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3 argenti per gli juniores azzurri alla Youth League di Venezia

  • WKF
  • Venezia
  • 2021
  • karate 1 Youth League
Irene Marturano

Roma, 10 dicembre 2021 – Tre medaglie d’argento inaugurano l’inizio della Karate 1 Youth League di Venezia, in scena fino a domenica 12 dicembre. L’evento, organizzato da FIJLKAM e WKF, ha ospitato in gara i campioni classe Juniores provenienti da 54 nazioni differenti. Per la nazionale italiana c’erano 13 atleti convocati, tra cui Sonia Inzoli per il kata, Irene Marturano nei 59 kg di kumite, e Matt Steven Ramos nei 68 kg che sono arrivati alla finalissima e tornano a casa con tre medaglie d’argento.

I tre atleti hanno compiuto percorsi eccezionali in tutti i turni eliminatori e si sono arresi ai rispettivi avversari soltanto in finale. Sonia Inzoli, nel kata, ha affrontato una bellissima finale tutta italiana contro Orsola D’Onofrio, del C.A.M. D’Onofrio, che ha vinto dunque la medaglia d’oro. Marturano e Ramos, invece, hanno ceduto il passo rispettivamente alla belga Amina Bougrine e al portoghese Guilherme Goncalves. Due finali tiratissime concluse 4-3 e 3-1.

Per quanto riguarda gli altri azzurri in gara, Gabriele Rossini nei 76 kg e Matteo Avanzini nei +76 kg si sono fermati ai quarti, dopo aver disputato un ottimo pool, così come Aurora Pergolesi nei +59 kg. Non sono invece riusciti a superare il pool Veronica Vitali (48 kg), Giorgia Fabbri (53 kg), Anna Pia Desiderio e Alessandra Schicci (59 kg), Salvatore Bamundo (55 kg) e Mario Agus (61 kg). Infine, Samuele Moscatelli nel kata maschile non è riuscito a imporsi e si è piazzato al 21° posto.

Domani sarà il turno della classe Cadetti: nel kata gareggeranno Roberta Dominici, Leonardo Bombardi e Alex Fuscagni; nel kumite, invece,  Ludovica Legittimo e Valentina Marrucci (47 kg), Daniel Di Bari e Guido Squillante (52 kg), Emma Colletti e Sara Cristina Tancau (54 kg), Emanuele Califano, Fabrizio Giordano e Francesco Loffredo (57 kg), Federico Colonnese e Alvise Toniolo (63 kg), Gabriele Pezzotti e Cristian Torre (70 kg), Emma Ludovica Frizzi e Carlotta Montebello (+54 kg) e Fernando Marino (+70 kg).

Clicca qui per vedere tutti i risultati.

8 medaglie nel kumite: sono 10 in tutto alla Venice Cup per la Nazionale italiana

  • 2021

Roma, 9 dicembre 2021 – Giornata di chiusura alla Venice Cup 2021 di Jesolo con 8 medaglie conquistate dalla nazionale italiana, in questa competizione che vedeva la partecipazione di 30 nazioni differenti e di molti atleti italiani iscritti dalle proprie società. La direzione tecnica giovanile italiana ne ha portati 14, di cui 2 nel kata che hanno vinto due ori, come abbiamo visto ieri, e 12 nel kumite. Il medagliere finale della nazionale è di 10 medaglie, di cui 6 ori, un argento e 3 bronzi.

Nei 50 kg, Asia Agus ha battuto tute le avversarie arrivando in finale contro l’ucraina Yuliia Palashevska alla quale si è arresa sul 2-0, conquistando così la medaglia d’argento. Nella stessa categoria, Lucrezia Molgora si è invece arresa al primo turno contro l’altra ucraina Olga Vasylenko.

Nei 55 kg, Valentina Pacino è uscita al secondo turno contro la lettone Maija Luize Muizniece, dopo aver battuto la belga Maelle Maes 2-1. Ripescata, ha battuto tutte le avversarie e, in finale per il bronzo, ha avuto la meglio sulla bosniaca Paola Kostic.

Nei 61 kg, c’è lo splendido oro di Aurora Graziosi che ha battuto tutte le avversarie tra cui la svizzera Michela Bianchetti in semifinale (8-0) e la slovena Hana Debeljak in finale (6-5). Syria Mancinelli, nella stessa categoria, è invece uscita al primo turno di gara.

Nei 68 kg, Pamela Bodei ha conquistato la medaglia di bronzo. Eliminata al terzo turno del pool, ha poi battuto tutte le avversarie nei ripescaggi e Giorgia Di Cosimo in una finalina tutta italiana.

Nei + 68 kg, invece, ha vinto l’oro Aurora Crivelli. Anche lei ha naturalmente battuto tutte le avversarie, fino alla finale dove ha avuto la meglio sulla bosniaca Stefani Kresic sul risultato di 4-2.

Per quanto riguarda il kumite maschile, Elia Mauro non è riuscito a superare il primo turno di gara dei 60 kg, cedendo il passo allo spagnolo Alex Ortiz in un tiratissimo 6-5, mentre Gianmarco Pacino, nei 67 kg, si è dovuto accontentare del quinto posto. Dopo uno splendido pool, ha perso in semifinale col connazionale Rosario Ruggero della Polizia di Stato e, nella finalina, è stato sconfitto dall’ucraino Artem Sereda.

Nei 75 kg, Daniele De Vivo ha dominato tutta la competizione portando a casa la medaglia d’oro. In semifinale ha avuto ragione dello sloveno Matej Gorisek, mentre in finale dell’ucraino Danylo Kravchuk. Come lui, anche Matteo Fiore negli 84 kg ha conquistato la medaglia più pregiata, battendo in finale un altro connazionale, il giovane Christian Zippoli della F&C.

Nei +84 kg, infine, Vincenzo Riccio ha conquistato la medaglia di bronzo. Sconfitto in finale di pool, è stato ripescato e ha vinto tutti gli incontri, compresa la finalina contro l’ucraino Heorhii Sviridov.

La WKF, inoltre, ha fatto oggi un test mondiale per il punteggio attraverso i joystick con i led luminosi. Un test provato a Venezia, dove domani inizierà la Youth League, proprio perché questo è considerato dalla federazione internazionale come un importante evento pilota. Un bel riconoscimento per la federazione italiana che, ricordiamolo, nel 2024 organizzerà i Mondiali giovanili WKF proprio a Venezia.

L’appuntamento è dunque a domani mattina con la classe Juniores della Youth League di Venezia. Sarà possibile seguire la diretta streaming dal Canale YouTube della WKF.

Il kata alla Venice Cup: Ghinami e Roversi d’oro e tanta Italia

  • venice cup
  • U21
  • 2021
alessio ghinami in azione

Roma, 8 dicembre 2021 – Si è conclusa la prima giornata di Venice Cup a Jesolo con oltre 150 atleti, fra donne e uomini, che hanno combattuto nei 5 stili differenti previsti nell'evento. 

Per la nazionale italiana hanno gareggiato Alessio Ghinami ed Elena Roversi, il primo nello stile Shotokan mentre la seconda nello Shito Ryu, che hanno portato a casa due splendide medaglie d’oro. Dopo aver dominato entrambi tutte le fasi eliminatorie, in finale Alessio Ghinami se l’è vista con Cristian Serra mentre Elena Roversi ha incontrato Serena Dagnino. Due finali tutte italiane, dunque, finite rispettivamente 26.4 a 25.14 e 25.68 a 24.48.

Una giornata che, oltre a vedere la partecipazione di 30 nazioni differenti, conta molti atleti italiani iscritti al torneo dalle proprie società che hanno dominato negli altri stili previsti per la gara di oggi. Segnaliamo gli ori di Laura Meneghetti (ASD Tatakai Karate Team) nel Goju Ryu, di Eva Ferracuti (G.S. Polizia di Stato) e Gabriele Petroni (Master Rapid SKF) nella categoria Other Style, di Francesca Reale (ASI Karate Veneto) nello Shotokan e, infine, di Sara Dobosz (ASD Defence Karate 2000) e Luca Leoni (Eschilo Sporting Village) nel Wado Ryu.

L’appuntamento è rimandato a domani con l’ultimo giorno di Venice Cup U21, destinato al kumite, con i nostri convocati Asia Agus e Lucrezia Molgora (50 kg), Valentina Pacino (55 kg), Elia Mauro (60 kg), Aurora Graziosi e Syria Mancinelli (61 kg), Gianmarco Pacino (67 kg), Pamela Bodei (68 kg), Daniele De Vivo (75 kg), Matteo Fiore (84 kg), Aurora Zinovia Crivelli (+68 kg) e Vincenzo Riccio (+84 kg).

È possibile consultare i risultati in diretta e monitorare l’andamento della gara cliccando qui.

Intervista al Professor Pierluigi Aschieri: 42 anni di Fijlkam e risultati eccezionali

  • Aschieri
  • Federazione
  • 2021

Abbiamo intervistato il professor Pierluigi Aschieri, Direttore Tecnico della Nazionale di Karate uscente. Dal primo dicembre ha lasciato il ruolo a Luca Valdesi, dopo 42 anni dedicati alla Fijlkam e al karate. Abbiamo ripercorso con lui i momenti concettualmente salienti della sua direzione tecnica…

“Sono stato chiamato nel ’79 e ho iniziato come allenatore di kumite”. A quel tempo la federazione di karate si chiamava FIKDA, poi si chiamò FITAK finché, nel 1994, il karate entrò a far parte della FILPJK che, nel 2000, si separò dalla Pesistica e divenne, nella forma ancora attuale, la FIJLKAM. “Quando il maestro Shirai ha lasciato, il Presidente di allora, Dott. Matteo Pellicone, mi ha affidato la Direzione Tecnica e mi sono occupato sia di kata che di kumite, della progettazione, della programmazione e della conduzione degli allenamenti e delle gare. All’inizio non c’era una distinzione così netta tra tecnici e direttore tecnico. Bisognava solamente risolvere tutti i problemi, eravamo in fase pionieristica. Poi, siamo riusciti a strutturarci meglio con degli allenatori specializzati sia nel kata che nel kumite. Ritenevo necessario avere persone super competenti nei ruoli specifici. Naturalmente, andando avanti ci si specializza sempre di più… la prestazione richiesta a livello internazionale è sempre più elevata.”

Ciò che da sempre ha caratterizzato il metodo del professor Aschieri è l’approccio scientifico. Nel ’79 era già docente del CONI ed ha sempre cercato di applicare le conoscenze scientifiche allo sport. “Lo sport ha bisogno della biologia, della biomeccanica e delle Neuroscienze. Lo sport significa sfidare i propri limiti, i limiti della specie. È una questione tutt’altro che banale. Le Scienze dello sport sono l’applicazione della scienza in un ambito specifico, competitivo e altamente specialistico. Siamo entità biologiche intelligenti, quindi meglio ci conosciamo e meglio possiamo esercitarci e competere.

Abbiamo fatto davvero tantissime cose con la Fijlkam. Ma secondo me, opinione personale, la più importante, di cui sono più soddisfatto, è proprio la collaborazione con il mondo della scienza: le ricerche che abbiamo fatto a tutto campo, ad esempio sui neuroni specchio, sono uniche al mondo. È stato possibile perché c’erano il professor Eusebi e il professor Andrea Lino, allora Medico Federale, che lavoravano all’Università Facoltà di Medicina e all’ Istituto Medicina e Scienze dello Sport. Abbiamo potuto fare il lavoro di ricerca e dare evidenza scientifica a determinati fatti che consentono di attuare allenamenti molto efficaci. Oggi siamo molto strutturati anche a Ostia dove abbiamo un Presidio sanitario permanente voluto dal Dott. Fanton e colleghi.”

I neuroni specchio sono stati scoperti da Rizzolati e sono il centro di quell’attività neurale che ci permette di agire e rispondere al contesto in maniera immediata, senza dover affrontare analisi e decisione in maniera conscia. “Le ricerche che abbiamo fatto hanno evidenziato l’esistenza di questa specializzazione neurale. Le ricerche si fanno su gruppi sperimentali e gruppi di controllo. Il gruppo di controllo è costituito dalle ‘persone normali’ attraverso cui si scopre come opera il cervello. Poi si lavora su atleti già affermati, ai quali il campo ha già dato conferma della loro specificità, e si evidenziano le differenze e, soprattutto, la maggiore efficienza neurale che ha il cervello degli atleti agonisti, quindi ‘specializzati’.

I neuroni specchio funzionano sia mentre si fa, sia mentre si vede fare. Il fare è il momento dell’apprendimento. Quando si è in due, si fa e si vede fare. L’altro determina la situazione, la situazionalità. Questi neuroni vengono specializzati proprio in funzione della decodificazione e risoluzione rapida della situazione. Ci sono molti esempi. Si pensi ai bambini che giocano a calcio. All’inizio sono sempre in ritardo, ma poi, piano piano, arrivano a saper prevedere la situazione e presentarsi nel punto giusto al momento giusto. La dinamica dell’anticipo viene chiamata il futuro necessario: stante quella situazione accadrà certamente qualcosa di prevedibile. Agisco nel presente in funzione del futuro desiderato, perché se lavoro nel presente arrivo sempre in ritardo perché rincorro gli eventi. Naturalmente, più è elevata la velocita e più i tempi si riducono. Se ragionassimo sulla situazione arriveremmo, in ritardo.

Ad esempio, nel kumite tutto ciò è fondamentale. La capacità di agire al momento giusto e nel modo corretto, in funzione dei regolamenti. Questo determina successo o insuccesso. Nel kumite c’è l’elemento situazionale per cui il cervello deve analizzare e decidere. Nel kata, invece, il controllo avviene sulla qualità dell’azione. Questo doppio registro in cui funziona il cervello mi ha molto appassionato nel karate.

Come si fa a diffondere questo tipo di approccio? Bisogna continuare, e molto lo abbiamo già fatto, a lavorare per migliorare la professionalità dei tecnici. La didattica giapponese non è adeguata alla nostra cultura. Noi abbiamo bisogno di un approccio che si sposi meglio al modello educativo occidentale.

Grazie al Progetto karate Sport At School, nell’ambito del programma europeo Erasmus+ Sport, in partnership con Portogallo, Spagna, Francia, Germania e Polonia, abbiamo registrato, attraverso determinate metodologie con alla base l’efficienza neurale, che anche i risultati scolastici migliorano. Migliora l’attenzione e il comportamento individuale. Questo consente di attuare dei protocolli in vari ambiti, anche scolastici".

E da qui passiamo a un altro argomento caro al Professor Aschieri come, d’altronde, a tutta la Federazione. La questione scolastica. “Abbiamo parecchi tecnici che operano nelle scuole e questo tipo di lavoro è molto apprezzato. Siamo una Federazione che guarda lontano. Ora il karate è praticato da molti bambini ed è stato possibile grazie al programma del CONI “Corpo – Movimento – Prestazione”. Il Karate è uno sport interessante dal punto di vista della crescita perché riesce a fare cose considerate impossibili. Consideriamo un attacco a velocità elevatissime che produce una grande potenza che, però, non crea il danno. È una capacità enorme questa. Sono movimenti che durano tra i 3 e i 5 decimi di secondo.

Noi, con la vita attuale, abbiamo perso quella razione di moto che avevamo. Da bambini giocavamo in continuazione e facevamo tutta una serie di attività, dalle capriole all’arrampicarsi. Secondo me, la soluzione attuale è la palestra: il luogo che va a vicariare quello che era l’ambiente naturale. Il tatami è una soluzione intelligente che va a sostituire più efficacemente il prato. Inoltre, ai bambini piacciono gli sport da combattimento perché hanno bisogno di interagire fra di loro. Karate, judo e lotta offrono questa situazione".

Ma anche se stiamo migliorando, la situazione del rapporto tra sport e scuola sembra aver bisogno di interventi più strutturali. “In Giappone e negli Stati Uniti lo sport viene fatto a scuola, all’età giusta per sviluppare l’efficienza neurale che deriva dallo sport. Noi siamo andati diverse volte a Gotemba, dove ci sono il liceo e l’università che praticano queste discipline. Lì hanno un campo da baseball, una palestra da 400 metri quadri e una pista da atletica. Ad esempio, nel liceo di Gotemba avevano un allenatore che era anche coach della nazionale e questo liceo ha vinto parecchi ori mondiali. Quando noi ci allenavamo lì, gli studenti del liceo venivano numerosissimi a vederci e a partecipare. E rimediavamo, tra l’altro, degli ottimi sparring partner (prima del Covid naturalmente).

I modelli americano e giapponese permettono una pratica di qualità e molto estesa, perché si allenano tutti i giorni. In Italia i ragazzi si allenano due o tre volte a settimana al massimo e la chiave di volta sono i Club, che fanno il lavoro che non si fa a scuola: due o tre ore alla settimana non bastano! La nostra “educazione fisica” bisognerebbe chiamarla Educazione Motoria, valorizzarla e combattere l’ipocinesi e la sedentarietà dei bambini di oggi. L’attività motoria in età evolutiva è assolutamente indispensabile”.

Eppure, a livello internazionale siamo una nazionale tra le top al mondo, senza dubbio. “Per pareggiare i conti noi abbiamo dovuto metterci la scienza. Siamo la Federazione di riferimento in questo ambito. Molte Federazioni mi chiedono consigli da anni e io, naturalmente, gli do le mie risposte. Anche scambiare informazioni è importante”. 

La carriera di Pierluigi Aschieri alla guida tecnica della Nazionale è stata straordinaria. Le medaglie del karate in ambito internazionale sono innumerevoli e quest’anno c’è stata un’ulteriore storica conferma. Ci sono state le Olimpiadi con i cinque qualificati e le due medaglie di Busà e Bottaro: “In Giappone bisognava stare in bolla. Si usciva dalla stanza soltanto per mangiare e per allenarsi. E questo è stato un problema, è molto stressante e non ci si distende mai a livello mentale. Eppure, noi siamo riusciti a superarla. Anche se non tutto è andato bene a Tokyo: abbiamo avuto due incidenti importanti, uno con Angelo Crescenzo e uno con Silvia Semeraro. Ogni tanto interviene l’imponderabile…

Il karate non sarà olimpico in Francia nel 2024 ma quello che ha fatto vedere in Giappone fa ben sperare. È uno sport che ha delle problematicità di comprensione ma è davvero interessante sia dal punto di vista scientifico che da quello sportivo. A Parigi non ci sarà per una questione di soldi. I Giapponesi hanno investito molto per il karate alle Olimpiadi e i francesi non hanno trovato il consenso governativo. A Los Angeles 2028 non sarà facile, ma ci sono comunque nuove speranze affinché il Karate possa rientrare nel programma olimpico negli Stati Uniti.

Le Olimpiadi sono un appuntamento che si dà l’umanità per sfidare i propri limiti. La molla che tiene in piedi tutto ciò è la curiosità dell’umanità. È stato un grande dispiacere non aver potuto portare questo evento a Roma. L’umanità continua a sfidare i propri limiti in tutti i campi e il più immediatamente percepibile è il campo del sé, del contesto e dell’azione. Noi, dal punto di vista cognitivo, facciamo sempre questo discorso che poi diventa anche concreto. Le neuroscienze ci hanno insegnato tantissimo.”

E poi c’è stato il Mondiale di Dubai, un’altra impresa storica con 10 medaglie conquistate dalla nazionale, tra cui lo storico oro del kumite a squadre: “Questi atleti che hanno vinto il Mondiale erano stati preparati con i protocolli che avevamo usato per la preparazione alle Olimpiadi. Anche loro avevano partecipato, come sparring partner per i nostri atleti di punta, e avevano lavorato con dei carichi molto strutturati in funzione del risultato olimpico. E queste sono cose che il cervello immagazzina e diventano parte del patrimonio individuale del soggetto. Bisogna fare manutenzione e aggiornamento in maniera continua, naturalmente, però il cervello, quando apprende, conserva”.

Al via la Youth League di Venezia e la Venice Cup U21 di Jesolo

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Un momento dei Campionati Italiani Juniores di kumite

Roma, 4 dicembre 2021 – Tutto pronto per le due competizioni internazionali, organizzate dalla FIJLKAM e dalla WKF, in scena in Veneto la settimana prossima: si inizierà mercoledì 8 dicembre con la Venice Cup U21 di Jesolo e si proseguirà da venerdì 10 fino a domenica 12 dicembre con la Karate 1 Youth League di Venezia. Due appuntamenti ormai fissi in Veneto, che quest’anno vedranno la partecipazione di oltre 2000 giovanissimi atleti soltanto per la Youth League. Per quanto riguarda gli azzurri, invece, sono 32 gli atleti convocati per la Youth League e 14 per la Venice Cup U21.

Ecco, di seguito, tutti i convocati della nazionale italiana.

Per la Youth League, dove parteciperanno sia cadetti che juniores:

Nel kata femminile ci sono Roberta Dominici per i Cadetti e Sonia Inzoli per gli Juniores. In quello maschile, invece, Leonardo Bombardi e Alex Fuscagni per i Cadetti e Samuele Moscatelli per gli Juniores.

Nel Kumite, tra gli Juniores, ci saranno Veronica Vitali (48 kg), Giorgia Fabbri (53 kg), Salvatore Bamundo (55 kg), Irene Marturano, Anna Pia Desiderio e Alessandra Schicci (59 kg), Asia Pergolesi (+59 kg), Mario Agus (61 kg), Matt Steven Ramos (68 kg), Gabriele Rossini (76 kg) e Matteo Avanzini (+76 kg).

Tra i Cadetti, invece, Ludovica Legittimo e Valentina Marrucci (47 kg), Daniel Di Bari e Guido Squillante (52 kg), Emma Colletti e Sara Cristina Tancau (54 kg), Emanuele Califano, Fabrizio Giordano e Francesco Loffredo (57 kg), Federico Colonnese e Alvise Toniolo (63 kg), Gabriele Pezzotti e Cristian Torre (70 kg), Emma Ludovica Frizzi e Carlotta Montebello (+54 kg) e Fernando Marino (+70 kg).

Per la Venice Cup U21:

Nel kata ci saranno Elena Roversi e Alessio Ghinami, mentre nel kumite combatteranno Asia Agus e Lucrezia Molgora (50 kg), Val entina Pacino (55 kg), Elia Mauro (60 kg), Aurora Graziosi e Syria Mancinelli (61 kg), Gianmarco Pacino (67 kg), Pamela Bodei (68 kg), Daniele De Vivo (75 kg), Matteo Fiore (84 kg), Aurora Zinovia Crivelli (+68 kg) e Vincenzo Riccio (+84 kg).  

Il programma di gara prevede l’esordio della Venice Cup mercoledì 8 con le eliminatorie e finali del kata, mentre il turno del kumite sarà giovedì 9, sempre con eliminatorie e finali in un’unica giornata. La Youth League, invece, inizierà venerdì 10 con la classe Juniores, sia kata che kumite, con eliminatorie e finali, mentre sabato 11 sarà il turno dei Cadetti.

Conclusi i Campionati Italiani Juniores di kumite al PalaPellicone: ecco i risultati

  • Federazione
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  • 2021
  • Campionati Italiani Juniores

Roma, 28 novembre 2021 – Si è concluso il Campionato Italiano Juniores di kumite del 2021, organizzato dalla Federazione Italiana FIJLKAM, in scena al PalaPellicone di Ostia in questo fine settimana. Altri sei atleti, fra i 556 partecipanti, si sono laureati Campioni d’Italia 2021.

Andiamo a vedere chi sono e da quali società provengono:

F 53 kg Angelica Ghilardotti – C.S. Farnesiana Karate Piacenza

F 66 kg Anna Pia Desiderio – APD Shirai Club S. Valentino

F 74 kg Aurora Ferri – ASD Polisportiva Tevere

M 43-50 kg Guido Squillante – APD Shirai Club S. Valentino

M 55 kg Salvatore Bamundo – ASD Pielle

M 86 kg Matteo Avanzini – ASD Karate Wa Yu Kai Muggio

Per quanto le riguarda le squadre, hanno partecipato al campionato 220 società provenienti da tutto il territorio nazionale. Il podio della classifica femminile vede l’ASD Talarico Karate Team in prima posizione con 26 punti, l’ASD Team Karate Puleo in seconda con 23 punti e il C.S. Farnesiana Karate Piacenza sul gradino più basso del podio con 17 punti. Nella classifica maschile a farla da padrone è invece lo Shirai Club S. Valentino con 25 punti, seguito dall’Ippon Karate Lentini con 21 e dall’ASD Team Karate Ladispoli con 19.

Per vedere la classifica completa per ogni categoria di peso di questi Campionati Italiani Juniores, puoi cliccare qui. 

I primi campioni Juniores di kumite al PalaPellicone

  • PalaPellicone
  • 2021
  • Campionati Italiani Juniores

Roma, 27 novembre 2021 – Conclusa la prima giornata del Campionato Italiano Juniores di Kumite, in scena al PalaPellicone di Ostia oggi e domani. 556 atleti a confronto provenienti da 220 società diverse del territorio nazionale per questa primo appuntamento del Campionato Fijlkam.

Oggi in gara c’erano sette categorie di peso di Kumite. Andiamo a vedere i nuovi campioni nazionali juniores.

F 41-48 kg Aurora Lidia Cozza – ASD Karate San Marco Argentano

F 59 kg Irene Marturano – ASD Ippon Karate Lentini

F +74 kg Gemma Di Bari – ASD Pro Team

M 61 kg Mario Agus – ASD A.T. Karate Club Roma

M 68 kg Alessandro Di Marco – SSD Bracelli Club ARL

M 76 kg Paolo De Chirico – ASD Kyohan Simmi Bari

M +86 kg Gabriele Marino – ASD Team Karate Puleo Firenze

L’appuntamento è rimandato a domani con le ultime categorie di peso dei Campionati Italiani Juniores 2021, in streaming dalla Home Page del sito FIJLKAM. Clicca qui, invece, per vedere tutti i risultati in diretta.

Al via i Campionati Italiani Juniores di kumite

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un momento dei Campionati Juniores 2020

Roma, 24 novembre 2021 – Il fine settimana al PalaPellicone sarà dedicato al karate e, nello specifico, ai Campionati Italiani Juniores di Kumite, in scena sabato 27 e domenica 28 novembre. È tutto pronto per i 556 atleti provenienti da 220 Società diverse di tutto il territorio italiano.

Sarà una due giorni all’insegna del kumite giovanile, subito a ridosso dei Campionati Mondiali di Dubai e della notizia che sarà l’Italia a organizzare i prossimi Mondiali giovanili a Venezia nel 2024.

Le gare avranno inizio sabato alle 9:30 con le prime categorie di peso (M-61, M-68, M-76, M +86 KG F-48, F-59, F+74 KG) che si affronteranno nelle eliminatorie, nei ripescaggi e nelle finali, fino alle 21:00. Si riprenderà domenica, sempre alle 9:30, con le ultime categorie di peso (F-35, M-50, M-55, M-86 KG F-53, F-66, F-74 KG), fino alle 18:00.

Per seguire i risultati in diretta puoi cliccare qui oppure puoi vedere tutto il Campionato in diretta streaming dalla Home Page del sito FIJLKAM.

Intervista a Davide Benetello e Luca Valdesi: “Siamo una squadra forte, supportata da un’organizzazione federale molto solida”

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Roma, 23 novembre 2021 – La nazionale è appena rientrata dall’incredibile impresa dei Campionati Mondiali WKF 2021 di Dubai, dove ha ottenuto un incredibile bottino di 10 medaglie. 9 della squadra seniores e 1 del para-karate. Fra questi c’è l’oro storico della squadra maschile di kumite guidata da Savio Loria, oltre a 4 argenti e 5 bronzi. Abbiamo intervistato il Vicepresidente FIJLKAM Davide Benetello e il nuovo Direttore Tecnico Luca Valdesi, con i quali abbiamo affrontato i temi sportivi e dirigenziali che vengono fuori durante questi eventi internazionali unici al mondo. Quel che è uscito fuori da questi giorni di Campionato del Mondo è che siamo davvero fortissimi…

 

Abbiamo iniziato dal fantastico risultato della squadra maschile di kumite, una finale che mancava dal 1982 ed un oro che non era mai ancora arrivato: “Risultato storico – ha detto Davide Benetello – un risultato che lascerà una traccia per tutti i karateka italiani e del mondo per molto tempo. Un risultato che abbiamo cercato anche in passato, arrivando ai Mondiali con squadre che, dal punto di vista individuale, erano fortissime. Ci è sempre sfuggito questo oro, anche se per poco, forse per inesperienza o forse perché non ci credevamo abbastanza. Nel 2018 abbiamo fatto il primo passo con un bronzo che valeva oro. Dimostrando che le squadre, anche con atleti civili all’interno, rappresentano la forza dei nostri club sul territorio.

Tanti anni fa, nel 2004 abbiamo fatto medaglia in una squadra di cui ero il capitano. Conosco bene le dinamiche della squadra e la magia che si deve creare per ottenere un risultato storico. Ecco, questi ragazzi, ieri, hanno ottenuto qualcosa che alla partenza sembrava impensabile perché è una squadra giovanissima. Ma in ritiro si sono legati tantissimo e hanno condiviso ogni passo. Sicuramente guidata da un grande tecnico, un grande capitano del tempo, Savio Loria. Ha saputo gestire tutte le individualità in maniera egregia. Mi sono emozionato, ci mancava questo titolo anche se siamo una nazione che vince tanto nel mondo. C’era questo progetto, ne avevamo parlato con i ragazzi, ma aveva una prospettiva di quattro, sei o forse addirittura otto anni. Invece è arrivato subito ed ora abbiamo lo spazio per incrementare il progetto, ma anche per pensare di aver fatto qualcosa di straordinario. Inoltre, da Presidente di settore, la soddisfazione di consegnare la coppa del mondo alla propria squadra sul podio è veramente un’emozione indescrivibile. Dopo la premiazione di Luigi Busà a Tokyo 2020 per l’oro, ho premiato anche la squadra di kumite a Dubai. Sono sensazioni fantastiche”.

Su questo oro ha commentato anche il nuovo Direttore Tecnico Luca Valdesi, presente ai Mondiali anche se il suo ruolo partirà ufficialmente dal primo dicembre: “Questo Mondiale, per me, è stata la prima gara da Direttore Tecnico, anche se ufficiosamente perché l’incarico partirà dal primo dicembre. Chiaramente io già lavoro a questo nuovo incarico da quando ho saputo che sarei stato io a ricoprire il ruolo. Ma non essendo purtroppo presente il professor Aschieri ho iniziato già attivamente a Dubai. Ed è stato un Mondiale pazzesco.

La gara della squadra di kumite, parlando con gli altri tecnici, è paragonabile all’exploit italiano nell’atletica alle Olimpiadi. È la gara che chiude il Mondiale e la gara che rappresenta fino in fondo una nazione. Nel passato eravamo riusciti a vincere col kata, ma nel combattimento non ci eravamo riusciti. Addirittura una sola finale negli ultimi 50 anni, dove abbiamo preso l’argento contro l’Inghilterra nell’82. Già arrivare in finale è stato un traguardo importante, vincere è proprio da segnare sul calendario e da ricordare per lungo tempo”.

Poi, riprendendo il discorso sulla progettualità della squadra maschile di combattimento, ha aggiunto: “Quando siamo partiti con questa avventura, quando si parlava dei vari progetti della direzione tecnica, uno di questi era proprio quello della squadra di combattimento. In passato è stata messa un po’ in secondo piano. Avendo atleti individualmente molto forti, che spesso si ritrovavano in finale, si faceva un po’ di fatica a gestire anche la gara a squadre che veniva fatta prima delle finali. Si correva il rischio infortunio e comunque di non arrivare freschissimi. Si è ipotizzato addirittura di non portare più la gara a squadre. Il lavoro di Davide Benetello e il mio, però, è stato forte proprio sulla squadra. Ci credevamo. Sì, come ha detto il Vicepresidente era un progetto sui 4 o 6 anni almeno, per costruirla al meglio. Poi, però, abbiamo vinto subito!”

benetello e squadra m kumite 2 coppa del mondo 2021

 

Come sappiamo, questo mondiale non si è fermato all’oro della squadra di kumite, ma ci sono altre nove medaglie a testimoniare che siamo una squadra davvero fortissima. Sentiamo le parole del Vicepresidente: “Sì, siamo una squadra fortissima e siamo una squadra di gruppo. Abbiamo vinto sia nell’individuale che nelle squadre, sia nel kata che nel kumite, siamo una squadra completa. Lo siamo da sempre. Il karate italiano è rappresentato ai massimi livelli in queste competizioni. A noi piace combattere, ci piacciono gli stili e le forme. Stiamo infatti incrementando le scuole di stili in Italia. Ci piacciono le gare a squadre con i bunkai, siamo stati più volte campioni del mondo. Ci siamo presi questi quattro bronzi nel kata, tra individuale e a squadre. Abbiamo preso tre argenti nel kumite, uno dei quali, quello di Silvia, ci brucia un pochino. Insomma, ci sappiamo stare in quegli ambienti.

Naturalmente l’assenza di Busà pesa dal punto di vista sia morale che tecnico, ma siamo una squadra solida, supportata da un’organizzazione federale molto forte in cui ogni individuo è importante per la squadra ma lo è anche la squadra per l’individuo.

Voglio complimentarmi con questi ragazzi per la serenità con la quale abbiamo affrontato questo Campionato del Mondo, la consapevolezza di poter ottenere quello che ci spetta, ci stiamo portando a casa dei bei risultati”.

Fra queste nove medaglie, ci sono anche i quattro bronzi del kata, tra individuale e a squadre. Allora abbiamo chiesto a Valdesi, grande campione italiano di kata e già allenatore, di spiegarci un po’ le difficoltà legate a questa disciplina nello specifico: “Il kata, non essendo una disciplina situazionale dove può avvenire il colpo della domenica o quello del campione che ribalta il pronostico del match, viene valutato secondo aspetti molto più tecnici. Quando questi vengono consolidati è difficile che vengano poi superati da altri atleti. Quindi sì, quando ci sono il primo e il secondo, è molto difficile superarli. È anche vero che agli ultimi Europei siamo stati smentiti dal turco Ali Sofuoglu che, con una grande prestazione, ha superato Damiàn Quintero in finale. O anche da Viviana nel 2018, quando ha battuto in una Premier League sia Sandra Sanchez che Kiyou Simizu.

Per quanto riguarda noi, non dobbiamo assolutamente accontentarci del terzo posto ma bisogna considerare che fino a poco tempo fa non era una posizione così ben consolidata. Abbiamo dato un po’ di vantaggio ai nostri avversari. Ad esempio nel 2014 Mattia Busato ha vinto l’oro, battendo lo spagnolo Quintero. Dopodiché una serie di eventi particolari hanno portato lo spagnolo a crescere tanto e consolidare la posizione, attraverso i risultati e la sicurezza che ne deriva. Un conto è salire sulla materassina dopo aver vinto 3 o 4 titoli europei di fila e sapendo di essere il più forte… in questo caso l’energia che trasmetti è potente, non è frenata da dubbi o timori e questo fa la differenza. A questo proposito voglio fare i complimenti a Mattia perché quest’anno ho visto l’esecuzione di vari kata fatti con una sicurezza di altissimo livello. Poi chiaramente c’è la questione della valutazione. Cambiare l’idea di una persona, di un arbitro, non è facile e ci vuole qualche anno. Noi siamo adesso al punto in cui riusciamo a insinuare il dubbio nell’arbitro. Oltre alla parte tecnica e atletica, dunque, dobbiamo lavorare molto sull’aspetto di comunicazione. Dobbiamo dimostrare la nostra forza.

Per le squadre invece l’elemento situazionale è un po’ più marcato, infatti la gerarchia è meno forte, meno bloccata. È vero che quando c’è il Giappone è molto difficile da battere, ma ad esempio in Europa, tra Italia, Turchia e Spagna non c’è una gerarchia netta. In questo Mondiale, ad esempio, a detta di tanti compresi gli arbitri, avremmo forse potuto arrivare in finale con la squadra maschile. Purtroppo un piccolo squilibrio, un errore piccolissimo, è stato pagato caro, visto che di fronte hai una squadra di eguale livello”.

squadra m kata mondiali 2021

 

Tornando al Vicepresidente Benetello, ricordiamo che già prima delle Olimpiadi aveva invitato tutti gli atleti a mantenere alta la concentrazione perché c’era anche questo obiettivo importantissimo, nonostante la grande novità dei Giochi di Tokyo: “Avevo chiesto a tutti di essere concentrati perché i Campionati del Mondo sono la competizione più importante dopo le Olimpiadi. I Giochi al momento non ci sono, anche se saremo olimpici con la giovanile nel 2026. Siamo nel CIO, siamo riconosciuti, facciamo i Giochi continentali, insomma siamo presenti e siamo uno sport molto forte. Ma il mondiale è il mondiale e poi, questo di Dubai aveva qualcosa di magico. È un’esperienza che ci portiamo a casa e che non potevamo lasciare per strada perché è qui che si vede la squadra intera, più che alle Olimpiadi. Questi splendidi risultati sono importanti per far capire al movimento italiano quanto sia forte e per trasmetterlo anche alla nazione stessa. Sì, abbiamo puntato le Olimpiadi, ma la nostra squadra è vincente in tutte le categorie che offre un Mondiale. Mi complimento ancora con la squadra e con i tecnici”.

E poi c’è stato quell’ingrediente in più rispetto al solito. C’è stata la totale integrazione della squadra Seniores con quella di para-karate, già dal ritiro e poi anche durante il Mondiale. Si è fatto il tifo tutti insieme, ci si è comportati da squadra unita e unica: “L’idea del Consiglio Federale, da sempre, è quella di implementare fortemente l’attività del para-karate. Il fatto di riuscire a integrare, questa volta, la nazionale seniores con il para-karate è stato un gesto fantastico. Quello che voglio sottolineare è che il para-karate ha dato alla squadra seniores una serenità, una gioia di stare insieme e una voglia di inclusione che ha superato ogni più rosea aspettativa. Hanno trovato una serenità in ritiro e, da subito, è diventata una squadra unica. Con il tifo, con le foto, con i podi… è stato veramente emozionante. Il para-karate ha dato alla squadra seniores l’energia in più che gli serviva. Ringrazio questi ragazzi, i due tecnici e il responsabile Nicosanti, ringrazio Mattia per la medaglia e non solo per avercela portata, ma anche per averci fatto conoscere un mondo che per alcuni era ancora sconosciuto, ma che da ora sarà parte integrante della nostra attività”.

Mondiale Dubai partenza 7

È stato un 2021 ricco di emozioni e di splendidi risultati, ma la nazionale è già concentrata anche sugli obiettivi futuri: “Sì, un anno ad altissimo livello per tutto il karate italiano. Arriviamo dagli ottimi risultati degli Europei di Parenzo, in Croazia, dove avevamo finalmente ripreso l’attività ad un livello decente. Poi i Giochi Olimpici e per finire, a livello Seniores, un Campionato del Mondo che ricorderemo per i prossimi anni. Sì, un anno fantastico supportato da tutti i karateka italiani con quello spirito di superare le avversità e con la voglia di migliorare sempre.

Sul futuro le intenzioni della Federazione sono molto chiare. Adesso ci avviciniamo, a livello internazionale, alla Youth League di Jesolo fra due settimane dove vogliamo fare una bella figura come per tutti gli eventi organizzati in Italia. Poi ci tufferemo a capofitto in un calendario italiano che già dalla prossima settimana ci vede impegnati con i Campionati Juniores, i corsi maestri e molte altre attività. Poi ci saranno le feste natalizie, ci faremo gli auguri per un 2022 che dovrà mantenere le aspettative che ci siamo prefissi. I progetti, più che futuri, sono presenti e si prospettano al futuro. Siamo sempre al lavoro, non c’è mai tempo per fermarsi. Adesso anche io, personalmente, voglio concentrarmi ancor di più, se possibile, all’attività nazionale dove i nostri 1200 club tesserati nel karate devono essere ascoltati e seguiti e meritano la massima attenzione”.

Benetello e Valdesi Dubai 2021

Quello di Dubai è stato un appuntamento importante non soltanto dal punto di vista del tatami, ma anche dal punto di vista dirigenziale, visto che ci è stata assegnata dalla WKF l’organizzazione del Mondiale giovanile 2024: “La mattina, durante il Comitato Esecutivo, ho presentato per la prima volta il progetto Mondiale Italia – ha detto Benetello – Aveva già avuto la visita della WKF a Jesolo, quindi avevamo già gran parte della green light. La nostra presentazione ha avuto un effetto dirompente. Federazioni che hanno una struttura come la nostra al mondo credo non ce ne siano, così organizzata e dedicata puramente all’attività delle arti marziali, del judo, del karate e della lotta, e all’agonismo. Prima del video emozionale, abbiamo presentato dieci slide in cui abbiamo raccontato la federazione: numeri totali, numeri del karate, la nostra presenza nelle attività della WKF, la nostra storicità, le medaglie mondiali e olimpiche. Il pubblico era entusiasta e al momento di votare è stato tutto molto semplice. Nel 2024 abbiamo un Campionato del Mondo da organizzare e sarà una delle prime tappe per la qualificazione olimpica di Dakar 2026. Dimostreremo ancora una volta quanto l’Italia sia forte nel fare le cose bene e quanto la Federazione sia organizzata per farle al meglio”.

Tra gare, risultati e attività dirigenziale, il nostro Vicepresidente a Dubai è stato costantemente impegnato: “Io personalmente ho fatto più di 40 ore di meeting. Molti progetti sono stati implementati, la Commissione dei regolamenti di gara sta lavorando per migliorare ancora alcuni punti del regolamento sia di kumite che di kata. La commissione Ranking sta implementando tutti i piccoli aspetti molto importanti quando i ragazzi vanno a gareggiare per ottenere i punti necessari. Un lavoro a volte estenuante. Sono anche il Presidente della Commissione atleti e abbiamo organizzato le votazioni di due nuovi membri di Commissione, la greca Vasiliki Panetsidou e l’ucraino Stanislav Horuna. La Commissione è la voce degli atleti e dà indicazioni a tutta la WKF su come implementare tutti i progetti dal punto di vista degli atleti.

Come membro del Comitato Esecutivo della WKF sono estremamente soddisfatto della gestione della gara da parte della Federazione degli Emirati Arabi. Un ringraziamento a loro, per l’ambiente sereno rilassato che hanno creato, dove gli atleti hanno potuto concentrarsi al massimo nella loro attività e ottenere il massimo dal punto di vista sportivo”.

 

Infine, Davide Benetello ci ha raccontato l’ultima riunione a Dubai, la sera prima di ritornare in Italia: “Abbiamo fatto una lunga riunione con tutta la squadra, con tutta la commissione arbitrale, tutti gli atleti e i coach, i dottori e i dirigenti, tra cui Cinzia Colaiacomo, per ringraziare tutti. Ho voluto spiegare loro dove stiamo andando, come ci arriveremo e perché vogliamo arrivarci in quel modo. È stata una riunione importante e che apre un nuovo ciclo. Ho ringraziato il professor Aschieri, che purtroppo non era presente, per il suo percorso e per aver guidato la direzione tecnica in tutti questi anni. E ho dato il benvenuto a Luca Valdesi come nuovo Direttore Tecnico della nazionale italiana”.

Un benvenuto che il nuovo Direttore Tecnico della nazionale italiana Luca Valdesi ha accolto a braccia aperte: “Sicuramente un’avventura impegnativa che ha bisogno di tante energie. Ci sono molti aspetti da considerare in qualità di direttore tecnico. In ambito di gara il mio apporto non cambia molto: ho sempre partecipato attivamente agli eventi internazionali perché faccio parte delle Commissioni (di Regolamento e Tecnica) della WKF e della EKF. Il rapporto con gli allenatori era già ottimo, conosco già tutti e con alcuni atleti abbiamo addirittura condiviso il tatami negli ultimi anni della mia carriera da agonista. Come Michela Pezzetti, Luigi Busà, Angelo Crescenzo o Gianluca De Vivo. Invece Mattia, ad esempio, l’ho allenato da coach della nazionale. Nel 2014, per gli Europei, abbiamo scelto lui e abbiamo lavorato insieme, lui da atleta e io da coach.

L’ambiente quindi lo conosco già molto chiaramente. I tecnici, ad esempio, anche grazie al lavoro del professor Aschieri, avevano già tutto chiaro in testa durante questo Mondiale e sapevano perfettamente cosa fare, come muoversi e come gestire i vari aspetti della gara.

Personalmente è una bella sfida e il mio impegno sarà importante. So di avere collaboratori estremamente validi, cresciuti anche con l’esperienza della qualificazione olimpica e, adesso, con questo mondiale. Sono sicuro che faremo bene!”

I campioni rientrano a casa. Ecco le voci dei protagonisti di Dubai 2021

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tutta la nazionale azzurra a Dubai

Roma, 22 novembre 2021 – I campioni azzurri sono tornati a casa. Alle 13:00 di oggi sono sbarcati e arrivati al Centro Olimpico atleti e tecnici, i protagonisti della grande impresa azzurra a Dubai. Oltre a tributargli un caloroso benvenuto e tutti gli onori dovuti a chi ha appena portato alto il nome della nazionale italiana ai Mondiali, abbiamo anche raccolto le testimonianze dei nostri campioni…

Dieci medaglie totali e grandi soddisfazioni. I protagonisti ci hanno raccontato emozioni e rammarichi del Campionato Mondiale appena disputato.

Iniziamo dai Campioni del Mondo, la squadra maschile di kumite, guidata dal coach Savio Loria.

Luca Maresca, il capitano: “È stata un’emozione fortissima e l’emozione più bella credo che l’abbiamo provata in semifinale quando abbiamo battuto la Turchia. Anche battere il Kazakistan è stato importantissimo e forse in quel momento abbiamo capito che potevamo andare a prendere un traguardo importante. Ci abbiamo creduto e siamo arrivati in finale forti, spensierati e uniti come pochi. Dedico questo oro a tutte le persone che lavorano con me e che credono in me tutti i giorni. Ai miei allenatori e a me stesso”.

Gianluca De Vivo, che in finale ha eseguito uno splendido Ura Mawashi decisivo per la vittoria: “È stata la tecnica che ha coronato il nostro sogno, ma prima di quella tecnica c’è stato tutto il lavoro fatto dalla squadra e dai ragazzi che hanno combattuto prima di me e dal sostegno di chi non lo ha fatto in finale: Michele Martina e Luca Maresca, la cui esperienza è arrivata sul tatami attraverso noi. Non potevamo fare altro che vincere. Io e mio fratello Daniele la dedichiamo ad Adriano, il mio migliore amico che purtroppo non c’è più”.

Una medaglia d’oro che merita dediche speciali. Vediamo a chi la dedicano gli altri cinque campioni del mondo.

Amhed El Sharaby: “Prima di tutto a me stesso. È stata una medaglia importante. La dedico a chi mi ha aiutato in questo percorso che non è stato per niente facile”.

Daniele De Vivo: “Ad Adriano, naturalmente, e a tutte le persone che mi accompagnano in questo cammino”.

Simone Marino: “Io sono un po’ la mascotte del gruppo – dice ironicamente – La dedico soprattutto a questo gruppo, con cui è stato bellissimo stare insieme. È stato un sogno che abbiamo raggiunto insieme, dal raduno alle uscite: non pensavamo ad altro”.

Lorenzo Pietromarchi: “La dedico ai miei amici e alla mia famiglia e a questa squadra, sono come fratelli”.

Michele Martina: “Anch’io la dedico a chi mi è stato vicino e ai ragazzi perché è stata un’emozione indescrivibile”.

squadra m kumite podio mondiali dubai

Poi c’è la squadra femminile di kumite, capitanata da Lorena Busà e dal coach Claudio Guazzaroni, che ha centrato il gradino più basso del podio.

Lorena Busà: “Il primo pensiero è stato bello. C’è stato un po’ di rammarico per la semifinale perché volevamo una medaglia più preziosa, ma questa di bronzo ce la siamo andate a prendere a denti stretti. Da capitano della squadra sono orgogliosa e fiera di ognuno di loro perché ce l’abbiamo messa tutta. E sono orgogliosa e fiera del nostro grande coach, Claudio Guazzaroni, al quale dedico per primo la medaglia. Ma la dedico anche a tutte noi, a me stessa, alla nazionale, al gruppo sportivo dei Carabinieri, alla mia famiglia e a mio fratello che non è potuto venire a causa di un infortunio”.

Claudio Guazzaroni: “Queste ragazze hanno fatto un grande risultato, Come diceva Lorena, noi puntavamo alla vittoria perché questa squadra è molto competitiva come già avevamo visto agli Europei. Purtroppo, in semifinale non è andata come doveva andare ma poi hanno stretto i denti e conquistato questo bronzo molto prestigioso. L’abbiamo preparata e ci siamo riusciti. Le ragazze hanno dato tutto, quindi non abbiamo nessun rammarico e siamo felici, anche per la squadra maschile naturalmente e la sua impresa storica. È stata un’emozione enorme. Voglio ringraziare i tecnici perché preparare queste gare in poco tempo, dopo le Olimpiadi, non è facile. In particolare, voglio ringraziare Savio (Loria, ndr) che ha seguito magistralmente i ragazzi. C’è giusto qualche piccolo rammarico su alcune medaglie individuali ma, per il resto, abbiamo fatto davvero il massimo”.

Alessandra Mangiacapra: “Dedico questa medaglia a tutte noi che abbiamo creduto in questo obiettivo. La dedico a Claudio e allo staff italiano che ci ha sostenute e aiutate”.

Silvia Semeraro: “La dedico a tutte noi perché ci siamo fidate l’una dell’altra dall’inizio. Possiamo fare ancora meglio. Ringrazio la Federazione Fijlkam, a tutta la direzione tecnica, il Direttore Tecnico, il mio coach Savio Loria, tutti i coach che hanno contribuito ai risultati dell’argento individuale e del bronzo a squadre. Grazie ai fisioterapisti, ai medici e a tutto lo staff. La dedico alle Fiamme Oro, alla mia famiglia, a mia nipote e mia sorella che mi seguono da lontano e ame stessa, che continuo a credere nei miei sogni”.

Clio Ferracuti: “La dedico a tutte le ragazze e al nostro coach Claudio che ci ha seguito e supportato. Insieme a lui abbiamo raggiunto questo grande risultato. Ringrazio la nazionale e il mio gruppo sportivo Polizia di Stato e alla mia famiglia che c’è sempre.

squadra f kumite bronzo mondiali dubai

Infine, per quanto riguarda il kumite, ricordiamo i tre argenti nell’individuale con Simone Marino, Silvia Semeraro e Angelo Crescenzo.

Simone Marino: “Una volta che sei in finale te la vuoi giocare fino alla fine. La finale era alla portata, nonostante un avversario (Gogita Arcania, ndr) molto forte. Mi aveva studiato, me lo ha detto dopo il podio. È stato un peccato perché p stato un incontro molto equilibrato dove fino all’ultimo nessuno ha prevalso sull’altro. La prossima volta saremo sicuramente più pronti. D’altro canto, la considero una grande vittoria, lo considero un argento che vale oro. Ho passato un anno duro, difficile: tra fisioterapia, riabilitazione, problemi a un muscolo e altri a un ginocchio. È stato davvero un bel traguardo, soprattutto dopo un anno lontano dalle gare. Ringrazio tutti, chi mi ha tifato, seguito e ha creduto in me”.

marino arkania mondiali 2021 finale

Anche nel kata, la nazionale italiana ha conquistato ottimi risultati. Quattro bronzi, uno per ogni categoria in gara. Bottaro e Busato nell’individuale, Michela Pezzetti, Carola Casale, Terryana D’Onofrio, Mattia Busato, Gianluca Gallo e Alessandro Iodice nelle squadre.

Vincenzo Figuccio, allenatore federale di kata: “Abbiamo strillato al massimo per l’impresa di questi ragazzi. La nostra nazionalità ha due specialità ma siamo un gruppo unico. Quello che è successo ci ha reso tanto felici da perdere la voce. La compagine italiana ha fatto una grande trasferta. Andando ad analizzare il kata nello specifico, le due squadre hanno fatto buone prestazioni, anche se diverse fra di loro. La squadra femminile ha eseguito esercizi puliti e senza problematiche, mentre con i ragazzi abbiamo avuto qualche problema nell’ultimo turno ed è qui che rimane qualche piccolo rimpianto perché volevamo la finale per l’oro. Sarà spunto di riflessione e di lavoro per preparare al meglio la prossima esperienza agonistica”.

Per la squadra maschile hanno parlato Gallo e Iodice, mentre per quella femminile Pezzetti e D’Onofrio.

Alessandro Iodice: “Una medaglia mondiale fa sempre tanto piacere. Stare lì, fra le prime nazioni al mondo è sempre una grande soddisfazione. Avevamo aspettative più alte perché ci sentivamo forti e uniti. Io ho avuto un piccolo infortunio prima di partire e voglio ringraziare lo staff medico e sanitario per essere riusciti a farmi partecipare. Abbiamo commesso un piccolo errore ma siamo comunque felici della medaglia che abbiamo conquistato insieme a Vincenzo. Lavoriamo sempre duramente per migliorarci e speriamo che la prossima volta il risultato arrivi”.

Gianluca Gallo: “È il secondo bronzo che facciamo a squadre. Siamo molto contenti di ciò che abbiamo fatto anche se c’è tanto rammaricco per non aver conquistato la finale per l’oro. Ma sono cose che capitano e fanno parte della competizione. Andiamo avanti, consapevoli di chi siamo e di essere forti”.

Michela Pezzetti: “Il Campionato del Mondo è sempre unico nel suo genere e nella grandezza del contesto. Ogni volta ci si va con una personalità diversa, visto che passano almeno due anni e il tempo scorre. Cambiano le persone, cambia la squadra. Era il primo anno con questa squadra specifica. Le emozioni cambiano sempre, anche se l’obiettivo (la medaglia più prestigiosa possibile) rimane quello. Stavolta uscire dal tatami ci ha dato la consapevolezza di poter fare ancora meglio ma la soddisfazione è stata enorme. Dedico questa medaglia sicuramente a Roberta Sodero, il nostro coach con cui abbiamo fatto l’ultimo mondiale. Io mi alleno con lei da sempre, puntavamo in alto e questa medaglia è tanto bella”.

Terryana D’Onofrio: “Il nostro gruppo funziona ottimamente. Siamo una squadra nuova, per me è il secondo mondiale e seconda medaglia di bronzo. Il primo con Sara Battaglia e ora con Carola Casale. Michela invece mi accompagna già da due anni in questo percorso. Siamo soddisfatte ma crediamo di poter fare ancora meglio. Ce lo meritiamo e cercheremo di convincere ancora di più”.

squadra m kata mondiali 2021

squadra f kata mondiali 2021

Infine, l’ingrediente in più di questa spedizione: il para-karate, che ha portato a casa una favolosa medaglia d’argento con Mattia Allesina. Ha parlato innanzitutto il tecnico Luca Nicosanti, tornato anche lui senza voce a causa del tifo sfegatato: “Questo mondiale è stato stupendo. Un’Italia da dieci medaglie, dove i ragazzi sono stati formidabili. E poi anche la medaglia di Mattia… è stato emozionante. Quando Mattia è arrivato in finale, Daniele Alfonsi e Daniele Montanari hanno esultato come se ci fossero arrivati loro, dimostrando un atteggiamento da squadra vera che mi dà ancora i brividi per l’emozione. L’inclusione fra le due squadre è stata incredibile, l’Italia è stata l’unica ad averlo fatto e anche le altre nazioni sono rimaste molto colpite”.

Ha continuato, poi, Mattia Allesina: “Impressioni a caldo? Ho finalmente vinto una grandissima medaglia, emozioni fortissime e un ringraziamento speciale a Luca che ha impiegato il suo tempo per allenarci insieme a tutta la nazionale e davvero complimenti a tutti. Grazie”.

Poi c’era Daniele Alfonsi, al suo secondo Mondiale, dopo quello di Madrid del 2018, anche lui senza voce: “Un Mondiale bellissimo, un’esperienza incredibile e sono orgoglioso di Mattia e per la sua medaglia”.

E Daniele Montanari, definito da Luca Nicosanti come il trascinatore del gruppo, o “il più casinista” come si autodefinisce ironicamente Daniele stesso: “Una bellissima esperienza a Dubai, anche con i nostri compagni. Grazie a Luca e ad Emanuele”.

Emanuele Feudo, infine. L’accompagnatore e specialista socio-pedagogico che ha partecipato a questa esperienza: “Ci tengo a ringraziare l’opportunità che mi ha dato Luca. Lo ringrazierò per tanto tanto tempo, come ringrazierò i ragazzi per tutto quello che mi hanno trasmesso in questi giorni. Io lavoro tutti i giorni con la disabilità e stare a contatto con la nazionale A e far parte di un gruppo così bello, un gruppo da 10 medaglie, parlando di inclusione è un risultato storico per noi e per la nazionale. Ci tengo a ringraziare Daniele che, con il suo grido Daje Bro’ ha spronato tutto il gruppo e, di nuovo, Luca per la grande opportunità, per il sogno incredibile che mi ha fatto vivere”.

“Grazie FIJLKAM e forza Italia”, ha concluso Luca Nicosanti, tra le voci dei ragazzi che da dietro esultavano ancora “Forza Italia, Daje Bro’”

Mondiale Dubai partenza 7

Chiudiamo questo bel racconto fatto delle voci dei nostri karateka, con le parole del Vicepresidente Davide Benetello, estrapolate da una intervista che pubblicheremo integralmente domani: “Sì, siamo una squadra fortissima e siamo un gruppo vero, una squadra completa”.

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