Laura Di Toma: un grande grazie a chi ha creduto in noi
Laura Di Toma ha promosso tutta la squadra azzurra che ha gareggiato nell’Arena Champ-de-Mars a Parigi. Friulana di Osoppo, 70 anni il prossimo 5 settembre portati con l’eleganza della donna di Sport con la maiuscola, il direttore tecnico della nazionale italiana di judo, che a Parigi ha ottenuto un primo, tre quinti posti individuali ed il quinto posto a squadre, ha fatto il suo bilancio.
“Sono contenta, contentissima per Alice, e senza dubbio hanno un valore importante anche i quinti posti, perché sono quattro finali olimpiche disputate. Ma soprattutto sono contenta perché tutti, ragazze e ragazzi, hanno combattuto davvero come dei leoni”.
“Certo -ha puntualizzato la Di Toma- ci si aspettava un risultato diverso e voglio dire anche che gli atleti lo avrebbero meritato assieme a tutti quelli che hanno lavorato con loro e per loro. Su alcune cose abbiamo le nostre responsabilità e sono sicura che ciascuna e ciascuno di noi abbia già fatto i conti con le proprie. Ci sono state altre cose però, per le quali abbiamo pagato un conto salato per i problemi evidenziati da un sistema arbitrale non perfetto. Nessuno lo è e nessuno ha la pretesa che lo sia un sistema che accende discussioni in tutti gli ambiti sportivi. Ma ostinarsi a voler sembrare perfetti, a fronte di decisioni diverse su situazioni analoghe, è un aspetto che destabilizza la credibilità. Non faccio mai polemica, né intendo farla ora, ma a Parigi il confronto con i colleghi delle altre nazioni è stato chiaro, immediato e diretto, e sostanzialmente unanime su questo punto”.
- Avendone la possibilità individui qualcosa in particolare che faresti diversamente?
“Sono diverse le cose che, nel mio modo di vedere, si sarebbero potute fare diversamente, ma tutte le scelte, anche le più controverse, alla fine sono state condivise all’interno di un gruppo di lavoro. Non si può dire sempre sì a tutto ed i no devono essere accompagnati sempre da ragionamenti coerenti. Ci sarà il momento per fare un’analisi seria ed approfondita nei tempi e nei modi più opportuni con tutta la direzione tecnica nazionale, ma oggi è il momento per rivolgere un grande grazie a tutta la squadra, a chi ha creduto in noi, a chi ci ha sostenuti, al grande e faticoso lavoro svolto dai capi allenatori, a tutti i collaboratori ed anche da chi, nella direzione tecnica nazionale, ha fatto scelte e ha girato il mondo per seguire tutte le gare”.
Le riflessioni dei due capi-allenatori: Raffaele Parlati e Francesco Bruyere
Le riflessioni dei due capi-allenatori: Raffaele Parlati e Francesco Bruyere
"E' sotto gli occhi di tutti che oggi abbiamo visto una grande Italia -ha detto Raffaele Parlati, capo allenatore maschile- i ragazzi hanno dato l'anima e meritavano la medaglia. Cosi non è stato, ma usciamo a testa alta da un'Olimpiade che definirei "molto particolare" sotto tanti punti di vista".
"Non è arrivata la medaglia, ma abbiamo dimostrato al mondo di che pasta è fatta questa Nazionale. -ha detto a sua volta Francesco Bruyere, capo allenatore femminile- Ognuno di questi ragazzi si è messo a disposizione dei compagni, con coraggio, fiducia e tanto cuore, senza mai tirarsi indietro davanti a nulla. Abbiamo lottato come leoni, ci siamo sostenuti come una squadra, abbiamo esultato e pianto insieme e, alla fine, ci siamo leccati le ferite per rialzarci insieme. Che squadra ragazzi…che viaggio meraviglioso, non abbiamo una medaglia e ci dispiace tantissimo, ma abbiamo il cuore pieno di emozioni che speriamo abbiate potuto condividere con noi. Sempre fiero e orgoglioso di questa squadra. Grazie".
Olimpiadi mixed teams sfuma il bronzo! Italia bella ma quinta
È sfumata allo spareggio la medaglia di bronzo per l’Italia. Il Brasile ha vinto 4 a 3. Una finale coinvolgente, emozionante e trascinante, che riviviamo assieme.
Ci siamo. La prima delle due finali per il bronzo è Brasile-Italia. e si comincia con i 90 kg, Rafael Macedo e Christian Parlati. L’azzurro è sornione e controlla i movimenti del brasiliano, inserendosi con le sue lunghe leve, le sanzioni arrivano una dopo l’altra per Macedo. Siamo a due.uno shido arriva anche per Christian che mantiene però il controllo dell’azione. E si va al golden score. E purtroppo Macedo trova il guizzo, ashi guruma: ippon.
Asya Tavano è di fronte a Beatriz Silva. L’azzurra ci prova, attacca, ma Silva la ribalta, wazari e chiude con immobilizzazione.
Gennaro Pirelli con Leonardo Goncalves… prese fatte e strappate fino al golden score, poi l’azzurro attacca, Goncalves fa gaeshi ma la spinta di Gennaro prevale ed è wazari
Veronica Toniolo e Rafaela Silva, guerra di posizioni che si fronteggiano, disturbando con i pedi, entrambe… poi Veronica attacca uchi mata, Silva va in controtecnica, wazari e poi leva al braccio
Siamo sul 3 a 1 e tocca a Manuel Lombardo con William Lima. Dopo un minuto e mezzo entrambi hanno attaccato e parato senza sosta, è davvero un grande incontro. Si va al golden score, che inizia con il secondo shido a Lombardo. Ennesimo attacco basso di Lima e Manuel questa volta è prontissimo ad evitare e schiacciare: ippon. tre a due ed il cerino va in mano di Savita Russo. Con Ketleyn Quadros è subito in salita, controtecnica e prende l’azzurra in immobilizzazione, Savita si libera. Wazari per la brasiliana. Savita si accende ed inizia a macinare l’incontro ed a una manciata di secondi dal termine piazza un ippon da favola in seoi otoshi.
Si va allo spareggio ed il sorteggio estrae i 57 kg: Silva e Toniolo. Hajimè: uchi mata di Silva e Veronica cade sulla spalla. L’azione viene rivista e controllata… wazari.
Ha vinto il Brasile. Ma che bella Italia!!!
Olimpiadi mixed teams alle 16 l’Italia si gioca il bronzo con il Brasile
i parte dai 70 kg con Gahie e Polling. La francese immobilizza Kim e la Francia passa 1 a 0. Tocca a Christian Parlati nei 90 kg con Maxime Ngayap-Hambou. Subito shido al francese, falso attacco. Christian non si scompone. Il francese anticipa gli attacchi per sfuggire alle morse dell’azzurro ed a 30” dal termine arriva il secondo shido, passività. Si va al golden score. il terzo shido è per presa alle gambe, vince Parlati: 1 a 1. Tocca a Bellandi e Dicko, due campionesse olimpiche, una di giovedì scorso, l’altra a Tokyo nei +78 kg. Generosissima Alice attacca con determinazione, ma dopo 1’30” Dicko evita, gira e schiaccia: wazari ed immobilizzazione. Gennaro Pirelli adesso affronta la leggenda Teddy Riner… l’azzurro lotta sulle prese come sempre ed anche Riner trova dei problemi… due shido a ciascuno. Pirelli si batte come può, ma dopo due mintui di golden score il terzo shido è per lui, falso attacco. Con Cysique c’è Odette Giuffrida e la differenza di categoria si sente e si vede tutta, alla prima azione la francese gira l’attacco di Odette a suo favore: wazari. Ma la Giuffrida non molla e ci prova ancora, fino alla fine. Vince la Francia: 4 a 1. Andiamo in finale per il bronzo, c’è il Brasile.
Olimpiadi mixed teams: Italia in semifinale con la Francia
Siamo in semifinale con la Francia. Il ixed team azzurro ha messo in riga Ungheria, Georgia, con la quale aveva condiviso la terza piazza a Doha, e l’Uzbekistan.
L’Italia ha sconfitto l’Ungheria ed accede agli ottavi di finale del torneo olimpico mixed-teams. Il punteggio è chiaro: 4 a 1 con Pirelli che ha superato per wazari (sumi gaeshi) al primo incontro Zsombor Veg, Toniolo ha fatto ippon (maki komi) a Reka Pupp nel golden score e Lombardo ha capitalizzato un attacco in ginocchio che ha portato Bence Pongracz ad appoggiare testa e mani sul tatami… squalificato. Kim Polling ha sofferto il ritmo della giovane Szofi Ozbas (bronzo mondiale a Doha nei 63 kg) e nel golden score ha incassato wazari di ura nage. A chiudere la partita è stato Christian Parlati che ha letteralmente braccato Krisztian Toth, costringendolo alla resa con ippon (bear). A quel punto non si è disputato l’ultimo incontro che avrebbe opposto Asya Tavano a Szabina Gercask. Ora ci tocca la Georgia…
Partenza shock con la Georgia, Odette Giuffrida prova subito il suo de ashi su Liparteliani, ma la georgiana lo intuisce evita e rientra: ippon. Tocca a Manuel Lombardo e con Lasha Shavdatuashvili è una vera e propria lotta di prese e di strappi, ricerca di un varco che l’azzurro trova nel golden score con un sasae tsuri komi ashi: ippon. Kim Polling affronta Askilashvili ed è tutto attacchi e contrattacchi. Ed è proprio su un contrattacco della georgiana che l’azzurra spinge e controlla: ippon, 2 a 1 per l’Italia. Christian Parlati e Lasha Bekauri, sfida stellare che si conclude con Bekauri che para l’attacco dell’azzurro in sumi gaeshi, cambia la direzione e lo schiaccia sul tatami: ippon ed è 2 a 2. Bellandi e Somkhishvili si azzuffano, volano manate e per la georgiana è squalifica, Italia in vantaggio. Tocca a Pirelli con Sulamanidze. Per l’azzurro può essere la rivincita dell’individuale, ma dopo 4 minuti di lotta sulle prese, il georgiano fa ippon di seoi otoshi. Tre a tre, il sorteggio richiama sul tatami Lombardo e Shavdatuashivili…
E Manuel controlla, aspetta, prepara e poi spara il suo kata guruma, wazari. È fatta, siamo nei quarti di finale e attendiamo la vincente fra Uzbekistan e Canada…
Quarti di finale con Italia e Uzbekistan, si parte dai 73 kg e Manuel Lombardo affronta Murodjon Yuldoshev. L’attacco buono l’azzurro lo fa in morote seoi nage, ma un attimo prima è suonato il gong che annuncia lo scadere dei 4 minuti. Si va al golden score e dopo 2’20” Manuel riceve il secondo shido che premia gli anticipi dell’uzbeco. Poi al 3’36” Yuldoshev trova lo shime waza che costringe Lombardo alla resa.
Savita Russo scivola nei primi secondi dell’incontro con Matniyazova nei 63 kg, che approfitta ed immobilizza. Savita esce in tempo, ma è wazari per l’uzbeca, che lo porta in fondo. Siamo sotto di due quando sale Christian Parlati con Davlat Bobonov. Passa un minuto, shido per entrambi e 30 secondi più tardi arriva il secondo shido per l’azzurro, sempre per passività. Poi falso attacco dell’uzbeco e siamo pari. Attacco di Parlati e contrattacco di Bobonov a meno 30”, no score. Ultimo secondo, o goshi, ippon per Christian: 2 a 1. Alice Bellandi affronta Kurbanbaeva. Primo shido per entrambe quando sono passati due minuti e quindici, passività. Bellandi parte in o soto gari al minuto 3, wazari. Venti secondi dopo l’altro wazari è ancora con o soto gari: 2 a 2. E Pirelli affronta Yusupov. Dopo due minuti Gennaro Pirelli piazza un seoi nage e passa in vantaggio: wazari. Yusupov cerca la rimonta e attacca, ma Pirelli blocca ed immobilizza, wazari awasete ippon: 3 a 2 per l’Italia. Sale Veronica Toniolo con Shukurjon Aminova e dopo sei minuti di prese opposte ed incrociate e tre shido a due, l’Italia vince 4 a 2 ed è in semifinale con la Francia.
Domani gran finale con il mixed-teams
Le Olimpiadi nell’Arena Champ-de-Mars a Parigi hanno esaurito il programma delle gare individuali con l’assegnazione del terzo titolo olimpico a Teddy Riner. Sette giornate, quattordici medaglie d’oro distribuite fra 11 nazioni con l’Italia che, dopo il settimo posto di Assunta Scutto ed i quinti posti di Odette Giuffrida, Manuel Lombardo ed Antonio Esposito, ha fatto il “botto” con il meraviglioso successo di Alice Bellandi. Domani è il momento magico del torneo a squadre miste e l’Italia, che spareggia con l’Ungheria per entrare negli ottavi di finale (con la Georgia in attesa), ha iscritto tutti i tredici nomi dei qualificati per il primo turno.
>>> QUESTA LA POOL D DELL'ITALIA
Questa la squadra:
73kg: Andrea Carlino, Matteo Piras, Manuel Lombardo;
90kg: Antonio Esposito, Christian Parlati;
+90kg: Gennaro Pirelli;
57kg: Assunta Scutto, Odette Giuffrida, Veronica Toniolo;
70kg: Savita Russo, Kim Polling;
+70kg: Alice Bellandi, Asya Tavano
>>> RISULTATI SETTIMA GIORNATA
Settimo giorno: dalla gioia Bellandi all’amarezza Tavano
Dalla sera alla mattina si è passati in un battibaleno dalla gioia incontenibile per il trionfo di Alice Bellandi all’amarezza per la repentina uscita di scena di Asya Tavano. È iniziata così, la settima giornata delle gare di judo nell’Arena Champ-de-Mars, con le categorie più pesanti sui tatami, +100 kg maschili e +78 kg femminili, con le aspettative per la prova della ventiduenne friulana che erano moderatamente ottimistiche.
La serba Milica Zabic è atleta di tutto rispetto, 30 anni, quattordicesima nella classifica mondiale, ciononostante Asya Tavano le si è presentata di fronte con un bilancio di due vittorie negli scontri diretti. Eppure, all’iniziato dell’incontro, appena fatte le prese, la serba si è girata ed abbassata in morote seoi nage ed Asya, altro non ha potuto fare che aprire le braccia alla ricerca di appigli cui aggrapparsi. Niente da fare, la caduta è stata inevitabile, sul fianco, ma la serba ha mantenuto le prese immobilizzando l’azzurra: wazari awasete ippon.
“Il judo è forse l’unico sport olimpico, situazionale e ad opposizione diretta, in cui si può perdere in una manciata di secondi e questo alza la tensione al massimo. -è stato il commento di Francesco Bruyere, capo-allenatore azzurro femminile- Gli atleti arrivano con le più grandi aspettative, ma quando mettono il piede su quel tatami scotta più di qualsiasi altro. Devono accettare la pressione e le emozioni che provano per poterle sfruttare a proprio favore.
Sicuramente la tensione per Asya era tanta, ma non abbiamo avuto il tempo di capire se stesse bene o meno, l’avversaria è stata brava a sfruttare il momento ed Asya si è fatta sorprendere. Lei è una ragazza speciale, con potenzialità enormi, che ha fatto un percorso di crescita incredibile nell’ultimo anno, potevamo sicuramente fare molto bene e mi dispiace molto per questo. Sono sicuro però che questa sia stata una bella lezione per lei e che si rialzerà, come ha sempre fatto, migliorando ancora”.
Alice Bellandi è campionessa olimpica
Alice Bellandi è campionessa olimpica. Medaglia d’oro nei 78 kg al termine di una finale dominata dall’inizio alla fine con l’israeliana Inbar Lanir, messa sotto con un wazari di morote seoi nage e, prima dello scadere del tempo, con la terza sanzione per
passività. Alice Bellandi ha vinto le Olimpiadi arrivando da numero uno della classifica mondiale, impresa che a Parigi è stata realizzata anche da altri sei atleti: Diyora Keldiyorova (Uzb) nei 52 kg, Hidayat Heydarov (Aze) nei 73 kg, Christa Deguchi (Can) nei 57 kg, Lasha Bekauri (Geo) nei 90 kg, Barbara Matic (Cro) nei 70 kg e Zelym Kotsoyev (Aze) nei 100 kg.
La gara di Alice Bellandi è iniziata con la vittoria determinante sulla grande Mayra Aguiar (Bra), tre medaglie olimpiche e sette ai mondiali. Partita chiusa con un wazari. Poi un’altra vittoria sulla talentuosa ucraina Yelyzaveta Lytvynenko, portata a tre sanzioni. Alice Bellandi ha quindi vinto nettamente la semifinale dei 78 kg con la portoghese Patricia Sampaio ed in finale per l’oro, l’apoteosi con Inbar Lanir, l’israeliana che nell’altra semifinale aveva sconfitto la tedesca Anna-Marie Wagner. Vittoria d’oro con wazari di seoi nage e poi anche tre sanzioni a fermare il tempo.
“È il sogno di sempre. Non so cosa dire. -ha detto Alice Bellandi fra le lacrime di felicità- Mi sembrava troppo grande per essere mio, invece è realtà! L’ho sognato tutte le notti, ci ho lavorato ogni singolo giorno, ci ho pianto una vita intera…e finalmente è arrivato. Non ci posso neanche credere, mi sembra un sogno. Tutta la mia famiglia, le persone che amo sono qua. Grazie a tutti.”
L’oro di Alice Bellandi è il quinto per il judo italiano ed il secondo femminile.
Sesto giorno: Bellandi in finale per l'oro
Alice Bellandi ha vinto nettamente la semifinale dei 78 kg ed è in finale per l’oro con Inbar Lanir, l’israeliana che nell’altra semifinale ha sconfitto la tedesca Anna-Marie Wagner.
Con le vittorie ottenute su Mayra Aguiar (Bra) per wazari e su Yelyzaveta Lytvynenko (Ukr) per tre sanzioni, Alice Bellandi ha guadagnato la semifinale olimpica dei 78 kg.
Gennaro Pirelli invece, dopo la vittoria ottenuta a spese del croato Zlatko Kumric nei 100 kg, è stato fermato dal georgiano Ilia Sulamanidze, rientrato con uchi mata sull’attacco di seoi nage dell’azzurro.
Per Pirelli, sconfitto agli ottavi di finale, la gara è purtroppo finita, mentre Alice Bellandi combatterà la semifinale alle 16:00 con la portoghese Patricia Sampaio.
“Alice sta bene, è concentrata, motivata e sta mettendo le mani al posto giusto… -ha detto coach Francesco Bruyere- Andiamo avanti così”.
Un giorno alle Olimpiadi… a tu per tu con Elisabetta Fratini
Abbiamo superato il giro di boa per il judo di queste Olimpiadi, che per Elisabetta Fratini sono ormai le quarte alle quali prende parte nel ruolo di IT Team-competition running. Dopo Londra, Rio e Tokyo, i Giochi di Parigi sono praticamente di casa per la nostra Elisabetta, che ci dice subito come le emozioni in questa competizione siano sempre vive.
“L’Olimpiade è sempre l’Olimpiade. È quella gara dove succede l’imprevedibile, dove i più forte perdono e gli inaspettati vincono.”
Qual è secondo te il fattore che rende questa gara diversa da tutte le altre, creando colpi di scena decisamente inaspettati?
“Credo che per tanti l’aspettativa è talmente alta che innesca un sistema di paranoia e stress. Dal punto di vista fisico, è raro che qualcuno arrivi impreparato, visto che oggigiorno tutti utilizzano metodi di allenamento da professionisti.
C’è una pressione mediatica importante ed è anche vero che per qualcuno in particolare ci sia una quantità di stress accumulata già da prima dei giochi, magari conquistando il pass all’ultimo. E poi dobbiamo dirci anche che l’aver avuto i campionati mondiali a maggio ha il suo peso.
Si lavora per quattro anni, ma l’Olimpiade poi si consuma in un giorno, è un lampo se ci pensi.”
Com’è il dietro le quinte di questa Olimpiade?
“Devo dire che la partenza è stata un po’ laboriosa, perché non ci troviamo in un vero palazzetto. Si tratta di una costruzione che era stata fatta per sostituire il Grand Palais nel momento in cui era in restauro. Quindi qui erano state riallocate tutte le mostre che si tenevano dall’altra parte. Il Grand Palais Éphémère è una struttura a croce che è vuota quando non viene utilizzata, ma viene allestita a seconda delle necessità. Per fare un esempio, per questi giorni di competizioni hanno smontato una vetrata enorme per costruire le tribune.
La politica di questi Giochi era quello di utilizzare quello che era già stato costruito e portare i Giochi nella città. Che è molto bello da un lato, ma è chiaro che ha richiesto un dispendio di energie grandissimo.”
Londra, Rio, Tokyo e Parigi… ormai sei un’habitué delle Olimpiadi…
“Si potrebbe dire così, ma la verità è che sono tutte diverse, perché non puoi comparare Londra con Rio o con Tokyo, che abbiamo vissuto in piena pandemia. Qui la cosa di enorme impatto, rispetto al Giappone ad esempio, è che c’è nuovamente il pubblico. Il pubblico francese è uno che non si smentisce. Si spende per tutti, non solo per i suoi beniamini. Per spiegare come sono, basti pensare a ieri, quando Djalo ha perso. È sceso dal tatami, si è fermato un attimo e lo stadio intero si è alzato in piedi a cantargli la Marsigliese come supporto morale.”
Quindi com’è vivere questa Olimpiade che per te è quasi di casa?
“È quasi come farla da noi, conosco gli ufficiali di gara e anche tanti dei volontari. Sono tutte persone
che hanno a che fare col judo. È come essere a casa.
In realtà anche a Tokyo e a Rio era così, ma qui un po’ di più. Non c’è la barriera linguistica ecco. Tutto funziona bene, ci sono tante emozioni. È sempre la cosa che tocca di più.”
E a proposito di emozioni, sappiamo che per te gli atleti sono tutti sullo stesso piano, ma ci sono dei momenti in questi giorni che ti hanno toccata particolarmente?
“Se fosse per me, le Olimpiadi dovrebbero essere come il criterium, con tutti che ricevono una medaglia. - dice sorridendo - Se penso ai momenti vissuti in questi giorni, mi viene in mente, ad esempio, la vittoria di Diyora Keldiyorova, la ragazza dell’Uzbekistan. Non è stata la sua prima vittoria in assoluto, non è una che esce dal nulla, si presentava comunque da numero 1 del ranking. Ma, a parte aver vinto con Uta così facilmente, proviamo ad immaginare cosa significa questo oro. Dieci anni fa nessuno avrebbe potuto pensare che una ragazza che viene dall’Uzbekistan sarebbe arrivata in una finale olimpica. E sono un esempio che dà forza anche alle ragazze che magari non vedono nello sport una possibilità, anche per via dei confini culturali. La medesima cosa può rappresentare in modo diverso la stessa Clarisse (Agbegnenou) che se non fosse stato per quell’errore che ha fatto, sarebbe stata in finale per l’oro, perché comunque la forma per andarci ce l’aveva. E lo ha fatto dopo una maternità, dopo aver “lottato” per potersi esprimere e di aver la sua famiglia al suo fianco. L’immagine di lei con il marito e la bimba è stata bellissima, no?
Continuando su questo filone, è bello anche vedere tante donne a fare le coach, sia per l’ambito maschile che femminile, mentre nemmeno tanti anni fa si vedevano per la maggior parte uomini.”
"Grazie Elisabetta, buona Olimpiade! Ed arrivederci a presto, ma a Spilimbergo!"
(Intervista di Erika Zucchiatti, foto di Emanuele Di Felicantonio)
Quinto giorno senza gioia… anche per Parlati e Polling
“Oggi i nostri atleti sono arrivati in gara con un percorso difficile comprendente anche problemi fisici. Polling ha vinto bene e con determinazione sulla giovane portoghese Pina, una ragazza molto brava ed in crescita. Kim ha poi incontrato la
Matic, ha combattuto ma non è riuscita a concludere. Per quanto riguarda Parlati invece, forse non è entrato in gara, ma anche i migliori perdono ed in questi giorni lo abbiamo visto già molte volte. Lo ripeto ancora una volta, questo è Judo, questa è la gara, questa è l’Olimpiade”.
Laura di Toma, direttore tecnico della nazionale italiana di judo, ha raccontato così questa giornata, la quinta per il judo in questa Olimpiade parigina, senza nascondere l’amarezza, ma rimanendo presente agli impegni che, a questo punto, chiedono una forte reazione da parte di tutto il team azzurro.
Una gioia, che è anche un po’ italiana, è quella arrivata con la medaglia di bronzo dei 70 kg conquistata dalla belga Gabriella Willems, fidanzata con Christian Parlati e con il quale condivide spesso gli allenamenti a Napoli.
Quarto giorno e terzo quinto posto con Antonio Esposito
Quinto posto per Antonio Esposito. Dalla semifinale al quinto posto, il percorso dell’azzurro è stato incredibile, per le difficoltà incontrate e per l’impegno profuso, ma l’esito è stato determinato dal risultato dei due incontri, con Takanori Nagase in semifinale e con Somon Makhmadbekov nella finale per il bronzo. Due sconfitte chiare, ma con un Antonio Esposito che non si è mai risparmiato, né in termini di idee né, tantomeno, di energie. È andata così con il DTN Laura Di Toma che, a caldo, ha detto: “Che ha dato tutto, che è stato bravo, che non si può recriminare nulla, né a lui, né all’incontro”.
Quarto giorno: Esposito è in semifinale!
Antonio Esposito è in semifinale negli 81 kg nella quarta giornata delle Olimpiadi di judo nell’Arena Champ-de-Mars impegna sui due tatami le categorie dei 63 kg femminili ed 81 kg maschili. Al termine del primo blocco di un’altra giornata dura e sorprendente infatti, il trentenne napoletano è riuscito a conquistarsi un posto in prima fila per la corsa alle medaglie. Ma andiamo con ordine.
Per la diciannovenne ragusana Savita Russo il primo turno, che l’ha vista opposta alla ventiquattrenne polacca Angelika Szymanska, argento iridato ad Abu Dhabi due mesi fa, è risultato proibitivo, nonostante l’ottimo incontro. Così lo ha definito infatti il capo-allenatore femminile Francesco Bruyere, sempre disponibile e puntuale:
“Savi ha disputato un ottimo incontro con la vicecampionessa del mondo -ha detto il tecnico azzurro- sicuramente anche per lei un sorteggio sfortunato per rompere il ghiaccio, ma ha comunque dimostrato di essere pronta per questo livello. Per vincere bisogna battere tutti e sono sicuro che questa esperienza aiuterà la nostra giovanissima atleta a farlo”.
Negli 81 kg, intanto, Antonio Esposito non ha avuto difficoltà a superare con wazari di seoi nage e, successivamente, immobilizzazione Valentin Houinato, del Benin. Ora, negli ottavi di finale, affronta il brasiliano Guilherme Schimidt, numero 4 nel ranking mondiale.
Incontro capolavoro quello di Antonio Esposito con Guilherme Schimidt. Bloccato insistentemente alla manica, il brasiliano non ha trovato alternative per esprimersi in attacco, mentre l’azzurro continuava ad incalzarlo, fino ad andare a punto nel golden score con un sode tsuri komi goshi ed il brasiliano caduto dalla parte opposta. Esposito è nei quarti ha affrontato il canadese Francoise Gauthier Drapeau.
Salito con serenità sul tatami Esposito ha saputo trovare l’equilibrio giusto per un incontro complesso e che, questa volta, ha invertito il senso sulla ruota degli Shido premiando l’azzurro. Esposito ha infatti continuato ad attaccare in tutto il match, costringendo l’avversario al terzo shido e dunque alla squalifica ed alla sconfitta.
Ad attenderlo c’è una semifinale durissima contro Takanori Nagase, 30enne giapponese, campione olimpico a Tokyo e bronzo a Rio 2016. Si riparte dalle 16:00!
Terzo giorno: Lombardo e la maledizione del quinto posto
Un’altra volta quinto posto per Manuel Lombardo. Sembra una maledizione. Soprattutto qui a Parigi ed ora, dopo tre giornate di gare stregate. E dopo il quinto posto a Tokyo nei 66 kg, con le sofferenze patite prima, durante e dopo, Manuel Lombardo si è rigenerato e costruito una nuova carriera da leader nei 73 kg, arrivando a Parigi da numero 4, posizione che significa essere fra i più forti al mondo e quindi: tutto è possibile! E così poteva essere dopo che, nel recupero, Manuel Lombardo ha fulminato Arthur Margelidon con il primo attacco. Dopo pochissimi secondi il kata guruma dell’azzurro ha chiuso la partita che valeva l’accesso alla finale per la medaglia di bronzo alle Olimpiadi parigine. Nella gara dei 73 kg è successo di tutto, come accade sempre, soprattutto alle Olimpiadi e da quella lotteria, per la finale di Manuel è uscito il moldavo Adil Osmanov che, per quel che vale, in classifica mondiale è tredicesimo. L’incontro è stato molto acceso ed in sostanziale equilibrio, almeno fino a che, appena superato il secondo minuto, Osmanov si è inventato un attacco in o uchi gari con doppia presa sullo stesso lato. La caduta è secca, l’arbitro annuncia wazari, ma poi disegna nell’aria la forma di un video. I supervisors controllano e correggono: è ippon. Per Manuel Lombardo, un altro quinto posto, in due categorie di peso diverse è, e dev’essere motivo d’orgoglio. Certamente oggi è un incubo.
“Anche se oggi non è andata come ci aspettavamo -ha detto Raffaele Parlati, capo-allenatore maschile- non abbiamo niente da recriminare ai ragazzi, che hanno fatto del loro meglio; la speranza è che la ruota della fortuna giri anche per noi”.
“Un sorteggio sfortunato per entrare in gara -ha detto invece Francesco Bruyere, capo-allenatore femminile- salire su quel tatami è già difficile di per se, farlo subito con un’atleta come la giapponese complica le cose. Veronica però ha affrontato la sfida con la giusta determinazione, purtroppo si è aggiunto un problema alla mano che le ha precluso alcune possibilità tattiche. È sicuramente difficile da mandare giù, ma ora dobbiamo e cerchiamo di recuperare il più possibile per la gara a squadre perché sarà necessario averla nelle migliori condizioni”.
Terzo giorno: Lombardo ai recuperi e Toniolo fermata da Funakubo
Terza giornata alle Olimpiadi a Parigi, ma la musica delle gare di judo purtroppo rimane la stessa dei primi due giorni. A dettar legge è ancora e sempre lo shido. Le penalità continuano a scorrere a fiumi sui tatami nell’Arena Champ-de-Mars, tant’è che non c’è incontro nel quale non se ne assegnino e non si contano più gli incontri che terminano con il dannato e penosissimo shido 3 a shido 2. E giù fischi, indipendentemente dalla legittimità dell’assegnazione, perché il pubblico numerosissimo, appassionato e competente non ne può più, più che una gara questa Olimpiade di judo è diventata una lotteria dove, a vincere, non è il più bravo bensì il più furbo ed il più fortunato. Fatta questa doverosa premessa, Manuel Lombardo combatterà alle 16 per il ripescaggio dei 73 kg dato che, dopo aver vinto bene con il polacco Stodolski ed il tailandese Terada, è stato sconfitto da Akil Gjakova (Kos) nei quarti finali. Come? Ah già… shido 3!
Comunque, tranquilli, non c’è nessun complotto contro l’Italia perché Hashimoto è giapponese ed è stato beffato dalla logica dello shido 3 più che dal francese Joan-Benjamin Gaba, che ha svolto il suo compito che era quello di impedire ad Hashimoto di combattere. Lo ha svolto bene ed il pubblico in questo caso è esploso di felicità per la vittoria del proprio beniamino, anzi del proprio Benjamin, ma in tutti gli altri incontri, Lombardo compreso, hanno sonoramente fischiato. Comunque, così vanno le cose. Attendiamo le 16 per questo spareggio fra Lomabrdo ed il canadese Arthur Margelidon, sconfitto ai quarti da Heydarov per ippon. Sì… per ippon.
In gara oggi, nei 57 kg, Veronica Toniolo che ha affrontato al primo turno Haruka Funakubo. Mentre s’incamminava verso il tatami uno, seguita tre passi indietro dal coach e papà Raffaele, il viso di Veronica Toniolo appariva disteso e rilassato, quasi sorridente. Sono pronta! Questo è sembrato trasmettere e questo è stato l’atteggiamento che ha avuto anche dopo aver iniziato l’incontro con Haruka Funakubo. Il primo turno olimpico dei 57 kg è stato duro e complesso, ma questo lo si sapeva, però l’azzurra ha messo in gioco ogni risorsa disponibile. Contenere la presa della giapponese è stato un problema che ha messo sotto pressione la Toniolo, affaticandola. Una fatica che, nel golden score, ha aperto un varco nella difesa che Funakubo ha visto e sfruttato: o soto gari, wazari. Purtroppo, era il sedicesimo di finale e per Veronica Toniolo, l’Olimpiade è già finita.
“Sono fiero del percorso che ha portato Veronica alla qualificazione Olimpica come numero 10 della WRL Olimpica. Purtroppo, l'infortunio al GS di Parigi ha pregiudicato il nostro percorso di qualificazione che prevedeva di arrivare qui a Parigi come TdS per evitare fino ai quarti le atlete più pericolose. Purtroppo, dunque abbiamo dovuto saltare alcune competizioni che ci avrebbero fatto arrivare con un ranking migliore a Parigi. Se aggiungiamo il sorteggio del Mondiale con la JPN, poi bronzo, e questo sorteggio dell'Olimpiade possiamo dire che un po' di sorte meno sfavorevole sarebbe stata ben accetta. Ora pensiamo a sabato quando ci sarà la gara a squadra è Veronica ritornerà sul tatami”.
Secondo giorno di Olimpiade a Parigi: Giuffrida quinta ed è oltre la leggenda
Quinto posto… Odette Giuffrida alle Olimpiadi a Parigi si è classificata al quinto posto. Dopo l’argento a Rio, dopo il bronzo a Tokyo, a Parigi è arrivato il quinto posto.
“Non ha senso parlare di arbitraggio perché in una gara Olimpica i protagonisti dovrebbero essere gli atleti e non gli arbitri; quindi, preferisco non dar loro tanta importanza… -è il commento del capo-allenatore femminile Francesco Bruyere- Voglio solo ringraziare Odette per avermi concesso l’onore e l’opportunità di essere al suo fianco in questo viaggio, regalandomi oggi l’ennesima grande emozione. Lei è la più forte atleta che io abbia mai conosciuto e oggi me l’ha dimostrato un’altra volta fuori e dentro dal tatami. Grazie!”
Malagó, arbitraggio semifinale Giuffrida fa riflettere ++ N.1 Coni: stesso arbitro di finale 3/o posto si commenta da solo (ANSA) - PARIGI, 28 LUG - "Onestamente dire che fa riflettere è dir poco". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagó, ha commentato all'ANSA l'arbitraggio di semifinale e finalina di judo di Parigi perse entrambe da Odette Giuffrida, in una giornata in cui il team azzurro discute anche sul pugile Mouhiidine e la fiorettista Errigo fanno discutere. "Ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate - ha aggiunto -. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo" (ANSA).
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Olimpiade: giorno 2… attendendo Odette
È torrida la seconda giornata olimpica per la squadra azzurra. Matteo Piras si è sbarazzato al primo turno di Juan Postigos, atleta peruviano alla quarta partecipazione olimpica e che, per la seconda volta, è stato sconfitto al primo turno da un azzurro. Elio Verde infatti, lo affrontò e vinse nel primo turno a Londra nel 2012.
Odette Giuffrida invece, è alla terza Olimpiade e si muove come fosse la padrona di casa, ed in quanto tale conosce a memoria le regole: gentile, ordinata, sicura. E fra pochi minuti affronterà la semifinale con Distria Krasniqi…
Le decisioni arbitrali hanno sempre acceso discussioni e, com’è normale, hanno aperto fronti contrapposti: i pro ed i contro. Spesso (ma non sempre) i fronti rispondono alla parte sostenuta ed il fatto o, se preferite, la regola viene interpretata secondo convenienza. È la vita, o meglio è la debolezza umana e spesso, questa debolezza, per arbitri&supervisors, diventa uno scudo. È così e basta. Non rompete, noi siamo la legge… è così e basta!
Oggi Matteo Piras è andato sotto di wazari. E come ha fatto altre mille volte, ha reagito e l’ha fatto a modo suo: bene, con efficacia! Tocco il piede in ko uchi gari, l’avversario perde l’equilibrio, spingo come non mai e l’altro cade… appena fuori dal tatami. Embè? Cosa c’è che non va? Boh… non è dato saperlo… no score e si va avanti. Ma il team azzurro non ci sta, presenta ricorso… E quindi? La casta… ops, scusateci, i supervisors non sanno come mettere una pezza… Quindi? Silenzio! What’s others? Purtroppo non è una pubblicità e c’è poco da ridere.
“Ho appena finito il confronto con la commissione degli arbitri -ha riferito Raffaele Toniolo che ha affrontato l’impegno assieme ad Alessandro Comi- e la spiegazione è che si tratta di no-score in quanto, quando Buncic toglie il piede sul ko uchi di Matteo, a quel punto non è più ko uchi gari, ma inizia l’azione di sumi gaeshi. Io ho dimostrato che l’azione di sumi gaeshi non è sostenibile in quanto la mano destra di Buncic non fa una presa vera propria, ma appoggia la mano sulla schiena di Matteo in quanto è in pericolo ed altro non può fare che lanciarsi indietro. La nostra versione è rimasta ferma sul fatto che, squilibrato dal ko uchi, spinto e caduto sulla schiena altro non può essere che ippon. Loro, ovviamente, sono rimasti fermi sulle loro posizioni, noi rimaniamo del nostro parere, poi ognuno ha gli occhi per vedere ed ogni potrà giudicare come meglio crede questa azione. Quello che ci tengo a dire è che Matteo è arrivato a questa Olimpiade dando tutto se stesso, ci è arrivato da quinto classificato ad un Mondiale, oggi avrebbe potuto fare una bellissima gara, e molto probabilmente anche una medaglia… però quello che abbiamo subito a livello arbitrale non è stato giusto. L’altra cosa che mi dispiace è che ieri, in occasione degli episodi della svedese e del giapponese, non è stato preso nessun provvedimento. Penso che se un italiano avesse fatto quello che hanno fatto ieri Babulfath e Nagayama, probabilmente avrebbe avuto hansokumake disciplinare e forse anche un seguito”.