pensarci la notte prima, cerco di dormire bene, tra virgolette, cosa che non riesco mai a fare perché sono abbastanza ansioso, nervoso. Però la mattina mi sveglio con quel focus proprio sulla gara, ed anche se sembra banale partire con la colazione giusta, non appesantirmi, sentirmi proprio quelle sensazioni giuste ed anche l’ansia fa parte di quel momento. Quindi parto dal fare colazione leggera, cuffiette nelle orecchie dal momento in cui esco dalla stanza e poi parto con la fase di riscaldamento, ma sempre focalizzato. Cerco di essere focalizzato al massimo da quando apro gli occhi la mattina, mentre il giorno prima ed i giorni prima cerco di stare il più rilassato possibile, perché gara dopo gara in questo quadriennio ho imparato tanto, e questo è fondamentale, arrivare a pensare alla gara solo la mattina. Perché altrimenti mi do troppa pressione e non riesco a dare il meglio di me stesso quel giorno”.

  • Vivere l’esperienza della tua prima Olimpiade ed il fatto che Parigi è sostanzialmente vicina per parenti e amici, che cosa ti fa pensare?

“Allora in questi anni la mia famiglia non è mai venuta a vedere una gara, mai. Perché non ha mai avuto la possibilità, quindi vedere soprattutto mia madre sugli spalti, perché io il suo sguardo andrò a cercare, vedere che è lì con me, sicuramente avrò tutt’altra energia e avrò sensazioni diverse, lo so già, perché per me lei è il mio punto di forza, fin da piccolo. È una sensazione diversa che ora non ti so spiegare, ma quando arriverò lì, solo ad immaginare mi vengono i brividi. Mi ha cresciuto lei, sono sempre stato con lei, lei è stato il mio punto di forza da piccolo, mi portava in palestra, dopo giornate di lavoro, cose che potrei raccontare fino all’infinito. Il fatto che lei, la prima gara che vedrà è l’Olimpiade a Parigi, è una cosa che non ha prezzo. Non ci sono parole per descrivere questa cosa”.

  • Se le volessi dire qualcosa?

“Qua scappa la lacrimuccia… che tutto quello che faccio è per lei. E tutti i sacrifici che ha fatto per me… mo sta scappando a lacrimuccia… e quello che continuerò a fare è solo per lei”.

  • C’è qualcun altro di questa famiglia allargata che vuoi ricordare in questo percorso impegnativo di gioie, dolori, vittorie, sconfitte che ti ha portato a Parigi?

“Guarda, oltre ai miei compagni, Christian, Antonio, i ragazzi con i quali mi alleno, i miei allenatori… c’è stato un periodo che ci hanno creduto più loro. Perché dopo l’operazione ho avuto un calo drastico, l’avrò detto migliaia di volte, però quando hai una squadra, qualcuno che crede a volte più di te, è quello che ti permette di salire il gradino più alto. Quindi oltre mia madre ci sono i miei allenatori, i miei amici… perché io credo che senza un gruppo forte non vai da nessuna parte. Arriva sempre il punto da parte dell’atleta che non crede in se stesso. Chiunque credo abbia affrontato un periodo del genere ed è proprio lì che interviene il discorso dell’allenatore che ti trascina, degli amici che durante l’allenamento di stimolano a spingere di più, anche quando non ne hai voglia. Mi è capitato tante volte, soprattutto dopo l’operazione alla caviglia avuta a settembre. Sono stato tre mesi qui ad Ostia a fare fisioterapia mattina e sera, dalle nove fino alle sei di sera, fare allenamento dopo e sentire, loro che avevano fatto l’allenamento a Napoli, che mi chiamavano per assicurarsi che avessi fatto l’allenamento, se la fisioterapia era andata bene… è veramente molto importante avere un gruppo del genere, così forte ed unito”.

>>> LA SCHEDA DI GENNARO PIRELLI

Intervista olimpica (7) Matteo Piras: Parigi? la trama di un bel film… con un gran finale

  • Matteo Piras,
  • intervista olimpica

322 20230324 tbilisi gs ijf 66kg bronze ita piras geo margvelashvili c gsBuongiorno Matteo, domanda facile facile per rompere il ghiaccio… Chi vince a Parigi nella tua categoria?

“Nella mia categoria? Embè, ce l’hai davanti! È facile, manco devi pensare il nome”.

  • Ok, nome e cognome, categoria di peso e maggiori successi sportivi.

“Allora, sono Matteo Piras, 66 kg, nella mia carriera il primo grande risultato che ho ottenuto è quello del 2007, campione italiano esordiente B, quindi U15. Il primo anno avevo perso e l’anno successivo che ho vinto è stata un’emozione infinita. Già essere per la prima volta in quel palazzetto a Roma è stato un sogno, allora non c’erano tutti i social di oggi. Poi un altro grande risultato per me è stato quando ho fatto bronzo alle Universiadi a Gwangju nel 2015, era da dodici anni che l’Italia non prendeva una medaglia alle Universiadi e poi, l’ultimo grande risultato è la qualificazione per queste Olimpiadi. che è arrivata a 31 anni, dopo tanta tanta fatica.”.

  • Qual è il primo ricordo o il primo pensiero che hai dell’Olimpiade da bambino o da ragazzo e quel è invece quello di oggi?

“Il primo ricordo, essendo io nato nel 1993, in una famiglia di judoka, il judo si respirava costantemente in casa ed il judo, negli anni 90, si poteva vedere soltanto in Tv alle Olimpiadi e quindi la prima di cui ho un ricordo è quella di Sydney, poi è arrivato l’oro di Pino Maddaloni e quindi quello è stato il primo ricordo enorme. Poi ho avuto la fortuna di crescere all’interno di questo ambiente, poi è arrivata Atene nel 2004, Pechino 2008 e le ho vissute ancora di più. È arrivato l’oro di Giulia Quintavalle, che ho avuto la fortuna di vedere durante la preparazione olimpica perché sono stato al Centro Olimpico, perché già ero un pochino più grande. E poi quelle di Londra 2012 con Rosalba Forciniti, che ho avuto la fortuna, ancora di più, di essere convocato in ritiro come sparring partner di Francesco Faraldo, anche lui 66 kg che ha partecipato alle Olimpiadi, e quindi le ho vissute a pelle, vedendole lì sopra. Poi quelle di Rio, con l’oro di Fabio Basile, mio compagno di palestra dal 2004, quindi sono vent’anni che ci alleniamo nella stessa palestra. E quindi era ancora di più, fino a Tokyo 2021 con tutti i ragazzi che ho visto crescere, ovviamente parlo del livello maschile, ma ci sono anche tutte le donne. Odette, io ho avuto modo di stare in nazionale dal 2009 fino ad oggi, quindi sono tantissimi anni. Fra l’altro c’è un aneddoto di due anni fa, quando le dissi che della nazionale cadetti del 2009, di quelli che continuavano a fare gare, eravamo rimasti solo più quattro, quindi io, Fabio, Odette e Maria. E di questi quattro ero l’unico che non aveva fatto le Olimpiadi, e anche l’unico che non ha fatto medaglia…

E quindi, due anni fa, quando è successo quello che è successo, che mi sono congedato per cercare di inseguire questo sogno, che mi era stato impedito di raggiungere… due anni fa ho detto proprio questa cosa qua a Odette, e l’altro giorno gliel’ho ricordato di nuovo e mi fa: vedi che ce l’hai fatta. E quindi, per arrivare a Parigi, il mio ricordo è proprio quel momento preciso del campionato del mondo in cui stavo guardando l’incontro di Elios sul maxischermo, cercavo di capire se riuscissi o no a qualificarmi matematicamente. E nel momento in cui è finito l’incontro, mi ricordo che mi sono girato, vedevo tutto il tatami del riscaldamento, ma non vedevo niente. Era come essere in una bolla e la prima cosa che ho fatto è stato allargare le braccia, solo come un pazzo in mezzo al tatami. Poi sono crollato in ginocchio e… e mi sono messo a piangere”. KUL 3153 1715338716 1715338716

  • Questa è la tua prima Olimpiade, come immagini sarà vivere l’esperienza a Parigi, non solo la gara?

“Non te lo so dire, perché non l’ho mai fatto. L’ho sempre sognato, immaginato, costruito, ricostruito con i giocattoli da bambino, le premiazioni, le cerimonie, ma non l’ho mai vissuto. Non ho aspettative. Un po’ perché ho imparato a stare nel qui ed ora, così puoi goderti a pieno l’essenza di quello che è quello che succede. Per esempio, non mi sono fatto aspettative su questa intervista, mi sono detto: vado lì e quello che mi chiedono mi chiedono e quello che dico dico. E la prima cosa che mi esce, è quella più sentita, più veritiera. Se poi ci penso ci metto dentro mille cose e quindi, per rispondere alla domanda, starò nel qui ed ora e quello che sarà sarà”.

  • Nel qui ed ora ci sono anche tutte le persone che ti stanno intorno e per queste persone che ti sono state vicine in questo percorso, hai un pensiero per loro?

“A loro direi innanzitutto che avete guardato un bel film. E avete scelto, soprattutto, di sedervi, comprare il biglietto, andare fino al cinema, mettervi lì e fare proprio lo spettatore di un bel film. Con una bella trama, bello svolgimento ed un gran finale”.

>>> LA SCHEDA DI MATTEO PIRAS

Intervista olimpica (6) Christian Parlati: Se non avrò rimpianti da Parigi tornerò felice

  • Christian Parlati
  • intervista olimpica

Buongiorno Christian, anche per te la domanda a bruciapelo… Chi vince la medaglia d’oro dei 90 kg a Parigi?

“Ecchè ti dico un altro?” (risate)

  • Ok, nome e cognome, categoria di peso e migliori risultati.

“Allora, mi chiamo Christian Parlati, ho 26 anni e sono vicecampione del mondo di judo”.

Qual è il primo ricordo o il primo pensiero che hai dell’Olimpiade da bambino o da ragazzo e quel è invece quello di oggi?

“Sono sempre stato appassionato delle Olimpiadi e non solo di judo, mi sono sempre piaciute di tutti gli sport. Da piccolo ricordo che guardavo i video di Pino Maddaloni, Lee Won-Hee, il coreano che ha vinto le Olimpiadi ad Atene. E di Iliadis anche, che ha vinto le Olimpiadi ad Atene, diciamo che ho preso ispirazione da loro e mi dava molta energia guardare questi video. Poi sono cresciuto e ho visto poi l’oro di Fabio Basile ed è stata una grande emozione. Anzi, forse un passo indietro, un’estate ho visto anche l’oro di Giulia Quintavalle, è stato davvero emozionante”.

  • Ed oggi?

“Oggi… questa è la mia seconda Olimpiade e sicuramente la vivo con maggiore consapevolezza e adesso, la sola cosa che penso è che non vedo l’ora che venga questo momento”.

  • Fai un passo indietro. Com’è stata Tokyo, a parte la gara, proprio vivere l’Olimpiade che è stata particolare per la pandemia, e come ti aspetti possa essere l’esperienza di Parigi?

“Sicuramente l’Olimpiade di Tokyo è stata un’Olimpiade particolare, perché appunto eravamo in pandemia, però ho ricordi un po’ amari perché eravamo tutti distanziati e non c’era nemmeno connessione fra le nazioni, giustamente. E questa me l’aspetto invece un’Olimpiade più gioiosa”.

  • Se chiudi gli occhi, oggi è il giorno della gara, raccontaci se hai una routine, come ti prepari, dal risveglio, se senti una musica, se fai una colazione particolare, un riscaldamento particolare…

“Se chiudo gli occhi e mi immagino a Parigi non sento ansia, in realtà… penso che sarò tranquillissimo. Ho questa sensazione, almeno al momento. Sarò lì, sarò con la squadra, con il mio partner, penso che sarà divertente più che altro”.

  • Qual è l’obiettivo di questa Olimpiade?

“L’obiettivo di questa Olimpiade è non avere rimpianti. Andare lì e giocarmi tutte le mie carte, perché so quanto valgo, so che se non avrò rimpianti tornerò felice”.

  • Ora pensa ai sacrifici, ai dolori, le gioie e tutte le difficoltà che affronta un atleta per arrivare qua ed a tutte le persone che in questo percorso ti sono state vicine, un pensiero per loro?

20221010 CParlati 11“Sicuramente io sono qui al 99% grazie a tutta la gente che mi aiuta, alla mia famiglia che è veramente focalizzata anche su di me, mia mamma che mi da una mano, mio padre, mio fratello, la mia ragazza, tutti che mi aiutano veramente in quello che faccio, ma forse è riduttivo dire solo loro perché è tutta la mia famiglia che mi dà una mano, anche la mia palestra, sono tutti lì pronti a dare una mano e sicuramente anch’io cerco di dare una mano a loro. Quindi mi sentirei di ringraziarli e spero che sarò lì insieme a tutti loro”.

  • Saranno tutti a Parigi?

“Qualcuno mi viene a vedere e qualcuno sicuramente mi seguirà da casa, ma con il cuore sarà a Parigi assieme a me”.

>>> LA SCHEDA DI CHRISTIAN PARLATI

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